Lunedì 21/12/09: Stilinga, a zonzo per Roma, scopre nuove realtà commerciali

Stilinga, nonostante il freddo e la pioggia, oggi ha scoperto nuove realtà commerciali a Roma.
Per cominciare, a pranzo, invitata da un vecchio amico, ha mangiato al Queenenergy il nuovo Healty Food bar di un volto conosciuto in Italia e figlio di cotanto padre: Danny Quinn che amorevolmente si aggira tra gli avventori e la cucina per controllare che tutto funzioni.

Il QueenEnergy (You are what you eat) è un posto nuovo per Roma: piatti pronti per pranzo, ma molto naturali e sfiziosi (tipo burrito, riso fusion con legumi, centrifugati di verdura, etc.) in un ambiente di tipo americano, ma dalla filosofia salutistica al 100%: Eat healthy, Live longer, Less quantity, More quality.

Il QueenEnergy si trova a Via di San Basilio, 64 (metro Barberini).

Nel primo pomeriggio, poi Stilinga si è spesa, accompagnando un gruppo allegro di studenti dell'Accademia del Lusso, in un tour di ricerca moda presso il Rione Monti: Via del Boschetto, Via Urbana, Via Leonina, Via dei Serpenti e via degli Zingari.

Stilinga, con sua somma soddisfazione, ha mostrato loro molti "luoghi" di ricerca.

Gli studenti hanno apprezzato molto, ed entusiasti per le scoperte appena realizzate, hanno assimilato una visione nuova sulla città di Roma dal punto di vista commerciale.

Negozi come Tina Sondergaard in Via del Boschetto 1/d, Creje, sempre nella stessa via al civico 5A, e Kokoro al numero 75 sono state belle novità da conoscere e visitare e sicuramente appunti di stile da consultare nuovamente.

L'apice dello stupore è comunque stato raggiunto visitando NORA P in Via Panisperna, 220-221.

Solo la vetrina merita sempre e comunque il viaggio!

E' il negozio per ricaricare l'anima, anzi le anime!


Archigianato alla Casa dell'Architettura di Roma

Stilinga ha chiuso la presente settimana in bellezza, partecipando al workshop Archigianato, che si è svolto alla Casa dell'Architettura di Roma in Via M. Fanti, 47 nella, davvero, splendida sede dell'Acquario Romano.

Sono intervenute la stilista-decoratrice Francesca de Nardi e l'architetto Maria Grazia Tata (mgtata@iol.it) che hanno presentato le loro opere in tessuto che fungono da arredo casa (per la verità molto originale e innovativo).

Le due professioniste hanno illustrato nei dettagli i diversi metodi produttivi, rigorosamente a mano (artigianato puro) e le basi della loro personale visione artistica.

Il tutto si è svolto mentre noi invitati eravamo coccolati piacevolmente dal seguente menù: Mont-blanc con meringa e castagne glassate, Prosecco di Valdobbiadene, Quadrotti di polenta con farina di castagne e cream di formaggio, Plum-cake di zucca e guanciale croccante e in fine Vin Brulè con Torta paradiso accompagnata da purea di cachi!

Stilinga ha già iniziato i festeggiamenti natalizi, con stile, discrezione e creatività!

Roma Fashion White 2009

Anche quest'anno, Stilinga è stata invitata alla sfilata del Roma Fashion White, evento dedicato al mondo dell'Alta Moda Sposa e che si è svolto, il 14/12/2009, nella Chiesa Episcopale della Comunione Anglicana di San Paolo Entro le Mura.
L'ideatore e produttore dell'evento è Antonio Falanga che ha coordinato e organizzato le sfilate di atelier sposa quali Brutta Spose, Francesca Paternò, Gemelle Donato di Catania, Peppe Volturale, Sartoria Rosalba di Sondrio, Pinù Couture e Fefì di Gianni Avino, questi ultimi entrambi di Napoli.

La serata è stata condotta dalla bravissima speaker Rosaria Renna e tra i vari vip invitati erano presenti Katia Noventa, Tiziana Luxardo, Luca Calvani e Sofia Gnoli.

La sfilata delle spose di Roma Fashion White è sempre interessante per capire come stia cambiando il prodotto abito da sposa e magari intravedere qualche significativa novità.

Rispetto all'edizione 2008, quest'anno è stato il tripudio dei fiori: fiori in tessuto, fiori ricamati, fiori colorati, fiori bianchi applicati ovunque e a volte parte integrante di alcuni modelli, le cui gonne creavano fiori.

Un secondo concetto forte che si collega alla scorsa stagione è la linea che si è assottigliata (non più abiti meringa) e quindi anche abiti con lo strascico sono comunque meno invasivi e maggiormente sobri, il che non guasta. Uno stilista si è ispirato a Coco Chanel, Pinù Couture, e ha presentato tailleur di lana con gonna allungata e decorata con piume.

A Stilinga l'idea non è dispiaciuta affatto, anche se forse l'avrebbe resa ancora più sobria e più aderente alla realtà dei matrimoni di oggi, seconde nozze, matrimoni tra partner non proprio giovanissimi.

Certamente la maggior parte degli atelier ha espresso l'idea del "sogno", cioè del giorno del matrimonio come il sogno perfetto da realizzare e soprattutto da ricordare e immortalare nei filmini, nelle foto e nei ricordi indelebili che dovrebbero accompagnare i futuri coniugi lungo la loro vita in comune.

Stilinga pensa che forse questo concetto del matrimonio-sogno sia in realtà un po' datato e forse addirittura un po' anacronistico, nonostante la indubbia bravura delle maestranze dei diversi atelier e la sapiente arte sartoriale, ben espressa con ricami e applicazioni anche molto ardite, dal punto di vista produttivo.

Insomma, si continuano a produrre abiti-sogno per spose giovani da sogno e per il giorno più bello che c'è e che dovrebbe essere un sogno.

Ma è davvero così?

Stilinga per quanto abbia potuto osservare, da ospite a diverse cerimonie nuziali, ha sempre notato che il giorno-sogno è diventato un giorno-incubo per gli sposi, stressati dal trucco, dal fotografo, dal sarto, dagli inviti, dagli invitati, dal ristoratore, dai tempi, dalla fretta e dal volere fare bella figura e magari pure essere una volta tanto invidiati da tutti (senza sapere che anche i parenti, gli amici, i conoscenti invitati si sentono adottati e in trappola, costretti in abiti non usuali, costretti a sorridere in modo ipocrita ad estranei e costretti a ritmi non proprio rilassanti e che non ci pensano proprio ad invidiare la neo coppia di sposi che non sanno cosa succederà dopo: la quotidianità).

Mercato parallelo o semplicemente contraffazione?

A Roma, precisamente nel mercato di Via Sannio, capita di gironzolare, anche in questo periodo e di trovare in vendita capi di marchi quali Moncler, Fred Perry, Desigual (ormai lo vendono pure dal macellaio sotto casa...), Blauer, etc. contraffatti e a iosa e nessuno (dico nessuno) che se ne sia accorto, cioè fanno finta.

Non le forze dell'ordine, non le marche vittime della contraffazione, non i benpensanti che le comprano ( e allora la maggior parte indossa roba falsa?).

I vigili urbani proprio non si vedono in quelle zone e lì i bancarellari (pure in crisi, non battono chiodo) tranquillamente vendono tutta questa mercanzia contraffatta, senza scrupoli e senza ansie.

Via l'Italia!

I prezzi assurdi di Poste Italiane!

Stilinga è stupefatta dal costo esosissimo di una busta ( 28X34 cm che pesa 1/2 kg) spedita con pacco celere internazionale (ordinario) da Roma a Londra: ebbene il costo è stato di 28,30 euro per l'andata, mentre sempre la stessa (identiche dimensioni e identico peso) rispedita da Londra a Roma con Priority Handling and Registered Delivery, è costata appena 7.57 pound, cioè 10,82 euro.

Allora, è mai possibile che le Poste Italiane per lo stesso identico servizio fornito da Royal Mail si facciano pagare 17,48 euro in più?

E poi per quale motivo?

E ancora per quale ragione la spedizione postale non è armonizzata in termini di tempi e costi, a livello europeo?

Come si può pensare che con questi prezzi esorbitanti possa mai decollare l'e-commerce italiana?

Una spiegazione l'ha fornita quel genio intuitivo della madre di Stilinga:
"... semplicemente... sono tasse! Versate in modo diverso ma sono tasse!".

E continuiamo a farci del male, anche nel pieno della crisi economica!

CMQ BUONE NUOVE: PARE CHE NEL 2011 IL MERCATO ITALIANO DELLE POSTE SARA' APERTO ALLA LIBERA CONCORRENZA! W L'EUROPA!

Talenti creativi italiani in quel di Bruxelles






Stilinga è rimasta molto colpita dal lavoro di due giovani creativi italiani che ora vivono a Bruxelles, dove hanno unito le loro forze in un sodalizio piuttosto riuscito, come vediamo nelle foto sopra. I due giovani, veri, talenti sono Anna Bassano (Annienoir) e Claudio Capanna.
Maggiori info sul lavoro della designer/stylist/fashion marketing researcher anche su: http://www.annienoir.com/

Ultime fashion news dalla Capitale: apre il White Gallery all'Eur

Stilinga dopo un breve periodo di riflessione ha deciso di continuare le sue ricerche sul mondo del fashion nella capitale.

Vediamo cosa ha scoperto.

"Da poche settimane, ha aperto in Piazza Marconi, 18-19 (Eur) una nuova galleria della moda : il White gallery.

Gli spazi sono immensi, i soffitti altissimi, le pareti bianche e i prodotti sono esposti a non finire lungo i corridoi sconfinati del White.

Alexander Mc Queen, Burberry, Chloè, Jacob Cohen e tantissimi altri sono esposti in questo monumentale negozio-boutique, in cui sorridenti e cordiali assistenti alla vendita accolgono gli avventori in modo sospettosamente troppo zelante (soprattutto per Roma e per chi è abituato alle famose commesse romane, vere docenti di cattiveria, indifferenza e di scortesia)."

Stilinga si è avventurata alla ricerca prima, e all'esplorazione poi, di cotanta boutique, durante un sabato mattina assolato e anche desolato.

Infatti, la location di White è sicuramente splendida e avrà modo di essere sostenuta dalla futura vicinanza alla Nuvola (in costruzione) di Fuksas, ma appunto futura, perché per ora l'operazione commerciale rischia di essere una enorme cattedrale nel deserto.

Ma vediamo come la pensa Stilinga:

"Per arrivare a Piazza Marconi si può andare in auto e si punta verso l'obelisco dell'Eur e si parcheggia sulla piazza, ai piedi della scalinata, sul lato destro per chi va in direzione Ostia. Mentre, altrimenti, si può usufruire della metro e poi si percorre a piedi Viale Beethoven (è una bella passeggiata), dove si scopre che un paio di negozi d'abbigliamento hanno chiuso, e ci si lascia alle spalle il laghetto e Viale Europa, dove ancora ora si concentra il grosso dello shopping della zona. Successivamente, si gira in Via Liszt e in fondo a destra ci si inoltra verso il White, accolti da enormi finestre trasformate in vetrine, ma solo per chi è davvero alto, perché i finestroni-vetrina corredati dei prezzi sono talmente elevati per persone dalla statura media come la mia, che non si vede nulla, a meno che non si decida salire sulle panchine di marmo poste sotto ogni vetrina, e allora, una volta saliti sul marmo, da lì si può godere una interessante panoramica dettagliata sul valore commerciale di ogni singolo prodotto esposto. E assicuro i lettori che i prezzi fanno girare la testa, sono alti come le alte vetrine."

Sicuramente, il gruppo di lavoro che si cela dietro il White avrà catalizzato l'attenzione del suo target di clientela e lo avrà fatto in modo strategico, anche perché altrimenti isolato com'è nel vuoto del week end che si respira all'Eur, quartiere che vive solo durante la settimana grazie ai tanti uffici presenti in zona, il negozio-boutique rischia di essere una bellissima creatura (e occasione) sprecata.

Per maggiori info sul web: http://www.myluxury.it/articolo/white-gallery-a-roma-il-primo-lifestyle-store/10905/
e http://www.lussuosissimo.com/white-gallery-a-roma/

FashionMag.com Italia - Iran: bandite le griffe occidentali e gli uomini dai negozi femminili

FashionMag.com Italia - Iran: bandite le griffe occidentali e gli uomini dai negozi femminili

Shared via AddThis

Questa notizia ha dell'incredibile! non solo va contro la persona, che già in Iran non è libera di scegliere cosa indossare, ma va anche contro la società , composta per lo più da giovani e questa è una pura provocazione con ricadute certe e negative.

Prenotiamo un posto in alto che presto saranno finiti!

Stilinga commenta, straniata e incuriosita, la nuova inusuale tendenza sicura figlia della crisi, tendenza dell'ultima ora e che timidamente si affaccia sempre di più in Italia e cioè l'occupazione dei terrazzi (?), dei posti in alto, di luoghi ben visibili come il Colosseo, da cui le persone in preda alla crisi economica ed ormai esistenziale, piazzandosi, minacciano di buttarsi di sotto, per rendere visibile e conosciuta la loro disperazione lavorativa e di vita.

Il Paese soffre e siamo solo all'inizio, ma non si potranno occupare tutte le vette cittadine, altrimenti bisognerà prendere il numeretto per mettersi in fila e salire ad occupare per un po' gli spazi alti e declamare tutto lo sconforto, la mancanza di prospettive, la disperazione che albergano le nostre anime.

Meglio sarebbe manifestare uniti per (diciamo una settimana?) bloccare il Paese e fare muovere il cervello a coloro che dovrebbero creare e metter in atto strategie vere e risolutive dei problemi di tutti (tranne i ricchi che si stanno incastando-incasellandosi nelle caste dorate- sempre più isolati e cattivi).

Insomma direi che se gli Italiani non fanno ripartire i neuroni dei governanti a suon di manifestazioni qui davvero dobbiamo correre ai piani alti... ma sarebbe meglio che fossero quelli della politica, anche se ora per fare un pertugio nell'opinione pubblica ci si deve armare di coraggio e ci si deve inerpicare singolarmente per rivendicare i propri diritti particolari.

Meglio sarebbe rivendicare i diritti al lavoro e alla vita dignitosa per tutti!

E meglio sarebbe farlo tutti assieme, perché gli Italiani non siano più una massa di individui, ma diventino finalmente un popolo unito e fiero d'esserlo.

Saldi a Copenhagen

Durante la stagione dei saldi, quando è bel tempo e il tutto coincide con la settimana della moda, a Copenhagen i negozianti, per invogliare all'acquisto, usano piazzare dei banchetti proprio fuori dal negozio e qui espongono alcune mercanzie scontate che dovrebbero stuzzicare i passanti e farli possibilmente entrare negli stessi store. Questo è il banchetto della Diesel (il negozio era semivuoto).
Sempre Diesel.







L'usanza è talmente diffusa che anche i grandi magazini come Magasin du Nord e le catene come Part Two "praticano" il concetto di selling col banchetto!





trends da Copenhagen

Il trend assoluto e di massa per questa stagione a Copenhagen è il sandalo Gladiatore e i leggings, portati sotto maxi t-shirt, maxi camicie, vestitini a fiori.
Il concetto Gladiatore non è una novità: a settembre 2008 il Micam ne era pieno. Gladiatore e ballerine la fanno da padrona assolutamente, ovunque e in tutte le salse. Un concetto piuttosto sorprendente per chi vive in Italia è trovare la diffusione del colore rosa per gli uomini. Da noi, è peculiarità della moda meridionale e quindi vedere che in Danimarca tanti uomini, tanti giovani padri e non, sono abbigliati di rosa (t-shirt e camicie) fa specie.
Del resto, un'altra tendenza forte, presso i giovani padri danesi, è la camicia a fiori, dalla stampa piccola e dai colori tenui, da indossare su pantaloni corti, sopra il ginocchio, stile barca e con i mocassini ai piedi.
Mocassini che subito distinguono l'uomo di classe e danaroso da tutti gli altri. Pare un must: hai soldi? allora indossi mocassini testa di moro, sfoderati e della pelle più pregiata. Davvero le scarpe dicono tutto di un uomo!

Qui il rosa è il colore che determina l'appartenenza familiare: il padre, la madre e poi la bimba nel carrozzino e pure la borsa per la bimba, tutto è rosa!

Altra città (Malmo, Svezia) e il rosa è il leit motiv della signora: espadrillas rosa scuro, borsa in tessuto Marimekko, cardigan rosa portato su maxi camicia a stampa rosa e bianca. Naturalmente orecchini e smalto seguono.
A nord Europa ancora molti individui si vestono tutti della tinta che prediligono (a volte in modo imbarazzante), mentre da noi questo vezzo per fortuna è ben superato.


Intervista alla talentosa truccatrice Elisabetta Notte

Stilinga ha intervistato l'emergente e talentosa truccatrice Elisabetta Notte. Di seguito alcuni esempi del suo lavoro.

Stilinga: Elisabetta, come hai iniziato la tua carriera da truccatrice?
Frequentando un corso da estetista di due anni in cui davano delle nozioni sul trucco e da quel corso ho capito che la mia vera passione era diventare truccatrice, così dopo alcuni anni mi iscrivo all’accademia di trucco professionale di Roma dove vengo preparata da degli insegnanti veramente qualificati. L’accademia mi ha dato i primi lavori, cioè i primi servizi fotografici e da lì sono andata avanti da sola collaborando con alcuni fotografi.

Stilinga: Quale è, se c'è, il truccatore che ti ha ispirato maggiormente e che consideri un tuo punto di riferimento, sia nell'ambito della moda che in quello dello spettacolo in generale?
Stefano Anselmo senza dubbio, che è anche il truccatore di Mina, Anna Oxa e tanti altri.

Stilinga: Vuoi descrivere la tua idea di trucco?
Il trucco è un’arte antichissima, è l’arte di rendere perfetta e affascinante l’immagine di una donna. Il trucco è armonia, è luce, è armonia delle forme, è il gioco dei chiaro-scuri che danno forma e tridimensionalità.

Stilinga: Che obiettivi ti poni quando trucchi qualcuno?
Innanzitutto cerco di soddisfare le esigenze del set, quindi del fotografo e della stylist. Quando invece non ci sono richieste particolari di trucco, il mio obiettivo è enfatizzare il volto della modella, nascondendo eventuali difetti.

Stilinga: Qual'è la cifra stilistica che ti distingue da qualsiasi altro truccatore?
Non so quale sia la mia cifra stilistica, comunque ciò che mi contraddistingue è la realizzazione di un trucco pulito.

Stilinga: Sei una truccatrice con interessi molteplici, qual'è l'ambito che prediligi e in cui in futuro vorresti esprimerti maggiormente?
Sicuramente vorrei esprimermi maggiormente nell’ambito della moda, quindi nel backstage delle sfilate di alta moda e nei set dei servizi fotografici. Ma comunque non mi tiro indietro se vengo chiamata per il cinema o per il teatro. Quello del make up è un mondo bellissimo in qualsiasi ambito ci troviamo.

Stilinga: Come hai costruito la tua carriera?
Per costruire una carriera bisogna prima studiare, impegnarsi veramente. Non bisogna lasciarsi abbattere dalle delusioni,dalle sconfitte che ci si presentano davanti. Bisogna sempre credere in quello che si fa, perché prima o poi le soddisfazioni arrivano; prima o poi il successo arriva.

Stilinga: Che consigli daresti alle donne per truccarsi e migliorare il loro aspetto?
Il mio consiglio è quello di non eccedere con i colori perché un make up pesante involgarisce e invecchia.

Stilinga: Quali sono i prodotti base a cui una donna non dovrebbe mai rinunciare per essere a posto?
Una donna non dovrebbe mai rinunciare alla matita per gli occhi, al mascara che apre lo sguardo e al rossetto che dà quel tocco di luce in più.

Stilinga: Che indicazioni ti senti di dare ad un giovane truccatore in erba che volesse emergere?
Di imparare anche guardando gli altri professionisti truccare. Di non pensare mai di essere arrivati, c’è sempre da imparare.

Stilinga: Quali piani/obiettivi hai per il futuro?
Diventare una bravissima make up artist! Il mio obiettivo è quello di essere sempre preparata tenendomi sempre aggiornata sulle nuove tendenze e sui nuovi prodotti. Non mi dispiacerebbe essere una delle più richieste!
Maggiori info: elisabettamakeup@libero.it
http://www.elisabettamakeup.com/

Apriamo un nuovo dibattito su Who Is on next?

Cari lettori,
Stilinga, dopo l'annuncio dei vincitori del concorso Who is on Next? ha deciso di aprire, or ora, un nuovo dibattito proprio sullo stesso e vi chiede di partecipare, se volete, con commenti sul concorso, sui prodotti presentati e sui vincitori.

Rimaniamo in attesa di vostri post.
Il nostro fine è dare voce agli internauti!

No i-60.Fermiamo la costruzione del quartiere I-60 a Grottaperfetta!

Stilinga lancia un appello a tutti gli abitanti del Municipio XI di Roma e non solo: Fermiamo la costruzione dell' I-60!

Diverse associazioni cittadine come Stop-i60, Ottavocolle e Forteardeatino oltre ad Italianostra si sono riunite ieri per confrontarsi con Andrea Catarci (minisindaco del Municipio XI) e Alberto Attanasio (assessore all'Urbanistica e ai Lavori Pubblici del Municipio XI).
Alla riunione era stato invitato e si aspettava l'assessore del comune Marco Corsini Assessore all'Urbanistica del Comune di Roma, che non si è presentato e ha sottolineato, con tale comportamento, la distanza e l'incomunicabilità verso la cittadinanza romana.
Di fronte all'iniziale sentimento di rinuncia e di volontà di perseguire il male minore, sentimento espresso da Attanasio, i cittadini che hanno partecipato all'incontro, svoltosi nella
Casa del Municipio , si sono dichiarati decisamente contro la costruzione del nuovo quartiere-mostro I-60.

La cittadinanza può far cambiare il piano regolatore e può far tornare indietro il Comune sulle decisioni prese dai politici, si dovrà lottare e lo si farà per evitare lo scempio di appartamenti e palazzoni alti 8 piani, costruzioni di pregio (?) da vendere a caro prezzo, in una zona paesaggistica di notevole bellezza e ricca di reperti archeologici da salvaguardare e tutelare in modo rispettoso e consono.
La cittadinanza auspica la restituzione dell'area verde per creare un parco fruibile dai tanti cittadini che abitano in quella zona.
Del resto Roma 70, Rinnovamento sono quartieri con nessun punto di incontro, nessuna piazza, nessun servizio e pochissimi collegamenti di autobus.
Inoltre in quei quartieri esistono molti edifici abbandonati e vuoti e non si capisce per qual motivo gli stessi non vengano riadattati da uso ufficio (molte le aziende che hanno chiuso) ad uso abitativo e magari popolare.

Maggiori info su youtube:

http://www.youtube.com/user/NoSpeculazioni

Apriamo un dibattito: ma il costo di spedizione di Posteitaliane inibisce l'e-commerce?

Buona vita a tutti!
Stilinga si è posta una domanda, dopo aver letto un articolo di La Repubblica di Vittorio Zambardino del 7.06.09, su come le Posteitaliane fossero inefficienti e care e allora ha pensato bene di aprire un dibattito sul tema: "ma Posteitaliane con i suoi costi esosi delle spedizioni, inibisce di fatto l'e-commerce in Italia?" .

Agli internauti lasciamo voce e spazio, cioè chiediamo di scrivere dei commenti a questo post.

Quindi Internauti di tutto il mondo scrivete e scrivete perché i vostri preziosi commenti in merito sono importanti!

Alcuni stralci dell'articolo di V. Zambardino per riflettere sul tema:

"(...) perché in Italia non è mai decollato il mercato delle vendite per corrispondenza? Per una storica difficoltà a consegnare in modo economico e puntuale un pacco..."
"(...) dove si consegna peggio nel mondo? in Italia e in Africa"
"(...) ci sarà una ragione perché Amazon non si è mai fidata di aprire in Italia."

Pubblico qui di seguito, per renderlo più visibile, il commento che ha lasciato Cicoria, e che ringraziamo per il contributo, in merito alla questione Posteitaliane:

"Le Posteitaliane hanno una serie di problemi, non solo quello dei costi.I costi per inviare un pacco all'estero sono assurdi. Se vuoi inviare, in altre nazioni, qualcosa che si possa monitorare dalla partenza sino al punto di consegna devi fare il Pacco Celere internazionale che parte da un minimo di € 25,25 sino ad andare su. Ma stiamo scherzando? Far pagare delle spese del genere? E sto parlando del pacco più piccolo, con peso minore ed in Europa. Allora bisogna optare per la raccomandata con ricevua di ritorno che è monitorabile fino a quando si trova nel territorio italiano... poi devi solo sperare che tutto vada bene. E che dire dei problemi di consegna? Dopo 2 fregature avute con merce prepagata e regolarmente partita dagli Stati Uniti (ho numero e data di spedizione) e mai arrivata a destinazione, non ordino più niente negli altri stati. La merce una volta arrivata in territorio italiano ha preso il volo, è sparita. Questo è limitare l'e-commerce, tarpare le ali a chi ha nuove idee. Vendere all'estero può significare lavoro per tanti e comprare materiali in altri stati può servire a creare nuove cose ad alimentare la creatività... Basta, ho il dentino così avvelenato per l'argomento posteitaliane che preferisco non parlarne più, altrimenti mi rovino la giornata. Una supergiornatacreativa a tutti."

Ecco un ulteriore commento in proposito, questo è di AnnieNoir:

In effetti è anche difficile affidarsi ad altri operatori per le spedizioni. Sui siti ufficiali mancano informazioni su tempi e costi...Altro che e-commerce in Italia! Siamo ancora agli albori della tecnologia


Continuate a commentare che il blog è una buona via anche per fare cambiare le cose che non funzionano in questo Paese!

Fruteiro do Brasil a Milano

In omaggio ad una lettrice di Milano che ha lasciato un commento positivo al mio ultimo post, segnalo a chi dovesse essere nei pressi della città di Sant'Ambrogio, un'oasi di salute, dove io, Stilinga, mi sono rinfrancata l'anima e il corpo dopo un lunghissimo giro di ricerca fashion in zona Corso Como.

Il locale è Fruteiro do Brasil che si trova in Via Cesare Correnti, 2 e in Via Rivoli, 2 a Milano.

Certo Mia Market sposa una filosofia di prezzo e di offerta imbattibile rispetto a Fruteiro che è abbastanza caro, ma l'idea sottesa ad entrambi coincide: salute, benessere e rispetto dell'ambiente.

E poi in preda a sete di frutta e di vitamine, mi è sembrata una bella oasi rigenerante!

Intervista al fotografo Thomas Toti


Stilinga ha intervistato il nuovo punto di riferimento della fotografia romana di moda e non solo: Thomas Toti.
Thomas è nato a Liverpool, ma vive a Roma, gira il mondo per realizzare servizi e nonostante la giovane età ha una lunga esperienza nel settore e una visione personale sul suo lavoro.
Stilinga: Come hai iniziato la tua carriera da fotografo?
Thomas Toti: non ricordo esattamente, ma avevo 13 anni quando mi regalarono la prima reflex.
Stilinga: Quale è, se c'è, il fotografo che ti ha ispirato maggiormente e che consideri un tuo punto di riferimento, sia nell'ambito della moda e della fotografia in generale?
T.T.: me stesso?
Stilinga:Vuoi descrivere la tua idea della fotografia?
T. T: condivido in pieno tutti gli scritti di Henrie Cartier bresson sul cogliere l'attimo.
Stilinga: Che obiettivi ti poni quando realizzi un servizio fotografico?
T.T.: di raggiungere il massimo, se il team è a pieno regime.
Stilinga: Sei un fotografo con interessi molteplici, qual'è l'ambito che prediligi e in cui in futuro vorresti esprimerti maggiormente?
T.T.: la moda e il cinema due cose che molto spesso cozzano meravigliosamente.
Stilinga: Come hai costruito la tua carriera?
T.T.: day by day.
Stilinga: Tu risiedi a Roma, ma hai vissuto all'estero, a Liverpool, che differenze hai notato nella concezione della fotografia tra la scena Romana e quella Inglese? Quali vantaggi e quali criticità?
T.T.: Beh, all'estero guardano il tuo portfolio prima di parlare di qualsiasi cosa/progetto/spesa , qui ho trovato che molti guardano prima il loro ultimo modello di cellulare poi ti chiedono quanto costi... è raro che capiti come all'estero, ma comunque ci sono pochi ma buoni clienti e io ne ho trovati!!!
Stilinga: Che indicazioni ti senti di dare ad un giovane fotografo in erba che volesse emergere?
T.T.: ...fotografa il piu possibile e qualsiasi cosa/persona ti capiti a tiro e in qualsiasi situazione...e benvenuto in trincea.
Stilinga:Quali piani/obiettivi hai per il futuro?
T.T.: essere sempre di piu me stesso.
Stilinga: In bocca al lupo! e allora... che tu possa essere sempre di più te stesso!

Per maggiori info: http://www.thomastoti.com/


*************************************************
Thomas Toti has been burning film since he was 15 years old. Born in Liverpool, U.k. , and raised in Italy, he studied photography at the Art Community Center College of Liverpool. A fascination for different cultures led him to travel whenever he could. Became a Professional photographer since 2003. His Enthusiasm translates across to his work and he applies a fresh approach to every shoot. His ability to collaborate on unusual projects is evident in his proficiency in producing world-class photography on very lean budgets. He offers creative service for fashion, editorial, commercial and still photographer. He shoots primarily digitally but he well knows how to deal with the negatives.


Novità calzaturiere dal Giappone: Pionero


Il Brand giapponese Pionero, piuttosto innovativo nel panorama delle calzature, ha presentato la propria collezione all'ultima edizione del Micam a Milano.
I valori che i designer giapponesi esprimono con Pionero sono legati alla visione gioiosa, felice e compassionevole della vita, al comfort, alla libertà e al ricordo.
Il prodotto Pionero Natural, è ecocompatibile, "gentle to humans" e costruito solo con pellami vegetali made in Japan.
Mentre il brand Ventare, fratello di Pionero, nato nel 2003 è caratterizzato da calzature dal pellame di altissima qualità e dalle tomaie dipinte a mano.
Suggerisco di visitare il sito (solo in giapponese per ora) http://www.pionero.jp e di lasciarsi ispirare dalle immagini suggestive del mondo di questo brand originale.

Bye bye globalizzazione!

Bye bye globalizzazione!

Siamo nel pieno della crisi economica, preparata da economisti laureati nel ventre mollo del capitalismo senza regole, crisi che segna, dal mio punto di vista, il cambio di un'epoca: dalla globalizzazione al ritorno della localizzazione.
In realtà, quindi, non è un vero cambiamento, in quanto si torna ad una produzione più lenta, più vicina alle vere esigenze del singolo, una produzione artigianale, tipica del periodo storico in cui vivevano le mie nonne/i nel dopoguerra, e ancor prima le mie bisnonne/i e le loro ave/i.

Non c'è più bisogno di acquistare merce prodotta a migliaia di km da dove la compro e che spesso ritrovo uguale in ogni parte del mondo; non c'è più il desiderio di uniformarsi
alla massa; non c'è bisogno di avere l'ultimo paio di occhiali della nota griffe che reclamizza il suo brand su ogni cartellone pubblicitario di ogni città del mondo e che vuole rivestire ognuno di noi tutti uguali.
No, siamo alla svolta.
Il web ha trasformato la nostra percezione di essere consumatori, e la crisi ha solo accelerato i tempi.
E' da diversi anni che avverto disagio davanti a prodotti realizzati in Cina e venduti, per esempio, a New York, perché una volta che hai attraversato l'oceano e sei
nella città più energetica a livello culturale degli USA, ti aspetti, desideri e cerchi di comprare qualche abito, o prodotto, o cosmetico, o profumo, etc. che sia degno “figlio” di tale atmosfera culturale, cerchi di appropriarti di un piccolo feticcio creato, realizzato, progettato da americani, non un prodotto che prima è stato concepito in USA e poi messo in opera dall'altra parte del mondo per pura convenienza economica, senza alcun fascino e senza nessuna desiderabilità.
Questi prodotti “globalizzati” sanno di truffa, come dire: noi produttori stiamo fregando il cliente perché il prodotto lo abbiamo fabbricato a costo quasi zero, sfruttando la mancanza di regole di molti paesi asiatici e africani, sfruttando la gente, l'ambiente, mentre il cliente finale (idiota beone) lo compra a costi altissimi e in compenso non ha neanche qualità, ma pura obsolescenza, tutto fatto solo in nome del profitto.
Il prodotto è scadente già nella concezione, nel marketing, nel packaging, nel ciclo completo della sua realizzazione.
Qui, in Italia la globalizzazione ci ha tagliato le gambe: aziende del Made in Italy hanno chiuso e messo in disoccupazione intere comunità.
I nostri “imprenditori” hanno smobilitato tutto, fabbriche, contatti umani, relazioni create negli anni e sono volati in Cina e altrove a portare “benessere”, lasciando cadaveri dietro alle spalle e credendo che i consumatori italiani avrebbero sempre e comunque comprato i loro bei prodotti cinesi, ma marcati Italiani.
Ma anche chi è stato licenziato era paradossalmente un loro cliente e ora odia il prodotto globale, anche perché in tutto questo andirivieni di merci (i trasporti su nave sono piuttosto cari oltre che inquinanti), di prodotti inutili e sempre più uguali a se stessi, l'unico vero concetto forte che era proprio e che caratterizzava la reputazione del Made in Italy, la QUALITA', è il grande assente dal mercato e anche da molto tempo ormai.
Allora, oggi inizio un nuovo mantra, e auspico che molti mi seguiranno in modo da attuare davvero il cambiamento, il mantra che recita: bye bye globalizzazione, torniamo a produrre in Italia, magari a livello artigianale per evitare di produrre quantità enorme di roba che presto finirà in discarica con tutti i problemi del caso e a Napoli mi sembra che sappiano qualcosa in merito meglio di tanti altri italiani.
Torniamo alla lentezza, agli abiti fatti a mano e dalle sarte, alla differenza e alla creatività del singolo prodotto, torniamo al fatto su misura da persone pagate il giusto e che lavorino in condizioni eque e torniamo ai tessuti e ai pellami che durino, che trasudino valori quali durata, qualità, ecologia, rispetto dell'ambiente e dell'uomo.
Torniamo a confezionare solo quello di cui abbiamo effettivamente bisogno e facciamolo in modo sobrio, elegante, dignitoso.
Torniamo a gustare ogni singolo pezzo che indossiamo, ad affezionarci, a dire che questo pantalone è mio davvero, fatto su di me e il tessuto è come lo volevo io e nessun'altra donna lo possiede uguale al mio perché me lo hanno confezionato su misura.
Torniamo a differenziare i nostri stili e ad esprimere meglio chi siamo, non uniformandoci a modelli televisivi o cinematografici, elaboriamo noi stessi, curiamo noi la nostra immagine ed affermiamo la nostra individualità collaborando con chi ci realizza il prodotto.
E creiamo posti di lavoro nuovi e sostenibili!
Bye Bye globalizzazione!

Workshop a Roma: Il lusso essenziale/1

Ieri e oggi si è svolto a Roma il workshop intitolato "Il lusso essenziale", nella cornice assai artistica e moderna del Macro Future.
Stilinga, da buona ricercatrice di tendenze, è andata ad ascoltare alcuni interventi della giornata di ieri.
In particolar modo, l'intuito le ha suggerito di non perdere l'intervento di Paolo Ferrarini, di Future Concept Lab e infatti, come al solito l'intuito non mente e manco l'esperienza, perché le presentazioni di questa società di ricerca tendenza sono molto belle, precise, antropologiche e sociologiche.

Paolo Ferrarini ha parlato di CONSUMAUTORI, cioè ogni individuo è autore di quello che indossa, di LUSSO ECOSOSTENIBILE, cioè ripensare al concetto lusso come ad un concetto che migliori la qualità della vita del consumautore, anche se non si parla di low price, ma di low cost (?), cioè il lusso dovrebbe incorporare il valore della giusta qualità-prezzo da riscontrare nei prodotti.
Sempre durante questo intervento, sono emerse delle parole chiave per le prossime stagioni (forse ere, visto che si parla di cambio di epoca e di era):
-eccellenza (rarità, unicità e a portata di mano, km zero)
-talento (saper fare, finalmente si riscopre il talento)
-essenzialità (semplificare i prodotti affinché siano riconoscibili ed identificativi di un brand)
-durabilità (prodotti che durino nel tempo, anche qui sottilineamo finalmente! erano anni che Stilinga si era stufata di roba usa e getta e che si bucava dopo tre volte che la indossi. Forse torna il vero Made in Italy? e quindi bye bye globalizzazione? ce lo auguriamo di cuore).

Anche il concetto di lusso si è esteso verso un'esperienza quotidiana, casalinga (Stilinga è in anticipo sui tempi sempre!) e privata e che si definisce su standard del tutto relativi alla singola persona, per cui non si parla più di un Paradiso generico a cui tendere ma di un Paradiso particolare, relativo e costruito ad immagine e somiglianza dell'individuo.

In questo contesto si muovono quattro generi di consumautori:

1-Linker people (i nativi digitali: il virtuale e il reale è la normalità, esplorano la rete e ugualmente esplorano le realtà urbane);

2-Normal Breakers (nuovi ribelli normalizzati ma molto attenti ai loro valori e che siano rispettati nei prodotti che acquistano);

3-Sense girls (donne tra 20 e 40 anni, con una sensualità e una raffinatezza spiccata, sono legate all'estetica asiatica e cercano prodotti in cui l'etica si coniughi con l'estetica: prediligono il low cost ma a patto che sia bellissimo);

4-Plesure growers (sessantenni che sono in sintonia con le Sense girls e che sono grandi viaggiatori: vacanze di lusso ma vita low cost).

Le calzature della stilista Anna Paola Pascuzzi su Julia Sport Woman 132

Eccovi le calzature di Anna Paola Pascuzzi, prodotte da Calzarium, Roma, pubblicate sulla rivista Julia Sport Woman, N°132 di Ars Arpel


La Pikkola Kreativa


Aiabuna al "Fuori salone" a Milano, fiera del mobile

AiaBuna:"Ho l'immenso piacere di invitarvi alla mia prima Esposizione durante la settimana del design a Milano. Perteciperò al "Fuori Salone" presentando un progetto in cartone alveolare. L'idea è quella di rendere più ludico il concetto di arredamento e farsì che ognuno scelga liberamente quale uso fare dei diversi moduli che posso infatti diventare: parete divisoria, libreria, seduta come anche piano d'appoggio e creare così paesaggi bidimensionali o tridimensionali.
Il cocktail party è sia martedì 21 aprile che sabato 25.
Qui sotto lascio i miei contatti. Io sarò in Via Volta al numero 15 tutta la settimana, ma per esser certi di trovarmi fatemi uno squillo o mandatemi un messaggio e io arriverò. Un forte abbraccio."

Hi my dear friends, I'm proud to invite you to my first exbition during the design week, I will partecipate to the "Fuori Salone" showing a project in cardboard. Looking forward to see you there next week. Hope you will enjoy with me also from far away! ^^ A huge hug. aiabuna.


Salut mes amis, j'ai le plaisir de vous inviter à ma première exposition pendant le salon de meubles à milan. je parteciparai au "Fuoi Salone" avec un project en carton. Au plaisir de vous voir pendant la prochaine semaine. je v'embrasse et a bientot. ^^ aiabuna

Hola a todos, con inmenso placer los invito a mi primera exposiciónn que tendrá lugar durante la Semana del Design en Milán. Participaré precisamente en el "Fuori Salone" presentando un proyecto en cartón alveolar. Espero de verlos pronto. Un abrazo. ^^ aiabuna

...c'è sempre bisogno di un po' d'aiabuna..

e-mail: aiabuna@aiabuna.it
web-site: http://www.aiabuna.it/

Le tendenze del prossimo inverno 2009-2010

A giudicare dalla primavera "invernale" almeno fino ad adesso, si può davvero prevedere che il filone dell'ecologia sarà dominante nelle prossime stagioni e allora parliamo della stagione Autunno-Inverno 2009-2010:
Angelo Uslenghi, ispirato ricercatore di tendenze, ha decretato" la normalità è la nuova eccentricità" cioè essere normali è eccentrico! (sono anni che lo penso...infatti sono anni che mi sono ritirata verso una vita fatta di semplicità, per nulla sex, drugs and rock 'n' roll, e in più sono stata considerata, dagli altri -evidentemente anormali- come strana ed eccentrica...).

Ma poi sempre l'Uslenghi ammette: "...purché sia una normalità attuale e creativa..." cioè purché si reinventi il concetto di classico, si accentuino i particolari e i dettagli di ogni capo, che solo apparentemente sembri classico, ma di fatto non lo è.

Riprendendo il discorso dell'ecologia, visto che la natura ci sta presentando il conto, ci sarà un'esplosione di materiali naturali, ma non tristi, anzi piuttosto ironici, festosi e fantasiosi. Quindi un filone ecologico non segnato da colori neutri e sobri ma caratterizzato da colori quali verdi e rosa, rosso ciliegia, giallo cromo...una palette forte per un inverno carico di aspettative!

Lo strudel di verdure

Dopo una notte insonne (in seguito ad una strana uscita della serata precedente), dopo una corposa manifestazione in piazza (oggi), con le occhiaie e la cera non proprio perfetta (ma i capelli da parrucco appena fatto), ho pensato bene di darmi da fare in cucina.

Sarà la primavera? Sarà che domani c'è un pic- nic per salvare il quartiere da un nuovo mostro in costruzione? e allora invece dei panini, uno strudel vegetale è più sostanzioso e gustoso?

Sarà che ero ancora troppo eccitata (mentalmente) dalla sera prima? cioè dalla troppa (?) vita, dalle troppe persone, dalle troppe considerazioni che mi ballavano in testa e che io non riuscivo a smaltire?

Comunque, ho messo mano a farina (in realtà di tre tipi: integrale, doppio 0 e di semola), 2 uova, un po' d'acqua e 3 cucchiai d'olio extra vergine d'oliva e ho iniziato ad impastare per una ventina di minuti circa.

Alla fine, ho posato la palla di pasta (morbida e liscia) nella terrina, l'ho coperta e l'ho nascosta al caldo nel forno spento, quindi ho pranzato e nel mentre ho cucinato anche le verdure (peperoni, zucchine, cipolle, porri, patate) al micro + forno (i forni sono 2 distinti altrimenti sarebbe impossibile).

Finito il pranzo e terminata la cottura delle verdure (tagliate grosse), ho preso un canovaccio, l'ho cosparso di farina di semola (avevo quella a portata di mano) e ho tirato col mattarello metà della pasta, fino a stenderla sottile, quasi trasparente, ma in modo che non si rompesse (fondamentale risultato! come pure ricordarsi di porre le verdure non troppo liquide altrimenti la pasta si rompe ed è un mezzo disastro).

Successivamente, ho spennellato d'olio la pasta e poi ho iniziato a spargere le verdure, la provola affumicata, il grana a scaglie, il pomodoro fresco e crudo, l'aglio sminuzzato, il peperoncino, un po' di sale e una volta finita la farcia (uniforme su tutta la pasta), ho iniziato ad arrotolare lo strudel, aiutandomi con il canovaccio (la semola non fa attaccare la pasta) e arrivata alla fine, si è materializzato il siluro ripieno di verdure e provola che ho infornato per 30-40 minuti a 180°.

Con il resto della pasta ho realizzato un secondo strudel-siluro simile al primo, che ho poi infornato.

Ora le due armi di distruzione di massa culinarie sono adagiate nei loro rispettivi tegami da forno, si stanno assestando. Contemporaneamente fanno bella mostra di sé in cucina.

L'odore racconta che gli strudel sono ottimi, anche perché (modestamente) sono una veterana dello strudel "veggie", ma dal gusto italianissimo e allora domani saprò che la fatica di oggi non è stata sprecata (il giorno dopo la cottura, lo strudel è anche più buono).

Le tendenze nei pellami della prossima stagione estiva 2010

Mentre faticosamente cerco di organizzarmi per incontrare le amiche di vecchia data e per ordinare il marasma di carte, documenti, progetti in cui annaspo, mi è arrivata via posta ordinaria una letterina da Anteprima in cui mi ricordano sinteticamente le tendenze della prossima stagione estiva per i pellami, allora mi sono detta, a pochi giorni da Lineapelle, vediamo di che si tratta:

-effetti leggermente vintage sia sul suede che sul pieno fiore
-effetti sfumati e profondi su pelli al naturale
-si parla tanto di scamosciato, di nubuk e di rettili (ancora?)
-materiali morbidi e talcati
-ancora intrecci e stampe effetto snake in tutte le forme
e in fine materiali semilucidi.

Allora adesso bisogna incrociare questi dati con quello che si trova in fiera. Per confermare o smentire le indicazioni dobbiamo aspettare metà aprile. Fino a quel momento io continuo ad ordinare gli spazi non solo fisici e mi preparo alla Pasqua.

HEARTH di Anna Paola Pascuzzi su DaWanda



Intervista ad Anna Paola Pascuzzi: le sue primizie calzaturiere prodotte da Calzarium, Roma

Stilinga ha incontrato la stilista di calzature Anna Paola Pascuzzi che ha appena messo a punto le sue "primizie" calzaturiere per la prossima stagione primaverile.

Eccovi l'intervista.


Stilinga: Come hai iniziato la tua carriera nel settore calzaturiero?


Anna Paola Pascuzzi: Ero appassionata di calzature sin dalla scuola media inferiore, mi fermavo sognante davanti ai negozi di scarpe e da allora non ho smesso di coltivare questa passione.

Stilinga: Quindi è da molto tempo che ti interessi di calzature?

A.P.P.: mi sembra da sempre! considera che dopo il liceo linguistico, ho frequentato per quattro anni l'Accademia di Costume e Moda a Roma, dove ho iniziato a disegnare scarpe, ma senza nessuna conoscenza tecnica, in quel periodo un giornale del settore "Il mondo della calzatura" ha anche pubblicato alcuni miei schizzi in copertina, in seguito sono stata selezionata per il final work dell'Accademia durante l'Alta Moda di Roma. La sfilata era un tributo a Boy George e ai Culture Club: un mondo colorato, multiculturale e gioioso, un mondo che mi appartiene e che avrei anche trasferito in alcuni progetti calzaturieri. Insomma quella sfilata è stato il momento in cui si è delineato il mio stile. Ma siccome ero determinata a specializzarmi nel settore calzature, ho partecipato al concorso di Diego Della Valle "Progetta la Scarpa Hogan" e l'ho vinto.

Stilinga: Complimenti! Quindi sei entrata a pieno titolo nel mondo delle scarpe!


A.P.P.: in effetti...ho iniziato in un brand in cui si dava moltissima importanza al marketing, e ho apprezzato le qualità di Mr Tod's, ma non mi sono fermata lì, anche perchè era un periodo in cui i modelli Tod's cambiavano di pochi millimetri e io volevo esprimermi sulle strutture, sui tacchi, sulle tomaie, ero assetata di conoscenza tecnica e poi avevo l'obiettivo (già in Accademia) di frequentare il C.e.r.c.a.l. di San Mauro Pascoli.

Stilinga: scommetto che anche questo obiettivo l'hai perseguito...


A.P.P.: sì, con molta fatica e tanta tenacia! fui selezionata per frequentare il corso, dopo un periodo piuttosto particolare della mia vita, e sono rimasta in Emilia Romagna per un bel pezzo, affinchè la mia conoscenza venisse soddisfatta. Volevo davvero sapere tutto del settore, dai fornitori al prodotto finale. Il C.e.r.c.a.l. ha cambiato la mia attitudine al lavoro e sono maturata come designer.

Stilinga: da come parli sembra che tu abbia affrontato diversi sacrifici... cioè stelle e qualche stalla...


A.P.P.: esattamente, qualche stella e molte stalle...il mondo della calzatura è un settore irto di difficoltà (anche se la gente non lo sospetta) soprattutto se non si proviene da una famiglia calzaturiera, come è il mio caso, e non si hanno agganci, insomma mi sono buttata senza rete e però ho lottato per la mia preparazione, la mia esperienza e la mia carriera. E le soddisfazioni poi sono arrivate, perchè ho messo a frutto la mia conoscenza lavorando per aziende italiane ed estere e ho capito moltissimo su come funziona il sistema industriale calzaturiero.

Stilinga: quindi hai lavorato per aziende come stilista esterna?

A.P.P.: esattamente! un lavoro tosto e impegnativo, fisicamente e mentalmente, ma per chi ama le scarpe è proprio l'amore che ti fa andare avanti, perchè le montagne da scalare sono sempre lì e sempre nuove, oltre tutto.

Stilinga: parlaci del tuo progetto che presentiamo in questo blog.


A.P.P.: volentieri! il progetto si intitola "Las Bailarinas Locas" e sono nate su tre forme diverse, con materiali a volta di risulta come gli accessori e addirittura fatti a mano da me come le coccarde, i tessuti sono d'abbigliamento e doppiati, ma la componentistica interna è tutta in pelle naturale come il soletto di pulizia e la fodera sono in pelle anallergica e che non stinge. Il progetto è nato in stretta collaborazione con un laboratorio calzaturiero di Roma: Calzarium che si trova a Viale Ippocrate, 94-d. E' da diverso tempo che collaboro con Orazio e Mario e ho imparato tantissimo sulla storia anche calzaturiera di Roma che ormai è considerata finita sul lato scarpe ma che invece era un vulcano di idee negli anni '70. Orazio, Mario, Paolo, Teresa hanno realizzato queste tre paia interamente a mano.


Stilinga: le ballerine sono davvero belle, qual'è il tuo obiettivo con questo progetto?


L'obiettivo? Ma... rilanciare il vero Made in Italy naturalmente, il fatto a mano da esperti artigiani e dimostrare che ingegnandosi si può trasformare la crisi in positivo. E poi vorrei che le persone capissero il valore di scarpe fatte su misura e tutto il lavoro che c'è dietro un paio di calzature.


Stilinga: a cosa ti sei ispirata per questo progetto?


A.P.P.: come dicevo prima, il mio stile idealmente si è concretizzato nella sfilata all' Acquario Romano durante l'Alta Moda di Roma e da allora, mentre lavoravo come free lance, è rimasto in letargo dentro di me. Poi è esploso quando mi fu commissionato un paio di calzature dal Consorzio Pelle Conciata al Vegetale, per una fiera calzaturiera di Tokio. In quel momento ho attinto alla mia indole per unire materiali vegetali marroni con accessori e forme totalmente diversi, perchè volevo dimostrare che un materiale ecologico e considerato fino a quel momento come classico fosse in realtà molto compatibile con un'interpretazione giovanile e moderna. Ancora ora ricevo complimenti per quel paio, soprattutto da ragazze giapponesi che lo trovano bellissimo. Ecco, la mia idea era di riprendere quel mondo lì e riportarlo in Italia sulle ballerine, visto che la struttura avrà ancora una vita lunga.

Stilinga: cosa significa essere una stilista di calzature a Roma?

A.P.P.: bella domanda! un paria sicuramente per chi è dei distretti calzaturieri, soffro di pregiudizi perchè è strano che io risieda a Roma, ma io credo che vivere a Roma, invece, significhi essere più ispirati, più immersa nelle tendenze italiane ed estere, visto il numero di turisti (è il mondo che viene qui) e più "bombardati" dalla creatività che per forza di cose ti circonda. E poi si pensa "out of the box" rispetto a chi vive e respira lo stesso ambiente, vedo le cose da un punto di vista diverso e forse più fresco proprio perchè non sono imbevuta di cosa si produce e per quale mercato. Infatti, questa apertura mentale mi ha permesso di lavorare per aziende molto diverse tra loro anche se la versatilità non è considerata come una forza dai calzaturieri...




Stilinga: prossimi obiettivi?


A.P.P.: continuare a sperimentare forme e colori e rilanciare il Made in Italy! Inoltre, ho registrato un marchio e voglio creare un collettivo per avviare un'attività nuova nel mondo della moda, che finalmente premi e dia valore al Made in Italy, a valori quali la collaborazione, la solidarietà e il fatto a mano, l'ecologia, il riciclo...









Stilinga: sembra proprio un bel progetto! In bocca al lupo e viva il Made in Italy e la creatività!

Maggiori info su Anna Paola Pascuzzi:



Le calzature sono in vendita presso Calzarium a via Morichini, 30 Roma (tel. 06.44.24.1808) e su

Stilinga ha incontrato La Piccola Kreativa e AiaBuna a Milano

Stilinga, che la scorsa settimana era in visita alla fiera del Micam a Milano, ha trovato il tempo di incontrare - tra una ricerca e una serie di foto alle vetrine - due designers del gioiello che partecipano fino al 15 di Marzo al Temporary Shop di Corso Garibaldi, 44.


La Piccola Kreativa e AiaBuna (le due giovani designers sono molto creative e indie nella filosofia e nell'anima) gentilmente si sono prestate ad una serie di foto accanto alle loro "creature": i loro pezzi d'arte unici, fatti a mano e assolutamente innovativi nella concezione e nella realizzazione.
Ma procediamo con ordine: qui di lato La Piccola Kreativa indossa una sua creazione e mostra orgogliosa il resto della sua preziosa collezione (vedi anche foto in alto).

AiaBuna, che Stilinga ha avuto l'onore di incontrare per la prima volta proprio a Corso Garibaldi, 44, illustra le sue geniali opere d'arte, realizzate rigorosamente solo in legno, per avere un pezzo di natura sempre a contatto con la pelle in modo da ricevere energie positive e quasi "curative" dallo stress contemporaneo.
Il marchio in ligure significa Aria Buona e infatti Stilinga ne ha respirata a pieni polmoni quando ha incontrato le due creatrici che nella foto in basso sono ritratte assieme.
E lo spazio del Temporary Shop emanava davvero aria buona, fresca, cortese, una concezione piuttosto diversa e molto positiva rispetto ai soliti circuiti del main stream dello shopping a cui ogni individuo si espone quando si trova a Milano.
Bella l'idea dell'esposizione che rimanda alla natura e bella l'energia delle due giovani e iper professionali designers.



Per maggiori info: http://www.aiabuna.it/ e info@aiabuna.it

e http://www.lapiccolakreativa.com/