IL COMUNE DI ROMA REGALA 400 MILA METRI CUBI AI SOLITI COSTRUTTORI



Una colata di cemento con vista Appia Antica
IL COMUNE DI ROMA REGALA 400 MILA METRI CUBI AI SOLITI COSTRUTTORI PERSINO UNA NECROPOLI DEL I SECOLO D.C. SOTTO 32 EDIFICI E UNA TANGENZIALE
di Silvia D’Onghia, "Il Fatto Quotidiano", 11 mar. 2015

Dicono che a Roma, ovunque si faccia un buco nel terreno, si trovi qualcosa di antico. Forse è per questo che, con una frequenza impressionante, la Soprintendenza decide di ricoprire qualsiasi cosa venga alla luce al di fuori dal centro storico (anche perché lì è tutto già scavato). Non ci sono i soldi, si dice ancora, per mantenere aperti i nuovi siti. È vero. Ma forse nel caso dei ritrovamenti di Grottaperfetta, a pochi passi dall’Appia Antica, i soldi per una volta sarebbero entrati nelle casse del Comune e in misura molto maggiore rispetto alle uscite.

Una necropoli risalente al I-II secolo dopo Cristo, completa di piccoli mausolei e recinti funerari, cospicue quantità di frammenti ceramici di età medio repubblicana, una fattoria evolutasi in villa suburbana, un lungo tratto di strada romana con rivestimento basolato ben conservato, un tratto di acquedotto e un’antica cava. Almeno per quello che si è scavato. Il tutto non solo beatamente ceduto al consorzio di costruttori Grottaperfetta, perché all’interno di un’area ceduta dal Comune di Roma in convenzione, ma altrettanto beatamente ricoperto da abbondanti strati di terra. Né i romani né i turisti potranno mai visitare quella necropoli. In compenso gli acquirenti dei lussuosi appartamenti nei mega-palazzoni che sorgeranno a partire dal 2016 potranno dire di camminare sulla storia.

La vicenda dell’intervento urbanistico n. 60 comincia nel lontano 1962, quando – nell’allora Piano regolatore – venivano destinati 180 mila metri cubi all’edilizia, in una zona ancora poco abitata. Siamo a pochi metri dal parco dell’Appia Antica, c’è soltanto una strada che divide le due aree. Ed è proprio l’Appia Antica, nello specifico la Tenuta di Tor Marancia, che determina 40 anni dopo l’ampliamento del regalo ai “palazzinari”: non potendosi costruire in zona vincolata, il Comune, anzi che dire “scusate, ci siamo sbagliati”, decide di “compensare”. E così i metri cubi di Grottaperfetta passano da 180 mila a 400 mila all’inizio del 2000. Il gruppo che si aggiudica il premio è formato da una cordata in cui si sono alternati la famiglia Mezzaroma, Ciribelli, Calabresi, Rebecchini, Marronaro e il Consorzio di cooperative Aic. Nomi che i romani, ma non solo loro, conoscono bene. La convenzione con il Campidoglio viene siglata il 5 ottobre 2011 e integrata il 18 giugno 2012. I 400 mila metri cubi si traducono in altri numeri, che danno ancora di più la dimensione dell’affare: sull’area, che si estende per 23 ettari, si dovranno costruire 32 edifici a uso abitativo, un centro polifunzionale, due asili, una piazza, strade interne per la viabilità locale, parcheggi, una pista ciclabile, un sovrappasso in legno e, tanto per non farsi mancare nulla, una tangenziale di collegamento con la via Laurentina. L’hanno chiamata “Nuovo Rinascimento” , forse perché la popolazione aumenterebbe di 5.000 unità. E del resto come dire di no a “piacevoli linee architettoniche”, “ampie terrazze” e “lussuosi appartamenti” che partono dalla modica cifra di 230 mila euro (box escluso, naturalmente)? Le vendite sono già in corso e pullulano le inserzioni sui giornali locali, a firma Immobildream di Roberto Carlino, quello che “non vende sogni ma solide realtà”.

Gli unici che stanno tentando di opporsi a quest’immensa colata di cemento – in una città in cui Legambiente stima la presenza di 250 mila alloggi sfitti – sono i cittadini e il Municipio VIII. I primi si sono costituiti in un comitato, “Stop I-60” (che ha un proprio sito e una pagina Facebook), e da tempo cercano con ricorsi e manifestazioni di bloccare le ruspe. Il Municipio ha messo in campo tutte le iniziative legali possibili. “Nel febbraio dello scorso anno – racconta il presidente Andrea Catarci – abbiamo fermato le opere abusive di reinterro dello storico Fosso delle Tre Fontane, intorno al quale esiste un doppio vincolo: idraulico, sul quale abbiamo già vinto, e paesaggistico. A luglio 2014, il Gip di Roma ha disposto il sequestro preventivo dell’area, già sottoposta a sequestro probatorio dalla polizia giudiziaria di Roma Capitale, per consentire il ripristino del Fosso. La legge dice, oltre tutto, che si deve costruire a 150 metri dai corsi d’acqua”.
Ma come sempre, quando ci sono di mezzo carte e pareri (e soprattutto cemento), la soluzione non è semplice. La giunta regionale del Lazio, su sollecitazione del Consorzio, ha approvato una delibera che toglie il vincolo esistente al Fosso delle Tre Fontane. Contro la giunta Zingaretti, si è espresso per ben due volte (l’ultima, a dicembre 2014) il ministero per i Beni culturali: “Si sottolinea – ha scritto – che la rettifica deliberata dalla Regione è motivata su un dichiarato errore di graficizzazione. Si conferma la rilevanza paesaggistica del corso d’acqua”. Anche l’Autorità di bacino del Tevere richiede che il Fosso venga “tutelato e valorizzato”. Come se non bastasse, la Procura di Roma sta indagando per capire se il re-interro del Fosso sia avvenuto attraverso “false” autorizzazioni e – scrive il Gip – il Corpo forestale ritiene il cantiere “‘abusivo, poiché la convenzione, e con essa i progetti delle opere di urbanizzazione ed edificazione sono stati adottati su un presupposto falso, quale la dichiarazione di tombinamento del fosso”.
“C’è un’altra anomalia, che se non fosse tragica sarebbe addirittura ridicola – prosegue Catarci –: due estati fa i sei antichi casali presenti sull’area della lottizzazione hanno deciso di suicidarsi tutti insieme. Sono crollati, si sono auto-demoliti, così ci è stato detto. Esiste, però, un vincolo della Soprintendenza per cui si può costruire a 50 metri dalle pre-esistenze”.
Che sarà mai, sostiene Barbara Mezzaroma, che in una lettera alla cittadinanza parla di “argomentazioni pretestuose e prive di fondamento”. Quisquilie, insomma. E, se proprio volete ammirare i resti antichi, potete sempre fare un buco nel giardino di casa (nostra).


I vescovi contro Berlusconi, Galantino: "La legge arriva fino ad un certo punto, dato morale è altro"

da: http://www.repubblica.it/politica/2015/03/12/news/i_vescovi_contro_berlusconi_-109344295/?ref=HREA-1

Il segretario della Cei è tornato sulle motivazioni della sentenza che ha visto l'assoluzione dell'ex Cav e ha sottolineato: "Tutte le volte in cui c'è un'assoluzione bisogna andare a leggere le motivazioni, se un fatto è legale non è detto che sia morale"

ROMA -  Il segretario della Cei mons. Nunzio Galantino si schiera con il quotidiano dei vescovi Avvenire nella vicenda processuale che ha visto l'assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo Ruby: "Avvenire ha preso una posizione coraggiosa che va sostenuta e confermata" ha detto Galantino, che poi ha aggiunto: "La legge arriva fino a un certo punto ma il discorso morale è un altro".

Il direttore del quotidiano dei vescovi Marco Tarquinio ha scritto in un editoriale che "l'esito penale favorevole a Berlusconi non cancella il rilievo istituzionale e morale" e aggiunge che "un'assoluzione con le motivazioni sinora conosciute non coincide con un diploma di benemerenza politica e di approvazione morale". Non è la prima volta che la Cei prende posizione contro alcuni comportamenti dell'ex premier. Nel settembre 2011 l'allora segretario della Cei Angelo Bagnasco aveva parlato di "comportamenti contrari al pubblico costume e alla sobrietà richiesta dalla stessa Costituzione", riferendosi all'art. 54 della Carta che impone ai funzionari pubblici di "adempiere con disciplina e onore" a ogni pubblico ufficio. E aveva definito tali stili di vita come "difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica".

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La Grecia pronta a sequestrare i beni tedeschi: "Non paga i danni di guerra"

MILANO - La Grecia minaccia di sequestrare il Goethe Institut di Atene per rivalersi dei danni di guerra dell'era nazista. All'alba di oggi, il governo Tsipras ha approvato la creazione di un Comitato per domandare a Berlino il risarcimento per l'invasione tedesca durante la seconda guerra mondiale. Il ministro alla giustizia Nikos Paraskevopoulos ha confermato subito dopo di essere pronto in qualsiasi momento a firmare un decreto per sbloccare una decisione dell'Alta corte ellenica del 2000 che dava il via libera alla confisca di proprietà della Germania sul suolo nazionale. Nel mirino, secondo fonti vicine al dicastero, ci sarebbero appunto la sede del Goethe Institut ad Atene e Salonicco e la scuola tedesca della capitale.  

"La Germania usa tutti i trucchi legali possibili per non onorare i suoi debiti legati al secondo conflitto mondiale  -  ha detto in Parlamento il premier Alexis Tsipras -. E' una questione delicata, lo sappiamo, ma è nostro dovere affrontarla per il rispetto di tutti i greci e di tutti gli Europei che hanno dato la vita per combattere il nazismo". Berlino sostiene da anni di aver saldato tutti i conti "economici" contratti con le invasioni del terzo reich con i risarcimenti garantiti nel 1960. Trasformati in saldi "tombali" grazie a un accordo del '90 dopo la riunificazione. "Per noi la questione è politicamente e giuridicamente chiusa", ha ribadito oggi il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert, in conferenza stampa a Berlino, rispondendo alle domande sulle rivendicazioni di Alexis Tsipras.

Atene dice il contrario, ribattendo in punta di diritto che non si tratta di intese definitive e una Commissione ha fissato nel 2013 in 162 miliardi il saldo che i tedeschi dovrebbero versare alla Grecia. Quanto basterebbe per cancellare metà del debito. Polemiche che in questi giorni, visto il clima sull'asse tra i due paese, sono ancor più roventi.

L'Alta Corte del Partenone aveva stabilito nel 2000 che gli eredi delle vittime dell'eccidio di Distomo (dove le truppe naziste hanno trucidato 218 civili nel 1944) avevano diritto a un risarcimento di 28 milioni. Nel 2000 l'allora ministro della Giustizia aveva firmato un decreto immediato per mettere le mani sui beni tedeschi in Grecia. Ma due giorni dopo, appena Berlino dette l'ok all'ingresso del paese nell'euro, fece una rapida retromarcia. Il tema dei risarcimenti di guerra torna ora a essere utilizzato come strumento negoziale su un tavolo dove gli interessi, in realtà, sono altri.  "Malgrado gli evidenti ostacoli io sono pronto a mettere la mia firma di nuovo sulla decisione dei tribunali  -  ha detto Paraskevopoulos -. Capisco che dovremo parlare con la Germania della cosa, ma vado avanti"

da:
http://www.repubblica.it/economia/2015/03/11/news/la_grecia_pronta_a_sequestrare_i_beni_tedeschi_non_paga_i_danni_di_guerra_-109271057/?ref=HREC1-1
 
E li pagasse questi maledetti danni di guerra!
 

L’Italia accusa la Germania di opporsi al “Made in”

da:http://it.fashionmag.com/news/L-Italia-accusa-la-Germania-di-opporsi-al-Made-in-,470312.html#utm_source=newsletter&utm_medium=email

Dopo dieci anni di battaglie infruttuose e vane, la moda italiana dà sfogo al suo risentimento sul delicato tema del “Made in”. In occasione della presentazione del bilancio 2014 per il comparto del tessile-abbigliamento, Claudio Marenzi, il presidente di SMI-Sistema Moda Italia, l'associazione degli imprenditori del settore, ha espresso la sua amarezza alla stampa, accusando la Germania di bloccare ogni tentativo volto a rendere obbligatoria l'etichettatura d'origine per i prodotti commercializzati nel mercato dell'Unione Europea.“E' da più di un mese che cerco disperatamente di ottenere un appuntamento con la mia omologa tedesca (Ingeborg Neumann, che dirige la Gesamtverband, ndr.) per discutere di questo tema, ma lei continua a posticipare il nostro incontro”, critica Claudio Marenzi.

L’Europa è la sola regione in cui l'etichettatura d'origine non è obbligatoria, mentre lo è nei principali mercati concorrenti dell'UE. Stati Uniti e Cina, per esempio, già da molto tempo applicano sul proprio territorio una norma che stabilisce la denominazione di origine per i prodotti manufatti provenienti dall'estero. L'Unione Europea, invece, non offre questa garanzia ai consumatori. E sono in particolare la Germania e i Paesi del Nord Europa ad opporsi all'adozione di tale regolamento.

“Il settore del tessile-abbigliamento in Italia ha perso 96.000 posti di lavoro tra il 2008 e il 2013, un terzo dei quali direttamente a causa di questa situazione, vale a dire circa 30.000 impieghi che potrebbero essere ricreati se il regolamento del “Made in” fosse reso obbligatorio in Italia e in Europa”, stima il presidente di SMI, che è anche il proprietario del marchio di piumini Herno.

“Io applico già questa regola nella mia azienda, distinguendo bene, sulle etichette del mio brand, il 70% di prodotti Made in Italy e il 30% Made in Romania che realizzo. Il mercato non mi ha mai penalizzato per questo. Al contrario, questa trasparenza mi ha dato credibilità. Se si vuole avere un prezzo competitivo su alcuni prodotti, non si può fare a meno di produrre altrove, i clienti lo capiscono. Tutto questo oggi rientra nell'ambito della normalità”, spiega.

Alla fine, la delusione più grande per i produttori italiani del mondo della moda è venuta soprattutto dall'attuale governo, che accusano di non averli adeguatamente e sufficientemente sostenuti in questa battaglia (vedi lo sterile semestre italiano di presidenza europea della seconda metà del 2014, che non ha portato nessun risultato veramente apprezzabile e degno di questo nome).

Allarme di Lagarde: "Sessismo sul lavoro c’è un complotto contro le donne"

La direttrice del Fondo monetario: “In troppi paesi le restrizioni legali cospirano per impedirci di essere economicamente attive”

Renzi annulla il primo autogol! Bloccato aumento inps!

da: http://www.actainrete.it/2015/02/renzi-annulla-il-primo-autogol-bloccato-aumento-inps-gs/

Renzi annulla il primo autogol: bloccato aumento INPS GS!

| 17 FEBBRAIO 2015 | LETTO: 3.785 VOLTE | 22 COMMENTI | AUTORE:  | SHORT URL |
È stata dura, ma alla fine il Governo ha dovuto fare marcia indietro. Nel decreto mille proroghe questa mattina alle 5 è passato un emendamento che per i professionisti iscritti alla gestione separata riporta la contribuzione INPS al 27,72%. Lo hanno annunciato via Twitter Chiara Gribaudo e Antonio Misiani, due parlamentari che si sono impegnati per questo.
La nostra azione è stata fondamentale per imporre un cambio di direzione. Il Governo Renzi, a differenza dei due governi precedenti, non era intervenuto per impedire l'aumento della contribuzione. La disponibilità nei nostri confronti era una disponibilità a costo zero. Ma grazie alle nostre iniziative sui media e sui social media siamo riusciti a portare le nostre questioni al centro dell'attenzione politica. E si è attivata la ricerca di fondi che ha portato all'approvazione del blocco, nonostante le forti resistenze del Ministero dell'Economia.
Insomma abbiamo vinto una prima battaglia!
Un grande ringraziamento a tutti voi che ci avete sostenuto!
Ora il nostro impegno si concentrerà sulle tante altre questioni ancora in sospeso: regime dei minimi, equità fiscale, malattia, pensione...e naturalmente a bloccare in maniera definitiva l'aumento dei contributi INPS
Abbiamo bisogno del sostegno di tutti i freelance. Questa è la dimostrazione che uniti siamo più forti.

Il mitico, sbrindellato ministro Varoufakis arriva in moto e sfratta la Troika

Lo diceva pure Gad Lerner che Varoufakis è di tendenza: 

http://www.gadlerner.it/2015/01/30/il-mitico-sbrindellato-ministro-varoufakis-arriva-in-moto-e-sfratta-la-troika

Il mitico, sbrindellato ministro Varoufakis arriva in moto e sfratta la Troika


A volte il confronto estetico esprime già una differenza di contenuti sostanziale. Inappuntabile nella sua grisaglia d’ordinanza, oggi a Atene il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem è disceso da una berlina blu, scortata da un’altra berlina blu, per incontrare il nuovo ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis. Che nel frattempo arrivava all’appuntamento a bordo della sua motocicletta, con zainetto in spalla, e la solita camicia fuori dai pantaloni.

Lo sbrindellato ministro Varoufakis “fa figo” e inaugura una nuova tendenza perchè è autentico: si capisce che la sua non è una posa costruita. Gli viene naturale, e così trasmette un messaggio che appare dirompente proprio perchè è dirompente nella sostanza: d’ora in poi la Grecia non tratterà più con la Troika, cioè con l’organismo formato da Commissione europea, Banca Centrale europea e Fondo monetario internazionale, che di fatto l’ha commissariata negli ultimi quattro anni. Brruuum, brruum! Quando Varoufakis lo ha ripetuto davanti alle telecamere, il compassato Dijsselbloem pareva decisamente irritato. Due concezioni opposte dell’economia entrano in rotta di collisione. Con cortesia, ma senza neanche infilare la camicia nei pantaloni. Mitico Varoufakis!

Novità dalle sfilate di moda uomo? ma meglio il nuovo mondo uomo che viene da...

Dopo le sfilate di moda uomo, discutibili assai in quanto a novità e a rappresentazione della contemporaneità, vediamo, anzi siamo illuminati da un'intuizione forte, semplice e chiara: il nuovo mondo uomo viene dalla Grecia.

Basta dare un'occhiata al carisma di Yanis Varoufakis:
http://www.repubblica.it/economia/2015/02/03/foto/ministro_delle_finanze_greco_varoufakis_arrivato_a_roma-106435459/1/?ref=HREC1-8#1

I veri uomini non portano la cravatta e la camicia la portano di fuori. E diciamo finalmente! Troppo obsoleto l'oggetto cravatta, da troppi anni al collo dei maschi, era ora!

Hanno sguardi importanti che colpiscono, profumano di realtà e se decidono di sfidare la troika lo fanno presentandosi in moto con giacca di pelle e scarpe non proprio nuove, ma vissute.

Soprattutto quanto hanno in testa e come ottenere quello che vogliono per il loro popolo fa la differenza: è carattere e personalità e le mode li seguiranno, eccome se li seguiranno.

Lo scempio che lo Stato Italiano fa dell'Inps!



Le pensioni : ancora silenzio!!

Ieri sera è andata in onda l’ennesima puntata di inchiesta sull’iniquità del sistema pensionistico italiano, una puntata di PRESA DIRETTA su Rai TRE in prima serata dal titolo inequivocabile “Il buco delle pensioni”, nella quale si sono ancora una volta messe in evidenza le storture, gli sprechi e i privilegi, le difficoltà dell’INPS e la sua cattiva gestione, le politiche cieche e assolutamente incongruenti dei Governi passati e dell’immobilismo del Governo attuale, spargendo qua e là informazioni sul futuro “povero” pensionistico dei cittadini italiani soprattutto di tutti coloro che andranno in pensione con il “puro sistema contributivo”! 

Una puntata che al solito ha dato la parola ad esperti, a politici e a tecnici, che ha lasciato sfogare i cittadini colpiti dalla impietosa macchina dell’INPS, stretti fra Durc ed Equitalia, e che fra l’altro ha messo in onda una recente intervista rilasciata dal prof. Tito Boeri prima di essere nominato Presidente dell’Inps, nella quale egli stesso si scaglia contro l’insostenibilità dell’intero sistema previdenziale italiano soprattutto nella ingiustizia degli importi pensionistici maturati con i vecchi sistemi: insomma anche ieri è stato lanciato l’ennesimo allarme sulla drammaticità del futuro pensionistico! 

Sono state ricordate inoltre le scellerate gestioni dell’INPS in merito al suo patrimonio (si pagano affitti per le sedi Inps per 50 milioni all’anno, quando gli stessi immobili erano dello stesso….INPS!) e le mirabolanti scelte sulle rendite vitalizie dei politici e quelle dei manager con punte di pensioni lorde pari a circa 90.000 euro mese!

 Inoltre è stata sottolineata la scelta “strategica” del Governo Monti di far confluire l’INPDAP (settore Pubblico) all’interno dell’INPS portandosi dietro l’enorme debito accumulato negli anni, cui i cittadini sono stati chiamati a ricoprire! 

Una scellerata gestione dell’Ente nato per i dipendenti pubblici nel quale lo Stato è “datore di lavoro” e quindi tenuto ad assolvere per legge al suo compito primario: versare i contributi dei propri dipendenti, cosa chiaramente non avvenuta negli anni e così alla fine pur di “truccare” conti e bilanci questo buco enorme, è stato consegnato all’INPS!! 

Come infine non essere sconvolti dall’ennesima e chiara dimostrazione di “follia” tipicamente italiana quella per la quale sono i più poveri e i più deboli a sopportare oggi con i propri contributi il peso di tutto ciò (le partite iva, i precari, i cococo, gli stranieri ecc.) con la promessa di vedersi restituire……nulla in futuro!!

La domanda infine sorge spontanea : ma la politica cosa fa? Come interviene? Perché resta “muta”? Perché non agisce?

Ormai da tempo come “laboratorio” ci stiamo battendo duramente per porre la questione previdenziale al centro della scena politica, stiamo “urlando nel deserto” e continueremo a farlo finchè avremo voce, dentro e fuori dal nostro stesso partito, perché la “questione previdenziale” non è una questione di partito o schieramento politico o ideologica e non possiamo più permetterci di affrontarla “domani”, nel futuro, ma è una questione d’oggi, del presente, è una questione che non può più essere procastinata e dev’essere affrontata con estrema urgenza!!!!

Barbara Spinelli: Tsipras, la divina sorpresa

da www.ilfattoquotidiano.it



Nella storia francese, quel che è accaduto domenica in Grecia ha un nome: si chiama “divine surprise”. 
Il maggio 68 fu una divina sorpresa, e prima ancora – il termine fu coniato da Charles Maurras – l’ascesa al potere di Pétain. 
La storia inaspettatamente svolta, tutte le diagnosi della vigilia si disfano. 
Fino a ieri regnava l’ortodossia, il pensiero che non contempla devianze perché ritenuto l’unico giusto, diritto. 
L’incursione della sorpresa spezza l’ortodossia, apre spazi ad argomenti completamente diversi. 
LA VITTORIA di Alexis Tsipras torce la storia allo stesso modo. 
Non è detto che l’impossibile diventi possibile, che l’Europa cambi rotta e si ricostruisca su nuove basi. Non avendo la maggioranza assoluta, Syriza dovrà patteggiare con forze non omogenee alla propria linea. 
Ma da oggi ogni discorso che si fa a Bruxelles, o a Berlino, a Roma, a Parigi, sarà esaminato alla luce di quel che chiede la maggioranza dei greci: una fondamentale metamorfosi – nel governo nazionale e in Europa – delle politiche anti-crisi, dei modi di negoziare e parlarsi tra Stati membri, delle abitudini cittadine a fidarsi o non fidarsi dell’Unione. Ricominciare a sperare nell’Europa è possibile solo in un’esperienza di lotta alla degenerazione liberista, alla fuga dalla solidarietà, alla povertà generatrice di xenofobie: è quel che promette Tsipras. 
I tanti che vorrebbero perpetuare le pratiche di ieri proveranno a fare come se nulla fosse. 
I partiti di centrodestra e centrosinistra continueranno a patteggiare fra loro – son diventati agenzie di collocamento più che partiti – ma la loro natura apparirà d’un tratto stantia; per esempio in Italia apparirà obsoleto qualunque presidente della Repubblica, se i nomi vincenti sono quelli che circolano negli ultimi giorni. 
Dopo le elezioni di Tsipras, anche qui sono attese divine sorprese che scompiglino i giochi tra partiti e oligarchie. 
Non si può naturalmente escludere che Tsipras possa deludere il proprio popolo, ma il pensiero nuovo che impersona è ormai sul palcoscenico ed è questo: non puoi, senza il consenso dei cittadini che più soffrono la crisi, decretare dall’alto – e in modo così drastico –il cambiamento in peggio della loro vita, dei loro redditi, dei servizi pubblici garantiti dallo Stato sociale. Non puoi continuare a castigare i poveri, e non far pagare i ricchi. Non esiste ancora una Costituzione europea che cominci, alla maniera di quella statunitense, con le parole “Noi, popoli d’Eu – ropa…”, ma quel che s’è fatto vivo domenica è il desiderio dei popoli di pesare, infine, su politiche abusivamente fatte in loro nome. L’establishment che guida l’Unione è in stato di stupore
Meglio sarebbe stato, per lui, che tra i vincitori ci fosse solo l’estrema destra di Alba Dorata, e che Syriza avesse fatto un’altra campagna: annunciando l’usci – ta dall’Euro, dall’Unione. 
Non è così, per sfortuna di molti: sin dal 2012, Tsipras ha detto che in quest’Europa vuol restare, che la moneta unica non sarà rinnegata, ma che l’insieme della sua architettura deve mutare, politicizzarsi, “basarsi sulla dignità e sulla giustizia sociale”. 
La maggioranza di Syriza – da Tsipras a eurodeputati come Dimitrios Papadimoulis o Manolis Glezos – ha scelto come propria bandiera il Manifesto federalista di Ventotene. DICONO che Syriza sfascerà l’Unione, non pagando i debiti e demolendo le finanze europee. Non è vero. Tsipras dice che Atene onorerà i debiti, purché una grossa porzione, dilatata dall’austerità, sia ristrutturata. 
Che gli Stati dell’Unione dovranno ridiscutere la questione del debito come avvenne nel ’53, quando furono condonati – an – che con il contributo della Grecia, dell’Italia e della Spagna – i debiti di guerra della Germania (16 miliardi di marchi). 
Che l’Europa dovrà impegnarsi in un massiccio piano di investimenti comuni, finanziato dalla Banca europea degli investimenti, dal Fondo europeo degli investimenti, dalla Bce: è la “modesta proposta” di Yanis Varoufakis, l’economista candidato di Syriza in queste elezioni. Quanto al dissesto propriamente greco, Tsipras ne ha indicate le radici anni fa: i veri mali che paralizzano la crescita ellenica sono la corruzione e l’evasione fiscale. 

È un fatto che la nostra cleptocrazia ha stretto un’alleanza con le élite europee per propagare menzogne, sulla Grecia, convenienti per gli eurocrati ed eccellenti per le banche fallimentari” (Tsipras al Kreisky Forum di Vienna, 20-9-2013). 

Questi anni di crisi hanno trasformato l’Unione in una forza conflittuale, punitiva, misantropa. Hanno svuotato le Costituzioni nazionali, la Carta europea dei diritti fondamentali, lo stesso Trattato di Lisbona. Hanno trasformato i governi debitori in scolari minorenni: ogni tanto scalciano, ma interiorizzano la propria sottomissione a disciplinatori più forti, a ideologi che pur avendo fallito perseverano nella propria arroganza. 
Quel che muove Tsipras è la convinzione che la crisi non sia di singoli Stati, ma sistemica: è crisi straordinaria dell’intera eurozona, bisognosa di misure non meno straordinarie. Tsipras rimette al centro la politica, il negoziato tra adulti dell’Unione, la perduta dialettica fra opposti schieramenti, il progresso sociale. L’accordo cui mira “deve essere vantaggioso per tutti”, e resuscitare l’idea postbellica di una diga contro ogni forma di dispotismo, di riforme strutturali imposte dall’alto, di lotte e falsi equilibri tra Stati centrali e periferici, tra Nord e Sud, tra creditori incensurati e debitori colpevoli.

Il Fatto Quotidiano, 27 gennaio 2015

Grecia: Tsipras chiude con "Bella Ciao" e la piazza balla



Alexis Tsipras, leader di Syriza, ha chiuso la campagna elettorale per le elezioni politiche di domenica in Piazza Omonia ad Atene. Al termine del comizio le migliaia di sostenitori del probabile vincitore della tornata elettorale intonano "Bella Ciao", nella versione dei Modena City Ramblers, e tutti ballano.
 
di Francesco Gilioli e Antonio Nasso da www.repubblica.it

E speriamo che Tsipras e Syriza vincano in Grecia e che ci sia una nuova era per l'europa!

Fischia il vento, Se il Sud Europa si ribella

Fischia il vento, Se il Sud Europa si ribella - puntata integrale

L'Europa e la Troika vorebbero cambiare la Grecia. Nella settimana delle elezioni più importanti per il destino dell'Unione, Fischia il vento vola ad Atene per scoprire se, invece, potranno essere la Grecia e gli altri Paesi del Sud a cambiare l'Europa

I saldi di Calzarium

I saldi sono iniziati da Calzarium
scarpe realizzate a mano a 50,00 euro, e stivali (sempre fatti a mano) a 70,00 euro. 

Più di 200 paia disponibili, ogni paio è diverso, unico!

Calzarium è in Via Morichini, 30- 00161 Roma- Italia - tel. 06 44 241 808

Prof Berrino: ‘Stiamo avvelenando i nostri bambini’

Secondo l'epidemiologo stiamo causando un 'disastro epocale'
Vedi il video:  http://www.lafucina.it/2014/07/16/prof-berrino-stiamo-avvelenando-i-nostri-bambini/

Sono tutti questi prodotti: queste merendine, queste patatine… La libertà è una cosa estremamente importante, ma dobbiamo essere informati e dobbiamo avere la libertà di scegliere un’alternativa. E questa alternativa deve essere disponibile. Oggi per molte persone l’alternativa non è di fatto disponibile. Perché i bambini mangiano a scuola della merda, nelle mense mangiamo della merda, e poi la gente vede la televisione e dice: Ah, com’è buona quella merda lì!
Lo ha detto il Professor Franco Berrino durante una puntata de Le Invasioni Barbariche, il programma condotto da Daria Bignardi. L’epidemiologo dell’Istituto dei Tumori di Milano ha spiegato che il “junk food”, il cibo spazzatura, è “una delle componenti della crisi” ed è una delle cause principali dell’obesità. Il Ministero dell’Agricoltura americano aveva stabilito che nell’alimentazione dei bambini si devono escludere le farine raffinate e che i cibi nelle mense devono avere come ingredienti i cereali integrali. Infatti negli Stati Uniti stanno iniziando ad accorgersi che i malati costano caro alla collettività e non producono.
Berrino ha lanciato l’allarme: “La potenza del messaggio televisivo è clamorosa. Noi stiamo avvelenando i nostri bambini. Stiamo causando un disastro epocale, nel senso che le malattie croniche stanno aumentando“.
Le patatine – ha aggiunto il professore – sono una delle cose che fanno ingrassare di più



Le partite iva e il 2015 : un incubo!!



Laboratorio Lavoro & Previdenza-Idv lazio
14/1/2015

da: https://www.facebook.com/pages/Laboratorio-Lavoro-Previdenza-IDV-Lazio/745242662166958?fref=nf

Il 2015 è davvero l’anno zero delle Partite Iva. 
È l’anno di svolta e della nascita di una nuova era, l’inizio della totale consapevolezza, quella più amara, di essere ormai ai margini della società e di essere stati abbandonati da tutti, di essere come i barconi alla mercè delle onde agitate della politica, di aver constatato di essere effettivamente considerati quali cittadini e lavoratori di serie D!! 
Ormai i giochi sono stati fatti e sia nella Legge di stabilità e sia nel Jobs Act per le partite iva non ci sono aperture o agevolazioni ma ci sono solo “lacrime e sangue” a cominciare dal nuovo regime “forfettario/semplificato” che le penalizza fortemente, soprattutto quei giovani “eroi” che tenteranno di vivere la loro vita lavorativa pensando di poter essere al centro di un progetto individuale e per finire al mancato blocco dell’aumento contributivo previsto dalla Legge Fornero che li porterà nel 2015 ad una aliquota del 30,72, con un aumento secco di 3%, alla faccia della crisi e dell’inutilità di tali versamenti per la futura “misera” pensione!! 
Ma non c’è fine all’abbandono del loro destino, perché le partite Iva non possono per Legge di fatto ammalarsi, seriamente, la Legge presume che posseggano anticorpi speciali e pertanto non siano beneficiari di alcuna tutela, perché in Italia le partite iva che contraggono malattie “feroci” non hanno una rete di protezione, beccarsi un tumore per loro vuol dire combattere due battaglie, una con l’invasione del male e spesso questa battaglia riescono a vincerla e l’altra con lo Stato e qui purtroppo soccombono: lo Stato non ha riguardi per loro, non va oltre una misera e vergognosa indennità per un massimo di 60 giorni che oscilla a seconda dei contributi versati da 12 a 25 euro al giorno!!! 
Soldi che non servono neppure per assicurarsi una visita specialistica o delle normali cure!!
 Eppure le partite Iva versano molti soldi nelle casse dell’INPS ma i loro soldi di fatto vanno a coprire altre situazioni e questioni che non le riguardano, quelle degli esodati e dei pensionati compresi quelli d’oro e dei disoccupati ecc. .insomma con i loro soldi mantengono i ……diritti e privilegi degli altri!!! 
Ammalarsi dunque non è solo un dramma familiare e fisico ma diventa un dramma finanziario e burocratico e a volte diventa anche insopportabile e difficile confessarlo, e così le partite iva tendono ad isolarsi e a vivere in solitudine la loro battaglia con il male, perché spesso la gente ignara e cattiva ritiene che le partite iva siano soltanto degli evasori fiscali e che non meritino nemmeno rispetto e spesso gli chiedono con un tono sarcastico ….”ma come voi non avete una polizza di malattia privata?”. 
Già, tutti si aspettano che le partite iva vivano in un mondo a se, fuori dalle grinfie dell’Inps, che pensino a se stessi, un mondo diverso e davvero speciale che non c’è purtroppo viene da dire, perché tutte le partite iva sarebbero entusiaste di versare i propri contributi per la pensione non all’INPS e farsi una copertura sanitaria personale se l’INPS li lasciasse liberi ma, l’INPS non può fare a meno di mantenersi la “gallina dalle uova d’oro” e così gli chiede sempre più soldi sino ad arrivare alla misura attuale del 30,72% (previsione nel 2018 del 33,72%!) , una fetta pesantissima del reddito per non coprire di fatto nulla e per lasciarli soli!!
Nel 2015 inoltre , ciliegina finale, è previsto l’inizio della lotta alle “false partite iva” previsto dalla normativa Fornero , infatti dal 2015 gli ispettori potranno contestare la reale posizione delle partite iva nei rapporti con i loro committenti, secondo quelle presunzioni indicate nel nuovo art. 69-bis del Dlgs 276/2003 fra le quali ricordiamo: a) se il fatturato supera l’80% con un singolo committente nell’arco dei 2 anni consecutivi ; b) se la collaborazione ha avuto una durata superiore ad 8 mesi per 2 anni consecutivi; c) se la partita iva possiede una postazione fissa in azienda. La Legge prevede che bastano soltanto 2 elementi dei 3 suindicati per ritenere la partita iva in questione…..”falsa”! Questo come al solito provocherà un giro di vite : molte aziende che ritengono di essere ai limiti con le presunzioni suindicate tenderanno a difendersi nel solo modo che conoscono cioè quello di cessare i rapporti e certamente non le trasformeranno in lavoratori dipendenti! Ne faranno semplicemente a meno, lasciando questi lavoratori sulla strada senza alcuna copertura (non c’è aspi!) e rivolgendosi ad altri , insomma come al solito, si “getterà via il bambino con tutta l’acqua sporca”!!!!

Così si uccide un freelance in Italia: più tasse e contributi senza diritti

da: http://ilmanifesto.info/storia/cosi-si-uccide-un-freelance-in-italia-piu-tasse-e-contributi-senza-diritti/

Dal primo gen­naio in vigore la riforma dei minimi e l’aumento di due punti della gestione sepa­rata Inps. Le par­tite Iva annun­ciano ini­zia­tive «non con­ven­zio­nali» di pro­te­sta. La grande fuga dall’oppressione fiscale del governo 2.0 di Renzi è iniziata

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Dal primo gen­naio in Ita­lia ucci­dere un free­lance con il fisco e la pre­vi­denza non è pro­blema. 
Nem­meno nel decreto «Mil­le­pro­ro­ghe» il governo Renzi è riu­scito a evi­tare l’introduzione della riforma del regime dei minimi e l’aumento dei con­tri­buti alla gestione sepa­rata dal 27,72% al 29,72% che pena­liz­ze­ranno gra­ve­mente i lavo­ra­tori auto­nomi con la par­tita Iva. 
Un inter­vento «ad hoc» è stato pro­messo dal pre­si­dente del Con­si­glio «nei pros­simi mesi», ma la dop­pia tagliola pre­di­spo­sta dal suo governo è scat­tata subito nella legge di sta­bi­lità ed è stata rece­pita dall’agenzia delle entrate.

Que­sto seg­mento del quinto stato, a cui affe­ri­scono gli under 35 che dal 1 gen­naio apri­ranno una par­tita Iva e gli iscritti alla gestione sepa­rata dell’Inps, è stato escluso da ogni incen­tivo garan­tito al lavoro dipen­dente dall’esecutivo tar­gato Pd, ad esem­pio il bonus degli 80 euro. Senza con­tare la sua discri­mi­na­zione rispetto alle cate­go­rie del lavoro auto­nomo che con­tano di più. 
Ai com­mer­cianti e agli arti­giani è stata infatti garan­tita l’abolizione del mini­male Inps e la ridu­zione del carico fiscale fino a 40 mila euro e 25 mila euro di fat­tu­rato (per oltre 500 milioni di euro).
 A chi svolge un ruolo nelle pro­fes­sioni del lavoro della cono­scenza Renzi ha invece tri­pli­cato le tasse. 
Rispetto al vec­chio regime fiscale age­vo­lato, que­sta pla­tea che il mini­stero dell’Economia cal­cola tra 570 mila e 772 mila per­sone, la riforma pre­vede 15 mila euro di fat­tu­rato lordo fis­sato come tetto mas­simo, quindi un red­dito netto vicino alla soglia di povertà, insuf­fi­ciente per il rico­no­sci­mento di un anno intero di anzia­nità contributiva.

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I nuovi poveri sono gli auto­nomi a par­tita Iva

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L’associazione XX mag­gio ha cal­co­lato il red­dito netto medio di que­sti auto­nomi in 515 euro men­sili (con un com­penso lordo medio di 18.640 euro annui). 
Dopo le nuove tasse e con­tri­buti tar­gati Renzi que­sta cifra sarà cer­ta­mente infe­riore. 
Andrea Dili, pre­si­dente dell’associazione Alta Par­te­ci­pa­zione, sostiene che tale acca­ni­mento «spin­gerà fuori dal mer­cato oltre 300 mila pro­fes­sio­ni­sti». 

Que­sto signi­fica: disoc­cu­pa­zione, lavoro nero o infor­male, per­dita di quel poco che la crisi ha lasciato a que­sti lavo­ra­tori. 
Que­sto pro­cesso è già in atto, secondo l’Associazione nazio­nale con­su­lenti tri­bu­tari (Ancot). 
Tra il 2013 e il 2014 è stato regi­strato un calo tra le par­tite Iva nei set­tori assi­cu­ra­tivi (-12,6%), arti­stici (-11,6%) e agri­coli (-9,8%), cioè alcuni dei set­tori col­piti dalla riforma Renzi. 
Nuove posi­zioni ven­gono invece nella sanità, nei ser­vizi alle imprese o nell’istruzione. 
«Con que­sti prov­ve­di­menti – sostiene Dili – il governo è riu­scito a met­tere d’accordo per la prima volta tutte le cate­go­rie del lavoro auto­nomo, sia quelle con un ordine pro­fes­sio­nale che quelle non rego­la­men­tate». 
Nell’appello inti­to­lato «Non siamo i ban­co­mat dello Stato», Alta par­te­ci­pa­zione, Acta e Con­fas­so­cia­zioni ave­vano annun­ciato ini­zia­tive «non con­ven­zio­nali» di pro­te­sta. «Cer­che­remo di comu­ni­care non solo all’interno, tra i nostri iscritti, que­sto disa­gio ma anche a tutti i sog­getti, con­su­ma­tori, aziende, con cui entriamo in con­tatto ogni giorno – pre­an­nun­cia Dili — Sia dal punto di vista fiscale, che pre­vi­den­ziale, l’attacco è ben mirato».

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La rivolta delle par­tite Iva: “Non siamo i ban­co­mat dello Stato”

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Sul sito dell’associazione dei free­lance Acta si stu­diano i modi utili alla soprav­vi­venza. Tra le altre cose, ven­gono indi­cate le forme alter­na­tive all’iscrizione alla Gestione Sepa­rata che non garan­ti­sce nem­meno i diritti fon­da­men­tali a que­sti lavo­ra­tori. Per chi ne ha i requi­siti, è pos­si­bile aprire una posi­zione con­tri­bu­tiva presso la gestione com­mer­cianti Inps o quella degli arti­giani che offrono un sistema di tutele, come la mater­nità o la malat­tia. Acta pre­an­nun­cia un vade­me­cum per faci­li­tare il con­fronto e la scelta. Tra le ipo­tesi c’è la costi­tu­zione di società in acco­man­dita sem­plice (Sas) o società in nome col­let­tivo (Snc); oppure la pos­si­bi­lità di cedere i diritti d’autore sulla com­po­nente crea­tiva di un lavoro. La grande fuga dall’oppressione fiscale e pre­vi­den­ziale ideata dal governo 2.0 di Renzi è iniziata.

Piketty: "Tsipras non è il male meglio di populisti e xenofobi. Il vero pericolo per l'Europa è l'ipocrisia di Juncker e Merkel

da: http://www.repubblica.it/esteri/2014/12/31/news/piketty_tsipras_non_il_male_meglio_di_populisti_e_xenofobi_il_vero_pericolo_per_l_europa_l_ipocrisia_di_juncker_e_merkel-104057901/
L'economista francese: "Con un governo di sinistra dalla Grecia può partire una rivoluzione democratica: aiuterà a rivedere l'austerity che soffoca l'Unione con meno risorse per pagare i debiti pubblici e più sviluppo"

Prete del Catanzarese ai fedeli: ‘Renzi è un pifferaio magico, ha superato Berlusconi’!

Da www.ilfattoquotidiano.it 

Il premier Renzi è un pifferaio magico che pensa che tutti siano topi stupidi“. È questa la definizione che don Giorgio Rigoni, parroco di Petronà (paesino inprovincia di Catanzaro) dà del presidente del Consiglio nella lettera di auguri di Natale che ha inviato a tutti i fedeli. “Renzi – spiega – è un genio di falsità, ha superato Silvio Berlusconi nelle menzogne. Per il premier ci vorrebbe un esame psicologico”. Nella lettera di don Giorgio ai parrocchiani trova spazio anche un attacco al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “È un baluardo di istituzioni vuote. È come un nonno che continua a sgridare i nipotini sapendo che poi faranno quello che vogliono”  di Lucio Musolino

Video: http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/12/31/prete-del-catanzarese-scrive-ai-fedeli-renzi-pifferaio-magico-che-ha-superato-berlusconi/326067/