Una colata di cemento con vista Appia Antica
IL COMUNE DI ROMA REGALA 400 MILA METRI CUBI AI SOLITI
COSTRUTTORI PERSINO UNA NECROPOLI DEL I SECOLO D.C. SOTTO 32 EDIFICI E UNA
TANGENZIALE
di Silvia D’Onghia, "Il Fatto Quotidiano", 11 mar.
2015
Dicono che a Roma, ovunque si faccia
un buco nel terreno, si trovi qualcosa di antico. Forse è per questo che, con
una frequenza impressionante, la Soprintendenza decide di ricoprire qualsiasi
cosa venga alla luce al di fuori dal centro storico (anche perché lì è tutto
già scavato). Non ci sono i soldi, si dice ancora, per mantenere aperti i nuovi
siti. È vero. Ma forse nel caso dei ritrovamenti di Grottaperfetta, a pochi
passi dall’Appia Antica, i soldi per una volta sarebbero entrati nelle casse
del Comune e in misura molto maggiore rispetto alle uscite.
Una necropoli risalente al I-II
secolo dopo Cristo, completa di piccoli mausolei e recinti funerari, cospicue
quantità di frammenti ceramici di età medio repubblicana, una fattoria
evolutasi in villa suburbana, un lungo tratto di strada romana con rivestimento
basolato ben conservato, un tratto di acquedotto e un’antica cava. Almeno per
quello che si è scavato. Il tutto non solo beatamente ceduto al consorzio di
costruttori Grottaperfetta, perché all’interno di un’area ceduta dal Comune di
Roma in convenzione, ma altrettanto beatamente ricoperto da abbondanti strati
di terra. Né i romani né i turisti potranno mai visitare quella necropoli. In
compenso gli acquirenti dei lussuosi appartamenti nei mega-palazzoni che
sorgeranno a partire dal 2016 potranno dire di camminare sulla storia.
La vicenda dell’intervento
urbanistico n. 60 comincia nel lontano 1962, quando – nell’allora Piano
regolatore – venivano destinati 180 mila metri cubi all’edilizia, in una zona
ancora poco abitata. Siamo a pochi metri dal parco dell’Appia Antica, c’è
soltanto una strada che divide le due aree. Ed è proprio l’Appia Antica, nello
specifico la Tenuta di Tor Marancia, che determina 40 anni dopo l’ampliamento
del regalo ai “palazzinari”: non potendosi costruire in zona vincolata, il
Comune, anzi che dire “scusate, ci siamo sbagliati”, decide di “compensare”. E
così i metri cubi di Grottaperfetta passano da 180 mila a 400 mila all’inizio
del 2000. Il gruppo che si aggiudica il premio è formato da una cordata in cui
si sono alternati la famiglia Mezzaroma, Ciribelli, Calabresi, Rebecchini,
Marronaro e il Consorzio di cooperative Aic. Nomi che i romani, ma non solo
loro, conoscono bene. La convenzione con il Campidoglio viene siglata il 5
ottobre 2011 e integrata il 18 giugno 2012. I 400 mila metri cubi si traducono
in altri numeri, che danno ancora di più la dimensione dell’affare: sull’area,
che si estende per 23 ettari, si dovranno costruire 32 edifici a uso abitativo,
un centro polifunzionale, due asili, una piazza, strade interne per la
viabilità locale, parcheggi, una pista ciclabile, un sovrappasso in legno e,
tanto per non farsi mancare nulla, una tangenziale di collegamento con la via
Laurentina. L’hanno chiamata “Nuovo Rinascimento” , forse perché la popolazione
aumenterebbe di 5.000 unità. E del resto come dire di no a “piacevoli linee
architettoniche”, “ampie terrazze” e “lussuosi appartamenti” che partono dalla
modica cifra di 230 mila euro (box escluso, naturalmente)? Le vendite sono già
in corso e pullulano le inserzioni sui giornali locali, a firma Immobildream di
Roberto Carlino, quello che “non vende sogni ma solide realtà”.
Gli unici che stanno tentando di
opporsi a quest’immensa colata di cemento – in una città in cui Legambiente
stima la presenza di 250 mila alloggi sfitti – sono i cittadini e il Municipio
VIII. I primi si sono costituiti in un comitato, “Stop I-60” (che ha un proprio
sito e una pagina Facebook), e da tempo cercano con ricorsi e manifestazioni di
bloccare le ruspe. Il Municipio ha messo in campo tutte le iniziative legali
possibili. “Nel febbraio dello scorso anno – racconta il presidente Andrea
Catarci – abbiamo fermato le opere abusive di reinterro dello storico Fosso
delle Tre Fontane, intorno al quale esiste un doppio vincolo: idraulico, sul
quale abbiamo già vinto, e paesaggistico. A luglio 2014, il Gip di Roma ha
disposto il sequestro preventivo dell’area, già sottoposta a sequestro
probatorio dalla polizia giudiziaria di Roma Capitale, per consentire il
ripristino del Fosso. La legge dice, oltre tutto, che si deve costruire a 150
metri dai corsi d’acqua”.
Ma come sempre, quando ci sono di
mezzo carte e pareri (e soprattutto cemento), la soluzione non è semplice. La
giunta regionale del Lazio, su sollecitazione del Consorzio, ha approvato una
delibera che toglie il vincolo esistente al Fosso delle Tre Fontane. Contro la
giunta Zingaretti, si è espresso per ben due volte (l’ultima, a dicembre 2014)
il ministero per i Beni culturali: “Si sottolinea – ha scritto – che la
rettifica deliberata dalla Regione è motivata su un dichiarato errore di
graficizzazione. Si conferma la rilevanza paesaggistica del corso d’acqua”.
Anche l’Autorità di bacino del Tevere richiede che il Fosso venga “tutelato e
valorizzato”. Come se non bastasse, la Procura di Roma sta indagando per capire
se il re-interro del Fosso sia avvenuto attraverso “false” autorizzazioni e –
scrive il Gip – il Corpo forestale ritiene il cantiere “‘abusivo, poiché la
convenzione, e con essa i progetti delle opere di urbanizzazione ed
edificazione sono stati adottati su un presupposto falso, quale la
dichiarazione di tombinamento del fosso”.
“C’è un’altra anomalia, che se non
fosse tragica sarebbe addirittura ridicola – prosegue Catarci –: due estati fa
i sei antichi casali presenti sull’area della lottizzazione hanno deciso di
suicidarsi tutti insieme. Sono crollati, si sono auto-demoliti, così ci è stato
detto. Esiste, però, un vincolo della Soprintendenza per cui si può costruire a
50 metri dalle pre-esistenze”.
Che sarà mai, sostiene Barbara
Mezzaroma, che in una lettera alla cittadinanza parla di “argomentazioni
pretestuose e prive di fondamento”. Quisquilie, insomma. E, se proprio volete
ammirare i resti antichi, potete sempre fare un buco nel giardino di casa
(nostra).