Stilinga davvero non vede di buon occhio le invitate ai matrimoni che si addobbano con abiti lunghi pieni di lustrini, manco fossero alberi di Natale andati a male, per partecipare a matrimoni, che si svolgono, di solito, ma anche no, nel tardo pomeriggio.
E tanto meno considera positivamente tali abiti e il fatto che siccome è inverno, essi siano coperti da paltò che naturalmente sono molto più corti e da cui fanno occhiolino (occhiolone!) intere bande di tessuto degli abiti stessi.
Beh, lo voglio proprio sottolineare: l'abito lungo al matrimonio, se si è ospiti, è proprio da CAFONI! Da matrimonio iper provincialotto, magari di origine paesana e tale scelta (idiota) connota subito malissimo coloro che l'hanno abbracciata.
E proprio coloro che indossano tali scempi, poi si credono (davvero ce se credono!) superiori alla media, elette (sì, dal Signore?!) e massimamente eleganti e di bon ton (assurda pretesa!).
Insomma CAFONAL LOOK che si manifesta anche in scenari semi alti, scenari che si abbassano subito verso le profondità degli abissi quando si proprongono tale schifezze.
Augurandomi che il popolo femminile si tenga alla larga da tale zappa sui piedi e che scelga abiti maggiormente eleganti e consoni per partecipare al rito del matrimonio altrui, concludo dicendo che sacche di tale poltiglia sono ancora, ahimè, presenti tra noi e dure a morire anche tra le donne sotto i trenta!
Davvero non è ammissibile!
This is the fashion blog of Stilinga, a fashion designer who works from home. She is from Rome, Italy and she writes about trends, things she loves to do in Rome and art. Questo è il fashion blog, e non solo, di stilinga (una stilista che lavora da casa - è una stilista-casalinga) e che spesso tra una creazione di moda e l'altra, tra ricerche e fiere, si occupa anche del suo quotidiano e del contesto in cui vive.
sanremo, sanscemo, sanremo, sanvero
Due concetti mi turbano, a proposito del festival: che la Clerici sia stata pagata la metà di Bonolis, avendo lavorato il doppio e che il televoto, che dovrebbe rappresentare il voto del popolo è tutta una manfrina pilotata dai soliti noti (Costanzo/De Filippi?).
Il primo concetto ha sottolineato la disparità di trattamento tra uomini e donne e l'ha conclamata.
Allora perchè non lo si ammette?
In Italia le donne sono pagate meno dei maschi, ma lo si scrivesse nero su bianco, in modo che le donne non siano prese pure in giro.
Non è un paese in cui noi siamo alla pari, ma semmai siamo costrette a lavorare 2, 3 volte di più per avere il minimo dei diritti, dato in vece "a gratis" ai maschi (ma pure loro avranno madri, sorelle, fidanzate e mogli che soffrono o no?).
Paese iniquo, che considera la metà della popolazione da sfruttare ad uso e consumo dell'altra metà, felice, servita e riverita e che non ha mura da scalare, almeno non quante ne hanno le donne. E siamo nel 2010!
Il secondo concetto, del televoto, ha messo in luce tutte le criticità del Paese.
Ci dicono che è il voto del popolo e poi si ha la netta sensazione che non sia così, che tutto sia pilotato dall'alto e fa poi piacere sentire le versioni delle canzoni di Pupo/Emanule e di Scanu rifatte e ridicolizzate.
Ed il fenomeno della presa in giro è dilagante.
Insomma si può pure truccare il voto e far vincere i peggio assortiti, senza talento e senza canzone, ma gli Italiani mica sono completamente fessi, anzi la moltitudine copiosa di presa in giro delle stesse canzoni ne è la prova. Evviva l'ironia.
Alla fine il pensiero vero del popolo esce sempre a galla e costoro che sono stati definitivi vincitori di Sanremo dovrebbero iniziarsi a preoccupare, in quanto vincere così significa darsi delle zappate sui piedi e rimanerci secchi.
Il primo concetto ha sottolineato la disparità di trattamento tra uomini e donne e l'ha conclamata.
Allora perchè non lo si ammette?
In Italia le donne sono pagate meno dei maschi, ma lo si scrivesse nero su bianco, in modo che le donne non siano prese pure in giro.
Non è un paese in cui noi siamo alla pari, ma semmai siamo costrette a lavorare 2, 3 volte di più per avere il minimo dei diritti, dato in vece "a gratis" ai maschi (ma pure loro avranno madri, sorelle, fidanzate e mogli che soffrono o no?).
Paese iniquo, che considera la metà della popolazione da sfruttare ad uso e consumo dell'altra metà, felice, servita e riverita e che non ha mura da scalare, almeno non quante ne hanno le donne. E siamo nel 2010!
Il secondo concetto, del televoto, ha messo in luce tutte le criticità del Paese.
Ci dicono che è il voto del popolo e poi si ha la netta sensazione che non sia così, che tutto sia pilotato dall'alto e fa poi piacere sentire le versioni delle canzoni di Pupo/Emanule e di Scanu rifatte e ridicolizzate.
Ed il fenomeno della presa in giro è dilagante.
Insomma si può pure truccare il voto e far vincere i peggio assortiti, senza talento e senza canzone, ma gli Italiani mica sono completamente fessi, anzi la moltitudine copiosa di presa in giro delle stesse canzoni ne è la prova. Evviva l'ironia.
Alla fine il pensiero vero del popolo esce sempre a galla e costoro che sono stati definitivi vincitori di Sanremo dovrebbero iniziarsi a preoccupare, in quanto vincere così significa darsi delle zappate sui piedi e rimanerci secchi.
la Scuola di moda frequentata da Stilinga a Roma
Oggi Stilinga ha fatto un salto nel tempo, è tornata nella scuola di moda, in riva al Tevere, che ha frequentato tanti anni fa, ormai e l'impatto è stato strano: aria di debacle, di progetti vetusti, di visioni passate e purtroppo per nulla innovative.
Ad un certo punto, Stilinga ha incontrato la sua ex docente di moda, distante, arroccata nel suo prestigioso posto (?), solo la falsità ipocrita è rimasta intatta.
L'aria dell'ambiente trasudava ancora l'alterigia, l'aristocrazia inutile, la voglia di mettere a disagio le persone umane, tutte sensazioni che Stilinga ha sopportato silentemente e soffrendone, durante il corso accademico, pur di arrivare in fondo.
Poi, una volta uscita, c'era la vita vera che l'aspettava, l'umanità, il lavoro e meno primedonne e infatti tutte le nebbie sono svanite.
Rientrare in quel luogo, anche per poco le ha chiuso lo stomaco.
Stilinga decisamente non rimpiange la competizione e il dolore disumano che lì si respira, invece, pensa "poveri studenti, dovranno imparare a scrollarsi di dosso questa polvere scintillante e corrosiva, la polvere della moda cattivissima e atroce, che ti fa credere di essere un padre eterno e invece sei come tutti gli esseri, la presunzione annebbia le menti...per fortuna esistono tante altre realtà nella moda, per fortuna!"
Ad un certo punto, Stilinga ha incontrato la sua ex docente di moda, distante, arroccata nel suo prestigioso posto (?), solo la falsità ipocrita è rimasta intatta.
L'aria dell'ambiente trasudava ancora l'alterigia, l'aristocrazia inutile, la voglia di mettere a disagio le persone umane, tutte sensazioni che Stilinga ha sopportato silentemente e soffrendone, durante il corso accademico, pur di arrivare in fondo.
Poi, una volta uscita, c'era la vita vera che l'aspettava, l'umanità, il lavoro e meno primedonne e infatti tutte le nebbie sono svanite.
Rientrare in quel luogo, anche per poco le ha chiuso lo stomaco.
Stilinga decisamente non rimpiange la competizione e il dolore disumano che lì si respira, invece, pensa "poveri studenti, dovranno imparare a scrollarsi di dosso questa polvere scintillante e corrosiva, la polvere della moda cattivissima e atroce, che ti fa credere di essere un padre eterno e invece sei come tutti gli esseri, la presunzione annebbia le menti...per fortuna esistono tante altre realtà nella moda, per fortuna!"
FashionMag.com Italia - Il sito con tutte le notizie sui professionisti della moda, del lusso e della bellezza
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I dati negativi sul settore moda sono impressionanti!
Moda '08-'09: - 1.900 imprese, saldo export -30%
Roma, 2 feb. (Apcom) - La crisi economica internazionale ha inciso pesantemente anche sul settore moda italiano. Tra il 2008 e il 2009, si è verificato infatti una riduzione del fatturato del saldo commerciale e degli ordinativi dell'ordine del 30-40%, c'è stato un forte ricorso alla cassa integrazione guadagni e sono state chiuse 1.900 imprese. Questi i dati emersi dal rapporto che fa parte del progetto 'M2 - Meridiano moda', presentato oggi da Italian Textile Fashion, Unioncamere e supporto operativo di The European House-Ambrosetti.
Il settore ha evidenziato un valore aggiunto nel 2008 di 27,4 miliardi di euro pari all'11% della ricchezza prodotta da tutta l'industria manifatturiera italiana. L'export è ammontato a 41,9 miliardi di euro, l'11,5% del totale, con un attivo della bilancia commerciale di 16,5 miliardi.
Il settore occupa un milione di lavoratori, il 61% dei quali è donna. In questo settore, nel quale operano quasi 70mila aziende nel tessile, abbigliamento, concia, pelletteria e calzature, l'Italia ha una posizione di leadership a livello internazionale. Il nostro paese, secondo il rapporto, ha il 44% del valore della produzione nei paesi dell'Europa a 12, il 39% del valore aggiunto e il 37% degli occupati.
Secondo il viceministro dello Sviluppo economico, Adolfo Urso, "nell'epicentro della crisi economica internazionale l'industria dell'eleganza Made in Italy ha continuato a contribuire sensibilmente alla crescita complessiva della ricchezza italiana: la bilancia commerciale del settore ha fatto registrare infatti un attivo di 16,5 miliardi.
Il sistema-moda nel suo complesso - ha aggiunto - seppure con qualche difficoltà ha giocato un ruolo fondamentale all'interno della bilancia commerciale del paese.
Per superare appieno la congiuntura mondiale occorre però uno sforzo comune". Il viceministro ha auspicato quindi che "le imprese della moda si aggreghino ed esaltino le loro strutture dimensionali anche attraverso il modello vincente dei distretti".
Per il vicepresidente di Unioncamere, Carlo Longo, "il potenziale espresso dalle imprese del Made in Italy è ancora molto elevato malgrado il forte impatto della crisi. Tuttavia per consentire alle aziende di intercettare la ripresa sono indispensabili interventi mirati ed urgenti in due direzioni: affermare e realizzare la tracciabilità delle origini e della qualità dei prodotti; rafforzare la capacità di fare rete sul territorio tra imprese, istituzioni, sistema della ricerca pubblica, offerta di manodopera qualificata, dotazione locale di servizi reali e finanziari".
"Con il progetto 'M2 - Meridiano moda' - ha affermato il presidente di Italian Textile Fashion, Luca Mantellassi - il sistema delle Camere di commercio ha voluto creare una piattaforma indipendente, apartitica e professionale di approfondimento dove gli operatori e le associazioni del settore, le istituzioni, il sistema bancario e finanziario, i sindacati e i consumatori possano interagire al fine di identificare le scelte strategiche e le azioni concrete più opportune per il futuro del settore. Al centro del progetto - ha aggiunto - un obiettivo comune: tutelare e valorizzare la filiera moda, vero e fondamentale driver del futuro competitivo del sistema-moda italiano".
I dati negativi sul settore moda sono impressionanti!
Moda '08-'09: - 1.900 imprese, saldo export -30%
Roma, 2 feb. (Apcom) - La crisi economica internazionale ha inciso pesantemente anche sul settore moda italiano. Tra il 2008 e il 2009, si è verificato infatti una riduzione del fatturato del saldo commerciale e degli ordinativi dell'ordine del 30-40%, c'è stato un forte ricorso alla cassa integrazione guadagni e sono state chiuse 1.900 imprese. Questi i dati emersi dal rapporto che fa parte del progetto 'M2 - Meridiano moda', presentato oggi da Italian Textile Fashion, Unioncamere e supporto operativo di The European House-Ambrosetti.
Il settore ha evidenziato un valore aggiunto nel 2008 di 27,4 miliardi di euro pari all'11% della ricchezza prodotta da tutta l'industria manifatturiera italiana. L'export è ammontato a 41,9 miliardi di euro, l'11,5% del totale, con un attivo della bilancia commerciale di 16,5 miliardi.
Il settore occupa un milione di lavoratori, il 61% dei quali è donna. In questo settore, nel quale operano quasi 70mila aziende nel tessile, abbigliamento, concia, pelletteria e calzature, l'Italia ha una posizione di leadership a livello internazionale. Il nostro paese, secondo il rapporto, ha il 44% del valore della produzione nei paesi dell'Europa a 12, il 39% del valore aggiunto e il 37% degli occupati.
Secondo il viceministro dello Sviluppo economico, Adolfo Urso, "nell'epicentro della crisi economica internazionale l'industria dell'eleganza Made in Italy ha continuato a contribuire sensibilmente alla crescita complessiva della ricchezza italiana: la bilancia commerciale del settore ha fatto registrare infatti un attivo di 16,5 miliardi.
Il sistema-moda nel suo complesso - ha aggiunto - seppure con qualche difficoltà ha giocato un ruolo fondamentale all'interno della bilancia commerciale del paese.
Per superare appieno la congiuntura mondiale occorre però uno sforzo comune". Il viceministro ha auspicato quindi che "le imprese della moda si aggreghino ed esaltino le loro strutture dimensionali anche attraverso il modello vincente dei distretti".
Per il vicepresidente di Unioncamere, Carlo Longo, "il potenziale espresso dalle imprese del Made in Italy è ancora molto elevato malgrado il forte impatto della crisi. Tuttavia per consentire alle aziende di intercettare la ripresa sono indispensabili interventi mirati ed urgenti in due direzioni: affermare e realizzare la tracciabilità delle origini e della qualità dei prodotti; rafforzare la capacità di fare rete sul territorio tra imprese, istituzioni, sistema della ricerca pubblica, offerta di manodopera qualificata, dotazione locale di servizi reali e finanziari".
"Con il progetto 'M2 - Meridiano moda' - ha affermato il presidente di Italian Textile Fashion, Luca Mantellassi - il sistema delle Camere di commercio ha voluto creare una piattaforma indipendente, apartitica e professionale di approfondimento dove gli operatori e le associazioni del settore, le istituzioni, il sistema bancario e finanziario, i sindacati e i consumatori possano interagire al fine di identificare le scelte strategiche e le azioni concrete più opportune per il futuro del settore. Al centro del progetto - ha aggiunto - un obiettivo comune: tutelare e valorizzare la filiera moda, vero e fondamentale driver del futuro competitivo del sistema-moda italiano".
Gli Italiani sono stati lasciati indietro e soli
Sono giorni brutti quelli che stanno vivendo gli Italiani, l'aria che si respira è densa di dolore, rammarico, rabbia, tensione, paura e soprattutto solitudine.
I governanti attuali, nonostante le affermazioni vane e vuote ("Noi non lasciamo in dietro nessuno!"), hanno davvero lasciato il popolo e il Paese in totale e triste solitudine.
Stilinga non sa quanto questa situazione potrà reggere: cassa integrazione, licenziamenti, chiusure di grandi, medie e piccole imprese, nessun piano industriale e nessuna idea di rilancio economico del Paese è stato non solo ipotizzato ma manco minimamente giudicato necessario!
Tutto il governo di questo momento lascia che le cose vadano da sole.
La crisi, ci hanno detto, è solo psicologica, passerà, tipo la febbre, ma almeno la visita del dottore e le aspirine si spera di averle, quando si ha la febbre, o no?
Qui, in Italia e in questo momento storico, non solo si è presi in giro, ma si ha la sensazione di essere stati del tutto isolati, dimenticati, abbandonati a noi stessi, come quando il Re abbandonò il Paese alla fine della seconda guerra mondiale.
L'aggravante è che non solo gli italiani sono soli ed indietro, ma il Presidente S. Berlusconi è presissimo (come pare pure tutti gli altri ministri e parlamentari e senatori) da fatti ben più importanti (per lui) ed incalzanti (per loro: tipo elezioni) e siccome vive nelle sue gabbie iper dorate e separate dalla realtà, manco gli passa per il cranio che il resto del Paese arranca malamente e forse stramazza definitivamente.
Questa sua totale distanza, lontananza e mancanza di attenzione verso i suoi concittadini (che invoca sempre a scudo e difesa della sua carica, quando gli serve) è assordante, angosciante e ridicola.
Stilinga inoltre si chiede se i suoi connazionali, soli e abbattuti alle prossime elezioni daranno o meno un segnale forte, preciso, di punizione verso chi, votato, non ha mosso un dito in loro aiuto.
I partiti sono sempre più chiusi nei loro giardinetti, e non capendo quanto accade al di fuori della loro bella aiuola, hanno perso terreno e molto altro ne perderanno. Essere nella realtà è condizione unica per servire un Paese.
L'errore maggiore è la cattiveria egoistica di questi figuri, impaccati dei soldi degli Italiani e concentrati solo su se stessi.
I governanti attuali, nonostante le affermazioni vane e vuote ("Noi non lasciamo in dietro nessuno!"), hanno davvero lasciato il popolo e il Paese in totale e triste solitudine.
Stilinga non sa quanto questa situazione potrà reggere: cassa integrazione, licenziamenti, chiusure di grandi, medie e piccole imprese, nessun piano industriale e nessuna idea di rilancio economico del Paese è stato non solo ipotizzato ma manco minimamente giudicato necessario!
Tutto il governo di questo momento lascia che le cose vadano da sole.
La crisi, ci hanno detto, è solo psicologica, passerà, tipo la febbre, ma almeno la visita del dottore e le aspirine si spera di averle, quando si ha la febbre, o no?
Qui, in Italia e in questo momento storico, non solo si è presi in giro, ma si ha la sensazione di essere stati del tutto isolati, dimenticati, abbandonati a noi stessi, come quando il Re abbandonò il Paese alla fine della seconda guerra mondiale.
L'aggravante è che non solo gli italiani sono soli ed indietro, ma il Presidente S. Berlusconi è presissimo (come pare pure tutti gli altri ministri e parlamentari e senatori) da fatti ben più importanti (per lui) ed incalzanti (per loro: tipo elezioni) e siccome vive nelle sue gabbie iper dorate e separate dalla realtà, manco gli passa per il cranio che il resto del Paese arranca malamente e forse stramazza definitivamente.
Questa sua totale distanza, lontananza e mancanza di attenzione verso i suoi concittadini (che invoca sempre a scudo e difesa della sua carica, quando gli serve) è assordante, angosciante e ridicola.
Stilinga inoltre si chiede se i suoi connazionali, soli e abbattuti alle prossime elezioni daranno o meno un segnale forte, preciso, di punizione verso chi, votato, non ha mosso un dito in loro aiuto.
I partiti sono sempre più chiusi nei loro giardinetti, e non capendo quanto accade al di fuori della loro bella aiuola, hanno perso terreno e molto altro ne perderanno. Essere nella realtà è condizione unica per servire un Paese.
L'errore maggiore è la cattiveria egoistica di questi figuri, impaccati dei soldi degli Italiani e concentrati solo su se stessi.
Comunicato Stampa: Prima puntata di Presadiretta: Case da pazzi
“PRESADIRETTA” di Riccardo Iacona e di Francesca Barzini
Domenico Iannacone
PRIMA PUNTATA
“CASEDAPAZZI”
Domenica 31 gennaio 2010
Ore 21.30
In Italia affitti e mutui rappresentano una voce di spesa che e’ più della metà del reddito medio delle famiglie italiane, un mercato letteralmente impazzito. Le case popolari sono da noi troppo poche, meno del tre per cento del patrimonio immobiliare nazionale, e non riescono quindi a calmierare il mercato privato. Questo ha creato un’emergenza abitativa sempre più grande e i numeri di quelli che hanno bisogno di un canone sociale aumentano ogni anno di più: a Roma, per esempio, sono 42.000 le persone che attendono, invano, un alloggio popolare. E non a caso, Roma e’ anche la città dove ci sono più occupazioni da parte dei senza casa.
In CASE DA PAZZI abbiamo raccontato il dramma delle migliaia di famiglie romane che si trovano da un giorno all’altro davanti alla cartolarizzazione e alla messa in vendita delle case dove vivevano da decine di anni; abbiamo seguito da vicino quelli che occupano vecchi stabili e palazzi abbandonati, famiglie intere, giovani coppie che non possono permettersi i costi del mercato; abbiamo scoperto che il Comune di Roma spende 30 milioni euro all’anno per sistemare nei residence gli sfrattati e i senza casa pagando una media di 1.200 euro al mese per famiglia e siamo andati a vedere le tante aree dismesse e i palazzi abbandonati che con quei soldi potrebbero essere acquistati dal Comune per sistemare definitivamente i senza casa.
E alla fine ci siamo domandati: possiamo accettare che in un momento di crisi così grave i prezzi delle case li debba decidere solo il mercato? In Francia abbiamo trovato una risposta: a Parigi il Comune non fa altro che comprare palazzi e aree dismesse ed e’ diventato così il più grande proprietario immobiliare della città.
CASEDAPAZZI e' un racconto di Cinzia Torriglia, Sabrina Carreras, Manolo Luppicchini, Vincenzo Guerrizio, Fabio Caramaschi e Riccardo Iacona.
Domenico Iannacone
PRIMA PUNTATA
“CASEDAPAZZI”
Domenica 31 gennaio 2010
Ore 21.30
In Italia affitti e mutui rappresentano una voce di spesa che e’ più della metà del reddito medio delle famiglie italiane, un mercato letteralmente impazzito. Le case popolari sono da noi troppo poche, meno del tre per cento del patrimonio immobiliare nazionale, e non riescono quindi a calmierare il mercato privato. Questo ha creato un’emergenza abitativa sempre più grande e i numeri di quelli che hanno bisogno di un canone sociale aumentano ogni anno di più: a Roma, per esempio, sono 42.000 le persone che attendono, invano, un alloggio popolare. E non a caso, Roma e’ anche la città dove ci sono più occupazioni da parte dei senza casa.
In CASE DA PAZZI abbiamo raccontato il dramma delle migliaia di famiglie romane che si trovano da un giorno all’altro davanti alla cartolarizzazione e alla messa in vendita delle case dove vivevano da decine di anni; abbiamo seguito da vicino quelli che occupano vecchi stabili e palazzi abbandonati, famiglie intere, giovani coppie che non possono permettersi i costi del mercato; abbiamo scoperto che il Comune di Roma spende 30 milioni euro all’anno per sistemare nei residence gli sfrattati e i senza casa pagando una media di 1.200 euro al mese per famiglia e siamo andati a vedere le tante aree dismesse e i palazzi abbandonati che con quei soldi potrebbero essere acquistati dal Comune per sistemare definitivamente i senza casa.
E alla fine ci siamo domandati: possiamo accettare che in un momento di crisi così grave i prezzi delle case li debba decidere solo il mercato? In Francia abbiamo trovato una risposta: a Parigi il Comune non fa altro che comprare palazzi e aree dismesse ed e’ diventato così il più grande proprietario immobiliare della città.
CASEDAPAZZI e' un racconto di Cinzia Torriglia, Sabrina Carreras, Manolo Luppicchini, Vincenzo Guerrizio, Fabio Caramaschi e Riccardo Iacona.
La Piccola Kreativa al Macef di Milano dal 15 al 18 gennaio!
SAVE THE DATE:
dal 15 al 18 gennaio 2010
LPK la piccola kreativa vi aspetta al Macef di Milano (quartiere fieristico Rho - Pero) presso il padiglione 11 area Designer Club.
"I gioielli non devono suscitare invidia. Devono divertire" Coco Chanel
Per qualsiasi informazione o chiarimento non esitare a contattarmi!
Valentina Gaia Gambetta
www.lapiccolakreativa.com
info@lapiccolakreativa.com
dal 15 al 18 gennaio 2010
LPK la piccola kreativa vi aspetta al Macef di Milano (quartiere fieristico Rho - Pero) presso il padiglione 11 area Designer Club.
"I gioielli non devono suscitare invidia. Devono divertire" Coco Chanel
Per qualsiasi informazione o chiarimento non esitare a contattarmi!
Valentina Gaia Gambetta
www.lapiccolakreativa.com
info@lapiccolakreativa.com
A Photo book on shoes "Shoe Shop Windows: Milan, September 2004"
This book is a cheap set of pictures of shoes, very useful to create new shoes looking at the past.
A Photo Book on Shoes: many pictures taken in Milan in the year 2003
The Second book by Stilinga is always on Shoes, this time the pictures were taken in Milan in the year 2003.
even this book is a cheap and pocket set of pictures to be used for creating new shoe designs getting inspiration from the past.
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Shoe Photo Book: Shoe Shop Windows: Florence, July 2003
Stilinga is very proud of launching her first Shoe Photo Books on http://www.blurb.com/
This cheap and pocket book is called "Shoe Shop Windows: Florence, July 2003" and it is a set of shoe pictures taken in Florence, Italy at the most important shop windows.
This cheap and pocket book is called "Shoe Shop Windows: Florence, July 2003" and it is a set of shoe pictures taken in Florence, Italy at the most important shop windows.
The shoes are female ones and this book is very useful for making new shoe collection, for understanding the fashion trends and the many different shoe productions and models.
A/W 2010-11 Shoe Ttrend Forecasts by ItalianDesigners: AnnieNoir and Stilinga
Stilinga is very happy and excited about the upcoming book of Shoe Trend Forecasts, very soon available on Blurb.com, made with the precious collaboration of AnnieNoir.
This very beautiful and useful book of trend forecasts, especially made for the shoe producers, shoe designers and shoe lovers is all about new ideas for female footwear.
The project focuses on 4 themes or 4 great areas of trend and each theme is completed by a color palette, many different shoe sketches with very different lasts and heels, soles and accessories and most of all the moltitude of new concepts and ideas to be translated in best sellers shoes.
This very beautiful and useful book of trend forecasts, especially made for the shoe producers, shoe designers and shoe lovers is all about new ideas for female footwear.
The project focuses on 4 themes or 4 great areas of trend and each theme is completed by a color palette, many different shoe sketches with very different lasts and heels, soles and accessories and most of all the moltitude of new concepts and ideas to be translated in best sellers shoes.
Roma, la pittura di un impero
Stilinga, il giorno dell'antivigilia natalizia, si è concessa un po' di tregua dalla retorica e dal vortice degli impegni, per visitare la mostra sulla pittura dell'impero romano alle scuderie del Quirinale.
Molto belli e quasi sconvolgenti per l'attualità i ritratti (encausto su legno) ritrovati ad Hawara, oasi del Fayyum.
Nell'ordine, Stilinga ha visto ritratti il capo cantiere della ristrutturazione palazzo, il panettiere, il suo insegnante di modellistica, una famosa attrice italiana... insomma i volti degli antichi romani erano identici ai nostri contemporanei!
La mostra merita una visita attenta ai minimi particolari di ogni pittura parietale e soprattutto merita visitare anche la libreria delle scuderie dove Stilinga, con somma soddisfazione ha trovato e si è fiondata sul libro di Eva Cantarella "Dammi mille Baci. Veri uomini e vere donne nell'antica Roma", lettura che riempie giorni e notti festive con grande diletto interiore.
Molto belli e quasi sconvolgenti per l'attualità i ritratti (encausto su legno) ritrovati ad Hawara, oasi del Fayyum.
Nell'ordine, Stilinga ha visto ritratti il capo cantiere della ristrutturazione palazzo, il panettiere, il suo insegnante di modellistica, una famosa attrice italiana... insomma i volti degli antichi romani erano identici ai nostri contemporanei!
La mostra merita una visita attenta ai minimi particolari di ogni pittura parietale e soprattutto merita visitare anche la libreria delle scuderie dove Stilinga, con somma soddisfazione ha trovato e si è fiondata sul libro di Eva Cantarella "Dammi mille Baci. Veri uomini e vere donne nell'antica Roma", lettura che riempie giorni e notti festive con grande diletto interiore.
Lunedì 21/12/09: Stilinga, a zonzo per Roma, scopre nuove realtà commerciali
Stilinga, nonostante il freddo e la pioggia, oggi ha scoperto nuove realtà commerciali a Roma.
Per cominciare, a pranzo, invitata da un vecchio amico, ha mangiato al Queenenergy il nuovo Healty Food bar di un volto conosciuto in Italia e figlio di cotanto padre: Danny Quinn che amorevolmente si aggira tra gli avventori e la cucina per controllare che tutto funzioni.
Il QueenEnergy (You are what you eat) è un posto nuovo per Roma: piatti pronti per pranzo, ma molto naturali e sfiziosi (tipo burrito, riso fusion con legumi, centrifugati di verdura, etc.) in un ambiente di tipo americano, ma dalla filosofia salutistica al 100%: Eat healthy, Live longer, Less quantity, More quality.
Il QueenEnergy si trova a Via di San Basilio, 64 (metro Barberini).
Nel primo pomeriggio, poi Stilinga si è spesa, accompagnando un gruppo allegro di studenti dell'Accademia del Lusso, in un tour di ricerca moda presso il Rione Monti: Via del Boschetto, Via Urbana, Via Leonina, Via dei Serpenti e via degli Zingari.
Stilinga, con sua somma soddisfazione, ha mostrato loro molti "luoghi" di ricerca.
Gli studenti hanno apprezzato molto, ed entusiasti per le scoperte appena realizzate, hanno assimilato una visione nuova sulla città di Roma dal punto di vista commerciale.
Negozi come Tina Sondergaard in Via del Boschetto 1/d, Creje, sempre nella stessa via al civico 5A, e Kokoro al numero 75 sono state belle novità da conoscere e visitare e sicuramente appunti di stile da consultare nuovamente.
L'apice dello stupore è comunque stato raggiunto visitando NORA P in Via Panisperna, 220-221.
Solo la vetrina merita sempre e comunque il viaggio!
E' il negozio per ricaricare l'anima, anzi le anime!
Per cominciare, a pranzo, invitata da un vecchio amico, ha mangiato al Queenenergy il nuovo Healty Food bar di un volto conosciuto in Italia e figlio di cotanto padre: Danny Quinn che amorevolmente si aggira tra gli avventori e la cucina per controllare che tutto funzioni.
Il QueenEnergy (You are what you eat) è un posto nuovo per Roma: piatti pronti per pranzo, ma molto naturali e sfiziosi (tipo burrito, riso fusion con legumi, centrifugati di verdura, etc.) in un ambiente di tipo americano, ma dalla filosofia salutistica al 100%: Eat healthy, Live longer, Less quantity, More quality.
Il QueenEnergy si trova a Via di San Basilio, 64 (metro Barberini).
Nel primo pomeriggio, poi Stilinga si è spesa, accompagnando un gruppo allegro di studenti dell'Accademia del Lusso, in un tour di ricerca moda presso il Rione Monti: Via del Boschetto, Via Urbana, Via Leonina, Via dei Serpenti e via degli Zingari.
Stilinga, con sua somma soddisfazione, ha mostrato loro molti "luoghi" di ricerca.
Gli studenti hanno apprezzato molto, ed entusiasti per le scoperte appena realizzate, hanno assimilato una visione nuova sulla città di Roma dal punto di vista commerciale.
Negozi come Tina Sondergaard in Via del Boschetto 1/d, Creje, sempre nella stessa via al civico 5A, e Kokoro al numero 75 sono state belle novità da conoscere e visitare e sicuramente appunti di stile da consultare nuovamente.
L'apice dello stupore è comunque stato raggiunto visitando NORA P in Via Panisperna, 220-221.
Solo la vetrina merita sempre e comunque il viaggio!
E' il negozio per ricaricare l'anima, anzi le anime!
Archigianato alla Casa dell'Architettura di Roma
Stilinga ha chiuso la presente settimana in bellezza, partecipando al workshop Archigianato, che si è svolto alla Casa dell'Architettura di Roma in Via M. Fanti, 47 nella, davvero, splendida sede dell'Acquario Romano.
Sono intervenute la stilista-decoratrice Francesca de Nardi e l'architetto Maria Grazia Tata (mgtata@iol.it) che hanno presentato le loro opere in tessuto che fungono da arredo casa (per la verità molto originale e innovativo).
Le due professioniste hanno illustrato nei dettagli i diversi metodi produttivi, rigorosamente a mano (artigianato puro) e le basi della loro personale visione artistica.
Il tutto si è svolto mentre noi invitati eravamo coccolati piacevolmente dal seguente menù: Mont-blanc con meringa e castagne glassate, Prosecco di Valdobbiadene, Quadrotti di polenta con farina di castagne e cream di formaggio, Plum-cake di zucca e guanciale croccante e in fine Vin Brulè con Torta paradiso accompagnata da purea di cachi!
Stilinga ha già iniziato i festeggiamenti natalizi, con stile, discrezione e creatività!
Sono intervenute la stilista-decoratrice Francesca de Nardi e l'architetto Maria Grazia Tata (mgtata@iol.it) che hanno presentato le loro opere in tessuto che fungono da arredo casa (per la verità molto originale e innovativo).
Le due professioniste hanno illustrato nei dettagli i diversi metodi produttivi, rigorosamente a mano (artigianato puro) e le basi della loro personale visione artistica.
Il tutto si è svolto mentre noi invitati eravamo coccolati piacevolmente dal seguente menù: Mont-blanc con meringa e castagne glassate, Prosecco di Valdobbiadene, Quadrotti di polenta con farina di castagne e cream di formaggio, Plum-cake di zucca e guanciale croccante e in fine Vin Brulè con Torta paradiso accompagnata da purea di cachi!
Stilinga ha già iniziato i festeggiamenti natalizi, con stile, discrezione e creatività!
Roma Fashion White 2009
Anche quest'anno, Stilinga è stata invitata alla sfilata del Roma Fashion White, evento dedicato al mondo dell'Alta Moda Sposa e che si è svolto, il 14/12/2009, nella Chiesa Episcopale della Comunione Anglicana di San Paolo Entro le Mura.
L'ideatore e produttore dell'evento è Antonio Falanga che ha coordinato e organizzato le sfilate di atelier sposa quali Brutta Spose, Francesca Paternò, Gemelle Donato di Catania, Peppe Volturale, Sartoria Rosalba di Sondrio, Pinù Couture e Fefì di Gianni Avino, questi ultimi entrambi di Napoli.
La serata è stata condotta dalla bravissima speaker Rosaria Renna e tra i vari vip invitati erano presenti Katia Noventa, Tiziana Luxardo, Luca Calvani e Sofia Gnoli.
La sfilata delle spose di Roma Fashion White è sempre interessante per capire come stia cambiando il prodotto abito da sposa e magari intravedere qualche significativa novità.
Rispetto all'edizione 2008, quest'anno è stato il tripudio dei fiori: fiori in tessuto, fiori ricamati, fiori colorati, fiori bianchi applicati ovunque e a volte parte integrante di alcuni modelli, le cui gonne creavano fiori.
Un secondo concetto forte che si collega alla scorsa stagione è la linea che si è assottigliata (non più abiti meringa) e quindi anche abiti con lo strascico sono comunque meno invasivi e maggiormente sobri, il che non guasta. Uno stilista si è ispirato a Coco Chanel, Pinù Couture, e ha presentato tailleur di lana con gonna allungata e decorata con piume.
A Stilinga l'idea non è dispiaciuta affatto, anche se forse l'avrebbe resa ancora più sobria e più aderente alla realtà dei matrimoni di oggi, seconde nozze, matrimoni tra partner non proprio giovanissimi.
Certamente la maggior parte degli atelier ha espresso l'idea del "sogno", cioè del giorno del matrimonio come il sogno perfetto da realizzare e soprattutto da ricordare e immortalare nei filmini, nelle foto e nei ricordi indelebili che dovrebbero accompagnare i futuri coniugi lungo la loro vita in comune.
Stilinga pensa che forse questo concetto del matrimonio-sogno sia in realtà un po' datato e forse addirittura un po' anacronistico, nonostante la indubbia bravura delle maestranze dei diversi atelier e la sapiente arte sartoriale, ben espressa con ricami e applicazioni anche molto ardite, dal punto di vista produttivo.
Insomma, si continuano a produrre abiti-sogno per spose giovani da sogno e per il giorno più bello che c'è e che dovrebbe essere un sogno.
Ma è davvero così?
Stilinga per quanto abbia potuto osservare, da ospite a diverse cerimonie nuziali, ha sempre notato che il giorno-sogno è diventato un giorno-incubo per gli sposi, stressati dal trucco, dal fotografo, dal sarto, dagli inviti, dagli invitati, dal ristoratore, dai tempi, dalla fretta e dal volere fare bella figura e magari pure essere una volta tanto invidiati da tutti (senza sapere che anche i parenti, gli amici, i conoscenti invitati si sentono adottati e in trappola, costretti in abiti non usuali, costretti a sorridere in modo ipocrita ad estranei e costretti a ritmi non proprio rilassanti e che non ci pensano proprio ad invidiare la neo coppia di sposi che non sanno cosa succederà dopo: la quotidianità).
L'ideatore e produttore dell'evento è Antonio Falanga che ha coordinato e organizzato le sfilate di atelier sposa quali Brutta Spose, Francesca Paternò, Gemelle Donato di Catania, Peppe Volturale, Sartoria Rosalba di Sondrio, Pinù Couture e Fefì di Gianni Avino, questi ultimi entrambi di Napoli.
La serata è stata condotta dalla bravissima speaker Rosaria Renna e tra i vari vip invitati erano presenti Katia Noventa, Tiziana Luxardo, Luca Calvani e Sofia Gnoli.
La sfilata delle spose di Roma Fashion White è sempre interessante per capire come stia cambiando il prodotto abito da sposa e magari intravedere qualche significativa novità.
Rispetto all'edizione 2008, quest'anno è stato il tripudio dei fiori: fiori in tessuto, fiori ricamati, fiori colorati, fiori bianchi applicati ovunque e a volte parte integrante di alcuni modelli, le cui gonne creavano fiori.
Un secondo concetto forte che si collega alla scorsa stagione è la linea che si è assottigliata (non più abiti meringa) e quindi anche abiti con lo strascico sono comunque meno invasivi e maggiormente sobri, il che non guasta. Uno stilista si è ispirato a Coco Chanel, Pinù Couture, e ha presentato tailleur di lana con gonna allungata e decorata con piume.
A Stilinga l'idea non è dispiaciuta affatto, anche se forse l'avrebbe resa ancora più sobria e più aderente alla realtà dei matrimoni di oggi, seconde nozze, matrimoni tra partner non proprio giovanissimi.
Certamente la maggior parte degli atelier ha espresso l'idea del "sogno", cioè del giorno del matrimonio come il sogno perfetto da realizzare e soprattutto da ricordare e immortalare nei filmini, nelle foto e nei ricordi indelebili che dovrebbero accompagnare i futuri coniugi lungo la loro vita in comune.
Stilinga pensa che forse questo concetto del matrimonio-sogno sia in realtà un po' datato e forse addirittura un po' anacronistico, nonostante la indubbia bravura delle maestranze dei diversi atelier e la sapiente arte sartoriale, ben espressa con ricami e applicazioni anche molto ardite, dal punto di vista produttivo.
Insomma, si continuano a produrre abiti-sogno per spose giovani da sogno e per il giorno più bello che c'è e che dovrebbe essere un sogno.
Ma è davvero così?
Stilinga per quanto abbia potuto osservare, da ospite a diverse cerimonie nuziali, ha sempre notato che il giorno-sogno è diventato un giorno-incubo per gli sposi, stressati dal trucco, dal fotografo, dal sarto, dagli inviti, dagli invitati, dal ristoratore, dai tempi, dalla fretta e dal volere fare bella figura e magari pure essere una volta tanto invidiati da tutti (senza sapere che anche i parenti, gli amici, i conoscenti invitati si sentono adottati e in trappola, costretti in abiti non usuali, costretti a sorridere in modo ipocrita ad estranei e costretti a ritmi non proprio rilassanti e che non ci pensano proprio ad invidiare la neo coppia di sposi che non sanno cosa succederà dopo: la quotidianità).
Mercato parallelo o semplicemente contraffazione?
A Roma, precisamente nel mercato di Via Sannio, capita di gironzolare, anche in questo periodo e di trovare in vendita capi di marchi quali Moncler, Fred Perry, Desigual (ormai lo vendono pure dal macellaio sotto casa...), Blauer, etc. contraffatti e a iosa e nessuno (dico nessuno) che se ne sia accorto, cioè fanno finta.
Non le forze dell'ordine, non le marche vittime della contraffazione, non i benpensanti che le comprano ( e allora la maggior parte indossa roba falsa?).
I vigili urbani proprio non si vedono in quelle zone e lì i bancarellari (pure in crisi, non battono chiodo) tranquillamente vendono tutta questa mercanzia contraffatta, senza scrupoli e senza ansie.
Via l'Italia!
Non le forze dell'ordine, non le marche vittime della contraffazione, non i benpensanti che le comprano ( e allora la maggior parte indossa roba falsa?).
I vigili urbani proprio non si vedono in quelle zone e lì i bancarellari (pure in crisi, non battono chiodo) tranquillamente vendono tutta questa mercanzia contraffatta, senza scrupoli e senza ansie.
Via l'Italia!
I prezzi assurdi di Poste Italiane!
Stilinga è stupefatta dal costo esosissimo di una busta ( 28X34 cm che pesa 1/2 kg) spedita con pacco celere internazionale (ordinario) da Roma a Londra: ebbene il costo è stato di 28,30 euro per l'andata, mentre sempre la stessa (identiche dimensioni e identico peso) rispedita da Londra a Roma con Priority Handling and Registered Delivery, è costata appena 7.57 pound, cioè 10,82 euro.
Allora, è mai possibile che le Poste Italiane per lo stesso identico servizio fornito da Royal Mail si facciano pagare 17,48 euro in più?
E poi per quale motivo?
E ancora per quale ragione la spedizione postale non è armonizzata in termini di tempi e costi, a livello europeo?
Come si può pensare che con questi prezzi esorbitanti possa mai decollare l'e-commerce italiana?
Una spiegazione l'ha fornita quel genio intuitivo della madre di Stilinga:
"... semplicemente... sono tasse! Versate in modo diverso ma sono tasse!".
E continuiamo a farci del male, anche nel pieno della crisi economica!
CMQ BUONE NUOVE: PARE CHE NEL 2011 IL MERCATO ITALIANO DELLE POSTE SARA' APERTO ALLA LIBERA CONCORRENZA! W L'EUROPA!
Allora, è mai possibile che le Poste Italiane per lo stesso identico servizio fornito da Royal Mail si facciano pagare 17,48 euro in più?
E poi per quale motivo?
E ancora per quale ragione la spedizione postale non è armonizzata in termini di tempi e costi, a livello europeo?
Come si può pensare che con questi prezzi esorbitanti possa mai decollare l'e-commerce italiana?
Una spiegazione l'ha fornita quel genio intuitivo della madre di Stilinga:
"... semplicemente... sono tasse! Versate in modo diverso ma sono tasse!".
E continuiamo a farci del male, anche nel pieno della crisi economica!
CMQ BUONE NUOVE: PARE CHE NEL 2011 IL MERCATO ITALIANO DELLE POSTE SARA' APERTO ALLA LIBERA CONCORRENZA! W L'EUROPA!
Talenti creativi italiani in quel di Bruxelles
Stilinga è rimasta molto colpita dal lavoro di due giovani creativi italiani che ora vivono a Bruxelles, dove hanno unito le loro forze in un sodalizio piuttosto riuscito, come vediamo nelle foto sopra. I due giovani, veri, talenti sono Anna Bassano (Annienoir) e Claudio Capanna.
Maggiori info sul lavoro della designer/stylist/fashion marketing researcher anche su: http://www.annienoir.com/
Ultime fashion news dalla Capitale: apre il White Gallery all'Eur
Stilinga dopo un breve periodo di riflessione ha deciso di continuare le sue ricerche sul mondo del fashion nella capitale.
Vediamo cosa ha scoperto.
"Da poche settimane, ha aperto in Piazza Marconi, 18-19 (Eur) una nuova galleria della moda : il White gallery.
Gli spazi sono immensi, i soffitti altissimi, le pareti bianche e i prodotti sono esposti a non finire lungo i corridoi sconfinati del White.
Alexander Mc Queen, Burberry, Chloè, Jacob Cohen e tantissimi altri sono esposti in questo monumentale negozio-boutique, in cui sorridenti e cordiali assistenti alla vendita accolgono gli avventori in modo sospettosamente troppo zelante (soprattutto per Roma e per chi è abituato alle famose commesse romane, vere docenti di cattiveria, indifferenza e di scortesia)."
Stilinga si è avventurata alla ricerca prima, e all'esplorazione poi, di cotanta boutique, durante un sabato mattina assolato e anche desolato.
Infatti, la location di White è sicuramente splendida e avrà modo di essere sostenuta dalla futura vicinanza alla Nuvola (in costruzione) di Fuksas, ma appunto futura, perché per ora l'operazione commerciale rischia di essere una enorme cattedrale nel deserto.
Ma vediamo come la pensa Stilinga:
"Per arrivare a Piazza Marconi si può andare in auto e si punta verso l'obelisco dell'Eur e si parcheggia sulla piazza, ai piedi della scalinata, sul lato destro per chi va in direzione Ostia. Mentre, altrimenti, si può usufruire della metro e poi si percorre a piedi Viale Beethoven (è una bella passeggiata), dove si scopre che un paio di negozi d'abbigliamento hanno chiuso, e ci si lascia alle spalle il laghetto e Viale Europa, dove ancora ora si concentra il grosso dello shopping della zona. Successivamente, si gira in Via Liszt e in fondo a destra ci si inoltra verso il White, accolti da enormi finestre trasformate in vetrine, ma solo per chi è davvero alto, perché i finestroni-vetrina corredati dei prezzi sono talmente elevati per persone dalla statura media come la mia, che non si vede nulla, a meno che non si decida salire sulle panchine di marmo poste sotto ogni vetrina, e allora, una volta saliti sul marmo, da lì si può godere una interessante panoramica dettagliata sul valore commerciale di ogni singolo prodotto esposto. E assicuro i lettori che i prezzi fanno girare la testa, sono alti come le alte vetrine."
Sicuramente, il gruppo di lavoro che si cela dietro il White avrà catalizzato l'attenzione del suo target di clientela e lo avrà fatto in modo strategico, anche perché altrimenti isolato com'è nel vuoto del week end che si respira all'Eur, quartiere che vive solo durante la settimana grazie ai tanti uffici presenti in zona, il negozio-boutique rischia di essere una bellissima creatura (e occasione) sprecata.
Per maggiori info sul web: http://www.myluxury.it/articolo/white-gallery-a-roma-il-primo-lifestyle-store/10905/
e http://www.lussuosissimo.com/white-gallery-a-roma/
Vediamo cosa ha scoperto.
"Da poche settimane, ha aperto in Piazza Marconi, 18-19 (Eur) una nuova galleria della moda : il White gallery.
Gli spazi sono immensi, i soffitti altissimi, le pareti bianche e i prodotti sono esposti a non finire lungo i corridoi sconfinati del White.
Alexander Mc Queen, Burberry, Chloè, Jacob Cohen e tantissimi altri sono esposti in questo monumentale negozio-boutique, in cui sorridenti e cordiali assistenti alla vendita accolgono gli avventori in modo sospettosamente troppo zelante (soprattutto per Roma e per chi è abituato alle famose commesse romane, vere docenti di cattiveria, indifferenza e di scortesia)."
Stilinga si è avventurata alla ricerca prima, e all'esplorazione poi, di cotanta boutique, durante un sabato mattina assolato e anche desolato.
Infatti, la location di White è sicuramente splendida e avrà modo di essere sostenuta dalla futura vicinanza alla Nuvola (in costruzione) di Fuksas, ma appunto futura, perché per ora l'operazione commerciale rischia di essere una enorme cattedrale nel deserto.
Ma vediamo come la pensa Stilinga:
"Per arrivare a Piazza Marconi si può andare in auto e si punta verso l'obelisco dell'Eur e si parcheggia sulla piazza, ai piedi della scalinata, sul lato destro per chi va in direzione Ostia. Mentre, altrimenti, si può usufruire della metro e poi si percorre a piedi Viale Beethoven (è una bella passeggiata), dove si scopre che un paio di negozi d'abbigliamento hanno chiuso, e ci si lascia alle spalle il laghetto e Viale Europa, dove ancora ora si concentra il grosso dello shopping della zona. Successivamente, si gira in Via Liszt e in fondo a destra ci si inoltra verso il White, accolti da enormi finestre trasformate in vetrine, ma solo per chi è davvero alto, perché i finestroni-vetrina corredati dei prezzi sono talmente elevati per persone dalla statura media come la mia, che non si vede nulla, a meno che non si decida salire sulle panchine di marmo poste sotto ogni vetrina, e allora, una volta saliti sul marmo, da lì si può godere una interessante panoramica dettagliata sul valore commerciale di ogni singolo prodotto esposto. E assicuro i lettori che i prezzi fanno girare la testa, sono alti come le alte vetrine."
Sicuramente, il gruppo di lavoro che si cela dietro il White avrà catalizzato l'attenzione del suo target di clientela e lo avrà fatto in modo strategico, anche perché altrimenti isolato com'è nel vuoto del week end che si respira all'Eur, quartiere che vive solo durante la settimana grazie ai tanti uffici presenti in zona, il negozio-boutique rischia di essere una bellissima creatura (e occasione) sprecata.
Per maggiori info sul web: http://www.myluxury.it/articolo/white-gallery-a-roma-il-primo-lifestyle-store/10905/
e http://www.lussuosissimo.com/white-gallery-a-roma/
FashionMag.com Italia - Iran: bandite le griffe occidentali e gli uomini dai negozi femminili
FashionMag.com Italia - Iran: bandite le griffe occidentali e gli uomini dai negozi femminili
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Questa notizia ha dell'incredibile! non solo va contro la persona, che già in Iran non è libera di scegliere cosa indossare, ma va anche contro la società , composta per lo più da giovani e questa è una pura provocazione con ricadute certe e negative.
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Questa notizia ha dell'incredibile! non solo va contro la persona, che già in Iran non è libera di scegliere cosa indossare, ma va anche contro la società , composta per lo più da giovani e questa è una pura provocazione con ricadute certe e negative.
Prenotiamo un posto in alto che presto saranno finiti!
Stilinga commenta, straniata e incuriosita, la nuova inusuale tendenza sicura figlia della crisi, tendenza dell'ultima ora e che timidamente si affaccia sempre di più in Italia e cioè l'occupazione dei terrazzi (?), dei posti in alto, di luoghi ben visibili come il Colosseo, da cui le persone in preda alla crisi economica ed ormai esistenziale, piazzandosi, minacciano di buttarsi di sotto, per rendere visibile e conosciuta la loro disperazione lavorativa e di vita.
Il Paese soffre e siamo solo all'inizio, ma non si potranno occupare tutte le vette cittadine, altrimenti bisognerà prendere il numeretto per mettersi in fila e salire ad occupare per un po' gli spazi alti e declamare tutto lo sconforto, la mancanza di prospettive, la disperazione che albergano le nostre anime.
Meglio sarebbe manifestare uniti per (diciamo una settimana?) bloccare il Paese e fare muovere il cervello a coloro che dovrebbero creare e metter in atto strategie vere e risolutive dei problemi di tutti (tranne i ricchi che si stanno incastando-incasellandosi nelle caste dorate- sempre più isolati e cattivi).
Insomma direi che se gli Italiani non fanno ripartire i neuroni dei governanti a suon di manifestazioni qui davvero dobbiamo correre ai piani alti... ma sarebbe meglio che fossero quelli della politica, anche se ora per fare un pertugio nell'opinione pubblica ci si deve armare di coraggio e ci si deve inerpicare singolarmente per rivendicare i propri diritti particolari.
Meglio sarebbe rivendicare i diritti al lavoro e alla vita dignitosa per tutti!
E meglio sarebbe farlo tutti assieme, perché gli Italiani non siano più una massa di individui, ma diventino finalmente un popolo unito e fiero d'esserlo.
Il Paese soffre e siamo solo all'inizio, ma non si potranno occupare tutte le vette cittadine, altrimenti bisognerà prendere il numeretto per mettersi in fila e salire ad occupare per un po' gli spazi alti e declamare tutto lo sconforto, la mancanza di prospettive, la disperazione che albergano le nostre anime.
Meglio sarebbe manifestare uniti per (diciamo una settimana?) bloccare il Paese e fare muovere il cervello a coloro che dovrebbero creare e metter in atto strategie vere e risolutive dei problemi di tutti (tranne i ricchi che si stanno incastando-incasellandosi nelle caste dorate- sempre più isolati e cattivi).
Insomma direi che se gli Italiani non fanno ripartire i neuroni dei governanti a suon di manifestazioni qui davvero dobbiamo correre ai piani alti... ma sarebbe meglio che fossero quelli della politica, anche se ora per fare un pertugio nell'opinione pubblica ci si deve armare di coraggio e ci si deve inerpicare singolarmente per rivendicare i propri diritti particolari.
Meglio sarebbe rivendicare i diritti al lavoro e alla vita dignitosa per tutti!
E meglio sarebbe farlo tutti assieme, perché gli Italiani non siano più una massa di individui, ma diventino finalmente un popolo unito e fiero d'esserlo.
Saldi a Copenhagen
Durante la stagione dei saldi, quando è bel tempo e il tutto coincide con la settimana della moda, a Copenhagen i negozianti, per invogliare all'acquisto, usano piazzare dei banchetti proprio fuori dal negozio e qui espongono alcune mercanzie scontate che dovrebbero stuzzicare i passanti e farli possibilmente entrare negli stessi store. Questo è il banchetto della Diesel (il negozio era semivuoto).
Sempre Diesel.
L'usanza è talmente diffusa che anche i grandi magazini come Magasin du Nord e le catene come Part Two "praticano" il concetto di selling col banchetto!
L'usanza è talmente diffusa che anche i grandi magazini come Magasin du Nord e le catene come Part Two "praticano" il concetto di selling col banchetto!
trends da Copenhagen
Il trend assoluto e di massa per questa stagione a Copenhagen è il sandalo Gladiatore e i leggings, portati sotto maxi t-shirt, maxi camicie, vestitini a fiori.
Il concetto Gladiatore non è una novità: a settembre 2008 il Micam ne era pieno. Gladiatore e ballerine la fanno da padrona assolutamente, ovunque e in tutte le salse. Un concetto piuttosto sorprendente per chi vive in Italia è trovare la diffusione del colore rosa per gli uomini. Da noi, è peculiarità della moda meridionale e quindi vedere che in Danimarca tanti uomini, tanti giovani padri e non, sono abbigliati di rosa (t-shirt e camicie) fa specie.
Del resto, un'altra tendenza forte, presso i giovani padri danesi, è la camicia a fiori, dalla stampa piccola e dai colori tenui, da indossare su pantaloni corti, sopra il ginocchio, stile barca e con i mocassini ai piedi.
Mocassini che subito distinguono l'uomo di classe e danaroso da tutti gli altri. Pare un must: hai soldi? allora indossi mocassini testa di moro, sfoderati e della pelle più pregiata. Davvero le scarpe dicono tutto di un uomo!
Qui il rosa è il colore che determina l'appartenenza familiare: il padre, la madre e poi la bimba nel carrozzino e pure la borsa per la bimba, tutto è rosa!
Il concetto Gladiatore non è una novità: a settembre 2008 il Micam ne era pieno. Gladiatore e ballerine la fanno da padrona assolutamente, ovunque e in tutte le salse. Un concetto piuttosto sorprendente per chi vive in Italia è trovare la diffusione del colore rosa per gli uomini. Da noi, è peculiarità della moda meridionale e quindi vedere che in Danimarca tanti uomini, tanti giovani padri e non, sono abbigliati di rosa (t-shirt e camicie) fa specie.
Del resto, un'altra tendenza forte, presso i giovani padri danesi, è la camicia a fiori, dalla stampa piccola e dai colori tenui, da indossare su pantaloni corti, sopra il ginocchio, stile barca e con i mocassini ai piedi.
Mocassini che subito distinguono l'uomo di classe e danaroso da tutti gli altri. Pare un must: hai soldi? allora indossi mocassini testa di moro, sfoderati e della pelle più pregiata. Davvero le scarpe dicono tutto di un uomo!
Qui il rosa è il colore che determina l'appartenenza familiare: il padre, la madre e poi la bimba nel carrozzino e pure la borsa per la bimba, tutto è rosa!
Altra città (Malmo, Svezia) e il rosa è il leit motiv della signora: espadrillas rosa scuro, borsa in tessuto Marimekko, cardigan rosa portato su maxi camicia a stampa rosa e bianca. Naturalmente orecchini e smalto seguono.
A nord Europa ancora molti individui si vestono tutti della tinta che prediligono (a volte in modo imbarazzante), mentre da noi questo vezzo per fortuna è ben superato.
Intervista alla talentosa truccatrice Elisabetta Notte
Stilinga ha intervistato l'emergente e talentosa truccatrice Elisabetta Notte. Di seguito alcuni esempi del suo lavoro.
Stilinga: Elisabetta, come hai iniziato la tua carriera da truccatrice?
Frequentando un corso da estetista di due anni in cui davano delle nozioni sul trucco e da quel corso ho capito che la mia vera passione era diventare truccatrice, così dopo alcuni anni mi iscrivo all’accademia di trucco professionale di Roma dove vengo preparata da degli insegnanti veramente qualificati. L’accademia mi ha dato i primi lavori, cioè i primi servizi fotografici e da lì sono andata avanti da sola collaborando con alcuni fotografi.
Stilinga: Quale è, se c'è, il truccatore che ti ha ispirato maggiormente e che consideri un tuo punto di riferimento, sia nell'ambito della moda che in quello dello spettacolo in generale?
Stefano Anselmo senza dubbio, che è anche il truccatore di Mina, Anna Oxa e tanti altri.
Stilinga: Vuoi descrivere la tua idea di trucco?
Il trucco è un’arte antichissima, è l’arte di rendere perfetta e affascinante l’immagine di una donna. Il trucco è armonia, è luce, è armonia delle forme, è il gioco dei chiaro-scuri che danno forma e tridimensionalità.
Stilinga: Che obiettivi ti poni quando trucchi qualcuno?
Innanzitutto cerco di soddisfare le esigenze del set, quindi del fotografo e della stylist. Quando invece non ci sono richieste particolari di trucco, il mio obiettivo è enfatizzare il volto della modella, nascondendo eventuali difetti.
Stilinga: Qual'è la cifra stilistica che ti distingue da qualsiasi altro truccatore?
Non so quale sia la mia cifra stilistica, comunque ciò che mi contraddistingue è la realizzazione di un trucco pulito.
Stilinga: Sei una truccatrice con interessi molteplici, qual'è l'ambito che prediligi e in cui in futuro vorresti esprimerti maggiormente?
Sicuramente vorrei esprimermi maggiormente nell’ambito della moda, quindi nel backstage delle sfilate di alta moda e nei set dei servizi fotografici. Ma comunque non mi tiro indietro se vengo chiamata per il cinema o per il teatro. Quello del make up è un mondo bellissimo in qualsiasi ambito ci troviamo.
Stilinga: Come hai costruito la tua carriera?
Per costruire una carriera bisogna prima studiare, impegnarsi veramente. Non bisogna lasciarsi abbattere dalle delusioni,dalle sconfitte che ci si presentano davanti. Bisogna sempre credere in quello che si fa, perché prima o poi le soddisfazioni arrivano; prima o poi il successo arriva.
Stilinga: Che consigli daresti alle donne per truccarsi e migliorare il loro aspetto?
Il mio consiglio è quello di non eccedere con i colori perché un make up pesante involgarisce e invecchia.
Stilinga: Quali sono i prodotti base a cui una donna non dovrebbe mai rinunciare per essere a posto?
Una donna non dovrebbe mai rinunciare alla matita per gli occhi, al mascara che apre lo sguardo e al rossetto che dà quel tocco di luce in più.
Stilinga: Che indicazioni ti senti di dare ad un giovane truccatore in erba che volesse emergere?
Di imparare anche guardando gli altri professionisti truccare. Di non pensare mai di essere arrivati, c’è sempre da imparare.
Stilinga: Quali piani/obiettivi hai per il futuro?
Diventare una bravissima make up artist! Il mio obiettivo è quello di essere sempre preparata tenendomi sempre aggiornata sulle nuove tendenze e sui nuovi prodotti. Non mi dispiacerebbe essere una delle più richieste!
Maggiori info: elisabettamakeup@libero.it
http://www.elisabettamakeup.com/
Stilinga: Elisabetta, come hai iniziato la tua carriera da truccatrice?
Frequentando un corso da estetista di due anni in cui davano delle nozioni sul trucco e da quel corso ho capito che la mia vera passione era diventare truccatrice, così dopo alcuni anni mi iscrivo all’accademia di trucco professionale di Roma dove vengo preparata da degli insegnanti veramente qualificati. L’accademia mi ha dato i primi lavori, cioè i primi servizi fotografici e da lì sono andata avanti da sola collaborando con alcuni fotografi.
Stilinga: Quale è, se c'è, il truccatore che ti ha ispirato maggiormente e che consideri un tuo punto di riferimento, sia nell'ambito della moda che in quello dello spettacolo in generale?
Stefano Anselmo senza dubbio, che è anche il truccatore di Mina, Anna Oxa e tanti altri.
Stilinga: Vuoi descrivere la tua idea di trucco?
Il trucco è un’arte antichissima, è l’arte di rendere perfetta e affascinante l’immagine di una donna. Il trucco è armonia, è luce, è armonia delle forme, è il gioco dei chiaro-scuri che danno forma e tridimensionalità.
Stilinga: Che obiettivi ti poni quando trucchi qualcuno?
Innanzitutto cerco di soddisfare le esigenze del set, quindi del fotografo e della stylist. Quando invece non ci sono richieste particolari di trucco, il mio obiettivo è enfatizzare il volto della modella, nascondendo eventuali difetti.
Stilinga: Qual'è la cifra stilistica che ti distingue da qualsiasi altro truccatore?
Non so quale sia la mia cifra stilistica, comunque ciò che mi contraddistingue è la realizzazione di un trucco pulito.
Stilinga: Sei una truccatrice con interessi molteplici, qual'è l'ambito che prediligi e in cui in futuro vorresti esprimerti maggiormente?
Sicuramente vorrei esprimermi maggiormente nell’ambito della moda, quindi nel backstage delle sfilate di alta moda e nei set dei servizi fotografici. Ma comunque non mi tiro indietro se vengo chiamata per il cinema o per il teatro. Quello del make up è un mondo bellissimo in qualsiasi ambito ci troviamo.
Stilinga: Come hai costruito la tua carriera?
Per costruire una carriera bisogna prima studiare, impegnarsi veramente. Non bisogna lasciarsi abbattere dalle delusioni,dalle sconfitte che ci si presentano davanti. Bisogna sempre credere in quello che si fa, perché prima o poi le soddisfazioni arrivano; prima o poi il successo arriva.
Stilinga: Che consigli daresti alle donne per truccarsi e migliorare il loro aspetto?
Il mio consiglio è quello di non eccedere con i colori perché un make up pesante involgarisce e invecchia.
Stilinga: Quali sono i prodotti base a cui una donna non dovrebbe mai rinunciare per essere a posto?
Una donna non dovrebbe mai rinunciare alla matita per gli occhi, al mascara che apre lo sguardo e al rossetto che dà quel tocco di luce in più.
Stilinga: Che indicazioni ti senti di dare ad un giovane truccatore in erba che volesse emergere?
Di imparare anche guardando gli altri professionisti truccare. Di non pensare mai di essere arrivati, c’è sempre da imparare.
Stilinga: Quali piani/obiettivi hai per il futuro?
Diventare una bravissima make up artist! Il mio obiettivo è quello di essere sempre preparata tenendomi sempre aggiornata sulle nuove tendenze e sui nuovi prodotti. Non mi dispiacerebbe essere una delle più richieste!
Maggiori info: elisabettamakeup@libero.it
http://www.elisabettamakeup.com/
Apriamo un nuovo dibattito su Who Is on next?
Cari lettori,
Stilinga, dopo l'annuncio dei vincitori del concorso Who is on Next? ha deciso di aprire, or ora, un nuovo dibattito proprio sullo stesso e vi chiede di partecipare, se volete, con commenti sul concorso, sui prodotti presentati e sui vincitori.
Rimaniamo in attesa di vostri post.
Il nostro fine è dare voce agli internauti!
Stilinga, dopo l'annuncio dei vincitori del concorso Who is on Next? ha deciso di aprire, or ora, un nuovo dibattito proprio sullo stesso e vi chiede di partecipare, se volete, con commenti sul concorso, sui prodotti presentati e sui vincitori.
Rimaniamo in attesa di vostri post.
Il nostro fine è dare voce agli internauti!
No i-60.Fermiamo la costruzione del quartiere I-60 a Grottaperfetta!
Stilinga lancia un appello a tutti gli abitanti del Municipio XI di Roma e non solo: Fermiamo la costruzione dell' I-60!
Diverse associazioni cittadine come Stop-i60, Ottavocolle e Forteardeatino oltre ad Italianostra si sono riunite ieri per confrontarsi con Andrea Catarci (minisindaco del Municipio XI) e Alberto Attanasio (assessore all'Urbanistica e ai Lavori Pubblici del Municipio XI).
Alla riunione era stato invitato e si aspettava l'assessore del comune Marco Corsini Assessore all'Urbanistica del Comune di Roma, che non si è presentato e ha sottolineato, con tale comportamento, la distanza e l'incomunicabilità verso la cittadinanza romana.
Di fronte all'iniziale sentimento di rinuncia e di volontà di perseguire il male minore, sentimento espresso da Attanasio, i cittadini che hanno partecipato all'incontro, svoltosi nella Casa del Municipio , si sono dichiarati decisamente contro la costruzione del nuovo quartiere-mostro I-60.
La cittadinanza può far cambiare il piano regolatore e può far tornare indietro il Comune sulle decisioni prese dai politici, si dovrà lottare e lo si farà per evitare lo scempio di appartamenti e palazzoni alti 8 piani, costruzioni di pregio (?) da vendere a caro prezzo, in una zona paesaggistica di notevole bellezza e ricca di reperti archeologici da salvaguardare e tutelare in modo rispettoso e consono.
La cittadinanza auspica la restituzione dell'area verde per creare un parco fruibile dai tanti cittadini che abitano in quella zona.
Del resto Roma 70, Rinnovamento sono quartieri con nessun punto di incontro, nessuna piazza, nessun servizio e pochissimi collegamenti di autobus.
Inoltre in quei quartieri esistono molti edifici abbandonati e vuoti e non si capisce per qual motivo gli stessi non vengano riadattati da uso ufficio (molte le aziende che hanno chiuso) ad uso abitativo e magari popolare.
Maggiori info su youtube:
http://www.youtube.com/user/NoSpeculazioni
Diverse associazioni cittadine come Stop-i60, Ottavocolle e Forteardeatino oltre ad Italianostra si sono riunite ieri per confrontarsi con Andrea Catarci (minisindaco del Municipio XI) e Alberto Attanasio (assessore all'Urbanistica e ai Lavori Pubblici del Municipio XI).
Alla riunione era stato invitato e si aspettava l'assessore del comune Marco Corsini Assessore all'Urbanistica del Comune di Roma, che non si è presentato e ha sottolineato, con tale comportamento, la distanza e l'incomunicabilità verso la cittadinanza romana.
Di fronte all'iniziale sentimento di rinuncia e di volontà di perseguire il male minore, sentimento espresso da Attanasio, i cittadini che hanno partecipato all'incontro, svoltosi nella Casa del Municipio , si sono dichiarati decisamente contro la costruzione del nuovo quartiere-mostro I-60.
La cittadinanza può far cambiare il piano regolatore e può far tornare indietro il Comune sulle decisioni prese dai politici, si dovrà lottare e lo si farà per evitare lo scempio di appartamenti e palazzoni alti 8 piani, costruzioni di pregio (?) da vendere a caro prezzo, in una zona paesaggistica di notevole bellezza e ricca di reperti archeologici da salvaguardare e tutelare in modo rispettoso e consono.
La cittadinanza auspica la restituzione dell'area verde per creare un parco fruibile dai tanti cittadini che abitano in quella zona.
Del resto Roma 70, Rinnovamento sono quartieri con nessun punto di incontro, nessuna piazza, nessun servizio e pochissimi collegamenti di autobus.
Inoltre in quei quartieri esistono molti edifici abbandonati e vuoti e non si capisce per qual motivo gli stessi non vengano riadattati da uso ufficio (molte le aziende che hanno chiuso) ad uso abitativo e magari popolare.
Maggiori info su youtube:
http://www.youtube.com/user/NoSpeculazioni
Apriamo un dibattito: ma il costo di spedizione di Posteitaliane inibisce l'e-commerce?
Buona vita a tutti!
Stilinga si è posta una domanda, dopo aver letto un articolo di La Repubblica di Vittorio Zambardino del 7.06.09, su come le Posteitaliane fossero inefficienti e care e allora ha pensato bene di aprire un dibattito sul tema: "ma Posteitaliane con i suoi costi esosi delle spedizioni, inibisce di fatto l'e-commerce in Italia?" .
Agli internauti lasciamo voce e spazio, cioè chiediamo di scrivere dei commenti a questo post.
Quindi Internauti di tutto il mondo scrivete e scrivete perché i vostri preziosi commenti in merito sono importanti!
Alcuni stralci dell'articolo di V. Zambardino per riflettere sul tema:
"(...) perché in Italia non è mai decollato il mercato delle vendite per corrispondenza? Per una storica difficoltà a consegnare in modo economico e puntuale un pacco..."
"(...) dove si consegna peggio nel mondo? in Italia e in Africa"
"(...) ci sarà una ragione perché Amazon non si è mai fidata di aprire in Italia."
Pubblico qui di seguito, per renderlo più visibile, il commento che ha lasciato Cicoria, e che ringraziamo per il contributo, in merito alla questione Posteitaliane:
"Le Posteitaliane hanno una serie di problemi, non solo quello dei costi.I costi per inviare un pacco all'estero sono assurdi. Se vuoi inviare, in altre nazioni, qualcosa che si possa monitorare dalla partenza sino al punto di consegna devi fare il Pacco Celere internazionale che parte da un minimo di € 25,25 sino ad andare su. Ma stiamo scherzando? Far pagare delle spese del genere? E sto parlando del pacco più piccolo, con peso minore ed in Europa. Allora bisogna optare per la raccomandata con ricevua di ritorno che è monitorabile fino a quando si trova nel territorio italiano... poi devi solo sperare che tutto vada bene. E che dire dei problemi di consegna? Dopo 2 fregature avute con merce prepagata e regolarmente partita dagli Stati Uniti (ho numero e data di spedizione) e mai arrivata a destinazione, non ordino più niente negli altri stati. La merce una volta arrivata in territorio italiano ha preso il volo, è sparita. Questo è limitare l'e-commerce, tarpare le ali a chi ha nuove idee. Vendere all'estero può significare lavoro per tanti e comprare materiali in altri stati può servire a creare nuove cose ad alimentare la creatività... Basta, ho il dentino così avvelenato per l'argomento posteitaliane che preferisco non parlarne più, altrimenti mi rovino la giornata. Una supergiornatacreativa a tutti."
Ecco un ulteriore commento in proposito, questo è di AnnieNoir:
In effetti è anche difficile affidarsi ad altri operatori per le spedizioni. Sui siti ufficiali mancano informazioni su tempi e costi...Altro che e-commerce in Italia! Siamo ancora agli albori della tecnologia
Continuate a commentare che il blog è una buona via anche per fare cambiare le cose che non funzionano in questo Paese!
Stilinga si è posta una domanda, dopo aver letto un articolo di La Repubblica di Vittorio Zambardino del 7.06.09, su come le Posteitaliane fossero inefficienti e care e allora ha pensato bene di aprire un dibattito sul tema: "ma Posteitaliane con i suoi costi esosi delle spedizioni, inibisce di fatto l'e-commerce in Italia?" .
Agli internauti lasciamo voce e spazio, cioè chiediamo di scrivere dei commenti a questo post.
Quindi Internauti di tutto il mondo scrivete e scrivete perché i vostri preziosi commenti in merito sono importanti!
Alcuni stralci dell'articolo di V. Zambardino per riflettere sul tema:
"(...) perché in Italia non è mai decollato il mercato delle vendite per corrispondenza? Per una storica difficoltà a consegnare in modo economico e puntuale un pacco..."
"(...) dove si consegna peggio nel mondo? in Italia e in Africa"
"(...) ci sarà una ragione perché Amazon non si è mai fidata di aprire in Italia."
Pubblico qui di seguito, per renderlo più visibile, il commento che ha lasciato Cicoria, e che ringraziamo per il contributo, in merito alla questione Posteitaliane:
"Le Posteitaliane hanno una serie di problemi, non solo quello dei costi.I costi per inviare un pacco all'estero sono assurdi. Se vuoi inviare, in altre nazioni, qualcosa che si possa monitorare dalla partenza sino al punto di consegna devi fare il Pacco Celere internazionale che parte da un minimo di € 25,25 sino ad andare su. Ma stiamo scherzando? Far pagare delle spese del genere? E sto parlando del pacco più piccolo, con peso minore ed in Europa. Allora bisogna optare per la raccomandata con ricevua di ritorno che è monitorabile fino a quando si trova nel territorio italiano... poi devi solo sperare che tutto vada bene. E che dire dei problemi di consegna? Dopo 2 fregature avute con merce prepagata e regolarmente partita dagli Stati Uniti (ho numero e data di spedizione) e mai arrivata a destinazione, non ordino più niente negli altri stati. La merce una volta arrivata in territorio italiano ha preso il volo, è sparita. Questo è limitare l'e-commerce, tarpare le ali a chi ha nuove idee. Vendere all'estero può significare lavoro per tanti e comprare materiali in altri stati può servire a creare nuove cose ad alimentare la creatività... Basta, ho il dentino così avvelenato per l'argomento posteitaliane che preferisco non parlarne più, altrimenti mi rovino la giornata. Una supergiornatacreativa a tutti."
Ecco un ulteriore commento in proposito, questo è di AnnieNoir:
In effetti è anche difficile affidarsi ad altri operatori per le spedizioni. Sui siti ufficiali mancano informazioni su tempi e costi...Altro che e-commerce in Italia! Siamo ancora agli albori della tecnologia
Continuate a commentare che il blog è una buona via anche per fare cambiare le cose che non funzionano in questo Paese!
Fruteiro do Brasil a Milano
In omaggio ad una lettrice di Milano che ha lasciato un commento positivo al mio ultimo post, segnalo a chi dovesse essere nei pressi della città di Sant'Ambrogio, un'oasi di salute, dove io, Stilinga, mi sono rinfrancata l'anima e il corpo dopo un lunghissimo giro di ricerca fashion in zona Corso Como.
Il locale è Fruteiro do Brasil che si trova in Via Cesare Correnti, 2 e in Via Rivoli, 2 a Milano.
Certo Mia Market sposa una filosofia di prezzo e di offerta imbattibile rispetto a Fruteiro che è abbastanza caro, ma l'idea sottesa ad entrambi coincide: salute, benessere e rispetto dell'ambiente.
E poi in preda a sete di frutta e di vitamine, mi è sembrata una bella oasi rigenerante!
Il locale è Fruteiro do Brasil che si trova in Via Cesare Correnti, 2 e in Via Rivoli, 2 a Milano.
Certo Mia Market sposa una filosofia di prezzo e di offerta imbattibile rispetto a Fruteiro che è abbastanza caro, ma l'idea sottesa ad entrambi coincide: salute, benessere e rispetto dell'ambiente.
E poi in preda a sete di frutta e di vitamine, mi è sembrata una bella oasi rigenerante!
Intervista al fotografo Thomas Toti
Stilinga ha intervistato il nuovo punto di riferimento della fotografia romana di moda e non solo: Thomas Toti.
Thomas è nato a Liverpool, ma vive a Roma, gira il mondo per realizzare servizi e nonostante la giovane età ha una lunga esperienza nel settore e una visione personale sul suo lavoro.
Stilinga: Come hai iniziato la tua carriera da fotografo?
Thomas Toti: non ricordo esattamente, ma avevo 13 anni quando mi regalarono la prima reflex.
Stilinga: Quale è, se c'è, il fotografo che ti ha ispirato maggiormente e che consideri un tuo punto di riferimento, sia nell'ambito della moda e della fotografia in generale?
T.T.: me stesso?
Stilinga:Vuoi descrivere la tua idea della fotografia?
T. T: condivido in pieno tutti gli scritti di Henrie Cartier bresson sul cogliere l'attimo.
Stilinga: Che obiettivi ti poni quando realizzi un servizio fotografico?
T.T.: di raggiungere il massimo, se il team è a pieno regime.
Stilinga: Sei un fotografo con interessi molteplici, qual'è l'ambito che prediligi e in cui in futuro vorresti esprimerti maggiormente?
T.T.: la moda e il cinema due cose che molto spesso cozzano meravigliosamente.
Stilinga: Come hai costruito la tua carriera?
T.T.: day by day.
Stilinga: Tu risiedi a Roma, ma hai vissuto all'estero, a Liverpool, che differenze hai notato nella concezione della fotografia tra la scena Romana e quella Inglese? Quali vantaggi e quali criticità?
T.T.: Beh, all'estero guardano il tuo portfolio prima di parlare di qualsiasi cosa/progetto/spesa , qui ho trovato che molti guardano prima il loro ultimo modello di cellulare poi ti chiedono quanto costi... è raro che capiti come all'estero, ma comunque ci sono pochi ma buoni clienti e io ne ho trovati!!!
Stilinga: Che indicazioni ti senti di dare ad un giovane fotografo in erba che volesse emergere?
T.T.: ...fotografa il piu possibile e qualsiasi cosa/persona ti capiti a tiro e in qualsiasi situazione...e benvenuto in trincea.
Stilinga:Quali piani/obiettivi hai per il futuro?
T.T.: essere sempre di piu me stesso.
Thomas Toti: non ricordo esattamente, ma avevo 13 anni quando mi regalarono la prima reflex.
Stilinga: Quale è, se c'è, il fotografo che ti ha ispirato maggiormente e che consideri un tuo punto di riferimento, sia nell'ambito della moda e della fotografia in generale?
T.T.: me stesso?
Stilinga:Vuoi descrivere la tua idea della fotografia?
T. T: condivido in pieno tutti gli scritti di Henrie Cartier bresson sul cogliere l'attimo.
Stilinga: Che obiettivi ti poni quando realizzi un servizio fotografico?
T.T.: di raggiungere il massimo, se il team è a pieno regime.
Stilinga: Sei un fotografo con interessi molteplici, qual'è l'ambito che prediligi e in cui in futuro vorresti esprimerti maggiormente?
T.T.: la moda e il cinema due cose che molto spesso cozzano meravigliosamente.
Stilinga: Come hai costruito la tua carriera?
T.T.: day by day.
Stilinga: Tu risiedi a Roma, ma hai vissuto all'estero, a Liverpool, che differenze hai notato nella concezione della fotografia tra la scena Romana e quella Inglese? Quali vantaggi e quali criticità?
T.T.: Beh, all'estero guardano il tuo portfolio prima di parlare di qualsiasi cosa/progetto/spesa , qui ho trovato che molti guardano prima il loro ultimo modello di cellulare poi ti chiedono quanto costi... è raro che capiti come all'estero, ma comunque ci sono pochi ma buoni clienti e io ne ho trovati!!!
Stilinga: Che indicazioni ti senti di dare ad un giovane fotografo in erba che volesse emergere?
T.T.: ...fotografa il piu possibile e qualsiasi cosa/persona ti capiti a tiro e in qualsiasi situazione...e benvenuto in trincea.
Stilinga:Quali piani/obiettivi hai per il futuro?
T.T.: essere sempre di piu me stesso.
Stilinga: In bocca al lupo! e allora... che tu possa essere sempre di più te stesso!
Per maggiori info: http://www.thomastoti.com/
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Thomas Toti has been burning film since he was 15 years old. Born in Liverpool, U.k. , and raised in Italy, he studied photography at the Art Community Center College of Liverpool. A fascination for different cultures led him to travel whenever he could. Became a Professional photographer since 2003. His Enthusiasm translates across to his work and he applies a fresh approach to every shoot. His ability to collaborate on unusual projects is evident in his proficiency in producing world-class photography on very lean budgets. He offers creative service for fashion, editorial, commercial and still photographer. He shoots primarily digitally but he well knows how to deal with the negatives.
Novità calzaturiere dal Giappone: Pionero
Il Brand giapponese Pionero, piuttosto innovativo nel panorama delle calzature, ha presentato la propria collezione all'ultima edizione del Micam a Milano.
I valori che i designer giapponesi esprimono con Pionero sono legati alla visione gioiosa, felice e compassionevole della vita, al comfort, alla libertà e al ricordo.
Il prodotto Pionero Natural, è ecocompatibile, "gentle to humans" e costruito solo con pellami vegetali made in Japan.
Mentre il brand Ventare, fratello di Pionero, nato nel 2003 è caratterizzato da calzature dal pellame di altissima qualità e dalle tomaie dipinte a mano.
Suggerisco di visitare il sito (solo in giapponese per ora) http://www.pionero.jp e di lasciarsi ispirare dalle immagini suggestive del mondo di questo brand originale.
Bye bye globalizzazione!
Bye bye globalizzazione!
Siamo nel pieno della crisi economica, preparata da economisti laureati nel ventre mollo del capitalismo senza regole, crisi che segna, dal mio punto di vista, il cambio di un'epoca: dalla globalizzazione al ritorno della localizzazione.
In realtà, quindi, non è un vero cambiamento, in quanto si torna ad una produzione più lenta, più vicina alle vere esigenze del singolo, una produzione artigianale, tipica del periodo storico in cui vivevano le mie nonne/i nel dopoguerra, e ancor prima le mie bisnonne/i e le loro ave/i.
Non c'è più bisogno di acquistare merce prodotta a migliaia di km da dove la compro e che spesso ritrovo uguale in ogni parte del mondo; non c'è più il desiderio di uniformarsi
alla massa; non c'è bisogno di avere l'ultimo paio di occhiali della nota griffe che reclamizza il suo brand su ogni cartellone pubblicitario di ogni città del mondo e che vuole rivestire ognuno di noi tutti uguali.
No, siamo alla svolta.
Il web ha trasformato la nostra percezione di essere consumatori, e la crisi ha solo accelerato i tempi.
E' da diversi anni che avverto disagio davanti a prodotti realizzati in Cina e venduti, per esempio, a New York, perché una volta che hai attraversato l'oceano e sei
nella città più energetica a livello culturale degli USA, ti aspetti, desideri e cerchi di comprare qualche abito, o prodotto, o cosmetico, o profumo, etc. che sia degno “figlio” di tale atmosfera culturale, cerchi di appropriarti di un piccolo feticcio creato, realizzato, progettato da americani, non un prodotto che prima è stato concepito in USA e poi messo in opera dall'altra parte del mondo per pura convenienza economica, senza alcun fascino e senza nessuna desiderabilità.
Questi prodotti “globalizzati” sanno di truffa, come dire: noi produttori stiamo fregando il cliente perché il prodotto lo abbiamo fabbricato a costo quasi zero, sfruttando la mancanza di regole di molti paesi asiatici e africani, sfruttando la gente, l'ambiente, mentre il cliente finale (idiota beone) lo compra a costi altissimi e in compenso non ha neanche qualità, ma pura obsolescenza, tutto fatto solo in nome del profitto.
Il prodotto è scadente già nella concezione, nel marketing, nel packaging, nel ciclo completo della sua realizzazione.
Qui, in Italia la globalizzazione ci ha tagliato le gambe: aziende del Made in Italy hanno chiuso e messo in disoccupazione intere comunità.
I nostri “imprenditori” hanno smobilitato tutto, fabbriche, contatti umani, relazioni create negli anni e sono volati in Cina e altrove a portare “benessere”, lasciando cadaveri dietro alle spalle e credendo che i consumatori italiani avrebbero sempre e comunque comprato i loro bei prodotti cinesi, ma marcati Italiani.
Ma anche chi è stato licenziato era paradossalmente un loro cliente e ora odia il prodotto globale, anche perché in tutto questo andirivieni di merci (i trasporti su nave sono piuttosto cari oltre che inquinanti), di prodotti inutili e sempre più uguali a se stessi, l'unico vero concetto forte che era proprio e che caratterizzava la reputazione del Made in Italy, la QUALITA', è il grande assente dal mercato e anche da molto tempo ormai.
Allora, oggi inizio un nuovo mantra, e auspico che molti mi seguiranno in modo da attuare davvero il cambiamento, il mantra che recita: bye bye globalizzazione, torniamo a produrre in Italia, magari a livello artigianale per evitare di produrre quantità enorme di roba che presto finirà in discarica con tutti i problemi del caso e a Napoli mi sembra che sappiano qualcosa in merito meglio di tanti altri italiani.
Torniamo alla lentezza, agli abiti fatti a mano e dalle sarte, alla differenza e alla creatività del singolo prodotto, torniamo al fatto su misura da persone pagate il giusto e che lavorino in condizioni eque e torniamo ai tessuti e ai pellami che durino, che trasudino valori quali durata, qualità, ecologia, rispetto dell'ambiente e dell'uomo.
Torniamo a confezionare solo quello di cui abbiamo effettivamente bisogno e facciamolo in modo sobrio, elegante, dignitoso.
Torniamo a gustare ogni singolo pezzo che indossiamo, ad affezionarci, a dire che questo pantalone è mio davvero, fatto su di me e il tessuto è come lo volevo io e nessun'altra donna lo possiede uguale al mio perché me lo hanno confezionato su misura.
Torniamo a differenziare i nostri stili e ad esprimere meglio chi siamo, non uniformandoci a modelli televisivi o cinematografici, elaboriamo noi stessi, curiamo noi la nostra immagine ed affermiamo la nostra individualità collaborando con chi ci realizza il prodotto.
E creiamo posti di lavoro nuovi e sostenibili!
Bye Bye globalizzazione!
Siamo nel pieno della crisi economica, preparata da economisti laureati nel ventre mollo del capitalismo senza regole, crisi che segna, dal mio punto di vista, il cambio di un'epoca: dalla globalizzazione al ritorno della localizzazione.
In realtà, quindi, non è un vero cambiamento, in quanto si torna ad una produzione più lenta, più vicina alle vere esigenze del singolo, una produzione artigianale, tipica del periodo storico in cui vivevano le mie nonne/i nel dopoguerra, e ancor prima le mie bisnonne/i e le loro ave/i.
Non c'è più bisogno di acquistare merce prodotta a migliaia di km da dove la compro e che spesso ritrovo uguale in ogni parte del mondo; non c'è più il desiderio di uniformarsi
alla massa; non c'è bisogno di avere l'ultimo paio di occhiali della nota griffe che reclamizza il suo brand su ogni cartellone pubblicitario di ogni città del mondo e che vuole rivestire ognuno di noi tutti uguali.
No, siamo alla svolta.
Il web ha trasformato la nostra percezione di essere consumatori, e la crisi ha solo accelerato i tempi.
E' da diversi anni che avverto disagio davanti a prodotti realizzati in Cina e venduti, per esempio, a New York, perché una volta che hai attraversato l'oceano e sei
nella città più energetica a livello culturale degli USA, ti aspetti, desideri e cerchi di comprare qualche abito, o prodotto, o cosmetico, o profumo, etc. che sia degno “figlio” di tale atmosfera culturale, cerchi di appropriarti di un piccolo feticcio creato, realizzato, progettato da americani, non un prodotto che prima è stato concepito in USA e poi messo in opera dall'altra parte del mondo per pura convenienza economica, senza alcun fascino e senza nessuna desiderabilità.
Questi prodotti “globalizzati” sanno di truffa, come dire: noi produttori stiamo fregando il cliente perché il prodotto lo abbiamo fabbricato a costo quasi zero, sfruttando la mancanza di regole di molti paesi asiatici e africani, sfruttando la gente, l'ambiente, mentre il cliente finale (idiota beone) lo compra a costi altissimi e in compenso non ha neanche qualità, ma pura obsolescenza, tutto fatto solo in nome del profitto.
Il prodotto è scadente già nella concezione, nel marketing, nel packaging, nel ciclo completo della sua realizzazione.
Qui, in Italia la globalizzazione ci ha tagliato le gambe: aziende del Made in Italy hanno chiuso e messo in disoccupazione intere comunità.
I nostri “imprenditori” hanno smobilitato tutto, fabbriche, contatti umani, relazioni create negli anni e sono volati in Cina e altrove a portare “benessere”, lasciando cadaveri dietro alle spalle e credendo che i consumatori italiani avrebbero sempre e comunque comprato i loro bei prodotti cinesi, ma marcati Italiani.
Ma anche chi è stato licenziato era paradossalmente un loro cliente e ora odia il prodotto globale, anche perché in tutto questo andirivieni di merci (i trasporti su nave sono piuttosto cari oltre che inquinanti), di prodotti inutili e sempre più uguali a se stessi, l'unico vero concetto forte che era proprio e che caratterizzava la reputazione del Made in Italy, la QUALITA', è il grande assente dal mercato e anche da molto tempo ormai.
Allora, oggi inizio un nuovo mantra, e auspico che molti mi seguiranno in modo da attuare davvero il cambiamento, il mantra che recita: bye bye globalizzazione, torniamo a produrre in Italia, magari a livello artigianale per evitare di produrre quantità enorme di roba che presto finirà in discarica con tutti i problemi del caso e a Napoli mi sembra che sappiano qualcosa in merito meglio di tanti altri italiani.
Torniamo alla lentezza, agli abiti fatti a mano e dalle sarte, alla differenza e alla creatività del singolo prodotto, torniamo al fatto su misura da persone pagate il giusto e che lavorino in condizioni eque e torniamo ai tessuti e ai pellami che durino, che trasudino valori quali durata, qualità, ecologia, rispetto dell'ambiente e dell'uomo.
Torniamo a confezionare solo quello di cui abbiamo effettivamente bisogno e facciamolo in modo sobrio, elegante, dignitoso.
Torniamo a gustare ogni singolo pezzo che indossiamo, ad affezionarci, a dire che questo pantalone è mio davvero, fatto su di me e il tessuto è come lo volevo io e nessun'altra donna lo possiede uguale al mio perché me lo hanno confezionato su misura.
Torniamo a differenziare i nostri stili e ad esprimere meglio chi siamo, non uniformandoci a modelli televisivi o cinematografici, elaboriamo noi stessi, curiamo noi la nostra immagine ed affermiamo la nostra individualità collaborando con chi ci realizza il prodotto.
E creiamo posti di lavoro nuovi e sostenibili!
Bye Bye globalizzazione!
Workshop a Roma: Il lusso essenziale/1
Ieri e oggi si è svolto a Roma il workshop intitolato "Il lusso essenziale", nella cornice assai artistica e moderna del Macro Future.
Stilinga, da buona ricercatrice di tendenze, è andata ad ascoltare alcuni interventi della giornata di ieri.
In particolar modo, l'intuito le ha suggerito di non perdere l'intervento di Paolo Ferrarini, di Future Concept Lab e infatti, come al solito l'intuito non mente e manco l'esperienza, perché le presentazioni di questa società di ricerca tendenza sono molto belle, precise, antropologiche e sociologiche.
Paolo Ferrarini ha parlato di CONSUMAUTORI, cioè ogni individuo è autore di quello che indossa, di LUSSO ECOSOSTENIBILE, cioè ripensare al concetto lusso come ad un concetto che migliori la qualità della vita del consumautore, anche se non si parla di low price, ma di low cost (?), cioè il lusso dovrebbe incorporare il valore della giusta qualità-prezzo da riscontrare nei prodotti.
Sempre durante questo intervento, sono emerse delle parole chiave per le prossime stagioni (forse ere, visto che si parla di cambio di epoca e di era):
-eccellenza (rarità, unicità e a portata di mano, km zero)
-talento (saper fare, finalmente si riscopre il talento)
-essenzialità (semplificare i prodotti affinché siano riconoscibili ed identificativi di un brand)
-durabilità (prodotti che durino nel tempo, anche qui sottilineamo finalmente! erano anni che Stilinga si era stufata di roba usa e getta e che si bucava dopo tre volte che la indossi. Forse torna il vero Made in Italy? e quindi bye bye globalizzazione? ce lo auguriamo di cuore).
Anche il concetto di lusso si è esteso verso un'esperienza quotidiana, casalinga (Stilinga è in anticipo sui tempi sempre!) e privata e che si definisce su standard del tutto relativi alla singola persona, per cui non si parla più di un Paradiso generico a cui tendere ma di un Paradiso particolare, relativo e costruito ad immagine e somiglianza dell'individuo.
In questo contesto si muovono quattro generi di consumautori:
1-Linker people (i nativi digitali: il virtuale e il reale è la normalità, esplorano la rete e ugualmente esplorano le realtà urbane);
2-Normal Breakers (nuovi ribelli normalizzati ma molto attenti ai loro valori e che siano rispettati nei prodotti che acquistano);
3-Sense girls (donne tra 20 e 40 anni, con una sensualità e una raffinatezza spiccata, sono legate all'estetica asiatica e cercano prodotti in cui l'etica si coniughi con l'estetica: prediligono il low cost ma a patto che sia bellissimo);
4-Plesure growers (sessantenni che sono in sintonia con le Sense girls e che sono grandi viaggiatori: vacanze di lusso ma vita low cost).
Stilinga, da buona ricercatrice di tendenze, è andata ad ascoltare alcuni interventi della giornata di ieri.
In particolar modo, l'intuito le ha suggerito di non perdere l'intervento di Paolo Ferrarini, di Future Concept Lab e infatti, come al solito l'intuito non mente e manco l'esperienza, perché le presentazioni di questa società di ricerca tendenza sono molto belle, precise, antropologiche e sociologiche.
Paolo Ferrarini ha parlato di CONSUMAUTORI, cioè ogni individuo è autore di quello che indossa, di LUSSO ECOSOSTENIBILE, cioè ripensare al concetto lusso come ad un concetto che migliori la qualità della vita del consumautore, anche se non si parla di low price, ma di low cost (?), cioè il lusso dovrebbe incorporare il valore della giusta qualità-prezzo da riscontrare nei prodotti.
Sempre durante questo intervento, sono emerse delle parole chiave per le prossime stagioni (forse ere, visto che si parla di cambio di epoca e di era):
-eccellenza (rarità, unicità e a portata di mano, km zero)
-talento (saper fare, finalmente si riscopre il talento)
-essenzialità (semplificare i prodotti affinché siano riconoscibili ed identificativi di un brand)
-durabilità (prodotti che durino nel tempo, anche qui sottilineamo finalmente! erano anni che Stilinga si era stufata di roba usa e getta e che si bucava dopo tre volte che la indossi. Forse torna il vero Made in Italy? e quindi bye bye globalizzazione? ce lo auguriamo di cuore).
Anche il concetto di lusso si è esteso verso un'esperienza quotidiana, casalinga (Stilinga è in anticipo sui tempi sempre!) e privata e che si definisce su standard del tutto relativi alla singola persona, per cui non si parla più di un Paradiso generico a cui tendere ma di un Paradiso particolare, relativo e costruito ad immagine e somiglianza dell'individuo.
In questo contesto si muovono quattro generi di consumautori:
1-Linker people (i nativi digitali: il virtuale e il reale è la normalità, esplorano la rete e ugualmente esplorano le realtà urbane);
2-Normal Breakers (nuovi ribelli normalizzati ma molto attenti ai loro valori e che siano rispettati nei prodotti che acquistano);
3-Sense girls (donne tra 20 e 40 anni, con una sensualità e una raffinatezza spiccata, sono legate all'estetica asiatica e cercano prodotti in cui l'etica si coniughi con l'estetica: prediligono il low cost ma a patto che sia bellissimo);
4-Plesure growers (sessantenni che sono in sintonia con le Sense girls e che sono grandi viaggiatori: vacanze di lusso ma vita low cost).
Le calzature della stilista Anna Paola Pascuzzi su Julia Sport Woman 132
Eccovi le calzature di Anna Paola Pascuzzi, prodotte da Calzarium, Roma, pubblicate sulla rivista Julia Sport Woman, N°132 di Ars Arpel
Aiabuna al "Fuori salone" a Milano, fiera del mobile
AiaBuna:"Ho l'immenso piacere di invitarvi alla mia prima Esposizione durante la settimana del design a Milano. Perteciperò al "Fuori Salone" presentando un progetto in cartone alveolare. L'idea è quella di rendere più ludico il concetto di arredamento e farsì che ognuno scelga liberamente quale uso fare dei diversi moduli che posso infatti diventare: parete divisoria, libreria, seduta come anche piano d'appoggio e creare così paesaggi bidimensionali o tridimensionali.
Il cocktail party è sia martedì 21 aprile che sabato 25.
Qui sotto lascio i miei contatti. Io sarò in Via Volta al numero 15 tutta la settimana, ma per esser certi di trovarmi fatemi uno squillo o mandatemi un messaggio e io arriverò. Un forte abbraccio."
Hi my dear friends, I'm proud to invite you to my first exbition during the design week, I will partecipate to the "Fuori Salone" showing a project in cardboard. Looking forward to see you there next week. Hope you will enjoy with me also from far away! ^^ A huge hug. aiabuna.
Salut mes amis, j'ai le plaisir de vous inviter à ma première exposition pendant le salon de meubles à milan. je parteciparai au "Fuoi Salone" avec un project en carton. Au plaisir de vous voir pendant la prochaine semaine. je v'embrasse et a bientot. ^^ aiabuna
Hola a todos, con inmenso placer los invito a mi primera exposiciónn que tendrá lugar durante la Semana del Design en Milán. Participaré precisamente en el "Fuori Salone" presentando un proyecto en cartón alveolar. Espero de verlos pronto. Un abrazo. ^^ aiabuna
...c'è sempre bisogno di un po' d'aiabuna..
e-mail: aiabuna@aiabuna.it
web-site: http://www.aiabuna.it/
Il cocktail party è sia martedì 21 aprile che sabato 25.
Qui sotto lascio i miei contatti. Io sarò in Via Volta al numero 15 tutta la settimana, ma per esser certi di trovarmi fatemi uno squillo o mandatemi un messaggio e io arriverò. Un forte abbraccio."
Hi my dear friends, I'm proud to invite you to my first exbition during the design week, I will partecipate to the "Fuori Salone" showing a project in cardboard. Looking forward to see you there next week. Hope you will enjoy with me also from far away! ^^ A huge hug. aiabuna.
Salut mes amis, j'ai le plaisir de vous inviter à ma première exposition pendant le salon de meubles à milan. je parteciparai au "Fuoi Salone" avec un project en carton. Au plaisir de vous voir pendant la prochaine semaine. je v'embrasse et a bientot. ^^ aiabuna
Hola a todos, con inmenso placer los invito a mi primera exposiciónn que tendrá lugar durante la Semana del Design en Milán. Participaré precisamente en el "Fuori Salone" presentando un proyecto en cartón alveolar. Espero de verlos pronto. Un abrazo. ^^ aiabuna
...c'è sempre bisogno di un po' d'aiabuna..
e-mail: aiabuna@aiabuna.it
web-site: http://www.aiabuna.it/
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