Milano Fashion Week 2022 sostenibile?


Dopo aver visto le passerelle di Milano piene di paillettes e sbrilluccichii per un evidente inno alla rinascita, dopo la pandemia, e un inno a risplendere (nonostante la guerra in Ucraina) ci si chiede: ma i capi sono sostenibili?

Visto che sulla stampa il concetto sostenibilità non è stato contemplato nella descrizione delle sfilate. 

Mentre il tutto ancora è stato comunicato al pubblico, in termini di evocazione di sogni, di affermazione di tratti di personalità e di forte impatto emotivo, continuando ad avallare il legame della moda con l'impulso all'acquisto, alla immediatezza, insomma ad una soddisfazione istantanea senza pensieri. 

Ma i pubblico non è  consapevole dei disastri ecologici a cui la moda contribuisce? Non ha coscienza? Non ha maturato valori ecologici forti?

Controllando su Vogue si trova questo articolo: https://www.vogue.it/moda/article/milano-fashion-week-2022-moda-sostenibile in cui si parla di brand emergenti che praticano progetti sostenibili. 

Non si parla di top player che di fatto non hanno comunicato questa importante leva commerciale nella narrazione dei loro outfit. 

Si assiste ad una forte amnesia comunicativa da parte dei migliori brand della moda? 

Oppure l'eco-design è una mera utopia negli uffici stile?

Viene da pensare al Bla Bla Bla di Greta Thunberg ed è sconfortante vedere come ancora il mondo faccia fatica ad abbracciare questa necessaria rivoluzione culturale e valoriale.

Si può concludere che per ora la sostenibilità rimane alla periferia del mondo della moda. 

Eppure tanti passi da parte dei produttori di materiali sono stati fatti.

Quando il fashion marketing utilizzerà la sostenibilità, come da sempre fa col glamour, per vendere i prodotti moda?