Dagli ulivi agli scogli l'ultimo business dei ladri di paesaggio

Dagli ulivi agli scogli l’ultimo business dei ladri di paesaggio

di GIULIANO FOSCHINI   13 Settembre 2013
36
da  La Repubblica

La merce va al nord: centomila euro per ricostruire un’intera zona
di Giuliano Foschini


Un pezzo di paesaggio pugliese in una villa in Brianza: l’ulivo secolare, il muretto a secco, il trullo. La scogliera sarda in una piscina sul litorale romano. Un casale umbro in Veneto, la terra rossa della Valle d’Itria all’Argentario. In Italia esiste un mercato assai particolare in grado di annullare la geografia, alterare l’ambiente e molto spesso consegnarsi al kitsch: è il mercato dei ladri di paesaggio. Sono contadini, vivaisti, architetti di esterni che si offrono di prendere un pezzo di un territorio e di riproporlo uguale e identico in qualsiasi parte d’Italia, anche a migliaia di chilometri di distanza.


Non lo fanno per bellezza, ma per denaro. Tanto: un albero secolare può costare anche diecimila euro, compreso di espianto e reimpianto. Mentre per ricostruire una zona si arriva a centomila euro.
La regione che più delle altre viene saccheggiata è la Puglia, che ha nel suo territorio agricolo specificità chiare, a tratti uniche: gli ulivi secolari, per l’appunto. Ma anche la terra rossa nella quale crescono, i muretti a secco e addirittura i trulli. Ci sono vivai che vendono pacchetti interi mentre basta fare un giro su Internet per comprare un ulivo secolare. I prezzi variano dai mille ai cinquemila euro (compresi di trasporto e impianto), per realizzare un trullo non si va sotto i ventimila a cono mentre i muretti a secco, con pietre originali, non costano meno di 300 euro a metro quadrato. «Il mercato è florido, da quanto ci risulta le richieste sono molto alte» spiegano le forze di polizia che da anni hanno dichiarato guerra a questi predoni. Soltanto quest’anno ci sono stati un centinaio di sequestri: l’ultimo, effettuato dalla Finanza, è di sabato scorso quando su un camion sono stati trovati tre ulivi appena spiantati pronti a partire per un vivaio del Nord.


«Il vero problema - spiega il vice presidente nazionale di Legambiente, Edoardo Zanchini - è che non esistono leggi che tutelano un
bene importante come il paesaggio. Proprio la Puglia ha, col governo Vendola, varato una legge importante per tutelare gli ulivi secolari. Ma evidentemente c’è qualcosa che non funziona, visto che il mercato non si è mai fermato: proprio l’altro giorno, con Goletta Verde, eravamo all’Argentario e ci siamo accorti che improvvisamente era spuntato un enorme ulivo secolare». Legambiente ha avviato una ricognizione per verificare i danni dei predoni del paesaggio. «È incredibile quello che è successo sulla costa dove è cambiata la morfologia: per creare spiagge laddove non ce n’erano, e creare accessi al mare dove esistono scogliere, sono state sbancate
dune, rubata spiaggia qui e là che ha cambiato proprio la linea della costa».


«Effettivamente questo è un fenomeno
nuovo però dal nostro punto di vista molto affascinante» commenta Mauro Agnoletti, professore della facoltà di Agraria dell’Università di Firenze e coordinatore della commissione di paesaggio
agrario al ministero dell’Agricoltura. «Si sta riscoprendo l’importanza del paesaggio e non della singola pianta, ma dell’intero ambiente. Però il paesaggio va curato, restaurato ma non stravolto come sta accadendo anche perché non esistono catalogazioni e normative specifiche». Il professore cita per esempio il caso di querce secolari «prenotate l’anno precedente e poi spiantate con i bulldozer e le gru per essere trasportate in ville private. Ma anche alberi di agrumi, magari caratteristici della Sicilia, che finiscono al Nord. Il problema è che deve esistere una differenza tra una pianta e un soprammobile».

Stilinga pensa che i vivaisti, gli architetti di esterni, i contadini, ma soprattutto i clienti che comprano tali scempi siano zotici, disumani ed ignoranti, oltre che miopi e cretini: che ci fa un ulivo centenario in Brianza? prende l'umido? e che ci fa un trullo o un muretto a secco originale pugliese in Veneto? ammira la nebbia padana?
Come si fa a non capire che certe realtà naturali e culturali sono espressione di condizioni uniche e impossibili da replicare ovunque? e poi, ma che NOIA! vai a nord e trovi la Puglia? e allora non ci vai più in Puglia! e uguale per la Sardegna e la Sicilia... Cari oriundi del sud, se svendete la vostra natura e la vostra terra per soldi, vedrete quanto costa poi rimettere mano al vostro habitat! E poi vi mangerete i soldi?
Stilinga propone anche per esempio di spiantare le ville venete e ricostruirle in Calabria, oppure di spostare Colle Brianza  in Lucania, giusto per vedere l'effetto che fa.