L'Italia non è un paese per freelance

L’Italia non è un paese per FREELANCE

Sicuramente questo sarà l’ennesimo articolo sulla materia, premetto che il titolo non è un plagio ad altri post intitolati nel solito modo e non è un trucchetto SEO per scalare le classifiche, ne ho già visti di articoli su vari blog intitolati così, ce ne sono molti, la verità però é che questo non è un titolo ma un pensiero, il primo pensiero che mi è venuto a mente questa settimana appena terminato di vedere il video di Alessandra Farabegoli dedicato a come calcolare costi e guadagni per un freelance italiano armato di partita IVA.
Già scosso il giorno prima per un’osservazione fatta dalla mia amica Ilaria Barbottisu Facebook, dove raccontava con suo sommo stupore come il suo secondo anno da freelance è stato in un attimo dissanguato appena le hanno presentato la sua prima dichiarazione dei redditi, ho affrontato quindi la visione del video di Alessandra intitolato “I conti della serva” con il fiato sospeso, speravo rivelasse alemeno una verità a me ancora sconosciuta, ahimè no, ecco che appare sempre lei: “The Awful Truth”.
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Negli ultimi due anni mi è capitato spesso in situazioni ufficiali e non di raccontare a giovani startupper o a neo-partite Iva del mio settore professionale, il digital, che per guadagnare 1 devono fatturare almeno 3, meglio 4. 
Questa è una realtà che spesso a questi ragazzi non viene raccontata da chi invece dovrebbe, da chi li incita ad avviare una propria carriera autonoma solo perché “il lavoro non c’è più quindi te lo devi inventare”, una realtà che è anche spesso occultata e dimenticata a se stessi nel momento fatidico della compilazione di quel maledetto preventivo che viene calcolato sempre senza dare il reale valore del servizio offerto ma pensando solo a farlo accettare dal cliente.

Con queste condizioni di partenza e per stare sul mercato che li si pone davanti, il freelance si vende un bel sito web a €1000, ci spende due settimane di tempo sopra, attende almeno due mesi per avere il saldo e alla fine, se tutto va bene, li rimarranno in tasca €300. Quanti siti web puo riuscire questo ragazzo a fare in un mese per poter aver una parvenza di stipendio dignitoso?
Se poi si è ripiegato alla soluzione del regime dei minimi si può stare un po’ più larghi ma non scordiamoci che il perimetro di azione in questo caso è vincolato ai €30mila lordi di fatturato all’anno, che a questi va poi tolto un bel 27% di INPS per una pensione che non vedrà mai nessuno, un 5% di imposte, tutte le varie ed eventuali e quel che resta poi è “stipendio”.

Da sapere: terminato il regime dei minimi e entrando nel regime ordinario, per guadagnare i soliti soldi dell’anno prima si dovrà fatturare almeno il triplo, se non di più.
Ingiustizie
  • se ti senti male non sei tutelato
  • se un cliente non ti paga non sei tutelato
  • se hai una famiglia non sei tutelato, non hai assistenza di nessuna natura, non hai assegni familiari o benefit vari, questo vale sia che tu abbia uno o 8 figlioli
  • le ferie non sono un diritto, le ferie non esistono proprio
  • chiunque può entrare sul mercato dove si opera, praticare prezzi al ribasso, viziare e danneggiare lo stesso mercato e poi uscirne pulito lasciandoti vittima e colpevole nel solito momento
Raccomandazioni
  • non fare investimenti a lungo termine di qualsiasi natura
  • riuscire se è possibile ad ottenere computer, software e accessori elettronici con la formula del leasing operativo ma non oltre i 24 mesi di impegno
  • non indebitarsi per pagare le tasse, fatto anche una sola volta si entra in un loop da cui non ci esce mai
  • se non ti puoi mantenere un ufficio gratis ripiega su uno spazio di co-working, in alternativa lavora a casa, devi solo ingegnarti per trovare un luogo d’incontro per i tuoi clienti
Consigli
  • resistere, resistere e resistere
  • se non si resiste resta solo l’espatrio
Se qualcuno si aspettava da questo mio post l’incitazione allo sciopero fiscale o addirittura alla rivoluzione ha sbagliato proprio. Le mie sono semplici conclusioni messe nero su bianco, con la speranza che qualche “incosciente” ne prenda atto e s’illumini prima di fare qualche scelta sbagliata, questa sì che sarà la mia più grande soddisfazione.
Chiedo alle mosche bianche di non iniziare a scrivere che loro non hanno problemi, che ce la fanno alla grande, che stanno di lusso perchè i loro clienti sono “amazing”: carissimi voi siete mosche bianche, siete fortunati, non fate media, non siete l’Italia che voleva semplicemente vivere del lavoro che fa con passione senza grandi pretese o ambizioni imprenditoriali.
Chiudo ricordando nuovamente che…
in Italia un libero professionista o freelance che si dica per poter mettersi in tasca puliti €1000 al mese ne deve fatturare almeno €4000, il solito mese naturalmente.
Buon lavoro a tutti.