In Italia il lavoro manca, sono circa 35 anni che Stilinga se lo sente ripetere, non solo per tutto questo tempo codesto motivetto è stato ripetuto a cantilena, ma anche è diventato la base per promuovere il lavoro nero, il lavoro precario, quello non tutelato, etc. etc..
Ora, Elsa Fornero deve (le è stato imposto dai burocrati europei) eliminare e/o modificare l'art. 18.
E lo fa giustificando tale azione in nome della crescita italiana.
Cioè: il lavoro non c'è e allora per farlo ripartire, si tagliano le tutele? e non ci si pone la seguente semplice domanda: come mai il lavoro in Italia latita? e come mai latita pure in Europa (almeno in quella meridionale)?
La risposta è altrettanto ovvia: il lavoro non latita, nè in Italia nè in Europa, latita la voglia di pagare contributi, stipendi degni di questo nome, tasse, etc. anche perchè oggi i capitalisti senza cuore e senza senno auspicano di attuare il metodo cinese in Europa: lo schiavismo.
Allora i capi Europei invece di riportare tutti i loro concittadini indietro di secoli, in nome della falsa produttività, farebbero bene ad associarsi tra loro per fare pressioni su chi invece ha distrutto il nostro mercato: i capitalisti sfruttatori e gli speculatori di borsa che vogliono tagliare welfare, diritti e prospettive in nome del loro profitto. A breve, medio e lungo termine questa ideologia pazza porta alla rivolta e poi alla rivoluzione.
Ne saranno consci costoro? o è meglio buttare il tutto in "caciara" e ci si culla sull'art.18? è questo articolo la causa della recessione? davvero? Ma alzare i dazi ai prodotti extraeuropei? e lottare contro lo sfruttamento dei popoli? e fare pagare in solido chi ha martoriato le finanze di paesi come la Grecia? no?