E' normale che le borse affondino: in questi anni solo la disoccupazione è in crescita assieme con la delocalizzazione.
L'affondamento quotidiano dell'economia internazionale, gli scontri di Londra, le rivolte nel nord Africa, etc., etc. sono sintomi della stessa malattia poco e malissimo affrontata e governata: la globalizzazione.
Strano che i capitalisti, i capitani d'azienda, i manager abbiano pensato che la fabbrica del mondo cinese non avrebbe intaccato le fortezze economiche USA ed europee.
Ma, e questo è gravissimo, delocalizzare significa lasciare macerie sociali nei paesi di provenienza che si sono impoveriti e (attenzione) hanno smesso di comprare (con quali soldi? visto che se si è in cassa integrazione o peggio, a zero euro o zer dollari e allora non c'è proprio lo stimolo ad acquistare?) e se il mondo occidentale smette di consumare (la robaccia economica e usa e getta prodotta in fretta da lavoratori asiatici, dell'est, africani, etc.etc. sfruttatissimi e senza quasi diritti), la globalizzazione si impalla.
Del resto non c'è mercanzia che tenga: la qualità è scomparsa e lo stimolo, ammesso che ci siano i soldi per "consumare" è incenerito.
La cosa bislacca è che i papaveri teorici dell'economia e appunto coloro che hanno sostenuto la delocalizzazione e la globalizzazione non si siamo immaginati la macelleria sociale che determinavano nel mondo occidentale che ora giustamente non ha possibilità di continuare a consumare.