Allarme di Lagarde: "Sessismo sul lavoro c’è un complotto contro le donne"

La direttrice del Fondo monetario: “In troppi paesi le restrizioni legali cospirano per impedirci di essere economicamente attive”

Renzi annulla il primo autogol! Bloccato aumento inps!

da: http://www.actainrete.it/2015/02/renzi-annulla-il-primo-autogol-bloccato-aumento-inps-gs/

Renzi annulla il primo autogol: bloccato aumento INPS GS!

| 17 FEBBRAIO 2015 | LETTO: 3.785 VOLTE | 22 COMMENTI | AUTORE:  | SHORT URL |
È stata dura, ma alla fine il Governo ha dovuto fare marcia indietro. Nel decreto mille proroghe questa mattina alle 5 è passato un emendamento che per i professionisti iscritti alla gestione separata riporta la contribuzione INPS al 27,72%. Lo hanno annunciato via Twitter Chiara Gribaudo e Antonio Misiani, due parlamentari che si sono impegnati per questo.
La nostra azione è stata fondamentale per imporre un cambio di direzione. Il Governo Renzi, a differenza dei due governi precedenti, non era intervenuto per impedire l'aumento della contribuzione. La disponibilità nei nostri confronti era una disponibilità a costo zero. Ma grazie alle nostre iniziative sui media e sui social media siamo riusciti a portare le nostre questioni al centro dell'attenzione politica. E si è attivata la ricerca di fondi che ha portato all'approvazione del blocco, nonostante le forti resistenze del Ministero dell'Economia.
Insomma abbiamo vinto una prima battaglia!
Un grande ringraziamento a tutti voi che ci avete sostenuto!
Ora il nostro impegno si concentrerà sulle tante altre questioni ancora in sospeso: regime dei minimi, equità fiscale, malattia, pensione...e naturalmente a bloccare in maniera definitiva l'aumento dei contributi INPS
Abbiamo bisogno del sostegno di tutti i freelance. Questa è la dimostrazione che uniti siamo più forti.

Il mitico, sbrindellato ministro Varoufakis arriva in moto e sfratta la Troika

Lo diceva pure Gad Lerner che Varoufakis è di tendenza: 

http://www.gadlerner.it/2015/01/30/il-mitico-sbrindellato-ministro-varoufakis-arriva-in-moto-e-sfratta-la-troika

Il mitico, sbrindellato ministro Varoufakis arriva in moto e sfratta la Troika


A volte il confronto estetico esprime già una differenza di contenuti sostanziale. Inappuntabile nella sua grisaglia d’ordinanza, oggi a Atene il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem è disceso da una berlina blu, scortata da un’altra berlina blu, per incontrare il nuovo ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis. Che nel frattempo arrivava all’appuntamento a bordo della sua motocicletta, con zainetto in spalla, e la solita camicia fuori dai pantaloni.

Lo sbrindellato ministro Varoufakis “fa figo” e inaugura una nuova tendenza perchè è autentico: si capisce che la sua non è una posa costruita. Gli viene naturale, e così trasmette un messaggio che appare dirompente proprio perchè è dirompente nella sostanza: d’ora in poi la Grecia non tratterà più con la Troika, cioè con l’organismo formato da Commissione europea, Banca Centrale europea e Fondo monetario internazionale, che di fatto l’ha commissariata negli ultimi quattro anni. Brruuum, brruum! Quando Varoufakis lo ha ripetuto davanti alle telecamere, il compassato Dijsselbloem pareva decisamente irritato. Due concezioni opposte dell’economia entrano in rotta di collisione. Con cortesia, ma senza neanche infilare la camicia nei pantaloni. Mitico Varoufakis!

Novità dalle sfilate di moda uomo? ma meglio il nuovo mondo uomo che viene da...

Dopo le sfilate di moda uomo, discutibili assai in quanto a novità e a rappresentazione della contemporaneità, vediamo, anzi siamo illuminati da un'intuizione forte, semplice e chiara: il nuovo mondo uomo viene dalla Grecia.

Basta dare un'occhiata al carisma di Yanis Varoufakis:
http://www.repubblica.it/economia/2015/02/03/foto/ministro_delle_finanze_greco_varoufakis_arrivato_a_roma-106435459/1/?ref=HREC1-8#1

I veri uomini non portano la cravatta e la camicia la portano di fuori. E diciamo finalmente! Troppo obsoleto l'oggetto cravatta, da troppi anni al collo dei maschi, era ora!

Hanno sguardi importanti che colpiscono, profumano di realtà e se decidono di sfidare la troika lo fanno presentandosi in moto con giacca di pelle e scarpe non proprio nuove, ma vissute.

Soprattutto quanto hanno in testa e come ottenere quello che vogliono per il loro popolo fa la differenza: è carattere e personalità e le mode li seguiranno, eccome se li seguiranno.

Lo scempio che lo Stato Italiano fa dell'Inps!



Le pensioni : ancora silenzio!!

Ieri sera è andata in onda l’ennesima puntata di inchiesta sull’iniquità del sistema pensionistico italiano, una puntata di PRESA DIRETTA su Rai TRE in prima serata dal titolo inequivocabile “Il buco delle pensioni”, nella quale si sono ancora una volta messe in evidenza le storture, gli sprechi e i privilegi, le difficoltà dell’INPS e la sua cattiva gestione, le politiche cieche e assolutamente incongruenti dei Governi passati e dell’immobilismo del Governo attuale, spargendo qua e là informazioni sul futuro “povero” pensionistico dei cittadini italiani soprattutto di tutti coloro che andranno in pensione con il “puro sistema contributivo”! 

Una puntata che al solito ha dato la parola ad esperti, a politici e a tecnici, che ha lasciato sfogare i cittadini colpiti dalla impietosa macchina dell’INPS, stretti fra Durc ed Equitalia, e che fra l’altro ha messo in onda una recente intervista rilasciata dal prof. Tito Boeri prima di essere nominato Presidente dell’Inps, nella quale egli stesso si scaglia contro l’insostenibilità dell’intero sistema previdenziale italiano soprattutto nella ingiustizia degli importi pensionistici maturati con i vecchi sistemi: insomma anche ieri è stato lanciato l’ennesimo allarme sulla drammaticità del futuro pensionistico! 

Sono state ricordate inoltre le scellerate gestioni dell’INPS in merito al suo patrimonio (si pagano affitti per le sedi Inps per 50 milioni all’anno, quando gli stessi immobili erano dello stesso….INPS!) e le mirabolanti scelte sulle rendite vitalizie dei politici e quelle dei manager con punte di pensioni lorde pari a circa 90.000 euro mese!

 Inoltre è stata sottolineata la scelta “strategica” del Governo Monti di far confluire l’INPDAP (settore Pubblico) all’interno dell’INPS portandosi dietro l’enorme debito accumulato negli anni, cui i cittadini sono stati chiamati a ricoprire! 

Una scellerata gestione dell’Ente nato per i dipendenti pubblici nel quale lo Stato è “datore di lavoro” e quindi tenuto ad assolvere per legge al suo compito primario: versare i contributi dei propri dipendenti, cosa chiaramente non avvenuta negli anni e così alla fine pur di “truccare” conti e bilanci questo buco enorme, è stato consegnato all’INPS!! 

Come infine non essere sconvolti dall’ennesima e chiara dimostrazione di “follia” tipicamente italiana quella per la quale sono i più poveri e i più deboli a sopportare oggi con i propri contributi il peso di tutto ciò (le partite iva, i precari, i cococo, gli stranieri ecc.) con la promessa di vedersi restituire……nulla in futuro!!

La domanda infine sorge spontanea : ma la politica cosa fa? Come interviene? Perché resta “muta”? Perché non agisce?

Ormai da tempo come “laboratorio” ci stiamo battendo duramente per porre la questione previdenziale al centro della scena politica, stiamo “urlando nel deserto” e continueremo a farlo finchè avremo voce, dentro e fuori dal nostro stesso partito, perché la “questione previdenziale” non è una questione di partito o schieramento politico o ideologica e non possiamo più permetterci di affrontarla “domani”, nel futuro, ma è una questione d’oggi, del presente, è una questione che non può più essere procastinata e dev’essere affrontata con estrema urgenza!!!!

Barbara Spinelli: Tsipras, la divina sorpresa

da www.ilfattoquotidiano.it



Nella storia francese, quel che è accaduto domenica in Grecia ha un nome: si chiama “divine surprise”. 
Il maggio 68 fu una divina sorpresa, e prima ancora – il termine fu coniato da Charles Maurras – l’ascesa al potere di Pétain. 
La storia inaspettatamente svolta, tutte le diagnosi della vigilia si disfano. 
Fino a ieri regnava l’ortodossia, il pensiero che non contempla devianze perché ritenuto l’unico giusto, diritto. 
L’incursione della sorpresa spezza l’ortodossia, apre spazi ad argomenti completamente diversi. 
LA VITTORIA di Alexis Tsipras torce la storia allo stesso modo. 
Non è detto che l’impossibile diventi possibile, che l’Europa cambi rotta e si ricostruisca su nuove basi. Non avendo la maggioranza assoluta, Syriza dovrà patteggiare con forze non omogenee alla propria linea. 
Ma da oggi ogni discorso che si fa a Bruxelles, o a Berlino, a Roma, a Parigi, sarà esaminato alla luce di quel che chiede la maggioranza dei greci: una fondamentale metamorfosi – nel governo nazionale e in Europa – delle politiche anti-crisi, dei modi di negoziare e parlarsi tra Stati membri, delle abitudini cittadine a fidarsi o non fidarsi dell’Unione. Ricominciare a sperare nell’Europa è possibile solo in un’esperienza di lotta alla degenerazione liberista, alla fuga dalla solidarietà, alla povertà generatrice di xenofobie: è quel che promette Tsipras. 
I tanti che vorrebbero perpetuare le pratiche di ieri proveranno a fare come se nulla fosse. 
I partiti di centrodestra e centrosinistra continueranno a patteggiare fra loro – son diventati agenzie di collocamento più che partiti – ma la loro natura apparirà d’un tratto stantia; per esempio in Italia apparirà obsoleto qualunque presidente della Repubblica, se i nomi vincenti sono quelli che circolano negli ultimi giorni. 
Dopo le elezioni di Tsipras, anche qui sono attese divine sorprese che scompiglino i giochi tra partiti e oligarchie. 
Non si può naturalmente escludere che Tsipras possa deludere il proprio popolo, ma il pensiero nuovo che impersona è ormai sul palcoscenico ed è questo: non puoi, senza il consenso dei cittadini che più soffrono la crisi, decretare dall’alto – e in modo così drastico –il cambiamento in peggio della loro vita, dei loro redditi, dei servizi pubblici garantiti dallo Stato sociale. Non puoi continuare a castigare i poveri, e non far pagare i ricchi. Non esiste ancora una Costituzione europea che cominci, alla maniera di quella statunitense, con le parole “Noi, popoli d’Eu – ropa…”, ma quel che s’è fatto vivo domenica è il desiderio dei popoli di pesare, infine, su politiche abusivamente fatte in loro nome. L’establishment che guida l’Unione è in stato di stupore
Meglio sarebbe stato, per lui, che tra i vincitori ci fosse solo l’estrema destra di Alba Dorata, e che Syriza avesse fatto un’altra campagna: annunciando l’usci – ta dall’Euro, dall’Unione. 
Non è così, per sfortuna di molti: sin dal 2012, Tsipras ha detto che in quest’Europa vuol restare, che la moneta unica non sarà rinnegata, ma che l’insieme della sua architettura deve mutare, politicizzarsi, “basarsi sulla dignità e sulla giustizia sociale”. 
La maggioranza di Syriza – da Tsipras a eurodeputati come Dimitrios Papadimoulis o Manolis Glezos – ha scelto come propria bandiera il Manifesto federalista di Ventotene. DICONO che Syriza sfascerà l’Unione, non pagando i debiti e demolendo le finanze europee. Non è vero. Tsipras dice che Atene onorerà i debiti, purché una grossa porzione, dilatata dall’austerità, sia ristrutturata. 
Che gli Stati dell’Unione dovranno ridiscutere la questione del debito come avvenne nel ’53, quando furono condonati – an – che con il contributo della Grecia, dell’Italia e della Spagna – i debiti di guerra della Germania (16 miliardi di marchi). 
Che l’Europa dovrà impegnarsi in un massiccio piano di investimenti comuni, finanziato dalla Banca europea degli investimenti, dal Fondo europeo degli investimenti, dalla Bce: è la “modesta proposta” di Yanis Varoufakis, l’economista candidato di Syriza in queste elezioni. Quanto al dissesto propriamente greco, Tsipras ne ha indicate le radici anni fa: i veri mali che paralizzano la crescita ellenica sono la corruzione e l’evasione fiscale. 

È un fatto che la nostra cleptocrazia ha stretto un’alleanza con le élite europee per propagare menzogne, sulla Grecia, convenienti per gli eurocrati ed eccellenti per le banche fallimentari” (Tsipras al Kreisky Forum di Vienna, 20-9-2013). 

Questi anni di crisi hanno trasformato l’Unione in una forza conflittuale, punitiva, misantropa. Hanno svuotato le Costituzioni nazionali, la Carta europea dei diritti fondamentali, lo stesso Trattato di Lisbona. Hanno trasformato i governi debitori in scolari minorenni: ogni tanto scalciano, ma interiorizzano la propria sottomissione a disciplinatori più forti, a ideologi che pur avendo fallito perseverano nella propria arroganza. 
Quel che muove Tsipras è la convinzione che la crisi non sia di singoli Stati, ma sistemica: è crisi straordinaria dell’intera eurozona, bisognosa di misure non meno straordinarie. Tsipras rimette al centro la politica, il negoziato tra adulti dell’Unione, la perduta dialettica fra opposti schieramenti, il progresso sociale. L’accordo cui mira “deve essere vantaggioso per tutti”, e resuscitare l’idea postbellica di una diga contro ogni forma di dispotismo, di riforme strutturali imposte dall’alto, di lotte e falsi equilibri tra Stati centrali e periferici, tra Nord e Sud, tra creditori incensurati e debitori colpevoli.

Il Fatto Quotidiano, 27 gennaio 2015