Stilinga ha intervistato l'emergente e talentosa truccatrice Elisabetta Notte. Di seguito alcuni esempi del suo lavoro.
Stilinga: Elisabetta, come hai iniziato la tua carriera da truccatrice?
Frequentando un corso da estetista di due anni in cui davano delle nozioni sul trucco e da quel corso ho capito che la mia vera passione era diventare truccatrice, così dopo alcuni anni mi iscrivo all’accademia di trucco professionale di Roma dove vengo preparata da degli insegnanti veramente qualificati. L’accademia mi ha dato i primi lavori, cioè i primi servizi fotografici e da lì sono andata avanti da sola collaborando con alcuni fotografi.
Stilinga: Quale è, se c'è, il truccatore che ti ha ispirato maggiormente e che consideri un tuo punto di riferimento, sia nell'ambito della moda che in quello dello spettacolo in generale?
Stefano Anselmo senza dubbio, che è anche il truccatore di Mina, Anna Oxa e tanti altri.
Stilinga: Vuoi descrivere la tua idea di trucco?
Il trucco è un’arte antichissima, è l’arte di rendere perfetta e affascinante l’immagine di una donna. Il trucco è armonia, è luce, è armonia delle forme, è il gioco dei chiaro-scuri che danno forma e tridimensionalità.
Stilinga: Che obiettivi ti poni quando trucchi qualcuno?
Innanzitutto cerco di soddisfare le esigenze del set, quindi del fotografo e della stylist. Quando invece non ci sono richieste particolari di trucco, il mio obiettivo è enfatizzare il volto della modella, nascondendo eventuali difetti.
Stilinga: Qual'è la cifra stilistica che ti distingue da qualsiasi altro truccatore?
Non so quale sia la mia cifra stilistica, comunque ciò che mi contraddistingue è la realizzazione di un trucco pulito.
Stilinga: Sei una truccatrice con interessi molteplici, qual'è l'ambito che prediligi e in cui in futuro vorresti esprimerti maggiormente?
Sicuramente vorrei esprimermi maggiormente nell’ambito della moda, quindi nel backstage delle sfilate di alta moda e nei set dei servizi fotografici. Ma comunque non mi tiro indietro se vengo chiamata per il cinema o per il teatro. Quello del make up è un mondo bellissimo in qualsiasi ambito ci troviamo.
Stilinga: Come hai costruito la tua carriera?
Per costruire una carriera bisogna prima studiare, impegnarsi veramente. Non bisogna lasciarsi abbattere dalle delusioni,dalle sconfitte che ci si presentano davanti. Bisogna sempre credere in quello che si fa, perché prima o poi le soddisfazioni arrivano; prima o poi il successo arriva.
Stilinga: Che consigli daresti alle donne per truccarsi e migliorare il loro aspetto?
Il mio consiglio è quello di non eccedere con i colori perché un make up pesante involgarisce e invecchia.
Stilinga: Quali sono i prodotti base a cui una donna non dovrebbe mai rinunciare per essere a posto?
Una donna non dovrebbe mai rinunciare alla matita per gli occhi, al mascara che apre lo sguardo e al rossetto che dà quel tocco di luce in più.
Stilinga: Che indicazioni ti senti di dare ad un giovane truccatore in erba che volesse emergere?
Di imparare anche guardando gli altri professionisti truccare. Di non pensare mai di essere arrivati, c’è sempre da imparare.
Stilinga: Quali piani/obiettivi hai per il futuro?
Diventare una bravissima make up artist! Il mio obiettivo è quello di essere sempre preparata tenendomi sempre aggiornata sulle nuove tendenze e sui nuovi prodotti. Non mi dispiacerebbe essere una delle più richieste!
Maggiori info: elisabettamakeup@libero.it
http://www.elisabettamakeup.com/
This is the fashion blog of Stilinga, a fashion designer who works from home. She is from Rome, Italy and she writes about trends, things she loves to do in Rome and art. Questo è il fashion blog, e non solo, di stilinga (una stilista che lavora da casa - è una stilista-casalinga) e che spesso tra una creazione di moda e l'altra, tra ricerche e fiere, si occupa anche del suo quotidiano e del contesto in cui vive.
Apriamo un nuovo dibattito su Who Is on next?
Cari lettori,
Stilinga, dopo l'annuncio dei vincitori del concorso Who is on Next? ha deciso di aprire, or ora, un nuovo dibattito proprio sullo stesso e vi chiede di partecipare, se volete, con commenti sul concorso, sui prodotti presentati e sui vincitori.
Rimaniamo in attesa di vostri post.
Il nostro fine è dare voce agli internauti!
Stilinga, dopo l'annuncio dei vincitori del concorso Who is on Next? ha deciso di aprire, or ora, un nuovo dibattito proprio sullo stesso e vi chiede di partecipare, se volete, con commenti sul concorso, sui prodotti presentati e sui vincitori.
Rimaniamo in attesa di vostri post.
Il nostro fine è dare voce agli internauti!
No i-60.Fermiamo la costruzione del quartiere I-60 a Grottaperfetta!
Stilinga lancia un appello a tutti gli abitanti del Municipio XI di Roma e non solo: Fermiamo la costruzione dell' I-60!
Diverse associazioni cittadine come Stop-i60, Ottavocolle e Forteardeatino oltre ad Italianostra si sono riunite ieri per confrontarsi con Andrea Catarci (minisindaco del Municipio XI) e Alberto Attanasio (assessore all'Urbanistica e ai Lavori Pubblici del Municipio XI).
Alla riunione era stato invitato e si aspettava l'assessore del comune Marco Corsini Assessore all'Urbanistica del Comune di Roma, che non si è presentato e ha sottolineato, con tale comportamento, la distanza e l'incomunicabilità verso la cittadinanza romana.
Di fronte all'iniziale sentimento di rinuncia e di volontà di perseguire il male minore, sentimento espresso da Attanasio, i cittadini che hanno partecipato all'incontro, svoltosi nella Casa del Municipio , si sono dichiarati decisamente contro la costruzione del nuovo quartiere-mostro I-60.
La cittadinanza può far cambiare il piano regolatore e può far tornare indietro il Comune sulle decisioni prese dai politici, si dovrà lottare e lo si farà per evitare lo scempio di appartamenti e palazzoni alti 8 piani, costruzioni di pregio (?) da vendere a caro prezzo, in una zona paesaggistica di notevole bellezza e ricca di reperti archeologici da salvaguardare e tutelare in modo rispettoso e consono.
La cittadinanza auspica la restituzione dell'area verde per creare un parco fruibile dai tanti cittadini che abitano in quella zona.
Del resto Roma 70, Rinnovamento sono quartieri con nessun punto di incontro, nessuna piazza, nessun servizio e pochissimi collegamenti di autobus.
Inoltre in quei quartieri esistono molti edifici abbandonati e vuoti e non si capisce per qual motivo gli stessi non vengano riadattati da uso ufficio (molte le aziende che hanno chiuso) ad uso abitativo e magari popolare.
Maggiori info su youtube:
http://www.youtube.com/user/NoSpeculazioni
Diverse associazioni cittadine come Stop-i60, Ottavocolle e Forteardeatino oltre ad Italianostra si sono riunite ieri per confrontarsi con Andrea Catarci (minisindaco del Municipio XI) e Alberto Attanasio (assessore all'Urbanistica e ai Lavori Pubblici del Municipio XI).
Alla riunione era stato invitato e si aspettava l'assessore del comune Marco Corsini Assessore all'Urbanistica del Comune di Roma, che non si è presentato e ha sottolineato, con tale comportamento, la distanza e l'incomunicabilità verso la cittadinanza romana.
Di fronte all'iniziale sentimento di rinuncia e di volontà di perseguire il male minore, sentimento espresso da Attanasio, i cittadini che hanno partecipato all'incontro, svoltosi nella Casa del Municipio , si sono dichiarati decisamente contro la costruzione del nuovo quartiere-mostro I-60.
La cittadinanza può far cambiare il piano regolatore e può far tornare indietro il Comune sulle decisioni prese dai politici, si dovrà lottare e lo si farà per evitare lo scempio di appartamenti e palazzoni alti 8 piani, costruzioni di pregio (?) da vendere a caro prezzo, in una zona paesaggistica di notevole bellezza e ricca di reperti archeologici da salvaguardare e tutelare in modo rispettoso e consono.
La cittadinanza auspica la restituzione dell'area verde per creare un parco fruibile dai tanti cittadini che abitano in quella zona.
Del resto Roma 70, Rinnovamento sono quartieri con nessun punto di incontro, nessuna piazza, nessun servizio e pochissimi collegamenti di autobus.
Inoltre in quei quartieri esistono molti edifici abbandonati e vuoti e non si capisce per qual motivo gli stessi non vengano riadattati da uso ufficio (molte le aziende che hanno chiuso) ad uso abitativo e magari popolare.
Maggiori info su youtube:
http://www.youtube.com/user/NoSpeculazioni
Apriamo un dibattito: ma il costo di spedizione di Posteitaliane inibisce l'e-commerce?
Buona vita a tutti!
Stilinga si è posta una domanda, dopo aver letto un articolo di La Repubblica di Vittorio Zambardino del 7.06.09, su come le Posteitaliane fossero inefficienti e care e allora ha pensato bene di aprire un dibattito sul tema: "ma Posteitaliane con i suoi costi esosi delle spedizioni, inibisce di fatto l'e-commerce in Italia?" .
Agli internauti lasciamo voce e spazio, cioè chiediamo di scrivere dei commenti a questo post.
Quindi Internauti di tutto il mondo scrivete e scrivete perché i vostri preziosi commenti in merito sono importanti!
Alcuni stralci dell'articolo di V. Zambardino per riflettere sul tema:
"(...) perché in Italia non è mai decollato il mercato delle vendite per corrispondenza? Per una storica difficoltà a consegnare in modo economico e puntuale un pacco..."
"(...) dove si consegna peggio nel mondo? in Italia e in Africa"
"(...) ci sarà una ragione perché Amazon non si è mai fidata di aprire in Italia."
Pubblico qui di seguito, per renderlo più visibile, il commento che ha lasciato Cicoria, e che ringraziamo per il contributo, in merito alla questione Posteitaliane:
"Le Posteitaliane hanno una serie di problemi, non solo quello dei costi.I costi per inviare un pacco all'estero sono assurdi. Se vuoi inviare, in altre nazioni, qualcosa che si possa monitorare dalla partenza sino al punto di consegna devi fare il Pacco Celere internazionale che parte da un minimo di € 25,25 sino ad andare su. Ma stiamo scherzando? Far pagare delle spese del genere? E sto parlando del pacco più piccolo, con peso minore ed in Europa. Allora bisogna optare per la raccomandata con ricevua di ritorno che è monitorabile fino a quando si trova nel territorio italiano... poi devi solo sperare che tutto vada bene. E che dire dei problemi di consegna? Dopo 2 fregature avute con merce prepagata e regolarmente partita dagli Stati Uniti (ho numero e data di spedizione) e mai arrivata a destinazione, non ordino più niente negli altri stati. La merce una volta arrivata in territorio italiano ha preso il volo, è sparita. Questo è limitare l'e-commerce, tarpare le ali a chi ha nuove idee. Vendere all'estero può significare lavoro per tanti e comprare materiali in altri stati può servire a creare nuove cose ad alimentare la creatività... Basta, ho il dentino così avvelenato per l'argomento posteitaliane che preferisco non parlarne più, altrimenti mi rovino la giornata. Una supergiornatacreativa a tutti."
Ecco un ulteriore commento in proposito, questo è di AnnieNoir:
In effetti è anche difficile affidarsi ad altri operatori per le spedizioni. Sui siti ufficiali mancano informazioni su tempi e costi...Altro che e-commerce in Italia! Siamo ancora agli albori della tecnologia
Continuate a commentare che il blog è una buona via anche per fare cambiare le cose che non funzionano in questo Paese!
Stilinga si è posta una domanda, dopo aver letto un articolo di La Repubblica di Vittorio Zambardino del 7.06.09, su come le Posteitaliane fossero inefficienti e care e allora ha pensato bene di aprire un dibattito sul tema: "ma Posteitaliane con i suoi costi esosi delle spedizioni, inibisce di fatto l'e-commerce in Italia?" .
Agli internauti lasciamo voce e spazio, cioè chiediamo di scrivere dei commenti a questo post.
Quindi Internauti di tutto il mondo scrivete e scrivete perché i vostri preziosi commenti in merito sono importanti!
Alcuni stralci dell'articolo di V. Zambardino per riflettere sul tema:
"(...) perché in Italia non è mai decollato il mercato delle vendite per corrispondenza? Per una storica difficoltà a consegnare in modo economico e puntuale un pacco..."
"(...) dove si consegna peggio nel mondo? in Italia e in Africa"
"(...) ci sarà una ragione perché Amazon non si è mai fidata di aprire in Italia."
Pubblico qui di seguito, per renderlo più visibile, il commento che ha lasciato Cicoria, e che ringraziamo per il contributo, in merito alla questione Posteitaliane:
"Le Posteitaliane hanno una serie di problemi, non solo quello dei costi.I costi per inviare un pacco all'estero sono assurdi. Se vuoi inviare, in altre nazioni, qualcosa che si possa monitorare dalla partenza sino al punto di consegna devi fare il Pacco Celere internazionale che parte da un minimo di € 25,25 sino ad andare su. Ma stiamo scherzando? Far pagare delle spese del genere? E sto parlando del pacco più piccolo, con peso minore ed in Europa. Allora bisogna optare per la raccomandata con ricevua di ritorno che è monitorabile fino a quando si trova nel territorio italiano... poi devi solo sperare che tutto vada bene. E che dire dei problemi di consegna? Dopo 2 fregature avute con merce prepagata e regolarmente partita dagli Stati Uniti (ho numero e data di spedizione) e mai arrivata a destinazione, non ordino più niente negli altri stati. La merce una volta arrivata in territorio italiano ha preso il volo, è sparita. Questo è limitare l'e-commerce, tarpare le ali a chi ha nuove idee. Vendere all'estero può significare lavoro per tanti e comprare materiali in altri stati può servire a creare nuove cose ad alimentare la creatività... Basta, ho il dentino così avvelenato per l'argomento posteitaliane che preferisco non parlarne più, altrimenti mi rovino la giornata. Una supergiornatacreativa a tutti."
Ecco un ulteriore commento in proposito, questo è di AnnieNoir:
In effetti è anche difficile affidarsi ad altri operatori per le spedizioni. Sui siti ufficiali mancano informazioni su tempi e costi...Altro che e-commerce in Italia! Siamo ancora agli albori della tecnologia
Continuate a commentare che il blog è una buona via anche per fare cambiare le cose che non funzionano in questo Paese!
Fruteiro do Brasil a Milano
In omaggio ad una lettrice di Milano che ha lasciato un commento positivo al mio ultimo post, segnalo a chi dovesse essere nei pressi della città di Sant'Ambrogio, un'oasi di salute, dove io, Stilinga, mi sono rinfrancata l'anima e il corpo dopo un lunghissimo giro di ricerca fashion in zona Corso Como.
Il locale è Fruteiro do Brasil che si trova in Via Cesare Correnti, 2 e in Via Rivoli, 2 a Milano.
Certo Mia Market sposa una filosofia di prezzo e di offerta imbattibile rispetto a Fruteiro che è abbastanza caro, ma l'idea sottesa ad entrambi coincide: salute, benessere e rispetto dell'ambiente.
E poi in preda a sete di frutta e di vitamine, mi è sembrata una bella oasi rigenerante!
Il locale è Fruteiro do Brasil che si trova in Via Cesare Correnti, 2 e in Via Rivoli, 2 a Milano.
Certo Mia Market sposa una filosofia di prezzo e di offerta imbattibile rispetto a Fruteiro che è abbastanza caro, ma l'idea sottesa ad entrambi coincide: salute, benessere e rispetto dell'ambiente.
E poi in preda a sete di frutta e di vitamine, mi è sembrata una bella oasi rigenerante!
Intervista al fotografo Thomas Toti
Stilinga ha intervistato il nuovo punto di riferimento della fotografia romana di moda e non solo: Thomas Toti.
Thomas è nato a Liverpool, ma vive a Roma, gira il mondo per realizzare servizi e nonostante la giovane età ha una lunga esperienza nel settore e una visione personale sul suo lavoro.
Stilinga: Come hai iniziato la tua carriera da fotografo?
Thomas Toti: non ricordo esattamente, ma avevo 13 anni quando mi regalarono la prima reflex.
Stilinga: Quale è, se c'è, il fotografo che ti ha ispirato maggiormente e che consideri un tuo punto di riferimento, sia nell'ambito della moda e della fotografia in generale?
T.T.: me stesso?
Stilinga:Vuoi descrivere la tua idea della fotografia?
T. T: condivido in pieno tutti gli scritti di Henrie Cartier bresson sul cogliere l'attimo.
Stilinga: Che obiettivi ti poni quando realizzi un servizio fotografico?
T.T.: di raggiungere il massimo, se il team è a pieno regime.
Stilinga: Sei un fotografo con interessi molteplici, qual'è l'ambito che prediligi e in cui in futuro vorresti esprimerti maggiormente?
T.T.: la moda e il cinema due cose che molto spesso cozzano meravigliosamente.
Stilinga: Come hai costruito la tua carriera?
T.T.: day by day.
Stilinga: Tu risiedi a Roma, ma hai vissuto all'estero, a Liverpool, che differenze hai notato nella concezione della fotografia tra la scena Romana e quella Inglese? Quali vantaggi e quali criticità?
T.T.: Beh, all'estero guardano il tuo portfolio prima di parlare di qualsiasi cosa/progetto/spesa , qui ho trovato che molti guardano prima il loro ultimo modello di cellulare poi ti chiedono quanto costi... è raro che capiti come all'estero, ma comunque ci sono pochi ma buoni clienti e io ne ho trovati!!!
Stilinga: Che indicazioni ti senti di dare ad un giovane fotografo in erba che volesse emergere?
T.T.: ...fotografa il piu possibile e qualsiasi cosa/persona ti capiti a tiro e in qualsiasi situazione...e benvenuto in trincea.
Stilinga:Quali piani/obiettivi hai per il futuro?
T.T.: essere sempre di piu me stesso.
Thomas Toti: non ricordo esattamente, ma avevo 13 anni quando mi regalarono la prima reflex.
Stilinga: Quale è, se c'è, il fotografo che ti ha ispirato maggiormente e che consideri un tuo punto di riferimento, sia nell'ambito della moda e della fotografia in generale?
T.T.: me stesso?
Stilinga:Vuoi descrivere la tua idea della fotografia?
T. T: condivido in pieno tutti gli scritti di Henrie Cartier bresson sul cogliere l'attimo.
Stilinga: Che obiettivi ti poni quando realizzi un servizio fotografico?
T.T.: di raggiungere il massimo, se il team è a pieno regime.
Stilinga: Sei un fotografo con interessi molteplici, qual'è l'ambito che prediligi e in cui in futuro vorresti esprimerti maggiormente?
T.T.: la moda e il cinema due cose che molto spesso cozzano meravigliosamente.
Stilinga: Come hai costruito la tua carriera?
T.T.: day by day.
Stilinga: Tu risiedi a Roma, ma hai vissuto all'estero, a Liverpool, che differenze hai notato nella concezione della fotografia tra la scena Romana e quella Inglese? Quali vantaggi e quali criticità?
T.T.: Beh, all'estero guardano il tuo portfolio prima di parlare di qualsiasi cosa/progetto/spesa , qui ho trovato che molti guardano prima il loro ultimo modello di cellulare poi ti chiedono quanto costi... è raro che capiti come all'estero, ma comunque ci sono pochi ma buoni clienti e io ne ho trovati!!!
Stilinga: Che indicazioni ti senti di dare ad un giovane fotografo in erba che volesse emergere?
T.T.: ...fotografa il piu possibile e qualsiasi cosa/persona ti capiti a tiro e in qualsiasi situazione...e benvenuto in trincea.
Stilinga:Quali piani/obiettivi hai per il futuro?
T.T.: essere sempre di piu me stesso.
Stilinga: In bocca al lupo! e allora... che tu possa essere sempre di più te stesso!
Per maggiori info: http://www.thomastoti.com/
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Thomas Toti has been burning film since he was 15 years old. Born in Liverpool, U.k. , and raised in Italy, he studied photography at the Art Community Center College of Liverpool. A fascination for different cultures led him to travel whenever he could. Became a Professional photographer since 2003. His Enthusiasm translates across to his work and he applies a fresh approach to every shoot. His ability to collaborate on unusual projects is evident in his proficiency in producing world-class photography on very lean budgets. He offers creative service for fashion, editorial, commercial and still photographer. He shoots primarily digitally but he well knows how to deal with the negatives.
Novità calzaturiere dal Giappone: Pionero
Il Brand giapponese Pionero, piuttosto innovativo nel panorama delle calzature, ha presentato la propria collezione all'ultima edizione del Micam a Milano.
I valori che i designer giapponesi esprimono con Pionero sono legati alla visione gioiosa, felice e compassionevole della vita, al comfort, alla libertà e al ricordo.
Il prodotto Pionero Natural, è ecocompatibile, "gentle to humans" e costruito solo con pellami vegetali made in Japan.
Mentre il brand Ventare, fratello di Pionero, nato nel 2003 è caratterizzato da calzature dal pellame di altissima qualità e dalle tomaie dipinte a mano.
Suggerisco di visitare il sito (solo in giapponese per ora) http://www.pionero.jp e di lasciarsi ispirare dalle immagini suggestive del mondo di questo brand originale.
Bye bye globalizzazione!
Bye bye globalizzazione!
Siamo nel pieno della crisi economica, preparata da economisti laureati nel ventre mollo del capitalismo senza regole, crisi che segna, dal mio punto di vista, il cambio di un'epoca: dalla globalizzazione al ritorno della localizzazione.
In realtà, quindi, non è un vero cambiamento, in quanto si torna ad una produzione più lenta, più vicina alle vere esigenze del singolo, una produzione artigianale, tipica del periodo storico in cui vivevano le mie nonne/i nel dopoguerra, e ancor prima le mie bisnonne/i e le loro ave/i.
Non c'è più bisogno di acquistare merce prodotta a migliaia di km da dove la compro e che spesso ritrovo uguale in ogni parte del mondo; non c'è più il desiderio di uniformarsi
alla massa; non c'è bisogno di avere l'ultimo paio di occhiali della nota griffe che reclamizza il suo brand su ogni cartellone pubblicitario di ogni città del mondo e che vuole rivestire ognuno di noi tutti uguali.
No, siamo alla svolta.
Il web ha trasformato la nostra percezione di essere consumatori, e la crisi ha solo accelerato i tempi.
E' da diversi anni che avverto disagio davanti a prodotti realizzati in Cina e venduti, per esempio, a New York, perché una volta che hai attraversato l'oceano e sei
nella città più energetica a livello culturale degli USA, ti aspetti, desideri e cerchi di comprare qualche abito, o prodotto, o cosmetico, o profumo, etc. che sia degno “figlio” di tale atmosfera culturale, cerchi di appropriarti di un piccolo feticcio creato, realizzato, progettato da americani, non un prodotto che prima è stato concepito in USA e poi messo in opera dall'altra parte del mondo per pura convenienza economica, senza alcun fascino e senza nessuna desiderabilità.
Questi prodotti “globalizzati” sanno di truffa, come dire: noi produttori stiamo fregando il cliente perché il prodotto lo abbiamo fabbricato a costo quasi zero, sfruttando la mancanza di regole di molti paesi asiatici e africani, sfruttando la gente, l'ambiente, mentre il cliente finale (idiota beone) lo compra a costi altissimi e in compenso non ha neanche qualità, ma pura obsolescenza, tutto fatto solo in nome del profitto.
Il prodotto è scadente già nella concezione, nel marketing, nel packaging, nel ciclo completo della sua realizzazione.
Qui, in Italia la globalizzazione ci ha tagliato le gambe: aziende del Made in Italy hanno chiuso e messo in disoccupazione intere comunità.
I nostri “imprenditori” hanno smobilitato tutto, fabbriche, contatti umani, relazioni create negli anni e sono volati in Cina e altrove a portare “benessere”, lasciando cadaveri dietro alle spalle e credendo che i consumatori italiani avrebbero sempre e comunque comprato i loro bei prodotti cinesi, ma marcati Italiani.
Ma anche chi è stato licenziato era paradossalmente un loro cliente e ora odia il prodotto globale, anche perché in tutto questo andirivieni di merci (i trasporti su nave sono piuttosto cari oltre che inquinanti), di prodotti inutili e sempre più uguali a se stessi, l'unico vero concetto forte che era proprio e che caratterizzava la reputazione del Made in Italy, la QUALITA', è il grande assente dal mercato e anche da molto tempo ormai.
Allora, oggi inizio un nuovo mantra, e auspico che molti mi seguiranno in modo da attuare davvero il cambiamento, il mantra che recita: bye bye globalizzazione, torniamo a produrre in Italia, magari a livello artigianale per evitare di produrre quantità enorme di roba che presto finirà in discarica con tutti i problemi del caso e a Napoli mi sembra che sappiano qualcosa in merito meglio di tanti altri italiani.
Torniamo alla lentezza, agli abiti fatti a mano e dalle sarte, alla differenza e alla creatività del singolo prodotto, torniamo al fatto su misura da persone pagate il giusto e che lavorino in condizioni eque e torniamo ai tessuti e ai pellami che durino, che trasudino valori quali durata, qualità, ecologia, rispetto dell'ambiente e dell'uomo.
Torniamo a confezionare solo quello di cui abbiamo effettivamente bisogno e facciamolo in modo sobrio, elegante, dignitoso.
Torniamo a gustare ogni singolo pezzo che indossiamo, ad affezionarci, a dire che questo pantalone è mio davvero, fatto su di me e il tessuto è come lo volevo io e nessun'altra donna lo possiede uguale al mio perché me lo hanno confezionato su misura.
Torniamo a differenziare i nostri stili e ad esprimere meglio chi siamo, non uniformandoci a modelli televisivi o cinematografici, elaboriamo noi stessi, curiamo noi la nostra immagine ed affermiamo la nostra individualità collaborando con chi ci realizza il prodotto.
E creiamo posti di lavoro nuovi e sostenibili!
Bye Bye globalizzazione!
Siamo nel pieno della crisi economica, preparata da economisti laureati nel ventre mollo del capitalismo senza regole, crisi che segna, dal mio punto di vista, il cambio di un'epoca: dalla globalizzazione al ritorno della localizzazione.
In realtà, quindi, non è un vero cambiamento, in quanto si torna ad una produzione più lenta, più vicina alle vere esigenze del singolo, una produzione artigianale, tipica del periodo storico in cui vivevano le mie nonne/i nel dopoguerra, e ancor prima le mie bisnonne/i e le loro ave/i.
Non c'è più bisogno di acquistare merce prodotta a migliaia di km da dove la compro e che spesso ritrovo uguale in ogni parte del mondo; non c'è più il desiderio di uniformarsi
alla massa; non c'è bisogno di avere l'ultimo paio di occhiali della nota griffe che reclamizza il suo brand su ogni cartellone pubblicitario di ogni città del mondo e che vuole rivestire ognuno di noi tutti uguali.
No, siamo alla svolta.
Il web ha trasformato la nostra percezione di essere consumatori, e la crisi ha solo accelerato i tempi.
E' da diversi anni che avverto disagio davanti a prodotti realizzati in Cina e venduti, per esempio, a New York, perché una volta che hai attraversato l'oceano e sei
nella città più energetica a livello culturale degli USA, ti aspetti, desideri e cerchi di comprare qualche abito, o prodotto, o cosmetico, o profumo, etc. che sia degno “figlio” di tale atmosfera culturale, cerchi di appropriarti di un piccolo feticcio creato, realizzato, progettato da americani, non un prodotto che prima è stato concepito in USA e poi messo in opera dall'altra parte del mondo per pura convenienza economica, senza alcun fascino e senza nessuna desiderabilità.
Questi prodotti “globalizzati” sanno di truffa, come dire: noi produttori stiamo fregando il cliente perché il prodotto lo abbiamo fabbricato a costo quasi zero, sfruttando la mancanza di regole di molti paesi asiatici e africani, sfruttando la gente, l'ambiente, mentre il cliente finale (idiota beone) lo compra a costi altissimi e in compenso non ha neanche qualità, ma pura obsolescenza, tutto fatto solo in nome del profitto.
Il prodotto è scadente già nella concezione, nel marketing, nel packaging, nel ciclo completo della sua realizzazione.
Qui, in Italia la globalizzazione ci ha tagliato le gambe: aziende del Made in Italy hanno chiuso e messo in disoccupazione intere comunità.
I nostri “imprenditori” hanno smobilitato tutto, fabbriche, contatti umani, relazioni create negli anni e sono volati in Cina e altrove a portare “benessere”, lasciando cadaveri dietro alle spalle e credendo che i consumatori italiani avrebbero sempre e comunque comprato i loro bei prodotti cinesi, ma marcati Italiani.
Ma anche chi è stato licenziato era paradossalmente un loro cliente e ora odia il prodotto globale, anche perché in tutto questo andirivieni di merci (i trasporti su nave sono piuttosto cari oltre che inquinanti), di prodotti inutili e sempre più uguali a se stessi, l'unico vero concetto forte che era proprio e che caratterizzava la reputazione del Made in Italy, la QUALITA', è il grande assente dal mercato e anche da molto tempo ormai.
Allora, oggi inizio un nuovo mantra, e auspico che molti mi seguiranno in modo da attuare davvero il cambiamento, il mantra che recita: bye bye globalizzazione, torniamo a produrre in Italia, magari a livello artigianale per evitare di produrre quantità enorme di roba che presto finirà in discarica con tutti i problemi del caso e a Napoli mi sembra che sappiano qualcosa in merito meglio di tanti altri italiani.
Torniamo alla lentezza, agli abiti fatti a mano e dalle sarte, alla differenza e alla creatività del singolo prodotto, torniamo al fatto su misura da persone pagate il giusto e che lavorino in condizioni eque e torniamo ai tessuti e ai pellami che durino, che trasudino valori quali durata, qualità, ecologia, rispetto dell'ambiente e dell'uomo.
Torniamo a confezionare solo quello di cui abbiamo effettivamente bisogno e facciamolo in modo sobrio, elegante, dignitoso.
Torniamo a gustare ogni singolo pezzo che indossiamo, ad affezionarci, a dire che questo pantalone è mio davvero, fatto su di me e il tessuto è come lo volevo io e nessun'altra donna lo possiede uguale al mio perché me lo hanno confezionato su misura.
Torniamo a differenziare i nostri stili e ad esprimere meglio chi siamo, non uniformandoci a modelli televisivi o cinematografici, elaboriamo noi stessi, curiamo noi la nostra immagine ed affermiamo la nostra individualità collaborando con chi ci realizza il prodotto.
E creiamo posti di lavoro nuovi e sostenibili!
Bye Bye globalizzazione!
Workshop a Roma: Il lusso essenziale/1
Ieri e oggi si è svolto a Roma il workshop intitolato "Il lusso essenziale", nella cornice assai artistica e moderna del Macro Future.
Stilinga, da buona ricercatrice di tendenze, è andata ad ascoltare alcuni interventi della giornata di ieri.
In particolar modo, l'intuito le ha suggerito di non perdere l'intervento di Paolo Ferrarini, di Future Concept Lab e infatti, come al solito l'intuito non mente e manco l'esperienza, perché le presentazioni di questa società di ricerca tendenza sono molto belle, precise, antropologiche e sociologiche.
Paolo Ferrarini ha parlato di CONSUMAUTORI, cioè ogni individuo è autore di quello che indossa, di LUSSO ECOSOSTENIBILE, cioè ripensare al concetto lusso come ad un concetto che migliori la qualità della vita del consumautore, anche se non si parla di low price, ma di low cost (?), cioè il lusso dovrebbe incorporare il valore della giusta qualità-prezzo da riscontrare nei prodotti.
Sempre durante questo intervento, sono emerse delle parole chiave per le prossime stagioni (forse ere, visto che si parla di cambio di epoca e di era):
-eccellenza (rarità, unicità e a portata di mano, km zero)
-talento (saper fare, finalmente si riscopre il talento)
-essenzialità (semplificare i prodotti affinché siano riconoscibili ed identificativi di un brand)
-durabilità (prodotti che durino nel tempo, anche qui sottilineamo finalmente! erano anni che Stilinga si era stufata di roba usa e getta e che si bucava dopo tre volte che la indossi. Forse torna il vero Made in Italy? e quindi bye bye globalizzazione? ce lo auguriamo di cuore).
Anche il concetto di lusso si è esteso verso un'esperienza quotidiana, casalinga (Stilinga è in anticipo sui tempi sempre!) e privata e che si definisce su standard del tutto relativi alla singola persona, per cui non si parla più di un Paradiso generico a cui tendere ma di un Paradiso particolare, relativo e costruito ad immagine e somiglianza dell'individuo.
In questo contesto si muovono quattro generi di consumautori:
1-Linker people (i nativi digitali: il virtuale e il reale è la normalità, esplorano la rete e ugualmente esplorano le realtà urbane);
2-Normal Breakers (nuovi ribelli normalizzati ma molto attenti ai loro valori e che siano rispettati nei prodotti che acquistano);
3-Sense girls (donne tra 20 e 40 anni, con una sensualità e una raffinatezza spiccata, sono legate all'estetica asiatica e cercano prodotti in cui l'etica si coniughi con l'estetica: prediligono il low cost ma a patto che sia bellissimo);
4-Plesure growers (sessantenni che sono in sintonia con le Sense girls e che sono grandi viaggiatori: vacanze di lusso ma vita low cost).
Stilinga, da buona ricercatrice di tendenze, è andata ad ascoltare alcuni interventi della giornata di ieri.
In particolar modo, l'intuito le ha suggerito di non perdere l'intervento di Paolo Ferrarini, di Future Concept Lab e infatti, come al solito l'intuito non mente e manco l'esperienza, perché le presentazioni di questa società di ricerca tendenza sono molto belle, precise, antropologiche e sociologiche.
Paolo Ferrarini ha parlato di CONSUMAUTORI, cioè ogni individuo è autore di quello che indossa, di LUSSO ECOSOSTENIBILE, cioè ripensare al concetto lusso come ad un concetto che migliori la qualità della vita del consumautore, anche se non si parla di low price, ma di low cost (?), cioè il lusso dovrebbe incorporare il valore della giusta qualità-prezzo da riscontrare nei prodotti.
Sempre durante questo intervento, sono emerse delle parole chiave per le prossime stagioni (forse ere, visto che si parla di cambio di epoca e di era):
-eccellenza (rarità, unicità e a portata di mano, km zero)
-talento (saper fare, finalmente si riscopre il talento)
-essenzialità (semplificare i prodotti affinché siano riconoscibili ed identificativi di un brand)
-durabilità (prodotti che durino nel tempo, anche qui sottilineamo finalmente! erano anni che Stilinga si era stufata di roba usa e getta e che si bucava dopo tre volte che la indossi. Forse torna il vero Made in Italy? e quindi bye bye globalizzazione? ce lo auguriamo di cuore).
Anche il concetto di lusso si è esteso verso un'esperienza quotidiana, casalinga (Stilinga è in anticipo sui tempi sempre!) e privata e che si definisce su standard del tutto relativi alla singola persona, per cui non si parla più di un Paradiso generico a cui tendere ma di un Paradiso particolare, relativo e costruito ad immagine e somiglianza dell'individuo.
In questo contesto si muovono quattro generi di consumautori:
1-Linker people (i nativi digitali: il virtuale e il reale è la normalità, esplorano la rete e ugualmente esplorano le realtà urbane);
2-Normal Breakers (nuovi ribelli normalizzati ma molto attenti ai loro valori e che siano rispettati nei prodotti che acquistano);
3-Sense girls (donne tra 20 e 40 anni, con una sensualità e una raffinatezza spiccata, sono legate all'estetica asiatica e cercano prodotti in cui l'etica si coniughi con l'estetica: prediligono il low cost ma a patto che sia bellissimo);
4-Plesure growers (sessantenni che sono in sintonia con le Sense girls e che sono grandi viaggiatori: vacanze di lusso ma vita low cost).
Le calzature della stilista Anna Paola Pascuzzi su Julia Sport Woman 132
Eccovi le calzature di Anna Paola Pascuzzi, prodotte da Calzarium, Roma, pubblicate sulla rivista Julia Sport Woman, N°132 di Ars Arpel
Aiabuna al "Fuori salone" a Milano, fiera del mobile
AiaBuna:"Ho l'immenso piacere di invitarvi alla mia prima Esposizione durante la settimana del design a Milano. Perteciperò al "Fuori Salone" presentando un progetto in cartone alveolare. L'idea è quella di rendere più ludico il concetto di arredamento e farsì che ognuno scelga liberamente quale uso fare dei diversi moduli che posso infatti diventare: parete divisoria, libreria, seduta come anche piano d'appoggio e creare così paesaggi bidimensionali o tridimensionali.
Il cocktail party è sia martedì 21 aprile che sabato 25.
Qui sotto lascio i miei contatti. Io sarò in Via Volta al numero 15 tutta la settimana, ma per esser certi di trovarmi fatemi uno squillo o mandatemi un messaggio e io arriverò. Un forte abbraccio."
Hi my dear friends, I'm proud to invite you to my first exbition during the design week, I will partecipate to the "Fuori Salone" showing a project in cardboard. Looking forward to see you there next week. Hope you will enjoy with me also from far away! ^^ A huge hug. aiabuna.
Salut mes amis, j'ai le plaisir de vous inviter à ma première exposition pendant le salon de meubles à milan. je parteciparai au "Fuoi Salone" avec un project en carton. Au plaisir de vous voir pendant la prochaine semaine. je v'embrasse et a bientot. ^^ aiabuna
Hola a todos, con inmenso placer los invito a mi primera exposiciónn que tendrá lugar durante la Semana del Design en Milán. Participaré precisamente en el "Fuori Salone" presentando un proyecto en cartón alveolar. Espero de verlos pronto. Un abrazo. ^^ aiabuna
...c'è sempre bisogno di un po' d'aiabuna..
e-mail: aiabuna@aiabuna.it
web-site: http://www.aiabuna.it/
Il cocktail party è sia martedì 21 aprile che sabato 25.
Qui sotto lascio i miei contatti. Io sarò in Via Volta al numero 15 tutta la settimana, ma per esser certi di trovarmi fatemi uno squillo o mandatemi un messaggio e io arriverò. Un forte abbraccio."
Hi my dear friends, I'm proud to invite you to my first exbition during the design week, I will partecipate to the "Fuori Salone" showing a project in cardboard. Looking forward to see you there next week. Hope you will enjoy with me also from far away! ^^ A huge hug. aiabuna.
Salut mes amis, j'ai le plaisir de vous inviter à ma première exposition pendant le salon de meubles à milan. je parteciparai au "Fuoi Salone" avec un project en carton. Au plaisir de vous voir pendant la prochaine semaine. je v'embrasse et a bientot. ^^ aiabuna
Hola a todos, con inmenso placer los invito a mi primera exposiciónn que tendrá lugar durante la Semana del Design en Milán. Participaré precisamente en el "Fuori Salone" presentando un proyecto en cartón alveolar. Espero de verlos pronto. Un abrazo. ^^ aiabuna
...c'è sempre bisogno di un po' d'aiabuna..
e-mail: aiabuna@aiabuna.it
web-site: http://www.aiabuna.it/
Le tendenze del prossimo inverno 2009-2010
A giudicare dalla primavera "invernale" almeno fino ad adesso, si può davvero prevedere che il filone dell'ecologia sarà dominante nelle prossime stagioni e allora parliamo della stagione Autunno-Inverno 2009-2010:
Angelo Uslenghi, ispirato ricercatore di tendenze, ha decretato" la normalità è la nuova eccentricità" cioè essere normali è eccentrico! (sono anni che lo penso...infatti sono anni che mi sono ritirata verso una vita fatta di semplicità, per nulla sex, drugs and rock 'n' roll, e in più sono stata considerata, dagli altri -evidentemente anormali- come strana ed eccentrica...).
Ma poi sempre l'Uslenghi ammette: "...purché sia una normalità attuale e creativa..." cioè purché si reinventi il concetto di classico, si accentuino i particolari e i dettagli di ogni capo, che solo apparentemente sembri classico, ma di fatto non lo è.
Riprendendo il discorso dell'ecologia, visto che la natura ci sta presentando il conto, ci sarà un'esplosione di materiali naturali, ma non tristi, anzi piuttosto ironici, festosi e fantasiosi. Quindi un filone ecologico non segnato da colori neutri e sobri ma caratterizzato da colori quali verdi e rosa, rosso ciliegia, giallo cromo...una palette forte per un inverno carico di aspettative!
Angelo Uslenghi, ispirato ricercatore di tendenze, ha decretato" la normalità è la nuova eccentricità" cioè essere normali è eccentrico! (sono anni che lo penso...infatti sono anni che mi sono ritirata verso una vita fatta di semplicità, per nulla sex, drugs and rock 'n' roll, e in più sono stata considerata, dagli altri -evidentemente anormali- come strana ed eccentrica...).
Ma poi sempre l'Uslenghi ammette: "...purché sia una normalità attuale e creativa..." cioè purché si reinventi il concetto di classico, si accentuino i particolari e i dettagli di ogni capo, che solo apparentemente sembri classico, ma di fatto non lo è.
Riprendendo il discorso dell'ecologia, visto che la natura ci sta presentando il conto, ci sarà un'esplosione di materiali naturali, ma non tristi, anzi piuttosto ironici, festosi e fantasiosi. Quindi un filone ecologico non segnato da colori neutri e sobri ma caratterizzato da colori quali verdi e rosa, rosso ciliegia, giallo cromo...una palette forte per un inverno carico di aspettative!
Lo strudel di verdure
Dopo una notte insonne (in seguito ad una strana uscita della serata precedente), dopo una corposa manifestazione in piazza (oggi), con le occhiaie e la cera non proprio perfetta (ma i capelli da parrucco appena fatto), ho pensato bene di darmi da fare in cucina.
Sarà la primavera? Sarà che domani c'è un pic- nic per salvare il quartiere da un nuovo mostro in costruzione? e allora invece dei panini, uno strudel vegetale è più sostanzioso e gustoso?
Sarà che ero ancora troppo eccitata (mentalmente) dalla sera prima? cioè dalla troppa (?) vita, dalle troppe persone, dalle troppe considerazioni che mi ballavano in testa e che io non riuscivo a smaltire?
Comunque, ho messo mano a farina (in realtà di tre tipi: integrale, doppio 0 e di semola), 2 uova, un po' d'acqua e 3 cucchiai d'olio extra vergine d'oliva e ho iniziato ad impastare per una ventina di minuti circa.
Alla fine, ho posato la palla di pasta (morbida e liscia) nella terrina, l'ho coperta e l'ho nascosta al caldo nel forno spento, quindi ho pranzato e nel mentre ho cucinato anche le verdure (peperoni, zucchine, cipolle, porri, patate) al micro + forno (i forni sono 2 distinti altrimenti sarebbe impossibile).
Finito il pranzo e terminata la cottura delle verdure (tagliate grosse), ho preso un canovaccio, l'ho cosparso di farina di semola (avevo quella a portata di mano) e ho tirato col mattarello metà della pasta, fino a stenderla sottile, quasi trasparente, ma in modo che non si rompesse (fondamentale risultato! come pure ricordarsi di porre le verdure non troppo liquide altrimenti la pasta si rompe ed è un mezzo disastro).
Successivamente, ho spennellato d'olio la pasta e poi ho iniziato a spargere le verdure, la provola affumicata, il grana a scaglie, il pomodoro fresco e crudo, l'aglio sminuzzato, il peperoncino, un po' di sale e una volta finita la farcia (uniforme su tutta la pasta), ho iniziato ad arrotolare lo strudel, aiutandomi con il canovaccio (la semola non fa attaccare la pasta) e arrivata alla fine, si è materializzato il siluro ripieno di verdure e provola che ho infornato per 30-40 minuti a 180°.
Con il resto della pasta ho realizzato un secondo strudel-siluro simile al primo, che ho poi infornato.
Ora le due armi di distruzione di massa culinarie sono adagiate nei loro rispettivi tegami da forno, si stanno assestando. Contemporaneamente fanno bella mostra di sé in cucina.
L'odore racconta che gli strudel sono ottimi, anche perché (modestamente) sono una veterana dello strudel "veggie", ma dal gusto italianissimo e allora domani saprò che la fatica di oggi non è stata sprecata (il giorno dopo la cottura, lo strudel è anche più buono).
Sarà la primavera? Sarà che domani c'è un pic- nic per salvare il quartiere da un nuovo mostro in costruzione? e allora invece dei panini, uno strudel vegetale è più sostanzioso e gustoso?
Sarà che ero ancora troppo eccitata (mentalmente) dalla sera prima? cioè dalla troppa (?) vita, dalle troppe persone, dalle troppe considerazioni che mi ballavano in testa e che io non riuscivo a smaltire?
Comunque, ho messo mano a farina (in realtà di tre tipi: integrale, doppio 0 e di semola), 2 uova, un po' d'acqua e 3 cucchiai d'olio extra vergine d'oliva e ho iniziato ad impastare per una ventina di minuti circa.
Alla fine, ho posato la palla di pasta (morbida e liscia) nella terrina, l'ho coperta e l'ho nascosta al caldo nel forno spento, quindi ho pranzato e nel mentre ho cucinato anche le verdure (peperoni, zucchine, cipolle, porri, patate) al micro + forno (i forni sono 2 distinti altrimenti sarebbe impossibile).
Finito il pranzo e terminata la cottura delle verdure (tagliate grosse), ho preso un canovaccio, l'ho cosparso di farina di semola (avevo quella a portata di mano) e ho tirato col mattarello metà della pasta, fino a stenderla sottile, quasi trasparente, ma in modo che non si rompesse (fondamentale risultato! come pure ricordarsi di porre le verdure non troppo liquide altrimenti la pasta si rompe ed è un mezzo disastro).
Successivamente, ho spennellato d'olio la pasta e poi ho iniziato a spargere le verdure, la provola affumicata, il grana a scaglie, il pomodoro fresco e crudo, l'aglio sminuzzato, il peperoncino, un po' di sale e una volta finita la farcia (uniforme su tutta la pasta), ho iniziato ad arrotolare lo strudel, aiutandomi con il canovaccio (la semola non fa attaccare la pasta) e arrivata alla fine, si è materializzato il siluro ripieno di verdure e provola che ho infornato per 30-40 minuti a 180°.
Con il resto della pasta ho realizzato un secondo strudel-siluro simile al primo, che ho poi infornato.
Ora le due armi di distruzione di massa culinarie sono adagiate nei loro rispettivi tegami da forno, si stanno assestando. Contemporaneamente fanno bella mostra di sé in cucina.
L'odore racconta che gli strudel sono ottimi, anche perché (modestamente) sono una veterana dello strudel "veggie", ma dal gusto italianissimo e allora domani saprò che la fatica di oggi non è stata sprecata (il giorno dopo la cottura, lo strudel è anche più buono).
Le tendenze nei pellami della prossima stagione estiva 2010
Mentre faticosamente cerco di organizzarmi per incontrare le amiche di vecchia data e per ordinare il marasma di carte, documenti, progetti in cui annaspo, mi è arrivata via posta ordinaria una letterina da Anteprima in cui mi ricordano sinteticamente le tendenze della prossima stagione estiva per i pellami, allora mi sono detta, a pochi giorni da Lineapelle, vediamo di che si tratta:
-effetti leggermente vintage sia sul suede che sul pieno fiore
-effetti sfumati e profondi su pelli al naturale
-si parla tanto di scamosciato, di nubuk e di rettili (ancora?)
-materiali morbidi e talcati
-ancora intrecci e stampe effetto snake in tutte le forme
e in fine materiali semilucidi.
Allora adesso bisogna incrociare questi dati con quello che si trova in fiera. Per confermare o smentire le indicazioni dobbiamo aspettare metà aprile. Fino a quel momento io continuo ad ordinare gli spazi non solo fisici e mi preparo alla Pasqua.
-effetti leggermente vintage sia sul suede che sul pieno fiore
-effetti sfumati e profondi su pelli al naturale
-si parla tanto di scamosciato, di nubuk e di rettili (ancora?)
-materiali morbidi e talcati
-ancora intrecci e stampe effetto snake in tutte le forme
e in fine materiali semilucidi.
Allora adesso bisogna incrociare questi dati con quello che si trova in fiera. Per confermare o smentire le indicazioni dobbiamo aspettare metà aprile. Fino a quel momento io continuo ad ordinare gli spazi non solo fisici e mi preparo alla Pasqua.
Intervista ad Anna Paola Pascuzzi: le sue primizie calzaturiere prodotte da Calzarium, Roma
Stilinga ha incontrato la stilista di calzature Anna Paola Pascuzzi che ha appena messo a punto le sue "primizie" calzaturiere per la prossima stagione primaverile.
Eccovi l'intervista.
Stilinga: Come hai iniziato la tua carriera nel settore calzaturiero?
Anna Paola Pascuzzi: Ero appassionata di calzature sin dalla scuola media inferiore, mi fermavo sognante davanti ai negozi di scarpe e da allora non ho smesso di coltivare questa passione.
Stilinga: Quindi è da molto tempo che ti interessi di calzature?
A.P.P.: mi sembra da sempre! considera che dopo il liceo linguistico, ho frequentato per quattro anni l'Accademia di Costume e Moda a Roma, dove ho iniziato a disegnare scarpe, ma senza nessuna conoscenza tecnica, in quel periodo un giornale del settore "Il mondo della calzatura" ha anche pubblicato alcuni miei schizzi in copertina, in seguito sono stata selezionata per il final work dell'Accademia durante l'Alta Moda di Roma. La sfilata era un tributo a Boy George e ai Culture Club: un mondo colorato, multiculturale e gioioso, un mondo che mi appartiene e che avrei anche trasferito in alcuni progetti calzaturieri. Insomma quella sfilata è stato il momento in cui si è delineato il mio stile. Ma siccome ero determinata a specializzarmi nel settore calzature, ho partecipato al concorso di Diego Della Valle "Progetta la Scarpa Hogan" e l'ho vinto.
Stilinga: Complimenti! Quindi sei entrata a pieno titolo nel mondo delle scarpe!
A.P.P.: in effetti...ho iniziato in un brand in cui si dava moltissima importanza al marketing, e ho apprezzato le qualità di Mr Tod's, ma non mi sono fermata lì, anche perchè era un periodo in cui i modelli Tod's cambiavano di pochi millimetri e io volevo esprimermi sulle strutture, sui tacchi, sulle tomaie, ero assetata di conoscenza tecnica e poi avevo l'obiettivo (già in Accademia) di frequentare il C.e.r.c.a.l. di San Mauro Pascoli.
Stilinga: scommetto che anche questo obiettivo l'hai perseguito...
A.P.P.: sì, con molta fatica e tanta tenacia! fui selezionata per frequentare il corso, dopo un periodo piuttosto particolare della mia vita, e sono rimasta in Emilia Romagna per un bel pezzo, affinchè la mia conoscenza venisse soddisfatta. Volevo davvero sapere tutto del settore, dai fornitori al prodotto finale. Il C.e.r.c.a.l. ha cambiato la mia attitudine al lavoro e sono maturata come designer.
Stilinga: da come parli sembra che tu abbia affrontato diversi sacrifici... cioè stelle e qualche stalla...
A.P.P.: esattamente, qualche stella e molte stalle...il mondo della calzatura è un settore irto di difficoltà (anche se la gente non lo sospetta) soprattutto se non si proviene da una famiglia calzaturiera, come è il mio caso, e non si hanno agganci, insomma mi sono buttata senza rete e però ho lottato per la mia preparazione, la mia esperienza e la mia carriera. E le soddisfazioni poi sono arrivate, perchè ho messo a frutto la mia conoscenza lavorando per aziende italiane ed estere e ho capito moltissimo su come funziona il sistema industriale calzaturiero.
Stilinga: quindi hai lavorato per aziende come stilista esterna?
A.P.P.: esattamente! un lavoro tosto e impegnativo, fisicamente e mentalmente, ma per chi ama le scarpe è proprio l'amore che ti fa andare avanti, perchè le montagne da scalare sono sempre lì e sempre nuove, oltre tutto.
Stilinga: parlaci del tuo progetto che presentiamo in questo blog.
A.P.P.: volentieri! il progetto si intitola "Las Bailarinas Locas" e sono nate su tre forme diverse, con materiali a volta di risulta come gli accessori e addirittura fatti a mano da me come le coccarde, i tessuti sono d'abbigliamento e doppiati, ma la componentistica interna è tutta in pelle naturale come il soletto di pulizia e la fodera sono in pelle anallergica e che non stinge. Il progetto è nato in stretta collaborazione con un laboratorio calzaturiero di Roma: Calzarium che si trova a Viale Ippocrate, 94-d. E' da diverso tempo che collaboro con Orazio e Mario e ho imparato tantissimo sulla storia anche calzaturiera di Roma che ormai è considerata finita sul lato scarpe ma che invece era un vulcano di idee negli anni '70. Orazio, Mario, Paolo, Teresa hanno realizzato queste tre paia interamente a mano.
Stilinga: le ballerine sono davvero belle, qual'è il tuo obiettivo con questo progetto?
L'obiettivo? Ma... rilanciare il vero Made in Italy naturalmente, il fatto a mano da esperti artigiani e dimostrare che ingegnandosi si può trasformare la crisi in positivo. E poi vorrei che le persone capissero il valore di scarpe fatte su misura e tutto il lavoro che c'è dietro un paio di calzature.
Stilinga: a cosa ti sei ispirata per questo progetto?
A.P.P.: come dicevo prima, il mio stile idealmente si è concretizzato nella sfilata all' Acquario Romano durante l'Alta Moda di Roma e da allora, mentre lavoravo come free lance, è rimasto in letargo dentro di me. Poi è esploso quando mi fu commissionato un paio di calzature dal Consorzio Pelle Conciata al Vegetale, per una fiera calzaturiera di Tokio. In quel momento ho attinto alla mia indole per unire materiali vegetali marroni con accessori e forme totalmente diversi, perchè volevo dimostrare che un materiale ecologico e considerato fino a quel momento come classico fosse in realtà molto compatibile con un'interpretazione giovanile e moderna. Ancora ora ricevo complimenti per quel paio, soprattutto da ragazze giapponesi che lo trovano bellissimo. Ecco, la mia idea era di riprendere quel mondo lì e riportarlo in Italia sulle ballerine, visto che la struttura avrà ancora una vita lunga.
Stilinga: cosa significa essere una stilista di calzature a Roma?
A.P.P.: bella domanda! un paria sicuramente per chi è dei distretti calzaturieri, soffro di pregiudizi perchè è strano che io risieda a Roma, ma io credo che vivere a Roma, invece, significhi essere più ispirati, più immersa nelle tendenze italiane ed estere, visto il numero di turisti (è il mondo che viene qui) e più "bombardati" dalla creatività che per forza di cose ti circonda. E poi si pensa "out of the box" rispetto a chi vive e respira lo stesso ambiente, vedo le cose da un punto di vista diverso e forse più fresco proprio perchè non sono imbevuta di cosa si produce e per quale mercato. Infatti, questa apertura mentale mi ha permesso di lavorare per aziende molto diverse tra loro anche se la versatilità non è considerata come una forza dai calzaturieri...
Stilinga: prossimi obiettivi?
Le calzature sono in vendita presso Calzarium a via Morichini, 30 Roma (tel. 06.44.24.1808) e su
Eccovi l'intervista.
Stilinga: Come hai iniziato la tua carriera nel settore calzaturiero?
Anna Paola Pascuzzi: Ero appassionata di calzature sin dalla scuola media inferiore, mi fermavo sognante davanti ai negozi di scarpe e da allora non ho smesso di coltivare questa passione.
Stilinga: Quindi è da molto tempo che ti interessi di calzature?
A.P.P.: mi sembra da sempre! considera che dopo il liceo linguistico, ho frequentato per quattro anni l'Accademia di Costume e Moda a Roma, dove ho iniziato a disegnare scarpe, ma senza nessuna conoscenza tecnica, in quel periodo un giornale del settore "Il mondo della calzatura" ha anche pubblicato alcuni miei schizzi in copertina, in seguito sono stata selezionata per il final work dell'Accademia durante l'Alta Moda di Roma. La sfilata era un tributo a Boy George e ai Culture Club: un mondo colorato, multiculturale e gioioso, un mondo che mi appartiene e che avrei anche trasferito in alcuni progetti calzaturieri. Insomma quella sfilata è stato il momento in cui si è delineato il mio stile. Ma siccome ero determinata a specializzarmi nel settore calzature, ho partecipato al concorso di Diego Della Valle "Progetta la Scarpa Hogan" e l'ho vinto.
Stilinga: Complimenti! Quindi sei entrata a pieno titolo nel mondo delle scarpe!
A.P.P.: in effetti...ho iniziato in un brand in cui si dava moltissima importanza al marketing, e ho apprezzato le qualità di Mr Tod's, ma non mi sono fermata lì, anche perchè era un periodo in cui i modelli Tod's cambiavano di pochi millimetri e io volevo esprimermi sulle strutture, sui tacchi, sulle tomaie, ero assetata di conoscenza tecnica e poi avevo l'obiettivo (già in Accademia) di frequentare il C.e.r.c.a.l. di San Mauro Pascoli.
Stilinga: scommetto che anche questo obiettivo l'hai perseguito...
A.P.P.: sì, con molta fatica e tanta tenacia! fui selezionata per frequentare il corso, dopo un periodo piuttosto particolare della mia vita, e sono rimasta in Emilia Romagna per un bel pezzo, affinchè la mia conoscenza venisse soddisfatta. Volevo davvero sapere tutto del settore, dai fornitori al prodotto finale. Il C.e.r.c.a.l. ha cambiato la mia attitudine al lavoro e sono maturata come designer.
Stilinga: da come parli sembra che tu abbia affrontato diversi sacrifici... cioè stelle e qualche stalla...
A.P.P.: esattamente, qualche stella e molte stalle...il mondo della calzatura è un settore irto di difficoltà (anche se la gente non lo sospetta) soprattutto se non si proviene da una famiglia calzaturiera, come è il mio caso, e non si hanno agganci, insomma mi sono buttata senza rete e però ho lottato per la mia preparazione, la mia esperienza e la mia carriera. E le soddisfazioni poi sono arrivate, perchè ho messo a frutto la mia conoscenza lavorando per aziende italiane ed estere e ho capito moltissimo su come funziona il sistema industriale calzaturiero.
Stilinga: quindi hai lavorato per aziende come stilista esterna?
A.P.P.: esattamente! un lavoro tosto e impegnativo, fisicamente e mentalmente, ma per chi ama le scarpe è proprio l'amore che ti fa andare avanti, perchè le montagne da scalare sono sempre lì e sempre nuove, oltre tutto.
Stilinga: parlaci del tuo progetto che presentiamo in questo blog.
A.P.P.: volentieri! il progetto si intitola "Las Bailarinas Locas" e sono nate su tre forme diverse, con materiali a volta di risulta come gli accessori e addirittura fatti a mano da me come le coccarde, i tessuti sono d'abbigliamento e doppiati, ma la componentistica interna è tutta in pelle naturale come il soletto di pulizia e la fodera sono in pelle anallergica e che non stinge. Il progetto è nato in stretta collaborazione con un laboratorio calzaturiero di Roma: Calzarium che si trova a Viale Ippocrate, 94-d. E' da diverso tempo che collaboro con Orazio e Mario e ho imparato tantissimo sulla storia anche calzaturiera di Roma che ormai è considerata finita sul lato scarpe ma che invece era un vulcano di idee negli anni '70. Orazio, Mario, Paolo, Teresa hanno realizzato queste tre paia interamente a mano.
Stilinga: le ballerine sono davvero belle, qual'è il tuo obiettivo con questo progetto?
L'obiettivo? Ma... rilanciare il vero Made in Italy naturalmente, il fatto a mano da esperti artigiani e dimostrare che ingegnandosi si può trasformare la crisi in positivo. E poi vorrei che le persone capissero il valore di scarpe fatte su misura e tutto il lavoro che c'è dietro un paio di calzature.
Stilinga: a cosa ti sei ispirata per questo progetto?
A.P.P.: come dicevo prima, il mio stile idealmente si è concretizzato nella sfilata all' Acquario Romano durante l'Alta Moda di Roma e da allora, mentre lavoravo come free lance, è rimasto in letargo dentro di me. Poi è esploso quando mi fu commissionato un paio di calzature dal Consorzio Pelle Conciata al Vegetale, per una fiera calzaturiera di Tokio. In quel momento ho attinto alla mia indole per unire materiali vegetali marroni con accessori e forme totalmente diversi, perchè volevo dimostrare che un materiale ecologico e considerato fino a quel momento come classico fosse in realtà molto compatibile con un'interpretazione giovanile e moderna. Ancora ora ricevo complimenti per quel paio, soprattutto da ragazze giapponesi che lo trovano bellissimo. Ecco, la mia idea era di riprendere quel mondo lì e riportarlo in Italia sulle ballerine, visto che la struttura avrà ancora una vita lunga.
Stilinga: cosa significa essere una stilista di calzature a Roma?
A.P.P.: bella domanda! un paria sicuramente per chi è dei distretti calzaturieri, soffro di pregiudizi perchè è strano che io risieda a Roma, ma io credo che vivere a Roma, invece, significhi essere più ispirati, più immersa nelle tendenze italiane ed estere, visto il numero di turisti (è il mondo che viene qui) e più "bombardati" dalla creatività che per forza di cose ti circonda. E poi si pensa "out of the box" rispetto a chi vive e respira lo stesso ambiente, vedo le cose da un punto di vista diverso e forse più fresco proprio perchè non sono imbevuta di cosa si produce e per quale mercato. Infatti, questa apertura mentale mi ha permesso di lavorare per aziende molto diverse tra loro anche se la versatilità non è considerata come una forza dai calzaturieri...
Stilinga: prossimi obiettivi?
A.P.P.: continuare a sperimentare forme e colori e rilanciare il Made in Italy! Inoltre, ho registrato un marchio e voglio creare un collettivo per avviare un'attività nuova nel mondo della moda, che finalmente premi e dia valore al Made in Italy, a valori quali la collaborazione, la solidarietà e il fatto a mano, l'ecologia, il riciclo...
Stilinga: sembra proprio un bel progetto! In bocca al lupo e viva il Made in Italy e la creatività!
Maggiori info su Anna Paola Pascuzzi:
Stilinga: sembra proprio un bel progetto! In bocca al lupo e viva il Made in Italy e la creatività!
Maggiori info su Anna Paola Pascuzzi:
Stilinga ha incontrato La Piccola Kreativa e AiaBuna a Milano
Stilinga, che la scorsa settimana era in visita alla fiera del Micam a Milano, ha trovato il tempo di incontrare - tra una ricerca e una serie di foto alle vetrine - due designers del gioiello che partecipano fino al 15 di Marzo al Temporary Shop di Corso Garibaldi, 44.
La Piccola Kreativa e AiaBuna (le due giovani designers sono molto creative e indie nella filosofia e nell'anima) gentilmente si sono prestate ad una serie di foto accanto alle loro "creature": i loro pezzi d'arte unici, fatti a mano e assolutamente innovativi nella concezione e nella realizzazione.
Ma procediamo con ordine: qui di lato La Piccola Kreativa indossa una sua creazione e mostra orgogliosa il resto della sua preziosa collezione (vedi anche foto in alto).
AiaBuna, che Stilinga ha avuto l'onore di incontrare per la prima volta proprio a Corso Garibaldi, 44, illustra le sue geniali opere d'arte, realizzate rigorosamente solo in legno, per avere un pezzo di natura sempre a contatto con la pelle in modo da ricevere energie positive e quasi "curative" dallo stress contemporaneo.
Il marchio in ligure significa Aria Buona e infatti Stilinga ne ha respirata a pieni polmoni quando ha incontrato le due creatrici che nella foto in basso sono ritratte assieme.
E lo spazio del Temporary Shop emanava davvero aria buona, fresca, cortese, una concezione piuttosto diversa e molto positiva rispetto ai soliti circuiti del main stream dello shopping a cui ogni individuo si espone quando si trova a Milano.
Bella l'idea dell'esposizione che rimanda alla natura e bella l'energia delle due giovani e iper professionali designers.
Per maggiori info: http://www.aiabuna.it/ e info@aiabuna.it
e http://www.lapiccolakreativa.com/
La Piccola Kreativa e AiaBuna (le due giovani designers sono molto creative e indie nella filosofia e nell'anima) gentilmente si sono prestate ad una serie di foto accanto alle loro "creature": i loro pezzi d'arte unici, fatti a mano e assolutamente innovativi nella concezione e nella realizzazione.
Ma procediamo con ordine: qui di lato La Piccola Kreativa indossa una sua creazione e mostra orgogliosa il resto della sua preziosa collezione (vedi anche foto in alto).
AiaBuna, che Stilinga ha avuto l'onore di incontrare per la prima volta proprio a Corso Garibaldi, 44, illustra le sue geniali opere d'arte, realizzate rigorosamente solo in legno, per avere un pezzo di natura sempre a contatto con la pelle in modo da ricevere energie positive e quasi "curative" dallo stress contemporaneo.
Il marchio in ligure significa Aria Buona e infatti Stilinga ne ha respirata a pieni polmoni quando ha incontrato le due creatrici che nella foto in basso sono ritratte assieme.
E lo spazio del Temporary Shop emanava davvero aria buona, fresca, cortese, una concezione piuttosto diversa e molto positiva rispetto ai soliti circuiti del main stream dello shopping a cui ogni individuo si espone quando si trova a Milano.
Bella l'idea dell'esposizione che rimanda alla natura e bella l'energia delle due giovani e iper professionali designers.
Per maggiori info: http://www.aiabuna.it/ e info@aiabuna.it
e http://www.lapiccolakreativa.com/
La prossima mostra de La Piccola Kreativa
La Piccola Kreativa
Stilinga ha incontrato la Piccola Creativa che ha esposto le sue creazioni durante la manifestazione dell' Independent Fashion Show, organizzato al Circolo degli Artisti a Roma da The Hysterics.
Stilinga: come mai questo nome?
“La Piccola Kreativa”, è così che mi chiamavano all’Università!
Stilinga: ci racconti un po' il tuo percorso artistico?
Dopo essermi laureata in Progettazione della Moda - indirizzo: accessori oreficeria - in quel di Firenze, ho seguito il Corso di Specializzazione di Cool hunting organizzato dal Polimoda dell’ormai affezionato capoluogo toscano.
Stilinga: come definiresti il tuo lavoro?
Precisamente sono una designer del gioiello emergente, ma sono una persona eclettica che ama mettersi alla prova nei diversi settori inerenti la progettazione della moda.
Stilinga: sei stata già notata da qualche rivista di moda?
A tutt’oggi ho qualche pubblicazione all’attivo su Vogue Italia, Vogue Gioiello, Vanity Fair…
Stilinga: complimenti! Come hai organizzato e pianificato il tuo lavoro e come hai iniziato?
Sono un’imprenditrice giovane e rampante: dopo aver registrato il mio marchio, ho iniziato a proporre e vendere le mie creazioni a privati ed a negozi selezionati in Italia ed all’estero. Attualmente seguo personalmente tutti gli aspetti della mia attività: dalla progettazione e realizzazione del gioiello, compreso packaging, catalogo… alla promozione ed alla vendita.
Stilinga: in cosa consiste la tua produzione?
La mia produzione, realizzata a mano in argento ed altri materiali, è costituita da pezzi simili ma non uguali e per questo pezzi unici.
Dopo essermi laureata in Progettazione della Moda - indirizzo: accessori oreficeria - in quel di Firenze, ho seguito il Corso di Specializzazione di Cool hunting organizzato dal Polimoda dell’ormai affezionato capoluogo toscano.
Stilinga: come definiresti il tuo lavoro?
Precisamente sono una designer del gioiello emergente, ma sono una persona eclettica che ama mettersi alla prova nei diversi settori inerenti la progettazione della moda.
Stilinga: sei stata già notata da qualche rivista di moda?
A tutt’oggi ho qualche pubblicazione all’attivo su Vogue Italia, Vogue Gioiello, Vanity Fair…
Stilinga: complimenti! Come hai organizzato e pianificato il tuo lavoro e come hai iniziato?
Sono un’imprenditrice giovane e rampante: dopo aver registrato il mio marchio, ho iniziato a proporre e vendere le mie creazioni a privati ed a negozi selezionati in Italia ed all’estero. Attualmente seguo personalmente tutti gli aspetti della mia attività: dalla progettazione e realizzazione del gioiello, compreso packaging, catalogo… alla promozione ed alla vendita.
Stilinga: in cosa consiste la tua produzione?
La mia produzione, realizzata a mano in argento ed altri materiali, è costituita da pezzi simili ma non uguali e per questo pezzi unici.
Stilinga: come si differenziano i tuoi prodotti da quelli di altri designers?
Sono una fan della personalizzazione dell’oggetto studiato per il singolo: non è l’oggetto che conferisce importanza alla persona ma la persona in sé che dà il valore aggiunto all’oggetto stesso e sono una sostenitrice dei materiali innovativi e della rivisitazione di tecniche e materiali utilizzati per scopi differenti.
Sono una fan della personalizzazione dell’oggetto studiato per il singolo: non è l’oggetto che conferisce importanza alla persona ma la persona in sé che dà il valore aggiunto all’oggetto stesso e sono una sostenitrice dei materiali innovativi e della rivisitazione di tecniche e materiali utilizzati per scopi differenti.
Stilinga: parlando con te si capisce che sei davvero appassionata del tuo lavoro...
Mi dicono che, quando parlo della mia attività, ho un luccichio particolare negli occhi e trasmetto entusiasmo alle persone che mi stanno intorno...se è vero o no questo non lo so, fatto sta che ideare e progettare gioielli è ciò che voglio fare! ...e questo è solo l’inizio!!!
Stilinga: sembra un piano ben definito! Ancora complimenti e in bocca al lupo!
Qui di fianco si possono ammirare alcuni dei prodotti di La Piccola Kreativa, molti altri ancora sono visibili sul suo sito:
Percorso Artistico de La Piccola Kreativa:
ATTUALMENTE: VENDE I GIOIELLI DI SUA PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE
TRAMITE ALCUNI NEGOZI SELEZIONATI, IN ITALIA ED ALL’ESTERO.
COLLABORA con la ditta OROSI’ di Genova.
FEBBRAIO 2009: ha partecipato a THE HYSTERICS INDEPENDENT FASHION SHOW presso il CIRCOLO degli ARTISTI a Roma.
LUGLIO 2008: ha collaborato per la realizzazione del catalogo CAMYLA UNDERWEAR collezione primavera estate 2009.
Da tale data viene saltuariamente pubblicata sul blog STYLENEWS.IT e PASS.STYLE.IT.
GIUGNO 2008: è stata pubblicata sulla rivista VANITY FAIR.
APRILE/GIUGNO 2008: è stata pubblicata sulla rivista D’A e sul blog FASHIONBLOG.IT.
APRILE 2008: è stata pubblicata sul blog FRIZZIFRIZZI.IT.
GENNAIO 2008: è stata invitata, insieme ad altri designer provenienti da tutto il mondo, a partecipare al MACEF di Milano, nell’area “DESIGNER CLUB”.
SETTEMBRE 2007: è stata selezionata, insieme a designer provenienti da tutto il mondo, per partecipare al MORE di Milano, nell’area “MORE DESIGNER CLUB”.
APRILE/GIUGNO 2007: è stata selezionata insieme ad altri 12 finalisti per il concorso “WHO IS ON NEXT” organizzato da VOGUE ITALIA, ALTA ROMA e LEO CUT.
SETTEMBRE 2006: alla FIERA di VICENZA presso il Palakiss ha esposto la sua creazione “Schegge di vita” che ha partecipato al concorso “IL FASCINO DEL PENDENTE” e che è stata pubblicata sulla rivista PALAKISS MAGAZINE di gennaio 2007.
LUGLIO 2006: ha fondato la ditta individuale che porta il suo nome.
MARZO 2006: ha registrato il marchio “LPK - LA PICCOLA KREATIVA” .
FEBBRAIO 2006: dopo essere stata selezionata insieme ad altri nove designer (su un totale di circa 530 concorrenti), ha partecipato al MORE di Milano, nell’area “NEW TALENTS”. In tale evento ha esposto alcune sue creazioni, tra le quali l’anello “Sezione Aurea” che è stato pubblicato su VOGUE ITALIA di marzo 2006. Inoltre la sua linea “Pop Parure” è comparsa su VOGUE GIOIELLO di giugno/luglio 2006.
FEBBRAIO/MARZO 2005: ha frequentato il CORSO di SPECIALIZZAZIONE di COOL HUNTING al POLIMODA di Firenze.
LUGLIO 2003: si è LAUREATA con la votazione di 105/110, presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, CORSO di PROGETTAZIONE DELLA MODA, INDIRIZZO: ACCESSORI-OREFICERIA, con una tesi progettuale e descrittiva dal titolo “IL GIOIELLO TOTALE”.
GENNAIO/FEBBRAIO 2003: ha effettuato uno STAGE di FORMAZIONE presso l’UFFICIO STILE della ditta “XENIA GIOIELLI” di Milano.
LUGLIO 1999: ha conseguito il DIPLOMA di MATURITA’ CLASSICA presso l’Istituto Vittorino da Feltre di Genova.
ATTUALMENTE: VENDE I GIOIELLI DI SUA PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE
TRAMITE ALCUNI NEGOZI SELEZIONATI, IN ITALIA ED ALL’ESTERO.
COLLABORA con la ditta OROSI’ di Genova.
FEBBRAIO 2009: ha partecipato a THE HYSTERICS INDEPENDENT FASHION SHOW presso il CIRCOLO degli ARTISTI a Roma.
LUGLIO 2008: ha collaborato per la realizzazione del catalogo CAMYLA UNDERWEAR collezione primavera estate 2009.
Da tale data viene saltuariamente pubblicata sul blog STYLENEWS.IT e PASS.STYLE.IT.
GIUGNO 2008: è stata pubblicata sulla rivista VANITY FAIR.
APRILE/GIUGNO 2008: è stata pubblicata sulla rivista D’A e sul blog FASHIONBLOG.IT.
APRILE 2008: è stata pubblicata sul blog FRIZZIFRIZZI.IT.
GENNAIO 2008: è stata invitata, insieme ad altri designer provenienti da tutto il mondo, a partecipare al MACEF di Milano, nell’area “DESIGNER CLUB”.
SETTEMBRE 2007: è stata selezionata, insieme a designer provenienti da tutto il mondo, per partecipare al MORE di Milano, nell’area “MORE DESIGNER CLUB”.
APRILE/GIUGNO 2007: è stata selezionata insieme ad altri 12 finalisti per il concorso “WHO IS ON NEXT” organizzato da VOGUE ITALIA, ALTA ROMA e LEO CUT.
SETTEMBRE 2006: alla FIERA di VICENZA presso il Palakiss ha esposto la sua creazione “Schegge di vita” che ha partecipato al concorso “IL FASCINO DEL PENDENTE” e che è stata pubblicata sulla rivista PALAKISS MAGAZINE di gennaio 2007.
LUGLIO 2006: ha fondato la ditta individuale che porta il suo nome.
MARZO 2006: ha registrato il marchio “LPK - LA PICCOLA KREATIVA” .
FEBBRAIO 2006: dopo essere stata selezionata insieme ad altri nove designer (su un totale di circa 530 concorrenti), ha partecipato al MORE di Milano, nell’area “NEW TALENTS”. In tale evento ha esposto alcune sue creazioni, tra le quali l’anello “Sezione Aurea” che è stato pubblicato su VOGUE ITALIA di marzo 2006. Inoltre la sua linea “Pop Parure” è comparsa su VOGUE GIOIELLO di giugno/luglio 2006.
FEBBRAIO/MARZO 2005: ha frequentato il CORSO di SPECIALIZZAZIONE di COOL HUNTING al POLIMODA di Firenze.
LUGLIO 2003: si è LAUREATA con la votazione di 105/110, presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, CORSO di PROGETTAZIONE DELLA MODA, INDIRIZZO: ACCESSORI-OREFICERIA, con una tesi progettuale e descrittiva dal titolo “IL GIOIELLO TOTALE”.
GENNAIO/FEBBRAIO 2003: ha effettuato uno STAGE di FORMAZIONE presso l’UFFICIO STILE della ditta “XENIA GIOIELLI” di Milano.
LUGLIO 1999: ha conseguito il DIPLOMA di MATURITA’ CLASSICA presso l’Istituto Vittorino da Feltre di Genova.
Intervista ad Anna Bassano, creatrice del marchio Annie Noir e giovane promessa della moda italiana
Anna Bassano, giovane stilista creatrice del marchio Annie Noir, ha proposto le sue t-shirt dipinte a mano, al Circolo degli Artisti, durante la tre giorni dell'Independent Fashion Show organizzato da The Hysterics (www.myspace.com/thehystericsfashionshow).
Stilinga è andata ad intervistarla e a cogliere alcune delle sue migliori creazioni (anche se si fa fatica a scegliere).
Altre amazing t-shirt dipinte a mano su www.myspace.com/annienoir
Eccovi l'intervista ad Anna Bassano/AnnieNoir
Stilinga: Anna Bassano come e quando è nata la tua passione per la moda?
Anna Bassano: Credo si possa riassumere nella voce “Gira la moda” , il gioco preferito nei primi anni ’90 da me e tutte le mie amiche!
Stilinga : quali sono i tuoi punti di riferimento nel settore che hanno determinato la tua visione stilistica?
Anna B.: Ho sempre avuto un tratto grafico, linee pulite, forme essenziali … 6267, Calvin Klein, Jil Sander, Marni, Giambattista Valli, eppure adoro Antonio Marras e le sue lavorazioni minuziose e poetiche. Tra i nomi che si stanno affermando, Aroma 30. E girovago sempre nel sito Art Department e tra le pagine del magazine Lula.
Stilinga: come crei una collezione nuova? e come hai creato il tuo marchio?
Anna B.: Il mio progetto di T-shirt AnnieNoir è recente, per cui è in continua evoluzione. Il nome nasce dal mio amore per i suoni della lingua francese (già, lo si legge alla “francese”… ), il logo dal mio amore per il gatto, che considero il mio animale-totem.
Stilinga: cosa caratterizza il tuo stile sia personale che professionale ?
Anna B.: Essenzialità, unicità nella produzione, ed anche un tentativo d’esser alla portata di tutte le tasche. Avere un pezzo unico ad un prezzo abbordabile … è haute couture di strada!
Stilinga: quale è la tua missione e la tua visione nell'ambito moda? quali valori si ritrovano nelle tue proposte?
Anna B.: La peculiarità, anzitutto, una voce fuori dal coro. E tanta ironia! Adoro le sfaccettature.
Stilinga: come pensi che stia mutando la moda/abbigliamento?
Anna B.: C’è una notevole scelta ed un continuo mutamento che però talvolta portano ad una uniformità di idee… Almeno per quel che posso vedere nella città di Roma. Tante proposte di personalizzazione che vanno nella stessa direzione, verso lo stesso gusto.
Per quanto riguarda le alte sfere, continuo a pensare che nonostante i tentativi di approccio alle nuove realtà di comunicazione e d’acquisto, le aziende abbiano perso il desiderio di sperimentazione in chiave “abbordabile” per la gente comune, per andare nei versanti opposti di sperimentazione pura e di tradizione pura.
Stilinga: Sei maggiormente interessata alla moda o allo stile?
Anna B.: Stile, certamente. La moda è un concetto un po’ astratto, dal mio punto di vista.
Stilinga: che cosa pensi della moda di massa e in particolare del fenomeno della fast fashion?
Anna B.: La moda di massa esiste anche nella cultura detta underground, gli stampini sono ovunque … solo che nel fast fashion si risparmia!
Stilinga: cosa significa per te una professione in ambito moda/abbigliamento e quanto conta saper comunicare in questo settore?
Anna B.: La comunicazione è indispensabile per vendere il marchio ed il prodotto, ma anche per giocare. Ed è uno degli aspetti che mi interessa maggiormente nell’ambito moda: styling, shooting editoriali, ricerca… Decisamente interessante!
Stilinga: quali sono i personaggi famosi Italiani e internazionali che ti piacerebbe vestire e che ammiri?
Anna B.: Martin Gore, Audrey Tatou, Filippo Timi, Morgan ed Andy dei Bluvertigo, Cécil Cassel, Emma Watson, Cristiano Godano dei Marlene Kuntz …
Stilinga: quali sono i personaggi famosi Italiani e internazionali che avrebbero bisogno di un bel cambiamento di immagine e stile?
Anna B.: Uff !
Stilinga: cosa pensi della globalizzazione e del local?
Anna B.: Purché si pensi …
Stilinga: credi che valori quale ecologia, rispetto della natura, localismo, riscoperta delle proprie radici possano costituire una tendenza forte che avrà molto seguito in futuro?
Anna B.: Credo sia fondamentale fare ricerca ed investire in questa direzione, ma deve essere anzitutto un imperativo morale, non una necessità dettata dall’ampliamento del portfolio o dal timore di scomparire dalla faccia della terra.
Ci sono questioni legate al rispetto della natura e dei suoi abitanti che vanno prese in considerazione in maniera responsabile ed intelligente, al di là delle ricerche di mercato.
Stilinga: dove trovi l'ispirazione per creare?
Anna B.: Ovunque! Libri, copertine dei libri, riviste commerciali forse più che underground, web … ovunque sia possibile captare un’idea che mi possa rappresentare.
Stilinga: che approccio hai con i mezzi moderni di comunicazione tipo internet?
Anna B.: Non potrei vivere senza … E’ fondamentale fare ricerca ed informazione, ed il web è un ottimo strumento.
Stilinga: Puoi elencare i siti web dove sei presente?
Anna B.: MySpace, Facebook, Iqons, UsTrendy, Coroflot…
Stilinga: che cosa pensi di Roma dal punto di vista stilistico? è una piazza aperta ai nuovi creativi?
Anna B.: Roma sta risvegliandosi da un paio di anni dal torpore creativo… O forse è più corretto affermare che da anni varie correnti personali scorrono nella capitale, ma han preferito rimanere in un circuito “elitario” (giustamente, direi …). Ora c’è una esplosione di fenomeni interessanti all’interno dei quali ci sono a loro volta nomi e realtà maggiormente interessanti su cui puntare.
Forse si stanno rompendo le stesse barriere tra creativi per superare il concetto di rivalità in favore di una collaborazione che possa riaffermare il mercato romano.
Stilinga: quali sono le zone di Roma che ti ispirano maggiormente e non solo a livello stilistico?
Anna B.: A dire il vero, non ho una zona prediletta, ma locali sparsi …
Stilinga: credi che i grandi marchi saranno sempre più forti sul mercato oppure si assisterà alla nascita e all' affermazione di nuove proposte?
Anna B.: La crisi in atto parla chiaro anche per i nomi già affermati … Alcune aziende già stanno muovendosi nella direzione del taglio di spese legate all’evento moda, come ha fatto Laura Biagiotti spostando la collezione Uomo da Milano a Pitti, altri nel taglio al personale …
Stilinga: come arrivi a capire cosa vuole il mercato?
Anna B.: Riaffermo la necessità dell’informazione e della consapevolezza di quello che si sente, si vede, si legge.
Stilinga: a quale fenomeno stilistico del passato, se c'è nel tuo stile, fai spesso riferimento?
Anna B.: Adoro l’epoca della Regina Vittoria.
Stilinga: come gestisci la tua creatività?
Anna B.: Incanalandola quando appare! Spesso la creatività è fugace, per cui bisogna tenerla stretta prima che si dissolva come un sogno al mattino.
Stilinga: in un momento di crisi economica come questo che consigli daresti a giovani stilisti?
Anna B.: Puntare su se stessi e la propria volontà, a costo si sacrifici ed autostima zero. I risultati si vedono a lungo termine, sempre.
Stilinga: si parla spesso della realtà immobile italiana e anche il settore della moda/abbigliamento è ricco di marchi storici e molto forti in termini di distribuzione e comunicazione, che cosa prevedi possa accadere d'ora in poi visto che la situazione economica produrrà cambiamenti notevoli?
Anna B.: La realtà del Made in Italy ha sicuramente un trascorso storico notevole che tuttavia ora non funziona più. Io credo sia dovuto al calo di credibilità di questi ultimi anni, dovuto allo spostamento di lavoro nei Paesi a manodopera economica. A ben seguire alcune inchieste, si scopre che il marchio Made in Italy ha confini molto labili… Per cui, a mio parere, bisogna puntare l’attenzione sui giovani nomi in grado di proporre una sartorialità accessibile in termini di forma e prezzo prima che vengano risucchiati dal sistema moda.
Stilinga: quali siti di ricerca stile visiti e come ti aggiorni?
Anna B.: Primo tra tutti l’italiano FrizziFrizzi.
Stilinga: che obiettivi hai nella tua carriera? e a livello personale?
Anna B.: Mettermi in gioco! Poi chissà… La strada è lunga ed io ho appena iniziato a giocare.
Stilinga: consiglieresti il percorso educativo che hai intrapreso ad altri aspiranti stilisti?
Anna B.: Non saprei … Ognuno affronta questo percorso con predisposizione differente. Certo posso consigliare di puntare su di un percorso meno teorico.
Stilinga: elenca 3 qualità indispensabili per una stilista
Anna B.: Perseveranza, umiltà, ardore di conoscenza.
Stilinga: elenca 3 difetti da evitare per una stilista
Anna B.: Esser convinti d’avere buon gusto! E poi, esser poco comunicativi ed interessati.
Stilinga: quali sono i negozi di Roma che ti attirano maggiormente e perché?
Anna B.: Il Temporary Love in zona Trastevere è un crocevia di artisti, collaborazioni ed iniziative, un ottimo concept store anche per scovare talenti nell’ambito del fashion design. E la Dorothy Circus Gallery per l’arte contemporanea a me affine. Non posso dimenticare Biblio Téq e la sua vasta selezione di tè, caffè, infusi … Uno shop indispensabile.
Stilinga: cosa pensi del vintage? è un concetto ormai assodato e che continuerà oppure è giunto all'apice ed è destinato al declino?
Anna B.: Stop al vintage! E’ un concetto ormai passato che non capisco perché sia l’unico diktat di moda ora… Vintage non è necessariamente sinonimo di Cool.
Naturalmente, opinione personale, senza nulla togliere a chi sa mixare con gusto.
Stilinga: cosa pensi del fatto a mano? credi che il mercato sia pronto per un ritorno al fatto su misura, su richiesta e a prodotti di alta qualità?
Anna B.: La corrente hand made ha radici ben consolidate e scorre sempre al di sotto della moda ufficiale… Adesso, grazie al web, ha una nuova visibilità. Al di là delle ragioni economiche e sociologiche, il mercato dell’autoproduzione è attualmente il più interessante e variegato: oltre alla varietà di scelta che propone, l'handmade offre qualità ed una certificazione di produzione.
Ed ancora insisto, si può spendere senza piangere sul portafoglio avendo un capo unico nel proprio guardaroba, non è un aspetto da sottovalutare in un momento di crisi che molti annunciano durerà per parecchi mesi ancora.
Stilinga: cosa intendi per qualità?
Anna B.: La capacità di un capo di star bene addosso ed anche di durare nel tempo, in termini di gusto e struttura.
Stilinga: che cosa pensi dei prodotti moda industrializzati?
Anna B.: E’ necessario che ci siano, ci si veste per tutte le occasioni, non sempre è possibile vestire haute couture.
Stilinga: che musica ascolti e quali gruppi ti piacciono?
Anna Bassano: Depeche Mode, Antony and the Johnsons, Battiato, Brian Eno, Amalia Grè… Amo la New Wave anni ’80 e l’ultimo indie rock.
Stilinga è andata ad intervistarla e a cogliere alcune delle sue migliori creazioni (anche se si fa fatica a scegliere).
Altre amazing t-shirt dipinte a mano su www.myspace.com/annienoir
Eccovi l'intervista ad Anna Bassano/AnnieNoir
Stilinga: Anna Bassano come e quando è nata la tua passione per la moda?
Anna Bassano: Credo si possa riassumere nella voce “Gira la moda” , il gioco preferito nei primi anni ’90 da me e tutte le mie amiche!
Stilinga : quali sono i tuoi punti di riferimento nel settore che hanno determinato la tua visione stilistica?
Anna B.: Ho sempre avuto un tratto grafico, linee pulite, forme essenziali … 6267, Calvin Klein, Jil Sander, Marni, Giambattista Valli, eppure adoro Antonio Marras e le sue lavorazioni minuziose e poetiche. Tra i nomi che si stanno affermando, Aroma 30. E girovago sempre nel sito Art Department e tra le pagine del magazine Lula.
Stilinga: come crei una collezione nuova? e come hai creato il tuo marchio?
Anna B.: Il mio progetto di T-shirt AnnieNoir è recente, per cui è in continua evoluzione. Il nome nasce dal mio amore per i suoni della lingua francese (già, lo si legge alla “francese”… ), il logo dal mio amore per il gatto, che considero il mio animale-totem.
Stilinga: cosa caratterizza il tuo stile sia personale che professionale ?
Anna B.: Essenzialità, unicità nella produzione, ed anche un tentativo d’esser alla portata di tutte le tasche. Avere un pezzo unico ad un prezzo abbordabile … è haute couture di strada!
Stilinga: quale è la tua missione e la tua visione nell'ambito moda? quali valori si ritrovano nelle tue proposte?
Anna B.: La peculiarità, anzitutto, una voce fuori dal coro. E tanta ironia! Adoro le sfaccettature.
Stilinga: come pensi che stia mutando la moda/abbigliamento?
Anna B.: C’è una notevole scelta ed un continuo mutamento che però talvolta portano ad una uniformità di idee… Almeno per quel che posso vedere nella città di Roma. Tante proposte di personalizzazione che vanno nella stessa direzione, verso lo stesso gusto.
Per quanto riguarda le alte sfere, continuo a pensare che nonostante i tentativi di approccio alle nuove realtà di comunicazione e d’acquisto, le aziende abbiano perso il desiderio di sperimentazione in chiave “abbordabile” per la gente comune, per andare nei versanti opposti di sperimentazione pura e di tradizione pura.
Stilinga: Sei maggiormente interessata alla moda o allo stile?
Anna B.: Stile, certamente. La moda è un concetto un po’ astratto, dal mio punto di vista.
Stilinga: che cosa pensi della moda di massa e in particolare del fenomeno della fast fashion?
Anna B.: La moda di massa esiste anche nella cultura detta underground, gli stampini sono ovunque … solo che nel fast fashion si risparmia!
Stilinga: cosa significa per te una professione in ambito moda/abbigliamento e quanto conta saper comunicare in questo settore?
Anna B.: La comunicazione è indispensabile per vendere il marchio ed il prodotto, ma anche per giocare. Ed è uno degli aspetti che mi interessa maggiormente nell’ambito moda: styling, shooting editoriali, ricerca… Decisamente interessante!
Stilinga: quali sono i personaggi famosi Italiani e internazionali che ti piacerebbe vestire e che ammiri?
Anna B.: Martin Gore, Audrey Tatou, Filippo Timi, Morgan ed Andy dei Bluvertigo, Cécil Cassel, Emma Watson, Cristiano Godano dei Marlene Kuntz …
Stilinga: quali sono i personaggi famosi Italiani e internazionali che avrebbero bisogno di un bel cambiamento di immagine e stile?
Anna B.: Uff !
Stilinga: cosa pensi della globalizzazione e del local?
Anna B.: Purché si pensi …
Stilinga: credi che valori quale ecologia, rispetto della natura, localismo, riscoperta delle proprie radici possano costituire una tendenza forte che avrà molto seguito in futuro?
Anna B.: Credo sia fondamentale fare ricerca ed investire in questa direzione, ma deve essere anzitutto un imperativo morale, non una necessità dettata dall’ampliamento del portfolio o dal timore di scomparire dalla faccia della terra.
Ci sono questioni legate al rispetto della natura e dei suoi abitanti che vanno prese in considerazione in maniera responsabile ed intelligente, al di là delle ricerche di mercato.
Stilinga: dove trovi l'ispirazione per creare?
Anna B.: Ovunque! Libri, copertine dei libri, riviste commerciali forse più che underground, web … ovunque sia possibile captare un’idea che mi possa rappresentare.
Stilinga: che approccio hai con i mezzi moderni di comunicazione tipo internet?
Anna B.: Non potrei vivere senza … E’ fondamentale fare ricerca ed informazione, ed il web è un ottimo strumento.
Stilinga: Puoi elencare i siti web dove sei presente?
Anna B.: MySpace, Facebook, Iqons, UsTrendy, Coroflot…
Stilinga: che cosa pensi di Roma dal punto di vista stilistico? è una piazza aperta ai nuovi creativi?
Anna B.: Roma sta risvegliandosi da un paio di anni dal torpore creativo… O forse è più corretto affermare che da anni varie correnti personali scorrono nella capitale, ma han preferito rimanere in un circuito “elitario” (giustamente, direi …). Ora c’è una esplosione di fenomeni interessanti all’interno dei quali ci sono a loro volta nomi e realtà maggiormente interessanti su cui puntare.
Forse si stanno rompendo le stesse barriere tra creativi per superare il concetto di rivalità in favore di una collaborazione che possa riaffermare il mercato romano.
Stilinga: quali sono le zone di Roma che ti ispirano maggiormente e non solo a livello stilistico?
Anna B.: A dire il vero, non ho una zona prediletta, ma locali sparsi …
Stilinga: credi che i grandi marchi saranno sempre più forti sul mercato oppure si assisterà alla nascita e all' affermazione di nuove proposte?
Anna B.: La crisi in atto parla chiaro anche per i nomi già affermati … Alcune aziende già stanno muovendosi nella direzione del taglio di spese legate all’evento moda, come ha fatto Laura Biagiotti spostando la collezione Uomo da Milano a Pitti, altri nel taglio al personale …
Stilinga: come arrivi a capire cosa vuole il mercato?
Anna B.: Riaffermo la necessità dell’informazione e della consapevolezza di quello che si sente, si vede, si legge.
Stilinga: a quale fenomeno stilistico del passato, se c'è nel tuo stile, fai spesso riferimento?
Anna B.: Adoro l’epoca della Regina Vittoria.
Stilinga: come gestisci la tua creatività?
Anna B.: Incanalandola quando appare! Spesso la creatività è fugace, per cui bisogna tenerla stretta prima che si dissolva come un sogno al mattino.
Stilinga: in un momento di crisi economica come questo che consigli daresti a giovani stilisti?
Anna B.: Puntare su se stessi e la propria volontà, a costo si sacrifici ed autostima zero. I risultati si vedono a lungo termine, sempre.
Stilinga: si parla spesso della realtà immobile italiana e anche il settore della moda/abbigliamento è ricco di marchi storici e molto forti in termini di distribuzione e comunicazione, che cosa prevedi possa accadere d'ora in poi visto che la situazione economica produrrà cambiamenti notevoli?
Anna B.: La realtà del Made in Italy ha sicuramente un trascorso storico notevole che tuttavia ora non funziona più. Io credo sia dovuto al calo di credibilità di questi ultimi anni, dovuto allo spostamento di lavoro nei Paesi a manodopera economica. A ben seguire alcune inchieste, si scopre che il marchio Made in Italy ha confini molto labili… Per cui, a mio parere, bisogna puntare l’attenzione sui giovani nomi in grado di proporre una sartorialità accessibile in termini di forma e prezzo prima che vengano risucchiati dal sistema moda.
Stilinga: quali siti di ricerca stile visiti e come ti aggiorni?
Anna B.: Primo tra tutti l’italiano FrizziFrizzi.
Stilinga: che obiettivi hai nella tua carriera? e a livello personale?
Anna B.: Mettermi in gioco! Poi chissà… La strada è lunga ed io ho appena iniziato a giocare.
Stilinga: consiglieresti il percorso educativo che hai intrapreso ad altri aspiranti stilisti?
Anna B.: Non saprei … Ognuno affronta questo percorso con predisposizione differente. Certo posso consigliare di puntare su di un percorso meno teorico.
Stilinga: elenca 3 qualità indispensabili per una stilista
Anna B.: Perseveranza, umiltà, ardore di conoscenza.
Stilinga: elenca 3 difetti da evitare per una stilista
Anna B.: Esser convinti d’avere buon gusto! E poi, esser poco comunicativi ed interessati.
Stilinga: quali sono i negozi di Roma che ti attirano maggiormente e perché?
Anna B.: Il Temporary Love in zona Trastevere è un crocevia di artisti, collaborazioni ed iniziative, un ottimo concept store anche per scovare talenti nell’ambito del fashion design. E la Dorothy Circus Gallery per l’arte contemporanea a me affine. Non posso dimenticare Biblio Téq e la sua vasta selezione di tè, caffè, infusi … Uno shop indispensabile.
Stilinga: cosa pensi del vintage? è un concetto ormai assodato e che continuerà oppure è giunto all'apice ed è destinato al declino?
Anna B.: Stop al vintage! E’ un concetto ormai passato che non capisco perché sia l’unico diktat di moda ora… Vintage non è necessariamente sinonimo di Cool.
Naturalmente, opinione personale, senza nulla togliere a chi sa mixare con gusto.
Stilinga: cosa pensi del fatto a mano? credi che il mercato sia pronto per un ritorno al fatto su misura, su richiesta e a prodotti di alta qualità?
Anna B.: La corrente hand made ha radici ben consolidate e scorre sempre al di sotto della moda ufficiale… Adesso, grazie al web, ha una nuova visibilità. Al di là delle ragioni economiche e sociologiche, il mercato dell’autoproduzione è attualmente il più interessante e variegato: oltre alla varietà di scelta che propone, l'handmade offre qualità ed una certificazione di produzione.
Ed ancora insisto, si può spendere senza piangere sul portafoglio avendo un capo unico nel proprio guardaroba, non è un aspetto da sottovalutare in un momento di crisi che molti annunciano durerà per parecchi mesi ancora.
Stilinga: cosa intendi per qualità?
Anna B.: La capacità di un capo di star bene addosso ed anche di durare nel tempo, in termini di gusto e struttura.
Stilinga: che cosa pensi dei prodotti moda industrializzati?
Anna B.: E’ necessario che ci siano, ci si veste per tutte le occasioni, non sempre è possibile vestire haute couture.
Stilinga: che musica ascolti e quali gruppi ti piacciono?
Anna Bassano: Depeche Mode, Antony and the Johnsons, Battiato, Brian Eno, Amalia Grè… Amo la New Wave anni ’80 e l’ultimo indie rock.
Le spose della giovane stilista Nina Voluta
La giovane stilista Nina Voluta, diplomata all’Accademia di Costume e di Moda di Roma e dopo un'esperienza presso Alberta Ferretti, ha creato il marchio Stella Angelika -http://www.stellaangelika.com -con cui propone collezioni di abiti da sposa "dalle linee morbide e fluide che ricordano le ali degli angeli pronte a spiccare il volo in ogni momento", abiti di alta moda e rigorosamente confezionati a mano e su misura, nel suo atelier ai Parioli.
Nina Voluta adora il periodo storico del '700 ed ecco che "piccole rouches pieghettate, maniche ricche e importanti, plissé soleil, organza, taffettà, decori Swarovski, tulle oro-argento e broccati" sono gli stilemi che ispirano la sua inconfondibile sposa.
Una sposa che non rinuncia a sedurre e che, "come gli angeli, può influenzare e proteggere la vita di chi la circonda".
Nina Voluta adora il periodo storico del '700 ed ecco che "piccole rouches pieghettate, maniche ricche e importanti, plissé soleil, organza, taffettà, decori Swarovski, tulle oro-argento e broccati" sono gli stilemi che ispirano la sua inconfondibile sposa.
Una sposa che non rinuncia a sedurre e che, "come gli angeli, può influenzare e proteggere la vita di chi la circonda".
Nina Voluta ha proposto le sue creazioni durante le edizioni del 2007 e 2008, della manifestazione "Roma Fashion White" nella prestigiosa cornice della "chiesa episcopale della comunione anglicana, di San Paolo Entro le Mura, situata in Via Nazionale nel cuore del centro storico di Roma, prezioso gioiello architettonico che il governo italiano ha dichiarato monumento nazionale".
Le lavorazioni proposte, frutto di una continua e costante ricerca sui materiali e sul concetto di sposa romantica ma contemporanea, hanno dato vita a modelli innovativi e unici come, in particolare mostrato in questa foto, modelli che coniugano lavorazioni handmade ed estro creativo, al servizio di una donna che desidera esaltare la sua figura pur rimanendo nell'ambito della tradizione nuziale.
Le forme si affusolano, le lunghezze sono presenti ma non invasive, il candore e il pudore si manifestano in abiti sobri che si esaltano con giochi di volute alle maniche e all'orlo.
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