Renzi si è travestito talvolta da “amico” della Russia, fingendosi contrario alle sanzioni; ora il senatore piemontese Lucio Malan ne ha smascherato l’ambiguità facendo una scoperta interessante: il ministero dell'Ambiente appare tra i sostenitori della Fondazione Clinton.
Lucio Malan Malan ha presentato un'interrogazione parlamentare chiedendo spiegazioni al titolare del dicastero. Quella del ministro Galletti è infatti una scelta tale da creare imbarazzo nelle relazioni diplomatiche con la Russia, anche perchè tra i finanziatori dei Democratici americani vi è pure un certo George Soros, che pare aver rivestito un ruolo importante nella crisi ucraina. Abbiamo approfondito l'argomento con lo stesso senatore Malan, che ha avuto il coraggio di gettare luce su questa vicenda incresciosa.
- Senatore, il Governo italiano ha risposto alla Sua interrogazione?
— Non ancora. Penso esistano pochi governi al mondo che sistematicamente non rispondono ai quesiti più scomodi che gli vengono posti dai parlamentari. Rispondere sarebbe d'obbligo… ma non in Italia. Forse accadeva anche in passato, ma con l'arrivo di Renzi neppure le sollecitazioni al presidente della Camera o del Senato ottengono una discussione su certi documenti.
- Come ha scoperto che il ministero dell'Agricoltura aveva sovvenzionato la Fondazione Clinton?
— Scorrendo i finanziatori della Fondazione ho visto che compariva per il 2015 anche il Ministero italiano; non trovando riscontro nel Bilancio dello Stato, ho presentato subito un'interrogazione al ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, per chiedergli le ragioni che lo hanno convinto a concedere un finanziamento, peraltro di somma imprecisata (tra i 100 e i 250mila dollari). Le attività promosse da questo Ente saranno pure meritorie, ma credo esistano molte altre istituzioni che il Governo italiano potrebbe sostenere, in primis quelle nazionali. Accanto al Ministero dell'Ambiente compaiono come finanziatori anche Arabia Saudita, Qatar e Norvegia, Paesi legati dal comun denominatore del petrolio: non proprio una gran bella immagine ne deriva per il Ministero dell'Ambiente e dunque per il Governo.
- Questo finanziamento è un appoggio indiretto alla campagna presidenziale dei Democratici americani?
— Le tempistiche del finanziamento sono sospette. E a chi obiettasse che il finanziamento va alla Clinton Foundation e non alla signora Clinton candidata alla Casa Bianca, ricordo che la denominazione dell'istituzione è "Bill, Hilary & Chelsea Foundation".
- La stampa italiana ed europea è ampiamente schierata contro Trump e a favore della Clinton: chi la spunterà? — In controtendenza rispetto a tanti colleghi parlamentari, quando seppi della candidatura di Trump dissi che sarebbe stato un osso duro, vista la sua determinazione. Molti opinionisti lo riducono a una caricatura, ma cosi non è. A differenza di certi populisti europei, ha un programma ben chiaro, entrato di forza nell'agenda politica degli altri partiti. Contro i bassi salari e l'emarginazione, Trump propone una ricetta che parla direttamente alla "pancia" del Paese, senza prendere in giro nessuno, almeno sulla carta: stop all'immigrazione che costituisce una concorrenza al ribasso contro i propri cittadini, riduzione dell'imposizione fiscale, rinegoziazione dei trattati commerciali internazionali, contrarietà al TTIP. Che piaccia o no, a questa piattaforma politica i democratici faticano a trovare una controproposta credibile, vagheggiando solo di possibili effetti negativi senza fornire dati concreti. Si comprende allora il successo di Trump, molto simile a quello riscosso dal primo Obama, il quale non parlava agli elettori tradizionali del suo partito, ma si rivolgeva a quelli che non si recavano alle urne.
- E per quanto riguarda la politica estera?
— La sua proposta paradossalmente è la migliore per l'Europa e l'Italia. Il riavvicinamento alla Russia e a Putin porterebbe da un lato al superamento delle sanzioni e dall'altro sarebbe l'inizio di una coalizione internazionale capace di operare efficacemente contro il terrorismo e i pesanti flussi migratori che stiamo subendo. D'altra parte, mi pare che di provocazioni la Russia ne abbia subite già abbastanza, tra ritorsioni economiche e dispiegamento di forze NATO lungo i suoi confini. Trump viene dipinto come estremista, ma in politica estera ha la proposta più moderata: eviterebbe il ritorno a una guerra fredda insostenibile sia dal punto di vista economico sia perchè siamo già impegnati sul fronte del Medioriente.
- Come si muove l'Italia rispetto alle sanzioni contro la Russia?
— Si muove male. Il Partito Democratico respinge tutte le risoluzioni che noi presentiamo in Parlamento per chiedere all'UE di cancellarle. Renzi si comporta come un padre padrone, che vuole andare in Europa affermando di avere tutto sotto controllo, anche il Parlamento italiano, mentre poi riesce solo a elemosinare qualche discussione in merito nel Parlamento europeo. Invece, se avesse dalla sua documenti condivisi con le opposizioni, avrebbe una posizione molto più forte verso gli altri premier europei per poter pretendere lo stop alle misure anti-russe che recano detrimento soprattutto all'Italia. Basti pensare che noi riceviamo danni dieci volte superiori a quelli che subisce la Russia: è un controsenso.
Leggi tutto: https://it.sputniknews.com/italia/201608073242061-renzi-russia-clinton/
Lucio Malan Malan ha presentato un'interrogazione parlamentare chiedendo spiegazioni al titolare del dicastero. Quella del ministro Galletti è infatti una scelta tale da creare imbarazzo nelle relazioni diplomatiche con la Russia, anche perchè tra i finanziatori dei Democratici americani vi è pure un certo George Soros, che pare aver rivestito un ruolo importante nella crisi ucraina. Abbiamo approfondito l'argomento con lo stesso senatore Malan, che ha avuto il coraggio di gettare luce su questa vicenda incresciosa.
- Senatore, il Governo italiano ha risposto alla Sua interrogazione?
— Non ancora. Penso esistano pochi governi al mondo che sistematicamente non rispondono ai quesiti più scomodi che gli vengono posti dai parlamentari. Rispondere sarebbe d'obbligo… ma non in Italia. Forse accadeva anche in passato, ma con l'arrivo di Renzi neppure le sollecitazioni al presidente della Camera o del Senato ottengono una discussione su certi documenti.
- Come ha scoperto che il ministero dell'Agricoltura aveva sovvenzionato la Fondazione Clinton?
— Scorrendo i finanziatori della Fondazione ho visto che compariva per il 2015 anche il Ministero italiano; non trovando riscontro nel Bilancio dello Stato, ho presentato subito un'interrogazione al ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, per chiedergli le ragioni che lo hanno convinto a concedere un finanziamento, peraltro di somma imprecisata (tra i 100 e i 250mila dollari). Le attività promosse da questo Ente saranno pure meritorie, ma credo esistano molte altre istituzioni che il Governo italiano potrebbe sostenere, in primis quelle nazionali. Accanto al Ministero dell'Ambiente compaiono come finanziatori anche Arabia Saudita, Qatar e Norvegia, Paesi legati dal comun denominatore del petrolio: non proprio una gran bella immagine ne deriva per il Ministero dell'Ambiente e dunque per il Governo.
- Questo finanziamento è un appoggio indiretto alla campagna presidenziale dei Democratici americani?
— Le tempistiche del finanziamento sono sospette. E a chi obiettasse che il finanziamento va alla Clinton Foundation e non alla signora Clinton candidata alla Casa Bianca, ricordo che la denominazione dell'istituzione è "Bill, Hilary & Chelsea Foundation".
- La stampa italiana ed europea è ampiamente schierata contro Trump e a favore della Clinton: chi la spunterà? — In controtendenza rispetto a tanti colleghi parlamentari, quando seppi della candidatura di Trump dissi che sarebbe stato un osso duro, vista la sua determinazione. Molti opinionisti lo riducono a una caricatura, ma cosi non è. A differenza di certi populisti europei, ha un programma ben chiaro, entrato di forza nell'agenda politica degli altri partiti. Contro i bassi salari e l'emarginazione, Trump propone una ricetta che parla direttamente alla "pancia" del Paese, senza prendere in giro nessuno, almeno sulla carta: stop all'immigrazione che costituisce una concorrenza al ribasso contro i propri cittadini, riduzione dell'imposizione fiscale, rinegoziazione dei trattati commerciali internazionali, contrarietà al TTIP. Che piaccia o no, a questa piattaforma politica i democratici faticano a trovare una controproposta credibile, vagheggiando solo di possibili effetti negativi senza fornire dati concreti. Si comprende allora il successo di Trump, molto simile a quello riscosso dal primo Obama, il quale non parlava agli elettori tradizionali del suo partito, ma si rivolgeva a quelli che non si recavano alle urne.
- E per quanto riguarda la politica estera?
— La sua proposta paradossalmente è la migliore per l'Europa e l'Italia. Il riavvicinamento alla Russia e a Putin porterebbe da un lato al superamento delle sanzioni e dall'altro sarebbe l'inizio di una coalizione internazionale capace di operare efficacemente contro il terrorismo e i pesanti flussi migratori che stiamo subendo. D'altra parte, mi pare che di provocazioni la Russia ne abbia subite già abbastanza, tra ritorsioni economiche e dispiegamento di forze NATO lungo i suoi confini. Trump viene dipinto come estremista, ma in politica estera ha la proposta più moderata: eviterebbe il ritorno a una guerra fredda insostenibile sia dal punto di vista economico sia perchè siamo già impegnati sul fronte del Medioriente.
- Come si muove l'Italia rispetto alle sanzioni contro la Russia?
— Si muove male. Il Partito Democratico respinge tutte le risoluzioni che noi presentiamo in Parlamento per chiedere all'UE di cancellarle. Renzi si comporta come un padre padrone, che vuole andare in Europa affermando di avere tutto sotto controllo, anche il Parlamento italiano, mentre poi riesce solo a elemosinare qualche discussione in merito nel Parlamento europeo. Invece, se avesse dalla sua documenti condivisi con le opposizioni, avrebbe una posizione molto più forte verso gli altri premier europei per poter pretendere lo stop alle misure anti-russe che recano detrimento soprattutto all'Italia. Basti pensare che noi riceviamo danni dieci volte superiori a quelli che subisce la Russia: è un controsenso.
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