Renzi vuoi stare sereno? allora dimettiti!

Ferruccio De Bortoli contro Matteo Renzi, terzo affondo: clone di Berlusconi, meschino, opportunista e anche grasso


da: http://www.huffingtonpost.it/2015/07/02/de-bortoli-contro-renzi-e-il-clone-di-berlusconi_n_7710994.html?utm_hp_ref=italy
Ferruccio De Bortoli contro Matteo Renzi, terza puntata. L'ex direttore del Corriere della Sera lancia un altro affondo contro il presidente del Consiglio dalle pagine della rivista Linus, che torna in edicola con una nuova veste e un nuovo direttore, Giovanni Robertini.
Prima c'era stato l'editoriale sul quotidiano di via Solferino in cui De Bortoli aveva criticato duramente Renzi, la sua gestione del potere, l'ego ipertrofico, il suo voler essere uomo solo al comando, un "maleducato di talento", con un attacco anche alle ombre che circondavano il Patto del Nazareno. Poi l'editoriale sul Corriere del Ticino con il commento alle elezioni regionali che avevano fatto "abbassare un po' le penne" al premier. Quindi il nuovo affondo dalle pagine di Linus contro il "clone di Berlusconi", riportato oggi sulle pagine del Fatto Quotidiano.
De Bortoli suona un'ennesima sveglia al premier. "Parla di sé in terza persona. È fantastico. Lui pensa che per governare basti raccontare una bella storia al Paese". Il renzismo, secondo il giornalista, è "un prodotto di sintesi del berlusconismo di sinistra. È la dimostrazione di come il Pd, che ha sempre combattuto Berlusconi, sia stato conquistato da un suo clone. Ultimamente però inizia a battere qualche colpo a vuoto, tanto da sembrare in uno stato quasi confusionale". Ma il "paradosso finale", prosegue De Bortoli, è che "siamo costretti a sperare che Renzi resista e impari a governare".
(E Stilinga non è per nulla d'accordo: Renzi dimettiti!)
Renzi diventa anche "meschino" quando si parla di Roma e di Mafia capitale, in quanto reo di non aver difeso Ignazio Marino, dopo aver scelto "un chirurgo genovese che non sa nulla di politica, una sorta di Forrest Gump". 
(E Stilinga si ripete dicendo che Marino è stato votato, eletto ed è diventato sindaco, Renzi non è stato votato, si è catapultato da solo e pretende di rappresentare gli italiani? Una bella tornata elettorale sana gli farebbe di un bene!)
Marino tuttavia "è stato il candidato di Renzi alle primarie. Va perciò difeso. Non è buona norma - scrive De Bortoli - scaricare i propri candidati nel momento in cui non ti servono più. Lo trovo meschino". Questo perché "se ti limiti a scaricare chi non ti conviene più non sei uno statista, sei un'opportunista".
Meschino, opportunista e anche grasso. "L'Italicum, un mostro - scrive De Bortoli - è stato disegnato come un abito su misura per un premier con la tendenza alla pinguedine".
Infine, parole dure contro il Pd - destinato "alla scissione, a meno che prima non imploda il renzismo" - e dolci contro il Movimento 5 Stelle - "pensavo fossero destinati a sparire e invece stanno conoscendo una seconda giovinezza. Con in più che si intravede una classe dirigente".

Piketty: “Europa in agonia sono i conservatori ad averla devastata”

L’economista francese: serve una conferenza per ristrutturare i debiti più insostenibili.

di Roberto Brunelli, da Repubblica, 29 giugno 2015

da: http://temi.repubblica.it/micromega-online/piketty-%E2%80%9Ceuropa-in-agonia-sono-i-conservatori-ad-averla-devastata%E2%80%9D/

L’Europa sta per essere distrutta. Ma non dai greci e dall’ostinazione di Tsipras e Varoufakis, ma dai “conservatori” del Vecchio Continente, in particolare quelli tedeschi. E’ un Thomas Piketty furente a dire la sua, in un’intervista alla Zeit che il settimanale tedesco pubblica non a caso con grandissimo rilievo. Perché è un j’accuse — quello dell’economista divenuto una star internazionale con il suo “Il capitale del XXI secolo” — che cade come un meteorite in fiamme sulla cronaca greca di questi giorni.

I conservatori stanno ad un passo dal devastare definitivamente l’idea europea, e lo fanno per colpa di uno spaventoso deficit di memoria storica. In particolare per quello che riguarda i debiti. Proprio la Germania di oggi dovrebbe capire il significato di quello che sta accadendo: dopo la guerra Gran Bretagna, Germania e Francia soffrirono di una situazione debitoria peggiore di quella della Grecia di oggi. La prima lezione che dovremmo trarne è che ci sono molti modi per saldare dei debiti: e non uno solo, come Berlino vorrebbe far intendere ai greci”.

Sul banco degli imputati, non è difficile immaginarlo, soprattutto Angela Merkel e Wolfgang Schaeuble. “Quando sento i tedeschi dire che sono mossi solo dall’etica e che sono fermamente convinti che i debiti debbano essere pagati, penso: ma questa è una barzelletta! La Germania è esattamente il paese che non ha mai onorato i suoi debiti, né dopo la prima né dopo la seconda guerra mondiale”. Niente a che vedere con “l’accezione comune di ordine e giustizia: perché se la Germania nel secondo dopoguerra realizzò il boom, fu proprio grazie del fatto che i suoi debiti furono abbattuti, cosa che oggi neghiamo con ferocia ai greci”.

Quello che propone Piketty è chiaro: una grande conferenza europea sul tema dei debiti. Qualcosa di paragonabile, come dimensione strategica, al Piano Marshall. Ma niente del genere è all’orizzonte, anzi. “La verità è che una ristrutturazione dei debiti è inevitabile in molti paesi europei, non soltanto in Grecia. E invece abbiamo appena perso inutilmente sei mesi di tempo a causa di trattative tutt’altro che trasparenti con Atene”. 

Non solo. A Schaeuble, che sostiene che una eventuale Grexit addirittura favorirebbe una rinnovata compattazione europea, Piketty risponde con uno scenario opposto: se non cambia passo, l’Unione europea affronterà una crisi di fiducia ancora più grave. “Sarà l’inizio di una lenta agonia, nella quale sacrificheremo all’altare di una politica debitoria irrazionale il modello sociale europeo, persino in termini di democrazia e civilizzazione”. L’ultimo pensiero, e non poteva essere altrimenti, è per la cancelliera tedesca Angela Merkel: “Se vuole assicurarsi un posto nella storia, come Kohl con la riunificazione tedesca, deve avere il coraggio di un nuovo inizio. Chi invece oggi insiste nel voler cacciare la Grecia dall’eurozona finirà nella pattumiera della storia”.

(29 giugno 2015)