Shoe Forecasts for Autumn/Winter 2011-12: the Book


Forecasts for shoes by Annienoir and Stilinga

BOOK INFO



The two Italian trend researchers and cool hunters Annienoir and Stilinga are happy to announce the new shoe trend book for the A/W 2011/12 season.



It is a trend book for the female Shoe field, made to focus on major important trends.



The Trend Book is a proposal of very interesting and updated design ideas for platforms, lasts, heels and upper, due to their Italian shoe design creativity.



This special trend book is enriched with a broad research done in the most important European shopping streets, with colour charts and impressive and detailed sketches.



To know more about this very amazing and useful trend book for shoes, do not hesitate to contact us, directly on Alibaba and to visit our site






ultime news sul mondo dello shopping fashion a Roma

Oggi Stilinga ha fatto un giretto nel centro, più centro, di Roma: Via del Corso, via Frattina, Via Condotti e via Borgognona.

Ed il risultato è... UNA PENA TOTALE!

Vetrine allestine alla come viene viene (e parlo delle grandi griffe!), sporche (!), con abiti messi male e manichini storti, abbinamenti sbagliati, insomma ci si aspetterebbe di più dal centro centro di Roma e nella giornata di sabato!

Strade zuppe e allagate (nessun decoro urbano per questa povera città in mano alla destra distratta dai propri affari), percorse da una moltitudine di auto, taxi (ovunque e soprattutto in zone iper pedonali): a fatica una persona riesce a schivare le pozze d'acqua e a vedere in pace le vetrine!

La parte più penosa però è stata la visione dei commessi e dei loro sguardi: persi, angosciati e tutti mesti in attesa di qualche cliente che nei loro mega store latitano.

Altri negozianti, veri romani doc, si rivolgevano invece ad una cliente che provava un paio di scarpe con le seguenti parole:

"... e mica stiamo a parlà de' una lonza! stamo a parlà de' piedi... i suoi, e poi certo che cede la scarpa... cede...".

Strano! il negozio in questione, appare ai più, come un luogo chic, in una via chic, in una zona chic... ma il tono di chi lo gestisce era più da macellaio...

In sintesi, comunque solo poche griffe erano allietate dalla presenza di coloro che reggono tutto il mondo della moda: il cliente che spende! genere in seria estinzione e duramente penalizzato dalla crisi economica.

Parlando dei prodotti, beh, non è un bel vedere per nulla!

Scarpe che sembrano pagnotte, che rendono i piedi ancora più grossi, borse che riflettono la stessa estetica culinaria, orride, vecchie e costosissime, abiti anche rovinati (ma non per vezzo) messi in vetrina in primo piano in negozi di haute couture (ohi, ohi!), vestiti dalle applicazioni improponibili, dai tagli vita errati, dai concetti nulli e dai tessuti poco aggraziati.

Insomma, un disastro! e nel periodo più sfigato che fanno i grandi marchi? fanno pure pena e da più punti di vista e allora cosa accadrà?

Per scaramanzia Stilinga non si pronuncia...

Roma Ladrona? no! LEGA LADRONA!

Da l'Unità on line del 19.04.10:

L'appetito della Lega


di Rinaldo Gianolatutti

Nel 2009 il Veneto, che ha appena tributato un consenso elettorale record alla Lega, ha perso circa 52.000 posti di lavoro, il numero dei disoccupati ha raggiunto il livello di 126.500 persone. Secondo l’agenzia Veneto Lavoro il prodotto interno lordo in questa regione chiave dell’economia nazionale è calato del 4,8% lo scorso anno, il prodotto pro-capite è sceso ai livelli di dieci anni fa e un recupero sulla media del 2008 sarà possibile solo nel 2015, se tutto andrà per il meglio. I più colpiti, quelli che pagano gli effetti più duri della crisi, sono gli operai maschi, stranieri e con un contratto a tempo determinato. Sono stati licenziati, difficilmente troveranno un’occupazione nel breve-medio periodo.



Questa è la realtà sociale ed economica del Veneto. Una realtà difficile come in molte altre regioni italiane. Poi c’è la politica, ci sono le amministrazioni, ci sono i nuovi leader leghisti. Uno si aspetterebbe che davanti a una crisi spaventosa e dopo una vittoria elettorale senza condizioni gli amministratori di Bossi affrontassero questo momento delicato con piglio deciso e provvedimenti adeguati all’emergenza. Ma, per ora, bisogna aspettare. Anche gli uomini della Lega tengono famiglia e amano i piaceri del potere.



A Treviso i leghisti rifanno la sede della provincia come se fosse una reggia spendendo senza ritegno e comprando pure un tavolo di cristallo da 12mila euro ma poi negano i soldi alle scuole. La presidente della provincia e sindaco di San Donà Francesca Zaccariotto, astro nascente della Lega, appena eletta si era aumentata lo stipendio. Altri amministratori e sindaci leghisti, ad esempio ad Asolo e in altri comuni del trevigiano, hanno pensato che, crisi o non crisi, è giunto il momento di arrotondare stipendi e indennità perché non si vive solo di aria e di gloria politica.



Sono solo alcuni esempi della Lega di governo e di sottogoverno raccontati nell’inchiesta di Toni Fontana che offre un punto di vista diverso e alternativo sulla classe di governo di Bossi che, accanto ad amministratori abili e presentabili, propone il sindaco di Adro che non vuole dare da mangiare ai bambini delle famiglie morose o la giunta di Brescia che nega il bonus bebè ai figli degli immigrati.



Oggi che la Lega ha in mano la guida del Piemonte e del Veneto, e partecipa al governo in Lombardia puntando anche a Palazzo Marino a Milano, mostra sul territorio la sua faccia feroce coi più deboli e, su un livello più alto di potere, capitalizza il numero dei voti esigendo, come ha detto esplicitamente Bossi, «le banche del Nord, perché ce lo chiede il popolo» e punta a infilare i suoi uomini nei consigli di amministrazione delle grandi aziende di Stato e nelle municipalizzate. Come si può contrastare questa Vandea?



Con la presenza, la testimonianza forte di una politica diversa. Tonino Guerra ha scritto al Corriere della Sera per proporre al presidente della Repubblica di scegliere come senatore l’italiano «che non ci sta», l’imprenditore Silvano Lancini che ha pagato i diecimila euro di rette arretrate della mensa dei bambini di Adro. Una speranza