Mamma mia il Macro!

 Stilinga ha approfittato della settimana della cultura e ha visitato a gratis il Macro di Roma e per fortuna che lo visitato senza pagare...

Il fatto è che avendo già perlustrato, come del resto molte altre persone, le vette artistico-spirituali del Maxxi, sempre a Roma, del Guggenheim di Bilbao e di New York, della Tate Modern di Londra, inoltrarsi al Macro con delle aspettative è come andarsi a schiantare contro un muro di cemento.

Si avverte come un'aria di museo di piccola provincia: poche opere degne del panorama internazionale oppure opere minori (anche non esposte al meglio) di grandi artisti.


Se poi volessimo spendere due parole sull'organizzazione, allora si dovrebbe dire che sono quasi  più i custodi che i visitatori, sono quasi più le telecamere di sicurezza che le opere, sono quasi più gli spazi sprecati che non quelli azzeccati, sono sicuramente inutili le terrazze nere senza altra prospettiva che bollire durante la bella stagione e sono più i motivi che  impediranno a Stilinga di andare nuovamente là, di quelli che ce la porteranno.

Insomma se si vuole fare un giro d'arte contemporanea a Roma, meglio partire dal Macro (se proprio si vuole) e poi approdare al Maxxi.
Fare in contrario è esporsi a terribili delusioni.