E la chiamano austerity: ma è solo per la popolazione!

da: http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamentoeuropeo/2015/03/scontri-allinauguraz.html
Scene da guerriglia a Francoforte.
Attivisti anti-austerity e forze dell'ordine si sono scontrati ripetutamente durante una manifestazione di protesta contro la nuova Eurotower.
La Bce non conosce #austerity, quella la impone solo ai cittadini.
Nonostante la crisi e i tagli imposti agli Stati europei, la Bce si è concessa una nuova faraonica sede. E' stata inaugurata oggi nell'area dei vecchi mercati generali di Francoforte, il nuovo grattacielo costato ai contribuenti europei ben 1,2 miliardi di euro.
Il grattacielo si estende per 185 metri di altezza e consiste in due edifici poligonali di 43 e 45 piani rispettivamente, dove si trovano gli uffici.
Rispetto al 2005 quando il progetto è stato approvato, il costo di realizzazione è aumentato del 41%. Da iniziali 850 milioni di euro, Mister Draghi ha speso1,2 miliardi.
Alla faccia dell'austerity.
Oggi a Francoforte la protesta del movimento Blockupy con scene da guerriglia. Sono stati incendiati alcuni cassonetti, poi si sono verificati scontri fra polizia e manifestanti con lanci di pietre, gas lacrimogeni, sit-in, sette auto della polizia bruciate e otto agenti feriti.
Fonti della Bbc dicono che la polizia tedesca avrebbe arrestato 350 manifestanti.
Per il portavoce Marco Valli, membro della Commissione per i problemi economici e finanziari, "non bisogna meravigliarsi, che la gente sia arrabbiata e protesti contro l'inaugurazione della nuova sede BCE. L'esorbitante costo dell'Eurotower è solo l'ultimo dei problemi...non bisogna dimenticare che la BCE ha erogato migliaia di miliardi di euro negli ultimi 5 anni alle banche private per stimolare l'economia, eppure di questi soldi pochissimi sono arrivati all'economia reale.bonus dei manager son tornati alti, come i dividendi in borsa eppure non ci son mai stati tanti disoccupati in Europa. Solo con la separazione bancaria proposta dal Movimento 5 Stelle si potrà mettere fine alla speculazione".

E Stilinga è convinta che siamo solo all'inizio delle rivolte.
E' inammissibile che si siano spesi 1 miliardo e rotti di euro per una torre fallica a Francoforte, frequentata per lo più da maschi cretini.
Inoltre, il costo è aumentato del 41%: corruzione ci cova, speriamo che i magistrati indaghino. 
E poi era necessaria una torre nuova per tanti economisti pazzi che fanno solo gli affari delle lobbies e non degli europei? 
A chi serve 'sta specie di Europa? di fatto una Europeuccia. 
A chi serve massacrare economicamente le popolazioni? Ai soliti capitalisti. 
E meno male che qualcuno si è svegliato e speriamo che la sveglia sia una doccia gelata per chi ha costruito questo sistema economico basato solo sulle diseguaglianze. Sistema che deve cambiare sostanzialmente.
Così non è più possibile andare avanti (infatti siamo in recessione).
Mario Draghi dice che bisogna ascoltare la popolazione: no, la popolazione è sovrana, voi economisti della Bce, dovete servirla, non ascoltarla. 
Se siete arrivati a quei livelli di altezza, evidentemente ora vi gira la testa, mentre dovreste essere ancorati al basso e lavorare alacremente per soddisfare i vostri padroni cioè LA POPOLAZIONE EUROPEA. 
Quindi ben vengano le rivolte e speriamo che gli economisti della Bce si siano spaventati ben bene.  Se lo meritano! 

Non possono e non devono giocare con i destini degli Europei. 

Questo non è potere è abominio e poi puoi pure vestire "professional" e frequentare "chi conta" ma sempre malfattore rimani e la gente lo capisce che le belle forme e le riforme e le leggi astruse sono fatte per incasinare (e fregare) la popolazione, quindi che stima si può avere per giacca e cravatta? Nessuna!

“Abbiamo già detto no, ci disprezzano”


Intervista di Silvia Truzzi a Lorenza Carlassare
da Il Fatto Quotidiano tramite Libertà e Giustizia
“Proviamo a essere ottimisti: nel 2005 ci fu un tentativo di riforma costituzionale: si ricorda Calderoli? Ecco, la Costituzione riscritta da un dentista fu respinta al mittente dai cittadini con il referendum dell’anno successivo. Potrebbe succedere anche questa volta”, spiega Lorenza Carlassare, professore emerito di Diritto costituzionale a Padova.
Perché ricorda oggi la riforma di Berlusconi?
In qualunque Paese – non dico civile, ma appena appena decente – non si riproporrebbero riforme che vanno nella stessa direzione di altre bocciate qualche anno prima. La cosa che mi allarma di più è l’assenza di considerazione, per non dire il disprezzo, verso l’opinione dei cittadini. Il popolo ha già detto no a una riforma che rafforzi i poteri del governo a scapito delle istituzioni rappresentative e li concentri in un unico vertice: la legge attuale diminuisce più dell’altra il peso della volontà popolare, abbassa ancora il livello di democrazia.
Il governo esulta, il dado è tratto. O quasi.
Al premier esultante vorrei dire che la democrazia non ha bisogno di capi, ha bisogno di partecipazione. Comunque, da un punto di vista procedurale sottolineo che non è la Costituzione che impone al Senato di soffermarsi solo sulle parti emendate dalla Camera, in prima lettura. Sono i regolamenti parlamentari. In un caso così grave, dove in realtà non c’è stato un dibattito serio e approfondito, ma il testo è stato approvato – a mio avviso illegittimamente – utilizzando ‘canguri’ per eliminare dalla discussione emendamenti sgraditi e i tempi sono stati forzati con sedute notturne, impensabili in una democrazia normale, la possibilità di riconsiderare alcune norme, le più discutibili, sarebbe indispensabile. È davvero un’occasione perduta. Si poteva fare una riforma utile, invece di  questo sgorbio con un Senato non elettivo cui si attribuisce il potere di decidere su materie costituzionali. Non credo che Renzi, l’innovatore, si sia reso conto del carattere profondamente conservatore di questa riforma.
Perché conservatore?
Il nuovo Senato tanto mal concepito avrà competenza in materia costituzionale e dunque anche in un eventuale iter correttivo della riforma. Il suo voto è determinante, allo stesso modo di quello della Camera dei deputati. Se domani qualcuno avesse l’idea di mettere ordine in questa riforma strampalata del Senato, magari modificandone la  composizione e le modalità di elezione, i nuovi ‘senatori’ (consiglieri regionali e sindaci che si nominano fra loro!) potrebbero bloccare qualunque modifica contraria ai loro interessi. Così , anziché rinnovarsi, questo ceto politico non fa altro che auto conservarsi.
Lei ha detto più volte che il carattere non elettivo è fortemente antidemocratico.
Ma certo: una repubblica democratica non può avere una Camera alta non elettiva che esercita funzioni costituzionali! Se uniamo questa riforma alla eliminazione delle Province – che in realtà ci sono ancora, ma senza alcun organo eletto dal popolo – e una legge elettorale dove l’esito del voto è completamente alterato, si vede bene che il popolo, anziché il sovrano, è considerato un fastidio da tacitare.
Che pensa dei deputati divisi, quelli che volevano votare no e hanno votato sì per fedeltà alla ditta e viceversa?
È stato un gioco delle parti, sia in Forza Italia che nel Pd, una buffonata, come se si trattasse di una decisione di poco conto e non del delicatissimo equilibrio dei poteri che sta alla base della nostra architettura costituzionale.
C’è ancora la partita della legge elettorale.
La famosa legge truffa del 1953 che scatenò tante battaglie in Parlamento e fuori, era più democratica dell’Italicum perché il premio di maggioranza veniva attribuito alla coalizione che otteneva il 50 per cento, ossia a chi la maggioranza l’aveva già. E poi, se nessuno raggiungeva questa soglia, il premio non scattava; e infatti non scattò! Nell’Italicum invece – che ricorda la legge Acerbo del 1923 – se nessuno raggiunge il 40 per cento, il premio viene comunque attribuito dopo il ballottaggio tra le due liste più votate qualunque sia la percentuale ottenuta! Si prende tutto anche con un seguito popolare assai modesto: la minoranza governa indisturbata.
Il Fatto Quotidiano  –  13 Marzo 2015

E Stilinga pensa che questi residui politici che ci governano senza essere stati legittimati dalle elezioni farebbero bene a collassare e a sparire dall'agone politico visto il male che fanno al Paese. Inoltre, non pasaran! Ci credo proprio gonzi! Ma sottovalutare il popolo è la loro fine!

IL COMUNE DI ROMA REGALA 400 MILA METRI CUBI AI SOLITI COSTRUTTORI



Una colata di cemento con vista Appia Antica
IL COMUNE DI ROMA REGALA 400 MILA METRI CUBI AI SOLITI COSTRUTTORI PERSINO UNA NECROPOLI DEL I SECOLO D.C. SOTTO 32 EDIFICI E UNA TANGENZIALE
di Silvia D’Onghia, "Il Fatto Quotidiano", 11 mar. 2015

Dicono che a Roma, ovunque si faccia un buco nel terreno, si trovi qualcosa di antico. Forse è per questo che, con una frequenza impressionante, la Soprintendenza decide di ricoprire qualsiasi cosa venga alla luce al di fuori dal centro storico (anche perché lì è tutto già scavato). Non ci sono i soldi, si dice ancora, per mantenere aperti i nuovi siti. È vero. Ma forse nel caso dei ritrovamenti di Grottaperfetta, a pochi passi dall’Appia Antica, i soldi per una volta sarebbero entrati nelle casse del Comune e in misura molto maggiore rispetto alle uscite.

Una necropoli risalente al I-II secolo dopo Cristo, completa di piccoli mausolei e recinti funerari, cospicue quantità di frammenti ceramici di età medio repubblicana, una fattoria evolutasi in villa suburbana, un lungo tratto di strada romana con rivestimento basolato ben conservato, un tratto di acquedotto e un’antica cava. Almeno per quello che si è scavato. Il tutto non solo beatamente ceduto al consorzio di costruttori Grottaperfetta, perché all’interno di un’area ceduta dal Comune di Roma in convenzione, ma altrettanto beatamente ricoperto da abbondanti strati di terra. Né i romani né i turisti potranno mai visitare quella necropoli. In compenso gli acquirenti dei lussuosi appartamenti nei mega-palazzoni che sorgeranno a partire dal 2016 potranno dire di camminare sulla storia.

La vicenda dell’intervento urbanistico n. 60 comincia nel lontano 1962, quando – nell’allora Piano regolatore – venivano destinati 180 mila metri cubi all’edilizia, in una zona ancora poco abitata. Siamo a pochi metri dal parco dell’Appia Antica, c’è soltanto una strada che divide le due aree. Ed è proprio l’Appia Antica, nello specifico la Tenuta di Tor Marancia, che determina 40 anni dopo l’ampliamento del regalo ai “palazzinari”: non potendosi costruire in zona vincolata, il Comune, anzi che dire “scusate, ci siamo sbagliati”, decide di “compensare”. E così i metri cubi di Grottaperfetta passano da 180 mila a 400 mila all’inizio del 2000. Il gruppo che si aggiudica il premio è formato da una cordata in cui si sono alternati la famiglia Mezzaroma, Ciribelli, Calabresi, Rebecchini, Marronaro e il Consorzio di cooperative Aic. Nomi che i romani, ma non solo loro, conoscono bene. La convenzione con il Campidoglio viene siglata il 5 ottobre 2011 e integrata il 18 giugno 2012. I 400 mila metri cubi si traducono in altri numeri, che danno ancora di più la dimensione dell’affare: sull’area, che si estende per 23 ettari, si dovranno costruire 32 edifici a uso abitativo, un centro polifunzionale, due asili, una piazza, strade interne per la viabilità locale, parcheggi, una pista ciclabile, un sovrappasso in legno e, tanto per non farsi mancare nulla, una tangenziale di collegamento con la via Laurentina. L’hanno chiamata “Nuovo Rinascimento” , forse perché la popolazione aumenterebbe di 5.000 unità. E del resto come dire di no a “piacevoli linee architettoniche”, “ampie terrazze” e “lussuosi appartamenti” che partono dalla modica cifra di 230 mila euro (box escluso, naturalmente)? Le vendite sono già in corso e pullulano le inserzioni sui giornali locali, a firma Immobildream di Roberto Carlino, quello che “non vende sogni ma solide realtà”.

Gli unici che stanno tentando di opporsi a quest’immensa colata di cemento – in una città in cui Legambiente stima la presenza di 250 mila alloggi sfitti – sono i cittadini e il Municipio VIII. I primi si sono costituiti in un comitato, “Stop I-60” (che ha un proprio sito e una pagina Facebook), e da tempo cercano con ricorsi e manifestazioni di bloccare le ruspe. Il Municipio ha messo in campo tutte le iniziative legali possibili. “Nel febbraio dello scorso anno – racconta il presidente Andrea Catarci – abbiamo fermato le opere abusive di reinterro dello storico Fosso delle Tre Fontane, intorno al quale esiste un doppio vincolo: idraulico, sul quale abbiamo già vinto, e paesaggistico. A luglio 2014, il Gip di Roma ha disposto il sequestro preventivo dell’area, già sottoposta a sequestro probatorio dalla polizia giudiziaria di Roma Capitale, per consentire il ripristino del Fosso. La legge dice, oltre tutto, che si deve costruire a 150 metri dai corsi d’acqua”.
Ma come sempre, quando ci sono di mezzo carte e pareri (e soprattutto cemento), la soluzione non è semplice. La giunta regionale del Lazio, su sollecitazione del Consorzio, ha approvato una delibera che toglie il vincolo esistente al Fosso delle Tre Fontane. Contro la giunta Zingaretti, si è espresso per ben due volte (l’ultima, a dicembre 2014) il ministero per i Beni culturali: “Si sottolinea – ha scritto – che la rettifica deliberata dalla Regione è motivata su un dichiarato errore di graficizzazione. Si conferma la rilevanza paesaggistica del corso d’acqua”. Anche l’Autorità di bacino del Tevere richiede che il Fosso venga “tutelato e valorizzato”. Come se non bastasse, la Procura di Roma sta indagando per capire se il re-interro del Fosso sia avvenuto attraverso “false” autorizzazioni e – scrive il Gip – il Corpo forestale ritiene il cantiere “‘abusivo, poiché la convenzione, e con essa i progetti delle opere di urbanizzazione ed edificazione sono stati adottati su un presupposto falso, quale la dichiarazione di tombinamento del fosso”.
“C’è un’altra anomalia, che se non fosse tragica sarebbe addirittura ridicola – prosegue Catarci –: due estati fa i sei antichi casali presenti sull’area della lottizzazione hanno deciso di suicidarsi tutti insieme. Sono crollati, si sono auto-demoliti, così ci è stato detto. Esiste, però, un vincolo della Soprintendenza per cui si può costruire a 50 metri dalle pre-esistenze”.
Che sarà mai, sostiene Barbara Mezzaroma, che in una lettera alla cittadinanza parla di “argomentazioni pretestuose e prive di fondamento”. Quisquilie, insomma. E, se proprio volete ammirare i resti antichi, potete sempre fare un buco nel giardino di casa (nostra).