RENZI GETTA VIA I DIRITTI COME MELE MARCE


da: http://www.ilfattoquotidiano.it/

L'ASSISTENTE DI OLIVETTI: "IL PREMIER LASCI STARE ADRIANO"

INTERVISTA A GIOVINA VOLPONI L'ASSISTENTE DI OLIVETTI: "RENZI GETTA VIA I DIRITTI COME MELE MARCE"
di Sandra Amurri

“Ripristiniamo la regola di un grande italiano, Adriano Olivetti,un esempio per l'Italia di oggi, al quale sono affezionato: il manager non può guadagnare più di dieci volte il salario di chi, in quell’azienda, prende meno di tutti”. Scatta l'applauso. Citazione renziana per vincere facile onde poi elogiare e andare a braccetto con Marchionne, l'anti Olivetti per antonomasia. La signora Giovina Jannello in Volponi, donna colta, delicata e discreta,una vita tra Adriano Olivetti, di cui è stata assistente personale e Paolo Volponi di cui è stata moglie e da cui ha avuto due figli, si dice indignata.

“Questa poi, mi era sfuggita! Ma come si fa a mettere a confronto due persone di questo genere, non lo trovo giusto, è un assurdità!(ride tra il serio e il faceto) Renzi mi sembra un fiorentino di quelli supponenti. Io mi baso sulla prima impressione visiva, sulla fisiognomica, quel suo musetto da uccellino che becca di qua e di là non mi convince affatto e il suo comportamento è coerente con questa sua apparenza.Mi sembra che abbia il senso del comico ma non del ridicolo. Posso sbagliarmi, posso peccare io di supponenza, ma lo trovo insopportabile. Mi indigna profondamente. Dovrebbero spiegargli chi era Adriano Olivetti, la sua idea di profitto intelligente non come fine ma come mezzo per arricchire la collettività. L' incontro tra cultura e impresa, indispensabile per sostenere il progresso industriale e per trasformare la fabbrica in luogo di elevazione materiale, culturale e sociale di quanti vi lavorano, che sente sulle spalle la responsabilità di mettere a disposizione del territorio lavoro, servizi, cultura. Adriano si dedicava agli asili, alle colonie, alle case, alla mensa, all’assistenza medica. Se non sbaglio Renzi le fabbriche lascia che vengano chiuse gettando in strada migliaia di famiglie,snobba i sindacati,getta via i diritti come fossero mele marce, va a braccetto con Marchionne che io trovo repellente. Adriano era un unicum molto particolare. Di lui ho un ricordo intenso e nitido, della sua applicazione del
capitalismo umano. I suoi collaboratori, dirigenti o operai, erano parte dello stesso progetto. 

Renzi dice di ispirarsi ad Olivetti, non mi sembra che lui si sia scelto collaboratori forti, equipaggiati ma piuttosto che si astengano dalla critica per evitare complicazioni e mantenere la poltrona. Penso che questa sia una crisi aggravata dall'assenza di competenze e merito.
Però ha svecchiato la politica e portato molte donne al Governo.

Magari fosse un problema di età. Andrebbe benissimo se ci fosse un allevamento di giovani fatto con serietà e giudizio. C'è una incompetenza, una sottocultura dominante, è evidente a chiunque, basta ascoltare certi discorsi.Pensi solo a chi siede in Parlamento, sembra incredibile, persone che mai avresti immaginato potessero rappresentarti, incolte,volgari e pure disoneste. Come è stato possibile che un Paese di antica civiltà e cultura sia caduto cosi in basso, che sia prevalsa la furbizia sull' intelligenza? Donne, ma che donne!Non giudico se sono belle o brutte ma ti domandi che ci stanno a fare.Il guaio è che vengono mischiate ad altre superficialità e vanità. Ricoprono ruoli vitali per la vita democratica senza averne i titoli. Le ascolti e capisci che sono esperte di generiche banalità

Nata a Tunisi da madre greca e padre italiano. Dopo aver vissuto in Algeria e Grecia, a Firenze, Arezzo e Trieste, si è laureata in giurisprudenza a Torino.Una borsa di studio di due anni ad Harward. Come ha conosciuto Olivetti?

Avevo 26 anni. Era il 1956. Rientrata dagli Stati Uniti, accettai di dirigere l'ufficio legale della Rai a Roma,ma prima di partire andai a salutare il professore Bruno Leoni, di cui ero stata assistente. Mi disse: Giovina,fai una sciocchezza, lascia che parli di te al mio amico Adriano. Olivetti mi convocò nel suo ufficio.Mi lasciò parlare per oltre un'ora poi mi propose la direzione dell'ufficio culturale in Piazza Castello. E dopo un mese mi ha chiesto di diventare la sua assistente personale a Ivrea. Lo stesso giorno venne assunto, come direttore sociale Paolo Volponi che sposai tre anni dopo.

Da Milano è tornata a vivere a casa Volponi dentro le antiche mura di Urbino. Nelle Marche dell'imprenditore Diego Della Valle che ha sferrato un attacco durissimo al Governo Renzi.

Non lo conosco personalmente ma lo stimo. Mi sembra un imprenditore intelligente su cui riporre buone speranze. Ma sa cos'è che mi rattrista di più? Vedere che nel Paese ha trionfato la sottocultura, la cosa più grave e pericolosa. Meglio l'ignoranza intelligente che la sottocultura supponente. Berlusconi ha aperto la strada, ha determinato il disastro però si deve anche rivedere la propria opinione sul proprio Paese che lo ha permesso.

Torna in mente “Il leone e la volpe”: ”Le società modernizzate sono basate sull’esaltazione dell’individuo...e concepiscono solo l'etica edonistica e tecnologica, col successo individuale sulla natura e sugli altri uomini”. Suo marito, uno dei più grandi e complessi scrittori “un uomo integro del Novecento” come lo definì Stajano, che di sé disse:”"Ho servito, ma non ho obbedito.", che nel'75 venne licenziato dalla Fondazione Agnelli in seguito alla sua dichiarazione di voto per il Pci e quando il Pci ottenne un risultato storico, non accettò la richiesta di Agnelli di tornarvi. Pensa mai a come si sentirebbe oggi in questo deserto della sinistra?

Ci penso eccome. Continuerebbe ad essere una voce fuori dal coro. Ne soffrirebbe molto. Ripeterebbe quel verso del suo fraterno amico Pasolini come nell'intervista a Gian Carlo Ferretti: “Sono comunista per spirito di conservazione” spiegando di voler conservare il mondo, la bellezza della natura, l'onestà, per camminare in armonia e sviluppare una felicità includente” . E ripeterebbe che la politica capisce poco dell'industria che si sviluppa per conto suo senza percezione dei suoi errori, quando invece va guidata, programmata dalla politica.

Grazie davvero, signora Giovina anche perchè questa è la sua unica intervista.

Grazie a voi che interessa le opinioni di una signora di 84 anni.

Economia al palo, l'Istat: "Dal 2011 l'Italia non cresce più"


da:http://www.repubblica.it/economia/2014/10/15/news/pil_con_le_nuove_regole_la_variazione_del_primo_trimestre_nulla-98147155/?ref=HRER3-1

L'Istituto di statistica ha rivisto al ribasso la variazione acquisita per il 2014 dal -0,2% di fine agosto al -0,3%. Con i nuovi parametri europei viene cancellata anche la crescita dello 0,1% registrato nell'ultimo trimestre del 2013. Il deficit peggiora al 3,8% nel primo semestre, meglio la pressione fiscale

15 ottobre 2014

MILANO - I numeri dell'Istat confermano la stagnazione dell'Italia, che non cresce dal 2011: secondo l'aggiornamento dei conti nazionali, in base ai nuovi metodi statistici recentemente introdotti su base europea, il Pil nel primo trimestre 2014 è sì stato rivisto al rialzo dall'Istat, registrando una variazione nulla sul trimestre precedente (dal -0,1% della 'vecchia' stima). L'economia italiana è però al palo, considerando che il secondo trimestre è confermato il calo: tra aprile e maggio, il Prodotto interno lordo è diminuito dello 0,2% sul trimestre precedente e dello 0,3% su base annua. Numeri che fanno il paio con il calo del potere d'acquisto delle famiglie, sempre registrato dall'Istat.

I dati, aggiornati dall'Istituto in base ai nuovi principi statistici del Sec2010, dicono anche che il Pil dell'Italia non è più cresciuto in termini congiunturali sin dal secondo trimestre del 2011. Il Prodotto interno lordo, infatti, è risultato negativo pure nel quarto trimestre del 2013: -0,1%, quando finora ci eravamo illusi di aver centrato un mini-rimbalzo, dato che la 'vecchia' stima indicava un +0,1%. Peggiora anche la variazione acquisita per il 2014 che è pari a -0,3%: nell'ultima stima diffusa lo scorso 29 agosto era al -0,2%.

Da un'altra pubblicazione dell'Istituto, relativa al conto trimestrale delle amministrazioni pubbliche, emerge invece che un peggioramento dell'andamento del deficit/Pil. Nei primi due trimestri del 2014 il rapporto tra indebitamento netto e Prodotto è stato pari a 3,8%, con un peggioramento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno prima. Nel secondo trimestre, in particolare, l'indebitamento è stato dell'1,1%, superiore di 0,4 punti percentuali nel confronto con lo stesso trimestre del 2013.

Dati positivi sul fronte della pressione fiscale: nei primi sei mesi dell'anno è stata pari al 40,7%, in calo di 0,5 punti percentuali su base annua (era al 41,2%). Si rovescia la medaglia, però, guardando solo al secondo trimestre: registra un aumento di 0,1 punti, con la pressione al 43,2%.

La meglio gioventù con pala e stivali a Genova... ed il peggiori politici della galassia!

da: http://www.msn.com/it-it/notizie/italia/la-meglio-giovent%C3%B9-con-pala-e-stivali-a-genova-%E2%80%9Cnon-possiamo-stare-davanti-alla-tv%E2%80%9D/ar-BB8Pp5K
Enrica e Deborah indossano la stessa maglietta bianca di tre anni fa con la scritta «Non c’è fango che tenga». Hanno pantaloncini corti e stivaloni di gomma. Imbracciano due pale più grosse di loro e sono sporche di fango fin sui lunghi capelli neri. Gli «angeli del fango» sono tornati. La meglio gioventù esiste, sorridente e instancabile, ed è qui, in una Genova ferita e umiliata, a spalare e pulire, fra via XX Settembre e il Quadrilatero, fra via Galata e piazza Colombo. E poi a Borgo Incrociati, in via Canevari, in corso Torino, a Rivarolo. Ovunque ci sia da dare una mano, aiutare un commerciante a sgomberare il suo negozio o a ripulire un magazzino, ci sono loro, gli «angeli». Sono centinaia, ragazzi e ragazze, molti giovanissimi, quattordicenni, scout, sportivi, tutti richiamati dal tam tam dei social network, dal passaparola sul web. Da ogni parte della città, ma anche da Torino, Milano, Alessandria, Pavia.
Li vedi sciamare per via XX Settembre, organizzarsi spontaneamente in squadre, creare catene umane per passarsi le ceste colme di melma. Un esercito di formichine che si ingrossa col passare delle ore. Un’umanità operosa, fresca e pulita che lancia una speranza nel cielo di Genova. Che conforta e scalda i cuori di chi ha perso tutto. Che ti dà la forza di ricominciare.
All’angolo con via Brigate Liguria riconoscono il difensore del Genoa, Luca Antonini che spala fango di buona lena davanti a un negozio. Il titolare esce e lo abbraccia. «Sono qui con mia moglie - racconta non pudore -. Ho sentito il bisogno di fare qualcosa, di dare una mano. Ora capisco veramente il dramma di queste persone. È un’emozione profonda». Al Mercato Orientale, ricavato in un chiostro settecentesco, sembra che sia passato un uragano. Acqua e fango dappertutto. Banchi devastati. Celle frigorifere esplose, quintali di merce da buttare. E decine di giovani che entrano ed escono nei fondi, piccolo ventre di Genova, ad aiutare fruttivendoli, pescivendoli e macellai a sgomberare.
Sul ponte di Sant’Agata passano veloci decine di ragazzi. Alcuni si sono portati la pala da casa. «Facciamo parte di un gruppo di 50 studenti universitari - spiega Gloria Moscatelli - Non potevamo starcene a casa a guardare il dramma in tv». Giovanni è con due amici adolescenti, 16 anni ciascuno, prima alluvione, un po’ di timidezza, ma molta energia: «L’importante oggi è la solidarietà». Matteo Ferrando, studente, 18 anni: «È inutile stare a dire che cosa si poteva fare, quel che è successo è successo. Oggi compito dei cittadini è cooperare tra loro».
Storie di una Genova che non si rassegna. Storie semplici, storie belle. Come quella di Angela Squillace, 44 anni, artista che vive a Borgo Incrociati, e spala con il compagno, Emanuele Fameli, 40 anni, ingegnere elettronico. «Ho trovato l’amore nel fango - racconta - L’ho conosciuto durante l’alluvione del 2011. Lui faceva le perizie per tutto il Borgo e si è beccato due multe perché aveva lasciato la macchina in divieto a causa mia».
A Borgo Incrociati si vede il cardinale Angelo Bagnasco, macchie di fango sull’impermeabile scuro e sui mocassini. Ha parole di conforto per chi ha perso tutto. Parole di apprezzamento per i giovani «angeli del fango». Parole durissime sulle tante responsabilità del disastro. Una donna lo abbraccia piangendo. Qualcun altro lo contesta. La gente è esasperata: da queste parti avrebbe raccolto contumelie anche Nostro Signore. In via Canevari a Bagnasco squilla il cellulare. È Papa Francesco. «Il Santo Padre - racconta subito dopo il cardinale - era già informato su Genova, ma ha voluto avere da me notizie aggiornate».
Stilinga del nubisfregio (nubifragio+sfregio) di Genova pensa  che :
A- esistono ancora giovani in un paese di vecchi matusa e che le scuole sono  chiuse non solo per allerta meteo ma anche perchè chi spala?
B- la burocrazia e la politica peggiore, non solo del mondo ma della galassia, odiano così tanto il popolo, la terra che dovrebbero governare, che essi sono la causa del disastro e dei morti, e che è arrivato il momento che finalmente paghino!
C- si conferma che in Italia, gli italiani sono soli, abbandonati a se stessi, e chiamati solo a pagare le tasse più alte d'Europa con i servizi nulli. 
D- Renzi dovrebbe farsi vedere a Genova ora e dovrebbe spalare!