La meglio gioventù con pala e stivali a Genova... ed il peggiori politici della galassia!

da: http://www.msn.com/it-it/notizie/italia/la-meglio-giovent%C3%B9-con-pala-e-stivali-a-genova-%E2%80%9Cnon-possiamo-stare-davanti-alla-tv%E2%80%9D/ar-BB8Pp5K
Enrica e Deborah indossano la stessa maglietta bianca di tre anni fa con la scritta «Non c’è fango che tenga». Hanno pantaloncini corti e stivaloni di gomma. Imbracciano due pale più grosse di loro e sono sporche di fango fin sui lunghi capelli neri. Gli «angeli del fango» sono tornati. La meglio gioventù esiste, sorridente e instancabile, ed è qui, in una Genova ferita e umiliata, a spalare e pulire, fra via XX Settembre e il Quadrilatero, fra via Galata e piazza Colombo. E poi a Borgo Incrociati, in via Canevari, in corso Torino, a Rivarolo. Ovunque ci sia da dare una mano, aiutare un commerciante a sgomberare il suo negozio o a ripulire un magazzino, ci sono loro, gli «angeli». Sono centinaia, ragazzi e ragazze, molti giovanissimi, quattordicenni, scout, sportivi, tutti richiamati dal tam tam dei social network, dal passaparola sul web. Da ogni parte della città, ma anche da Torino, Milano, Alessandria, Pavia.
Li vedi sciamare per via XX Settembre, organizzarsi spontaneamente in squadre, creare catene umane per passarsi le ceste colme di melma. Un esercito di formichine che si ingrossa col passare delle ore. Un’umanità operosa, fresca e pulita che lancia una speranza nel cielo di Genova. Che conforta e scalda i cuori di chi ha perso tutto. Che ti dà la forza di ricominciare.
All’angolo con via Brigate Liguria riconoscono il difensore del Genoa, Luca Antonini che spala fango di buona lena davanti a un negozio. Il titolare esce e lo abbraccia. «Sono qui con mia moglie - racconta non pudore -. Ho sentito il bisogno di fare qualcosa, di dare una mano. Ora capisco veramente il dramma di queste persone. È un’emozione profonda». Al Mercato Orientale, ricavato in un chiostro settecentesco, sembra che sia passato un uragano. Acqua e fango dappertutto. Banchi devastati. Celle frigorifere esplose, quintali di merce da buttare. E decine di giovani che entrano ed escono nei fondi, piccolo ventre di Genova, ad aiutare fruttivendoli, pescivendoli e macellai a sgomberare.
Sul ponte di Sant’Agata passano veloci decine di ragazzi. Alcuni si sono portati la pala da casa. «Facciamo parte di un gruppo di 50 studenti universitari - spiega Gloria Moscatelli - Non potevamo starcene a casa a guardare il dramma in tv». Giovanni è con due amici adolescenti, 16 anni ciascuno, prima alluvione, un po’ di timidezza, ma molta energia: «L’importante oggi è la solidarietà». Matteo Ferrando, studente, 18 anni: «È inutile stare a dire che cosa si poteva fare, quel che è successo è successo. Oggi compito dei cittadini è cooperare tra loro».
Storie di una Genova che non si rassegna. Storie semplici, storie belle. Come quella di Angela Squillace, 44 anni, artista che vive a Borgo Incrociati, e spala con il compagno, Emanuele Fameli, 40 anni, ingegnere elettronico. «Ho trovato l’amore nel fango - racconta - L’ho conosciuto durante l’alluvione del 2011. Lui faceva le perizie per tutto il Borgo e si è beccato due multe perché aveva lasciato la macchina in divieto a causa mia».
A Borgo Incrociati si vede il cardinale Angelo Bagnasco, macchie di fango sull’impermeabile scuro e sui mocassini. Ha parole di conforto per chi ha perso tutto. Parole di apprezzamento per i giovani «angeli del fango». Parole durissime sulle tante responsabilità del disastro. Una donna lo abbraccia piangendo. Qualcun altro lo contesta. La gente è esasperata: da queste parti avrebbe raccolto contumelie anche Nostro Signore. In via Canevari a Bagnasco squilla il cellulare. È Papa Francesco. «Il Santo Padre - racconta subito dopo il cardinale - era già informato su Genova, ma ha voluto avere da me notizie aggiornate».
Stilinga del nubisfregio (nubifragio+sfregio) di Genova pensa  che :
A- esistono ancora giovani in un paese di vecchi matusa e che le scuole sono  chiuse non solo per allerta meteo ma anche perchè chi spala?
B- la burocrazia e la politica peggiore, non solo del mondo ma della galassia, odiano così tanto il popolo, la terra che dovrebbero governare, che essi sono la causa del disastro e dei morti, e che è arrivato il momento che finalmente paghino!
C- si conferma che in Italia, gli italiani sono soli, abbandonati a se stessi, e chiamati solo a pagare le tasse più alte d'Europa con i servizi nulli. 
D- Renzi dovrebbe farsi vedere a Genova ora e dovrebbe spalare!

“Subito la patrimoniale”

"Da una patrimoniale non si può scappare. Il grande dramma economico è la delocalizzazione delle imprese. E’ necessario redistribuire la ricchezza ed è indiscutibilmente necessario migliorare la qualità di vita di chi lavora”. 
Questa frase pronunciata con toni autorevoli e perentori nell’ultima puntata di Servizio Pubblico (La7), non è del segretario Fiom, Maurizio Landini, né del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Si tratta dell’imprenditore Gianluca Vacchi, 47 anni, imprenditore e consigliere di amministrazione della Ima Spa, azienda leader mondiale nella produzione di macchine automatiche per il processo e il confezionamento di cosmetici, di tè, caffè ed alimentari.
 In realtà, la società è amministrata dal cugino Alberto Vacchi, presidente di Unindustria Bologna. “Io sono fortunato, perché in famiglia c’è qualcuno molto più bravo di me a gestire l’azienda – ha confessato l’imprenditore durante la trasmissione di Nicola Porro ‘Virus’ (Rai Due) – io sono andato fuori a sfogare un po’ la mia vena creativa”. E infatti si è avventurato in scommesse imprenditoriali di vario genere: dalla produzione di camper, agli orologi di plastica, agli oblò di lavatrici. In realtà, Gianluca Vacchi gode di indiscussa fama nella giungla di Instagram, dove il suo profilo vanta quasi 145mila follower. E’ qui che questo bizzarro dandy, un po’ lillipuziano e adornato di muscoli tatuati, delizia i suoi fan con video bislacchi. D’altra parte, il suo modello di riferimento è il patron del colosso Virgin, Richard Branson. “E’ molto simpatico Ric – afferma Vacchi – soprattutto perché non si prende sul serio. E neppure io. Ma le cose le faccio seriamente”  di Gisella Ruccia
da: 
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/10/11/gianluca-vacchi-limprenditore-dandy-e-tutto-muscoli-in-tv-subito-patrimoniale/300926/

Opera, sit-in dei sindacati: "Ritirare i licenziamenti"

da: http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/10/10/news/opera-97775638/

"Ritirate i licenziamenti e aprire tavolo di confronto con i sindacati". Così il segretario della Cgil di Roma e Lazio Claudio Di Berardino all'assemblea unitaria dei sindacati davanti al Teatro dell'Opera contro il licenziamento di orchestra e coro. "Il sovrintendente Fuortes è responsabile e se Marino lo copre lo è anche lui - ha detto Di Berardino - Il sindaco pensa di farsi bello con Renzi? Muti l'hanno fatto andare via loro dall'Opera, non i lavoratori. Ha capito che non c'erano garanzie su sponsor e risorse".

Al sit-in di Cgil, Cisl e Uil sono presenti alcune decine di persone. L'iniziativa dà il via a una mobilitazione dei tre sindacati contro i 180 licenziamenti decisi dal Cda dell'Opera il 2 ottobre scorso. In piazza anche la Fials Cisal.

"Impugneremo i licenziamenti - dice Mario Bertone, segretario della Cisl Roma e Lazio - Durante questa fase chiederemo un tavolo politico. Marino è incoerente, in tutti gli incontri ci aveva parlato di piani industriali e di razionalizzazione, non di licenziamenti".

Ironica la presa di posizione della Uil. "Il sindaco di Roma, che ormai occupa le stanze del ministero dei Trasporti, puo' occupare anche le stanze dove deve verificare la responsabilita' di chi in questi anni ha portato il Teatro dell'Opera di Roma in questa situazione, a partire da De Martino, Vespa, Alemanno e l'attuale cda" la provocazione di Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil Lazio. Bombardieri ha poi aggiunto: "Lo sfascio del Teatro dell'Opera ha origini chiare: Alemanno, Vespa, Marino. Si e' preferito fare un'azione di forza da Superman, dimostrando contro i lavoratori una forza bruta e cieca solo per perseguire i licenziamenti. Qui in piazza dovrebbero esserci loro a dirci come siamo arrivati a questa condizione".

Parole che non sono andate giù all'ex vicepresidente dell'Opera durante la giunta Alemanno, Bruno Vespa. "Finora mi sono astenuto rigorosamente dal commentare le vicende dell'Opera di Roma per un doveroso fairplay. Ma non posso accettare che il segretario della Uil Lazio, forse per un difetto di informazione, mi chiami in causa per il dissesto del teatro di cui sono stato vice presidente dal 2010 all'autunno dell'anno scorso- sottolinea Vespa- Mi permetto di ricordare che la passata gestione, pur non ripianando i debiti di quelle precedenti, ha chiuso per la prima volta in pareggio i bilanci (certificati) del 2010, 2011 e 2012. Fino al settembre del 2013, quando presentammo l'ultima stagione, il soprintendente e il direttore generale assicurarono al consiglio d'amministrazione e al collegio dei revisori che anche il quarto anno sarebbe stato chiuso in pareggio, tacendoci che nel corso dell'anno erano già state accumulate perdite comunque inferiori a quelle finali, dovute a un drastico taglio dei contributi locali e degli sponsor romani che - ieri come oggi - dovrebbero semplicemente vergognarsi. E questa omissione, come ho detto all'ex sovrintendente, è molto grave".

E Stilinga si chiede: ma se licenzi l'orchestra ed il coro, come vanno in scena all'Opera? con le registrazioni? con gli ologrammi? 

Licenziare l'orchestra e il coro e mantenere le maestranze tipo la sartoria, la falegnameria, la scenografia è come comprare una macchina bella nella carrozzeria ma senza motore in quanto il motore di volta in volta lo si installa! 

Piuttosto che licenziare gli artisti che poi vengono esternalizzati ma perchè non si esternalizzano  tutte le maestranze? si potrebbero affittare i costumi, affittare le scene e chiamare i falegnami quando servono... si potrebbero chiamare gli  AD quando mancano decisioni, si potrebbero far lavorare a cottimo gli amministrativi e quelli delle pulizie, si potrebbe chiedere a Fuortes di fare volontariato visto che mancano i soldi: ma che vuole pure essere pagato? e poi è già AD dell'Auditorium, si sommano i due stipendi? e soprattutto chi lo manda? visto che il CV dei disastri alle spalle è sempre più ricco. Muti è dovuto scappare: chi è più meritevole dei due? chi è famoso in tutto il mondo?
Siamo alla follia pura!

Anello di Fumo

da: http://video.repubblica.it/edizione/roma/anello-di-fumo-lo-smaltimento-illegale-dei-rifiuti-tossici-a-roma/179876/178648

11 OTTOBRE 2014

 "Anello di fumo", lo smaltimento illegale dei rifiuti tossici a Roma Inchiesta vincitrice ex aequo del Premio Roberto Morrione - sezione del Premio Ilaria Alpi - "Anello di fumo"(di Edoardo Belli, Rossella Granata, Elena Risi e Valentina Vivona) traccia il percorso illegale dei rifiuti a Roma, oltre i confini della terra dei fuochi campana.

Roghi tossici e smaltimento illecito, storie di illegalità e buchi normativi. Le origini del fenomeno provengono apparentemente da lontano. Dal mestiere di "robivecchi", la raccolta del ferro in giro per la città tradizionalmente praticata dalle popolazioni rom e sinti, si genera un sistema collaudato di sfruttamento per il ritiro e smaltimento degli scarti tossici e ingombranti di ogni tipo di azienda, dalle ditte edili o di ristrutturazione sino alla grande distribuzione.

L'inefficienza delle norme, la mancanza di controlli e l'inerzia delle istituzioni favoriscono e alimentano la propensione all'illegalità di molte aziende della capitale.

E mentre Roma continua a bruciare, si sommano le antiche "emergenze" mai realmente risolte.

Povera Roma! cassonetti orridi, autobus che non passano e follia al Palatino

Questa povera Capitale d'Italia è ridotta maluccio:

- i cassonetti per la raccolta differenziata sono orridi (oltre che quasi sempre rotti), difficili da aprire per tutti, anziani (la maggior parte della popolazione) e giovani  e sempre controllati dai raccoglitori anonimi e ben organizzati, inoltre, pare che continueranno a occupare posti auto sulle strade e a mantenere in vita la corte dei miracoli che campa su di loro, nonostante a breve ogni condominio sarà rifornito di ulteriori cassonetti, ma stavolta più piccoli e più facili da aprire.

Quindi la domanda è: che ci facciamo con un mondo di cassonetti? cassonetti in casa per fare il compost dall'organico che però sono traforati e quindi infestati dai moscerini, uno schifo, buste-cassonetto per differenziare la raccolta, e va bene, ma quanto spazio sul balcone occupano? cassonetti condominiali e cassonetti per il quartiere: UN PIANETA OCCUPATO DA CASSONETTI.

Possibile che a nessuno è venuto in mente di coniugare il problema raccolta dei rifiuti con il decoro urbano ultra necessario? e nessuno si è fatto un giro nel mondo per vedere come fanno gli altri?

E poi paghiamo Tasi che urla vendetta, come disse una signora di Latina da Santoro: ma che ci mangiamo la immondizia visto quanto ci costa?

- gli autobus a Roma non passano: giovedì scorso per esempio il 30 era un desaparecido, 45 minuti d'attesa e nulla all'orizzonte! in compenso sono passati 5 autobus con scritto Atac o Deposito. Che servizio è? era una forma di sciopero?

-il  povero Palatino: ieri che era la prima domenica del mese, i musei erano gratuiti e allora tutto il mondo è andato in visita al Palatino per svagarsi (una signora sportiva faceva addirittura flessioni tra i marmi),  per fare picnic (che è vietato) sulle rovine e sui prati e per vendere abusivamente bibite!

Inoltre, la massa umana senza controllo ( i custodi sono si e no 20, quando va bene, per una zona archeologica immensa) si accalcava ovunque (ma i reperti e gli scavi sono delicati e perchè non si obbliga il turista a visitarli in gruppi ristretti e con la guida?) facendo quello che voleva.

Franceschini ha introdotto questa bella legge, ma possibile che non si riesca a organizzare al meglio le visite? soprattutto per quale motivo non si comunica che a Roma non esiste solo il Palatino? ma esistono Palazzo Altemps, le terme di Diocleziano (non c'è manco un cartello a Termini che le indichi! altra sciatteria sciagurata), Palazzo Massimo, il museo Etrusco, etc, etc.

Qua, al solito siamo disorganizzati al meglio, incuranti di quanto abbiamo e tristemente disordinati per un patrimonio che è esposto al pubblico in modo trasandato.

Questa trascuratezza e il pressappochismo sono il vero marchio di fabbrica della Capitale e noi che siamo i fruitori romani e non siamo spossati e spostati, oltre che indignati.