Metamoda Event in Rome, this late afternoon!

Hearth/Calzarium, Bumbukis' mood, Labcostume and Le Teste Calde will be part of the event called Metamoda, this late afternoon in Via di Monte Giordano, 59 - Rome- Italy.Opening party at 18.30, do not miss it!


Senza perdere un fecondo – Il Fatto Quotidiano

Senza perdere un fecondo – Il Fatto Quotidiano

di Francesca Piccoletti



La marcia pro-life di Alemanno, Polverini e qualche divertente Associazione produttrice di manifesti horror-pulp (ogni aborto è un bambino morto) mi ha convinto.
Mi sento così toccata da voler essere propositiva: accanto all’abolizione totale della libera scelta che ogni donna desidererebbe per la propria vita, propongo una novità assoluta: l’obbligo di paternità post-coito.

Visto che incinta non sono rimasta da sola e non è che do alla luce un Koala, che me lo devo portare attaccato sulle spalle dalla nascita ai trent’anni tutta da sola soltanto perché sono nata con le ovaie, è tempo di considerare la gravidanza come divinamente paritaria.

E’ così che il Signore vuole? Allora seguiamo la natura e oltre che seminarli,questi figli dell’amore, accollateli pure tu, maschio, una volta fatto il danno, grande campione nazionale di Salto della Quaglia.

Prima della consumazione dell’atto dunque, per legge , si dovranno consegnare alla partner : chiavi della macchina, chiavi di casa, passaporto, CUD e numero di telefono dei propri genitori, se viventi, di una ex moglie, se presente, e l’indirizzo del bar dove si va di solito a fare lo sborone con gli amici la domenica a colazione.
Ovviamente non sarà possibile lasciare la regione per le cinque settimane successive al fortunato incontro ( giusto per essere sicure) mentre per i recidivi, quelli cioè che hanno già dei bambini, sarà possibile installare un sistema gps intramuscolo ( e quale lo potrà scegliere la fortunata, a seconda della soddisfazione raggiunta con la performance).

Durante la crescita, per gli alimenti, i vestiti, le scuole, i libri da leggere, le malattie, gli amici che è bene frequentare, le pene d’amore, le vacanze con gli amici e tutto il resto, ci si potrà mettere comodamente d’accordo di volta in volta, tramite chat, Skype o twitter.

Se per caso poi, come a volte capita, ci si fosse trovate coinvolte in uno stupro, una violenza domestica, una gravidanza a rischio, o semplicemente non si fosse pronte perché minorenni, perché non è il momento giusto, perché non si hanno soldi o una casa, perché si lavora con un contratto a progetto senza permesso di maternità in uno stato che non aiuta le madri single in nessun modo, beh, allora, provate a pregare il cielo, sono sicura che sarà di aiuto.

La Gestione Separata INPS e l’iniquità intergenerazionale

La Gestione Separata INPS e l’iniquità intergenerazionale
a cura di Silvestro De Falco
EXECUTIVE SUMMARY
Un sistema a contributi definiti è equo perché l’importo della pensione è una funzione dei contributi previdenziali versati, che sono a loro volta proporzionali ai redditi conseguiti, nel corso della vita lavorativa.
La Gestione Separata INPS è un sistema a contributi definiti e genera rendimenti bassi, non allineati ai rendimenti che si potrebbero ottenere con investimenti comparabili per rischio e scadenza, sia in fase di contribuzione da parte degli iscritti sia in fase di erogazione agli iscritti stessi.
L’iniquità della Gestione Separata è accentuata dalle elevate quote del proprio reddito che gli iscritti devono versare, privando questi ultimi della possibilità di accedere ad alternative più vantaggiose in termini di rendimenti e di agevolazioni fiscali.
A peggiorare ulteriormente le cose, la L. 214/2011 ha stabilito requisiti ancora più onerosi, poiché non si spiega perché si deve rinviare l’età pensionabile a 66 anni e si deve raggiungere un montante minimo tale che la sua conversione in rendita debba essere pari a 1,5 volte l’assegno sociale.
Infatti, in un sistema a contributi definiti non c’è redistribuzione e quello versato è reddito differito dell’iscritto che, in teoria, potrebbe essere restituito sotto forma di rendita vitalizia a qualsiasi età, alla luce dell’aspettativa di vita del beneficiario.
Nel lungo periodo, i rendimenti bassi, la mancanza di quelle agevolazioni fiscali che rendono piani di pensione gestiti dai privati più interessanti e l’inflazione fanno sì che la Gestione Separata INPS sia uno strumento per trasferire sulle generazioni future i costi di un sistema, quello attuale, in cui continuano ad esistere pensioni di importo spropositato rispetto ai contributi versati.

Caro Ministro Elsa Fornero non ci ha convinto

Caro Ministro non ci ha convinto


di Anna Soru*
Caro Ministro,
durante l’incontro organizzato giovedì dal Corriere della Sera, ci ha spiegato che il motivo per cui si è deciso di aumentare i contributi é quello di assicurarci una pensione più elevata. Perché solo a noi? Perché questa preoccupazione non riguarda tutti gli altri autonomi che versano molto di meno ovvero il 14-16% se professionisti il 21% se commercianti?
O anche i dipendenti, che versano meno, se utilizziamo la stessa base di riferimento: sia esso il costo del lavoro (25,6% contro il nostro 27%), l’imponibile Irpef (36,3% contro 37,4%) o il reddito netto (46,6% contro 50,9%), come si evince dalla tavola successiva, che confronta lo schema dei costi per un lavoratore dipendente e un professionista autonomo iscritto alla gestione separata, smentendo la vulgata secondo cui l’aumento al 33% parificherebbe la nostra contribuzione a quella dei dipendenti.
No, la spiegazione non ci convince. La verità é che la nostra contribuzione serve a sanare i deficit di altre gestioni che sono state molto generose con molti degli attuali pensionati, i cui diritti acquisiti hanno ormai tutto l’aspetto di veri e propri privilegi e che come tali andrebbero affrontati. Ma ci opponiamo al 33% soprattutto perché è del tutto sproporzionato e non possiamo pagarli. Un 33% per la sola pensione é insostenibile, una follia appunto.
Non a caso in nessun paese la contribuzione pensionistica supera il 23% e quasi sempre resta sotto il 20%. Se facciamo riferimento alla Svezia e alla Polonia, i due paesi che hanno un sistema pensionistico analogo al nostro (contributivo a ripartizione), la contribuzione pensionistica totale é pari rispettivamente a 18,5% e 19,5%, di cui una quota (rispettivamente 2 e 7%) verso fondi di investimento (il secondo pilastro appunto).
Ma il 33% non e’ giustificabile neppure in termini attuariali. Se verso il 33% dei mio fatturato per la pensione, con 2 anni di contributi dovrei coprire un anno di pensione (il mio reddito al lordo delle imposte attuale è il 66%, una pensione al lordo delle imposte pari ad esso garantirebbe lo stesso reddito netto, perché dalla pensione non vengono detratti i contributi).
Con 40 anni di versamenti dovrei quindi coprire 20 anni di pensione, molti di più della speranza di vita residua al momento del pensionamento. Se il sistema assicurasse anche solo il mantenimento del potere d’acquisto (senza alcun rendimento del capitale in termini reali), si dovrebbe percepire una pensione superiore al reddito lavorativo medio. Così non sarà perché appunto i nostri soldi servono a pagare le attuali pensioni retributive e i nuovi servizi a cui noi non accederemo (ASPI).
Caro Ministro, io La ringrazio ancora per averci incontrato e Le chiedo di ascoltare davvero le nostre ragioni, prima che sia approvata una misura iniqua, che rischia di distruggere oggi il futuro (anche pensionistico) di tanti lavoratori che hanno accettato la sfida della flessibilità, in particolare di tutti coloro che non potranno fuggire dalla gestione separata o dal nostro Paese.
*presidente Acta, Associazione Consulenti Terziario Avanzato

Gli Italiani sono troppo rassegnati!

Il popolo italiano è un popolo paziente, calmo, oserei dire pure autolesionista ed inevitabilmente rassegnato!

Dopo tutto come si potrebbe spiegare la realtà che stiamo vivendo se non con la rassegnazione?

Un numero sempre più crescente di italiani (ahimè) per uscire dalle estreme difficoltà disperanti hanno deciso di farla finita, ma avrebbero fatto bene ad urlare la loro pena e ad unirsi agli altri in sofferenza per esplicitare quanto pesi economicamente la situazione di crisi ed ingiustizia in cui il Paese si trova.

Per non parlare della situazione di assolutismo politico, ammantato da falsa democrazia, in cui versiamo nel 2012, ma la storia non insegna nulla?

E non accenniamo all'oscurantismo religioso che da sempre condiziona visibilmente la vita di chi ancora perdura nel nostro stivale ormai davvero malconcio.

C'è solo una cosa da fare: ribellarsi allo sfascio e collettivizzare le paure per scuotere i politici, l'Europa, gli economisti e trovare i veri fautori della crisi per processarli e riportare un minimo di equità su questo stivale vecchio, martoriato e rotto!

No I-60 a Grottaperfetta, Roma!

Cittadini per la Salvaguardia dei Beni Comuni




CONTRO UNO DEI PIU’ GRANDI PROGETTI DI EDIFICAZIONE DEGLI ULTIMI ANNI,

NOI CI SIAMO!



Cari cittadini, è stato un successo l’Assemblea del 20 Aprile, malgrado la sala non fosse idonea per contenere tanta gente, hanno assistito tutti fino alla fine anche quelli in piedi, agli interventi del Coordinamento e alla proiezione di materiale informativo, è stato presente il nostro Avvocato, il quale sta verificando gli atti che abbiamo acquisito per poter predisporre nel modo migliore tutte le azioni legali possibili, senza comunque trascurare eventuali altre opportunità.

Già sono comparsi mega cartelloni pubblicitari del costruttore Mezzaroma (che fa parte del consorzio dei costruttori dell’area I-60) in Via Grottaperfetta (rimosso) e sulla Colombo che pubblicizzano l’edificazione. Il progetto lo chiamano rinascimento 2012 lo esaltano come un modello urbano di riferimento, un perfetto compromesso fra spazi verdi e architettura urbana.



VE LO DICIAMO NOI COME E’ NELLA REALTA’

Riferimento: Comune di Roma I-60 Grottaperfetta esecutivo planovolumetrico Dicembre 2009



• 400.000 metri cubi, di cui 280.000 residenziale e 120.000 servizi e turistico-ricettivo, su uno spazio di 20 ettari

• Prima prevedevano 32 edifici con altezze fino a 8 piani (30 m).

Il nuovo programma ne prevede 15 con altezze fino a 7 piani (27 m), ma mantenendo la stessa cubatura totale, questo vuol dire che i 4 edifici più grandi vanno da un massimo di 315 metri !!!! di lunghezza ad un minimo di metri 145!!!, senza considerare uno che è più grande di un stadio di calcio (lunghezza metri 232!!! e larghezza 80 metri!!!)

Oltre 6000 automobili in più.

Blocco del traffico sulle strade già congestionate. Nessuna nuova infrastruttura di trasporto pubblico sostenibile sarà realizzata. Sarà possibile realizzare solo una viabilità locale interna al quartiere e 3 accessi verso il centro commerciale i Granai, Via Ballarin, e Via Berto. L'unica grande arteria possibile andrebbe verso il GRA (l'ex-asse attrezzato) e servirebbe solo ad attrarre nuovo traffico pendolare che si sommerebbe a quello dell'I-60.

• Smisurato aumento delle polveri sottili e rischio per la salute dei cittadini.

Notevoli impatti su paesaggio, flora, acque sotterranee e superficiali, suolo, clima ed atmosfera.

Ricoperti importantissimi reperti archeologici risalenti all’Impero Romano



Partecipate tutti all’ASSEMBLEA

presso il Liceo Scientifico “PRIMO LEVI”

AULA MAGNA VIA MORANDINI N.64 (dietro Carrefour)

GIOVEDI’ 17 MAGGIO ORE 17,00 - 19,30



Sarà attiva anche una postazione per la raccolta del contributo economico assolutamente volontario e non predeterminato, sarà rilasciata regolare ricevuta, e successivamente documentazione delle spese legali e numero dei partecipanti con relative entità del contributo. Questo contributo rappresenta un investimento per il futuro nostro e dei nostri figli. Il costo del Ricorso al T.A.R. è di circa 5000 euro .

FERMIAMO le minacce alla nostra salute, alla qualità della nostra vita e alla svalutazione dei nostri appartamenti. E-mail di riferimento i60ricorso@gmail.com