Il popolo italiano è un popolo paziente, calmo, oserei dire pure autolesionista ed inevitabilmente rassegnato!
Dopo tutto come si potrebbe spiegare la realtà che stiamo vivendo se non con la rassegnazione?
Un numero sempre più crescente di italiani (ahimè) per uscire dalle estreme difficoltà disperanti hanno deciso di farla finita, ma avrebbero fatto bene ad urlare la loro pena e ad unirsi agli altri in sofferenza per esplicitare quanto pesi economicamente la situazione di crisi ed ingiustizia in cui il Paese si trova.
Per non parlare della situazione di assolutismo politico, ammantato da falsa democrazia, in cui versiamo nel 2012, ma la storia non insegna nulla?
E non accenniamo all'oscurantismo religioso che da sempre condiziona visibilmente la vita di chi ancora perdura nel nostro stivale ormai davvero malconcio.
C'è solo una cosa da fare: ribellarsi allo sfascio e collettivizzare le paure per scuotere i politici, l'Europa, gli economisti e trovare i veri fautori della crisi per processarli e riportare un minimo di equità su questo stivale vecchio, martoriato e rotto!
This is the fashion blog of Stilinga, a fashion designer who works from home. She is from Rome, Italy and she writes about trends, things she loves to do in Rome and art. Questo è il fashion blog, e non solo, di stilinga (una stilista che lavora da casa - è una stilista-casalinga) e che spesso tra una creazione di moda e l'altra, tra ricerche e fiere, si occupa anche del suo quotidiano e del contesto in cui vive.
No I-60 a Grottaperfetta, Roma!
Cittadini per la Salvaguardia dei Beni Comuni
CONTRO UNO DEI PIU’ GRANDI PROGETTI DI EDIFICAZIONE DEGLI ULTIMI ANNI,
NOI CI SIAMO!
Cari cittadini, è stato un successo l’Assemblea del 20 Aprile, malgrado la sala non fosse idonea per contenere tanta gente, hanno assistito tutti fino alla fine anche quelli in piedi, agli interventi del Coordinamento e alla proiezione di materiale informativo, è stato presente il nostro Avvocato, il quale sta verificando gli atti che abbiamo acquisito per poter predisporre nel modo migliore tutte le azioni legali possibili, senza comunque trascurare eventuali altre opportunità.
Già sono comparsi mega cartelloni pubblicitari del costruttore Mezzaroma (che fa parte del consorzio dei costruttori dell’area I-60) in Via Grottaperfetta (rimosso) e sulla Colombo che pubblicizzano l’edificazione. Il progetto lo chiamano rinascimento 2012 lo esaltano come un modello urbano di riferimento, un perfetto compromesso fra spazi verdi e architettura urbana.
VE LO DICIAMO NOI COME E’ NELLA REALTA’
Riferimento: Comune di Roma I-60 Grottaperfetta esecutivo planovolumetrico Dicembre 2009
• 400.000 metri cubi, di cui 280.000 residenziale e 120.000 servizi e turistico-ricettivo, su uno spazio di 20 ettari
• Prima prevedevano 32 edifici con altezze fino a 8 piani (30 m).
Il nuovo programma ne prevede 15 con altezze fino a 7 piani (27 m), ma mantenendo la stessa cubatura totale, questo vuol dire che i 4 edifici più grandi vanno da un massimo di 315 metri !!!! di lunghezza ad un minimo di metri 145!!!, senza considerare uno che è più grande di un stadio di calcio (lunghezza metri 232!!! e larghezza 80 metri!!!)
• Oltre 6000 automobili in più.
• Blocco del traffico sulle strade già congestionate. Nessuna nuova infrastruttura di trasporto pubblico sostenibile sarà realizzata. Sarà possibile realizzare solo una viabilità locale interna al quartiere e 3 accessi verso il centro commerciale i Granai, Via Ballarin, e Via Berto. L'unica grande arteria possibile andrebbe verso il GRA (l'ex-asse attrezzato) e servirebbe solo ad attrarre nuovo traffico pendolare che si sommerebbe a quello dell'I-60.
• Smisurato aumento delle polveri sottili e rischio per la salute dei cittadini.
• Notevoli impatti su paesaggio, flora, acque sotterranee e superficiali, suolo, clima ed atmosfera.
Ricoperti importantissimi reperti archeologici risalenti all’Impero Romano
Partecipate tutti all’ASSEMBLEA
presso il Liceo Scientifico “PRIMO LEVI”
AULA MAGNA VIA MORANDINI N.64 (dietro Carrefour)
GIOVEDI’ 17 MAGGIO ORE 17,00 - 19,30
Sarà attiva anche una postazione per la raccolta del contributo economico assolutamente volontario e non predeterminato, sarà rilasciata regolare ricevuta, e successivamente documentazione delle spese legali e numero dei partecipanti con relative entità del contributo. Questo contributo rappresenta un investimento per il futuro nostro e dei nostri figli. Il costo del Ricorso al T.A.R. è di circa 5000 euro .
FERMIAMO le minacce alla nostra salute, alla qualità della nostra vita e alla svalutazione dei nostri appartamenti. E-mail di riferimento i60ricorso@gmail.com
Governo Italiano: un bel Tre...Monti!
Dei buoni propositi iniziali non è rimasta traccia alcuna
Personalmente non ho mai creduto nei ''salvatori della patria'' e nel professor Monti non avevo riposto soverchie speranze, anche se ritenevo che difficilmente avrebbe potuto fare peggio di chi lo aveva preceduto.
Ma i più realisti, tra i quali mi annoveravo, lo indicavano come l'uomo delle banche, come appartenente a quel sistema di interessi e di poteri forti che avevano determinato la crisi mondiale e quindi era come affidare le ''pecore al lupo''.
Ebbene, anche se era difficile crederlo, è riuscito a far peggio, decisamente peggio del Governo precedente.
Dei buoni propositi iniziali non è rimasta traccia alcuna.
Ha parlato di equità, ma la sua manovra economica è stata la più iniqua della storia repubblicana.
Ha colpito da subito le pensioni che erano state oggetto di penalizzanti riforme nel recentissimo passato.
Ma i privilegi della casta sono rimasti intonsi ed i nostri parlamentari continuano ad essere strapagati rispetto al resto d'Europa e non solo.
Della imposta patrimoniale non c'è più traccia. Ci riferiamo a quella seria, quella che avrebbe dovuto essere applicata a quel 10% di italiani che posseggono il 45% di tutta la ricchezza esistente in Italia.
La riforma agraria attuata negli anni 50 nel nostro paese costituisce un precedente importante. La legge 841/50 contro il latifondo cosa era se non una patrimoniale?
Anche grazie ad essa si avviò la ricostruzione morale, civile ed economica della giovane repubblica italiana.
In compenso, però, il professore Monti ha colpito il patrimonio di tutti con l'IMU, l'imposta municipale unica, che poi municipale non è.
Tutti pagheranno questa imposta con una sola aliquota, indipendentemente dal fatto che si abbia un appartamento, caso mai ereditato, o che si abbiano cento appartamenti.
L'art. 53 della Costituzione Italiana così recita: ''Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.''
La progressività dell'imposizione fiscale è un principio tributario fondato sulla solidarietà ed equità.
Le liberalizzazioni poi sono andate a finire così come sono andate.
I tassisti alla fine non sono stati toccati ma in fondo è un non problema).
I notai nemmeno (figura professionale istituita nel medioevo e che resiste pervicacemente solo in Italia). Anche questa volta sono passati indenni alla paventata liberalizzazione.
E' andata bene anche alle farmacie, che continueranno ad essere tramandate di padre in figlio così come avveniva una volta per i titoli nobiliari.
Ovviamente di far pagare le frequenze televisive che il precedente Capo del Governo, in un improvviso ed imprevedibile impeto di generosità verso il prossimo, aveva assegnato a se stesso, non se ne parla nemmeno (attenzione .. chi tocca i fili muore).
I centotrentuno caccia F 35 Jsf (Joint Strike Fighter) verranno acquistati lo stesso alla modica spesa di 16 miliardi di euro (volendo essere ottimistici). Ma come dicevano i latini''pacta servanda sunt''.
D' altronde hanno anche detto che pagare i caccia agli americani ed agli inglesi creerà lavoro in Italia, circa 600 posti. Ma quanti posti potremmo creare se li spendessimo tutti in Italia?
Con le banche il professor Monti è stato insuperabile. Ma come si dice dalle nostre parti ''al cuore non si comanda .....'' .
E' riuscito ad imporre ''ope legis'' l'apertura di un conto corrente o di una carta di credito anche a coloro che hanno entrate superiori ai mille euro mensili Praticamente alla stragrande maggioranza degli italiani. Ma è stato fatto solo con il nobile intento di combattere l'evasione fiscale, anche dell'accordo con la Svizzera per la tassazione dei capitali esportati colà illegalmente, non se ne sa più nulla alla Germania questo accordo frutterà ben 6 miliardi di euro).
Della Tobintax (tassa sulle transazioni finanziarie a breve termine e quindi derrente nei confronti delle speculazioni sui titoli di stato) nessuna traccia.
Per contro le banche continueranno ad imporre assicurazioni sulla vita ai richiedenti mutui e prestiti personali (mi domando: ma cosa sarà mai il rischio imprenditoriale?).
Per finire ad ottobre incombe l'ulteriore incremento dell'IVA al 23%.
Anche questa è una misura iniqua e fortemente recessiva. Iniqua perchè è un prelievo fiscale indiretto che colpirà tutti allo stesso modo (pensionati, disoccupati, indigenti), recessiva perchè deprimerà ulteriormente i consumi.
Comunque, il professor Monti ha recentemente dichiarato che ora è giunto il momento di pensare alla crescita.
In che modo pensa di farlo? Abolendo l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (Legge 300/70), a suo parere madre di tutti i problemi italiani (anche se mi permetto umilmente di far notare che i problemi ci sono anche nei paesi dove l'articolo 18 non esiste, negli USA per esempio).
Della cosa se ne occuperà il ministro Fornero (quella che piange dopo che vara i provvedimenti; a lei le lacrime a noi il sangue).
Che si rilanci l'economia ed i consumi interni, consentendo licenziamenti più facile, è un arcano. Il primo articolo della nostra Costituzione dice ''L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro''. Non sulle banche o sulle imprese. Sul lavoro.
Quindi, una eventuale abrogazione è un passo indietro in termini di civiltà giuridica ed un grosso passo nel processo di trasformazione del nostro ordinamento da stato liberale in stato liberista.
Vorrei sbagliare, ma sicuramente questo coacervo di vecchie imposte, di nuove imposte, di minori diritti, di maggiore incertezza sul futuro, non aumenterà la produzione, ma solo la recessione.
Con un decremento del PIL e quindi delle entrate complessive, anche senza l'art. 18, i conti pubblici saranno nuovamente a rischio, con la necessità di una nuova manovra fatta di tagli e sacrifici, in una spirale senza fine (Fornero piangerà sicuramente).
Per concludere un tre ... a Monti è anche troppo.
05 Maggio 2012
di Raffaele Salomone Megna
http://www.gildacentrostudi.it/news/dettaglio.php?id=33
Personalmente non ho mai creduto nei ''salvatori della patria'' e nel professor Monti non avevo riposto soverchie speranze, anche se ritenevo che difficilmente avrebbe potuto fare peggio di chi lo aveva preceduto.
Ma i più realisti, tra i quali mi annoveravo, lo indicavano come l'uomo delle banche, come appartenente a quel sistema di interessi e di poteri forti che avevano determinato la crisi mondiale e quindi era come affidare le ''pecore al lupo''.
Ebbene, anche se era difficile crederlo, è riuscito a far peggio, decisamente peggio del Governo precedente.
Dei buoni propositi iniziali non è rimasta traccia alcuna.
Ha parlato di equità, ma la sua manovra economica è stata la più iniqua della storia repubblicana.
Ha colpito da subito le pensioni che erano state oggetto di penalizzanti riforme nel recentissimo passato.
Ma i privilegi della casta sono rimasti intonsi ed i nostri parlamentari continuano ad essere strapagati rispetto al resto d'Europa e non solo.
Della imposta patrimoniale non c'è più traccia. Ci riferiamo a quella seria, quella che avrebbe dovuto essere applicata a quel 10% di italiani che posseggono il 45% di tutta la ricchezza esistente in Italia.
La riforma agraria attuata negli anni 50 nel nostro paese costituisce un precedente importante. La legge 841/50 contro il latifondo cosa era se non una patrimoniale?
Anche grazie ad essa si avviò la ricostruzione morale, civile ed economica della giovane repubblica italiana.
In compenso, però, il professore Monti ha colpito il patrimonio di tutti con l'IMU, l'imposta municipale unica, che poi municipale non è.
Tutti pagheranno questa imposta con una sola aliquota, indipendentemente dal fatto che si abbia un appartamento, caso mai ereditato, o che si abbiano cento appartamenti.
L'art. 53 della Costituzione Italiana così recita: ''Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.''
La progressività dell'imposizione fiscale è un principio tributario fondato sulla solidarietà ed equità.
Le liberalizzazioni poi sono andate a finire così come sono andate.
I tassisti alla fine non sono stati toccati ma in fondo è un non problema).
I notai nemmeno (figura professionale istituita nel medioevo e che resiste pervicacemente solo in Italia). Anche questa volta sono passati indenni alla paventata liberalizzazione.
E' andata bene anche alle farmacie, che continueranno ad essere tramandate di padre in figlio così come avveniva una volta per i titoli nobiliari.
Ovviamente di far pagare le frequenze televisive che il precedente Capo del Governo, in un improvviso ed imprevedibile impeto di generosità verso il prossimo, aveva assegnato a se stesso, non se ne parla nemmeno (attenzione .. chi tocca i fili muore).
I centotrentuno caccia F 35 Jsf (Joint Strike Fighter) verranno acquistati lo stesso alla modica spesa di 16 miliardi di euro (volendo essere ottimistici). Ma come dicevano i latini''pacta servanda sunt''.
D' altronde hanno anche detto che pagare i caccia agli americani ed agli inglesi creerà lavoro in Italia, circa 600 posti. Ma quanti posti potremmo creare se li spendessimo tutti in Italia?
Con le banche il professor Monti è stato insuperabile. Ma come si dice dalle nostre parti ''al cuore non si comanda .....'' .
E' riuscito ad imporre ''ope legis'' l'apertura di un conto corrente o di una carta di credito anche a coloro che hanno entrate superiori ai mille euro mensili Praticamente alla stragrande maggioranza degli italiani. Ma è stato fatto solo con il nobile intento di combattere l'evasione fiscale, anche dell'accordo con la Svizzera per la tassazione dei capitali esportati colà illegalmente, non se ne sa più nulla alla Germania questo accordo frutterà ben 6 miliardi di euro).
Della Tobintax (tassa sulle transazioni finanziarie a breve termine e quindi derrente nei confronti delle speculazioni sui titoli di stato) nessuna traccia.
Per contro le banche continueranno ad imporre assicurazioni sulla vita ai richiedenti mutui e prestiti personali (mi domando: ma cosa sarà mai il rischio imprenditoriale?).
Per finire ad ottobre incombe l'ulteriore incremento dell'IVA al 23%.
Anche questa è una misura iniqua e fortemente recessiva. Iniqua perchè è un prelievo fiscale indiretto che colpirà tutti allo stesso modo (pensionati, disoccupati, indigenti), recessiva perchè deprimerà ulteriormente i consumi.
Comunque, il professor Monti ha recentemente dichiarato che ora è giunto il momento di pensare alla crescita.
In che modo pensa di farlo? Abolendo l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (Legge 300/70), a suo parere madre di tutti i problemi italiani (anche se mi permetto umilmente di far notare che i problemi ci sono anche nei paesi dove l'articolo 18 non esiste, negli USA per esempio).
Della cosa se ne occuperà il ministro Fornero (quella che piange dopo che vara i provvedimenti; a lei le lacrime a noi il sangue).
Che si rilanci l'economia ed i consumi interni, consentendo licenziamenti più facile, è un arcano. Il primo articolo della nostra Costituzione dice ''L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro''. Non sulle banche o sulle imprese. Sul lavoro.
Quindi, una eventuale abrogazione è un passo indietro in termini di civiltà giuridica ed un grosso passo nel processo di trasformazione del nostro ordinamento da stato liberale in stato liberista.
Vorrei sbagliare, ma sicuramente questo coacervo di vecchie imposte, di nuove imposte, di minori diritti, di maggiore incertezza sul futuro, non aumenterà la produzione, ma solo la recessione.
Con un decremento del PIL e quindi delle entrate complessive, anche senza l'art. 18, i conti pubblici saranno nuovamente a rischio, con la necessità di una nuova manovra fatta di tagli e sacrifici, in una spirale senza fine (Fornero piangerà sicuramente).
Per concludere un tre ... a Monti è anche troppo.
05 Maggio 2012
di Raffaele Salomone Megna
http://www.gildacentrostudi.it/news/dettaglio.php?id=33
"Dica 33%..." No, grazie!
“DICA 33% …” NO GRAZIE!
I LAVORATORI AUTONOMI VOGLIONO VIVERE CON DIGNITÀ.
NO ALL’AUMENTO AL 33% DEI CONTRIBUTI ALLA GESTIONE SEPARATA DELL’INPS.
Il DDL di riforma del mercato del lavoro ha introdotto nell’articolo 36 un aumento graduale dei contributi
di 1 punto percentuale all’anno per gli iscritti alla Gestione Separata a partire dal 2013 e fino al 2018, quando raggiungeranno il 33%. La relazione tecnica al DDL, abbastanza doviziosa di particolari
sugli obiettivi e i benefici delle norme, non formula alcuna spiegazione sul perché di questa misura.
Tale piano pensione non offre alcun vantaggio agli iscritti alla Gestione Separata, obbligandoli a una
spesa annuale di migliaia di euro in più e rendendo loro economicamente impossibile il ricorso a
forme di previdenza integrativa privata, a fronte della certezza di una pensione pubblica irrisoria dopo
40 anni di contributi. Il montante contributivo – il complesso dei versamenti effettuati – si rivaluta
infatti a un tasso inferiore a quello offerto da investimenti alternativi, anche a causa delle agevolazioni
fiscali concesse a questi ultimi.
Noi chiediamo perciò la decontribuzione e la possibilità di orientarci verso schemi previdenziali
integrativi, perché è nostro diritto provare ad assicurarci una pensione dignitosa quando non potremo
più lavorare. (art. 38.2 Cost.: I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria).
SÌ ALLA SEPARAZIONE TRA CO.CO.PRO E P.IVA NELLA GS
Chiediamo che venga operata una distinzione fra co.co.pro. e professionisti indipendenti perché le esigenze
dei due gruppi sono diverse. I primi sono il più delle volte collaboratori legati da un rapporto di
parasubordinazione a un committente che versa nella Gestione Separata 2/3 dei contributi previdenziali.
Per loro si profila semmai la necessità di tutela dagli abusi nell’utilizzo del contratto a progetto,
dietro il quale molto spesso si cela un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato non tutelato.
I lavoratori autonomi con P. IVA sono invece integralmente responsabili del versamento dei propri
contributi previdenziali e si avvalgono unicamente di una rivalsa minima del 4% sul committente, alla
quale generalmente si rinuncia in caso di clientela estera per l’imbarazzo di dover spiegare la farraginosità
del sistema previdenziale italiano.
QUANDO “INDIPENDENZA” PUÒ FAR RIMA CON “MONOCOMMITTENZA”
Il DDL di riforma del mercato del lavoro si propone di combattere l’abuso dei rapporti di lavoro in regime
di partita IVA introducendo norme rigorose per scoraggiare la monocommittenza. Queste norme,
pur essendo state formulate con il lodevole intento di proteggere i lavoratori ricattabili, nella realtà
finiscono per penalizzare quei lavoratori autonomi che, pur derivando la maggior parte del proprio
fatturato da un singolo committente, operano in maniera pienamente indipendente da quest’ultimo.
Queste norme sono il portato di una distinzione forzata tra “finte” e “vere” partite IVA che, a nostro
avviso, non aiuta in alcun modo a trovare una soluzione che protegga i lavoratori più deboli ed esposti
al rischio di sfruttamento.
Una vera riforma del mercato del lavoro dovrebbe invece tutelare e valorizzare il lavoro in tutte le sue
forme, indipendente e dipendente, subordinato e autonomo.
A nostro avviso, piuttosto che insistere sulla distinzione tra “finti” e “veri” autonomi, che non può essere
risolta facilmente in via teorica e men che mai per via legislativa, ci si dovrebbe porre l’obiettivo
di individuare i lavoratori “economicamente vulnerabili” (a prescindere dall’inquadramento giuridico
del rapporto di lavoro) e predisporre adeguate forme di tutela per aiutarli a uscire dalla condizione di
vulnerabilità, lasciando gli altri liberi di lavorare e di produrre secondo le modalità che ritengono più
opportune.
SÌ ALL’EQUITÀ DI TRATTAMENTO PREVIDENZIALE TRA I LAVORATORI AUTONOMI
È auspicabile l’equiparazione previdenziale dei professionisti indipendenti con Partita IVA a quella
degli altri professionisti ordinisti che versano fino a un massimo del 15% o 20% di contributi previdenziali
nelle casse dei loro ordini.
Tale bassa contribuzione consente loro di usufruire delle agevolazioni fiscali offerte da altri schemi
previdenziali o comunque di impiegare in maniera più proficua i loro risparmi.
NO ALL’USO DELLA GESTIONE SEPARATA COME BANCOMAT DI STATO!
Come dichiarato negli stessi documenti programmatici del governo, l’aumento dei contributi a carico
dei lavoratori indipendenti iscritti alla Gestione Separata ha come principale obiettivo quello di reperire
risorse per fare fronte ai nuovi impegni previdenziali emersi a causa della crisi.
I liberi professionisti non ordinisti, pur essendo del tutto esclusi da qualsiasi forma di welfare, non
possono contare sul sostegno di potenti lobby di natura sindacale né socioeconomica: e quindi rappresentano
la categoria ideale alla quale attingere nuove risorse finanziarie.
La Gestione Separata è infatti ancora troppo giovane come cassa per erogare pensioni direttamente ai
suoi contribuenti, e viene nel frattempo utilizzata come fondo cui attingere per la Cassa Integrazione
Straordinaria delle imprese o per pagare le pensioni estremamente generose che venivano garantite dal
sistema retributivo.
Tutto questo è iniquo e alimenta un sistema malato in cui i lavoratori di oggi pagano i debiti, i privilegi
e gli errori di ieri con i soldi che in teoria dovrebbero essere la loro garanzia per il domani.
Assemblea dei lavoratori autonomi del 5 maggio a Roma, Porta Futuro
Gruppo Facebook “Contro l’aumento annunciato di 7% INPS Gestione separata”
I LAVORATORI AUTONOMI VOGLIONO VIVERE CON DIGNITÀ.
NO ALL’AUMENTO AL 33% DEI CONTRIBUTI ALLA GESTIONE SEPARATA DELL’INPS.
Il DDL di riforma del mercato del lavoro ha introdotto nell’articolo 36 un aumento graduale dei contributi
di 1 punto percentuale all’anno per gli iscritti alla Gestione Separata a partire dal 2013 e fino al 2018, quando raggiungeranno il 33%. La relazione tecnica al DDL, abbastanza doviziosa di particolari
sugli obiettivi e i benefici delle norme, non formula alcuna spiegazione sul perché di questa misura.
Tale piano pensione non offre alcun vantaggio agli iscritti alla Gestione Separata, obbligandoli a una
spesa annuale di migliaia di euro in più e rendendo loro economicamente impossibile il ricorso a
forme di previdenza integrativa privata, a fronte della certezza di una pensione pubblica irrisoria dopo
40 anni di contributi. Il montante contributivo – il complesso dei versamenti effettuati – si rivaluta
infatti a un tasso inferiore a quello offerto da investimenti alternativi, anche a causa delle agevolazioni
fiscali concesse a questi ultimi.
Noi chiediamo perciò la decontribuzione e la possibilità di orientarci verso schemi previdenziali
integrativi, perché è nostro diritto provare ad assicurarci una pensione dignitosa quando non potremo
più lavorare. (art. 38.2 Cost.: I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria).
SÌ ALLA SEPARAZIONE TRA CO.CO.PRO E P.IVA NELLA GS
Chiediamo che venga operata una distinzione fra co.co.pro. e professionisti indipendenti perché le esigenze
dei due gruppi sono diverse. I primi sono il più delle volte collaboratori legati da un rapporto di
parasubordinazione a un committente che versa nella Gestione Separata 2/3 dei contributi previdenziali.
Per loro si profila semmai la necessità di tutela dagli abusi nell’utilizzo del contratto a progetto,
dietro il quale molto spesso si cela un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato non tutelato.
I lavoratori autonomi con P. IVA sono invece integralmente responsabili del versamento dei propri
contributi previdenziali e si avvalgono unicamente di una rivalsa minima del 4% sul committente, alla
quale generalmente si rinuncia in caso di clientela estera per l’imbarazzo di dover spiegare la farraginosità
del sistema previdenziale italiano.
QUANDO “INDIPENDENZA” PUÒ FAR RIMA CON “MONOCOMMITTENZA”
Il DDL di riforma del mercato del lavoro si propone di combattere l’abuso dei rapporti di lavoro in regime
di partita IVA introducendo norme rigorose per scoraggiare la monocommittenza. Queste norme,
pur essendo state formulate con il lodevole intento di proteggere i lavoratori ricattabili, nella realtà
finiscono per penalizzare quei lavoratori autonomi che, pur derivando la maggior parte del proprio
fatturato da un singolo committente, operano in maniera pienamente indipendente da quest’ultimo.
Queste norme sono il portato di una distinzione forzata tra “finte” e “vere” partite IVA che, a nostro
avviso, non aiuta in alcun modo a trovare una soluzione che protegga i lavoratori più deboli ed esposti
al rischio di sfruttamento.
Una vera riforma del mercato del lavoro dovrebbe invece tutelare e valorizzare il lavoro in tutte le sue
forme, indipendente e dipendente, subordinato e autonomo.
A nostro avviso, piuttosto che insistere sulla distinzione tra “finti” e “veri” autonomi, che non può essere
risolta facilmente in via teorica e men che mai per via legislativa, ci si dovrebbe porre l’obiettivo
di individuare i lavoratori “economicamente vulnerabili” (a prescindere dall’inquadramento giuridico
del rapporto di lavoro) e predisporre adeguate forme di tutela per aiutarli a uscire dalla condizione di
vulnerabilità, lasciando gli altri liberi di lavorare e di produrre secondo le modalità che ritengono più
opportune.
SÌ ALL’EQUITÀ DI TRATTAMENTO PREVIDENZIALE TRA I LAVORATORI AUTONOMI
È auspicabile l’equiparazione previdenziale dei professionisti indipendenti con Partita IVA a quella
degli altri professionisti ordinisti che versano fino a un massimo del 15% o 20% di contributi previdenziali
nelle casse dei loro ordini.
Tale bassa contribuzione consente loro di usufruire delle agevolazioni fiscali offerte da altri schemi
previdenziali o comunque di impiegare in maniera più proficua i loro risparmi.
NO ALL’USO DELLA GESTIONE SEPARATA COME BANCOMAT DI STATO!
Come dichiarato negli stessi documenti programmatici del governo, l’aumento dei contributi a carico
dei lavoratori indipendenti iscritti alla Gestione Separata ha come principale obiettivo quello di reperire
risorse per fare fronte ai nuovi impegni previdenziali emersi a causa della crisi.
I liberi professionisti non ordinisti, pur essendo del tutto esclusi da qualsiasi forma di welfare, non
possono contare sul sostegno di potenti lobby di natura sindacale né socioeconomica: e quindi rappresentano
la categoria ideale alla quale attingere nuove risorse finanziarie.
La Gestione Separata è infatti ancora troppo giovane come cassa per erogare pensioni direttamente ai
suoi contribuenti, e viene nel frattempo utilizzata come fondo cui attingere per la Cassa Integrazione
Straordinaria delle imprese o per pagare le pensioni estremamente generose che venivano garantite dal
sistema retributivo.
Tutto questo è iniquo e alimenta un sistema malato in cui i lavoratori di oggi pagano i debiti, i privilegi
e gli errori di ieri con i soldi che in teoria dovrebbero essere la loro garanzia per il domani.
Assemblea dei lavoratori autonomi del 5 maggio a Roma, Porta Futuro
Gruppo Facebook “Contro l’aumento annunciato di 7% INPS Gestione separata”
No all'aumento dell'aliquota della gestione separata
Lettera aperta
Petizione
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Ministero dell'Economia e delle Finanze
Al Ministro dello Sviluppo Economico
Al Ministro del Lavoro
Abbiamo appreso dalla stampa la proposta di aumentare l’aliquota della Gestione Separata dell’INPS al 27,72%, aliquota che ha già registrato l’aumento di quasi 17 punti percentuali dal 1996 ad oggi .
Alla detta Gestione non sono però iscritti solo i co.co.pro. menzionati dai media, ma anche noi professionisti autonomi senza albo.
A differenza dei collaboratori, l’incremento dell’aliquota graverebbe esclusivamente sul nostro reddito, già messo a dura prova dalla difficile situazione economica che stiamo affrontando senza alcun sostegno da parte pubblica (né ammortizzatori in deroga, né incentivi).
Inoltre in questo modo il peso dei contributi previdenziali sarebbe doppio rispetto ai professionisti ordinisti con cassa privata e di fatto supererebbe anche quello dei lavoratori dipendenti (utilizzando la stessa base di computo, come dimostrato da una analisi del CERM di Roma (fonte: http://bit.ly/s0zD9K).
Chiediamo pertanto con forza che questa proposta di aumento venga ritirata.
Per firmare la petizione prego cliccare il seguente link:
http://www.petizionionline.it/petizione/no-allaumento-dellaliquota-della-gestione-separata-dellinps-al-2772/5460
Petizione
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Ministero dell'Economia e delle Finanze
Al Ministro dello Sviluppo Economico
Al Ministro del Lavoro
Abbiamo appreso dalla stampa la proposta di aumentare l’aliquota della Gestione Separata dell’INPS al 27,72%, aliquota che ha già registrato l’aumento di quasi 17 punti percentuali dal 1996 ad oggi .
Alla detta Gestione non sono però iscritti solo i co.co.pro. menzionati dai media, ma anche noi professionisti autonomi senza albo.
A differenza dei collaboratori, l’incremento dell’aliquota graverebbe esclusivamente sul nostro reddito, già messo a dura prova dalla difficile situazione economica che stiamo affrontando senza alcun sostegno da parte pubblica (né ammortizzatori in deroga, né incentivi).
Inoltre in questo modo il peso dei contributi previdenziali sarebbe doppio rispetto ai professionisti ordinisti con cassa privata e di fatto supererebbe anche quello dei lavoratori dipendenti (utilizzando la stessa base di computo, come dimostrato da una analisi del CERM di Roma (fonte: http://bit.ly/s0zD9K).
Chiediamo pertanto con forza che questa proposta di aumento venga ritirata.
Per firmare la petizione prego cliccare il seguente link:
http://www.petizionionline.it/petizione/no-allaumento-dellaliquota-della-gestione-separata-dellinps-al-2772/5460
news from Lineapelle
News from Lineapelle, April 2012:
empty halls, few Italian buyers, lots of Asian ones...
Stilinga has never seen such a situation in her whole career!
empty halls, few Italian buyers, lots of Asian ones...
Stilinga has never seen such a situation in her whole career!
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