LO SCOGLIO DEL CINISMO

di Gad Lerner, del 10/05/15
da http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/05/10/lo-scoglio-del-cinismo22.html

UNA catastrofe che sta trasformandosi in collasso geopolitico. L'esito della proposta di Jean-Claude Juncker, anticipata ieri da Repubblica, è del tutto incerto. Le resistenze saranno fortissime, e speriamo che basti a vincerle l'abilità con cui il vecchio tecnocrate lussemburghese ha deciso di fare ricorso a una procedura d'urgenza, svincolata dall'obbligo di un voto unanime. Intanto, già ne risulta sovvertita quella visione miope della Fortezza Europa secondo cui la grande fuga dal Medio Oriente e dall'Africa si potrebbe disincentivare semplicemente opponendole una resistenza passiva.
Solo il britannico Cameron ebbe il coraggio di dirlo a voce alta, quando accusò la missione italiana Mare Nostrum di incoraggiare i profughi alla traversata. Ma di fatto, nel dicembre scorso, il varo di Triton come missione limitata al presidio delle acque territoriali europee aveva questo implicito presupposto: lasciamo che affoghino in mare, vedrete che gli altri non partiranno più. Un'omissione di soccorso calcolata, i cui effetti pesano sulla coscienza dell'Europa e il cui fallimento è sotto gli occhi di tutti. Neanche la strage del 19 aprile scorso, con oltre ottocento morti, pareva aver scosso il summit dell'Ue. Che si era limitato a triplicare i fondi della missione Triton senza modificarne le finalità contenitive. Soprattutto, senza riconoscere fra le priorità imposte dall'emergenza, insieme al salvataggio, anche l'accoglienza di chi ne ha diritto: cioè i richiedenti asilo.
Il diritto d'asilo non è un optional affidato alla sensibilità dei governi. È uno dei diritti fondamentali dell'uomo riconosciuto come tale dalla Convenzione di Ginevra. Ma a ricordarcelo è dovuto intervenire il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, denunciando la grave inadempienza di cui si è macchiata l'Europa: non avere previsto «canali legali e regolari di immigrazione», con ciò lasciando alle organizzazioni criminali un monopolio di fatto sulle rotte del sud Mediterraneo. Ha dovuto ricordarci ancora Ban Ki-moon: «La sfida non riguarda solo il miglioramento dei soccorsi e dell'accesso alla protezione, ma anche assicurare il diritto all'asilo del crescente numero di persone che scappano dalla guerra e cercano rifugio ». Una visione ben diversa da quella dei nostri governanti che, per assecondare il turbamento dell'opinione pubblica, non avevano trovato di meglio che promettere il bombardamento degli scafisti. Demagogia all'ingrosso, come se non fosse ovvio — sono sempre parole di Ban Ki-moon — che «non c'è una soluzione militare alla tragedia umana che sta avvenendo nel Mediterraneo».
Così, giovedì scorso a Strasburgo, il presidente Juncker ha tardivamente riconosciuto che «avere interrotto Mare Nostrum è stato un errore che ha provocato gravi perdite umane». Autocritica che riguarda l'Europa ma che non assolve il governo italiano, perché nessuno ci aveva imposto, col varo di Triton, la revoca della missione della nostra Marina Militare in acque internazionali.
Mercoledì prossimo la Commissione europea dovrebbe approvare, se riuscirà a vincere il parere contrario del Regno Unito e di altri Paesi — il fondamentale principio della condivisione per quote dell'accoglienza dei richiedenti asilo. Sul piano storico, oltre che morale, l'opposizione britannica suona davvero indifendibile: Londra aspira a diventare epicentro della finanza transnazionale, offre un paio di battelli e di elicotteri, ma esige che i profughi restino alla larga dalla sua isola felice. Come se l'impero della regina Elisabetta non avesse responsabilità coloniali nel disastro africano e mediorientale che ora, tutti insieme, tocca gestire.
Sarà aspro lo scontro in sede di Consiglio d'Europa, quando i governi dovranno ratificare la nuova Agenda sull'immigrazione. L'egoismo denunciato ieri dal nostro presidente Mattarella fa il paio con una vera e propria pulsione autolesionistica che paralizza la politica estera europea anche là dove sono in gioco suoi interessi vitali, dalla Libia al Medio Oriente caduti preda delle scorrerie dei jihadisti.
Il primo, vero risultato concreto di una pressione che ha visto in prima fila Federica Mogherini con il governo italiano, sostenuti da Germania, Francia, Spagna e Grecia, è la possibilità di un'equa ripartizione dei richiedenti asilo. Per i quali sarà necessario istituire corridoi umanitari e snellire le procedure di riconoscimento; sia all'interno dei singoli Stati, sia con mutua reciprocità.
Forti di questa assunzione di responsabilità, e passato il vaglio del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sarà ineludibile affrontare la spinosa questione libica. Scartate le ipotesi facilone di spedizioni militari nel deserto, l'azione di contrasto degli scafisti richiederà maggior consapevolezza di quella mostrata finora. I fuggiaschi dalla Siria e dall'Eritrea, privi di altre vie di scampo, continueranno a considerare il rischio della traversata in mare come la scelta che resta per loro più razionale. Né si può pensare di risolvere il problema abbandonandoli nel deserto o sulle coste. L'istituzione di presidi umanitari, luoghi di smistamento e identificazione, trasporti degni e sicuri, sono l'unica alternativa che prima o poi s'imporrà per chi è disposto a privarsi di tutto pur di partire. Negli ultimi tre mesi è già quadruplicato il numero dei migranti che raggiungono la Grecia via terra. Non tutti hanno diritto all'asilo politico, e non sempre è facile distinguere fra chi è spinto dal bisogno economico e chi è profugo di guerra. Ma solo un dispositivo congegnato d'intesa con l'Unhcr e le organizzazioni del volontariato può ovviare al caos in cui siamo precipitati.
Vincere l'indifferenza è diventata per l'Europa anche una convenienza. Se n'è reso conto perfino un tecnocrate come Juncker.

William Easterly: "Risorse nelle mani di pochi, più giustizia per battere la crisi"

Latouche: "L'economia ha fallito, il capitalismo è guerra, la globalizzazione violenza"

Il teorico della decrescita felice interviene al Bergamo Festival: "Il libero scambio è come la libera volpe nel libero pollaio". E poi critica l'Expo: "E' la vittoria delle multinazionali, non certo dei produttori. Serve un passo indietro, siamo ossessionati dall'accumulo e dai numeri"

The best marketing campaign for a company

http://www.repubblica.it/esteri/2015/05/09/foto/francia_miliardario_cinese_regala_week_end_a_parigi_a_6400_dipendenti-113988830/1/?ref=HRESS-5#1


E' probabilmente il miglior datore di lavoro del mondo, almeno per questo week end. Il miliardario cinese Li Jinyuan ha regalato quattro giorni in Francia a 6400 dipendenti per festeggiare i vent'anni di vita della sua azienda, la Tiens (multinazionale che spazia dal settore delle biotecnologie, al turismo, dall'istruzione ai servizi finanziari). In Costa Azzurra si è formata una vera catena umana come si vede dalle immagini: il gruppo di dipendenti è sbarcato prima a Nizza per poi trasferirsi dopo 48 ore a Parigi, solcando la capitale dalla Tour Eiffel al Louvre, per finire con una cena di gala da VIP. Per questo regalo sono stati prenotati 140 alberghi più 7.600 biglietti di treno. Per l'occasione, le ferrovie francesi hanno noleggiato due TGV speciali e dodici persone sono state messe a disposizioni nelle stazioni per assistere l'enorme afflusso di cinesi. 
Li Jinyuan è stato ricevuto dal ministro degli Esteri Laurent Fabius al Quai d'Orsay con tutti gli onori e i ringraziamenti per aver scelto, come regalo così prestigioso, proprio la Francia (ap)

Boeri: "Politici vili per non aver informato lavoratori sulle loro pensioni future''

da: http://video.huffingtonpost.it/economia/boeri-politici-vili-per-non-aver-informato-lavoratori-sulle-loro-pensioni-future/3977/3968

"Credo che negli ultimi vent'anni ci sia stata un'ignavia di Stato per cui politici e governi non hanno voluto informare i cittadini sui cambiamenti derivanti dal passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo". Così il presidente dell'Inps Tito Boeri annunciando l'operazione "La mia pensione", che da maggio permetterà ai lavoratori di calcolare il loro futuro trattamento previdenziale. Pur ammettendo di essere "molto preoccupato" in particolare per le pensioni dei lavoratori parasubordinati, Boeri spiega: "C'è stata paura di reazioni sociali negative, ma in realtà abbiamo visto che anche chi scopre di avere una pensione più bassa di quello che credeva, preferisce saperlo".

La normalità del male di Stato

Il Fatto Quotidiano, 23 aprile 2015 di Roberta De Monticelli

C'è un fenomeno talmente appariscente che non lo vediamo più. Grande come un monumento - talmente familiare che diventa invisibile. O forse è invisibile come l'aria, o perché ci nuotiamo dentro, come pesci nell'acqua. Chiamiamolo con il suo nome. È una specie di conversione di massa. Ma non a Dio, e neppure al nulla.

Non è un'esaltazione di massa, o un suicidio di massa, come la storia umana ne ha visti. È qualcosa di apparentemente più banale. È una conversione alla realtà. "Tutto quel che è reale è razionale" - dice il filosofo che dà ragione alla forza, purché vinca. "Tutto quello che è reale è normale", dice il cinismo - che ha permeato il linguaggio comune. Alla parola "normalità", nel suo uso corrente, non è rimasta più neppure una traccia di quello fra i suoi significati che discendeva direttamente dalla parola "norma".

Normale è ciò che si fa, in particolare contro le norme. Corruzione a norma di legge: non è solo il titolo di un bel libro di Barbieri e Giavazzi sulle Grandi Opere, ma è il nome più generale di quello che ci accade. Tagliamo ormai sistematicamente i vestiti sulla misura delle gobbe. Pare che tornerà presto fuori uno dei vestiti gobbi più carini proposti dal governo Renzi: la modica quantità di frode fiscale. Normale è l'abuso di potere, normale la condanna, ci si rimedia abusando al quadrato: si corre per la presidenza della propria regione, con gli auguri e l'affetto del presidente del Consiglio, un cavillo per non applicare la legge ci sarà pure.

Normale è trafficare con le mafie e governare, anzi essere condannato per associazione a delinquere, quindi vincere le primarie e candidarsi a sindaco. E perché non deve succedere a Giugliano, se dalle Alpi alla Sicilia l'immenso cantiere a delinquere ha prodotto 600 opere incompiute per una voragine di miliardi intascati. 

Anzi, che sarà mai un abuso di potere o un'associazione a delinquere, se correre per la presidenza della propria regione non si nega neppure a chi è indagato per disastro e omicidio colposo, anche se il partito che ti sostiene è quello che la regione l'ha massacrata a furia di incuria e cemento. Che sarà mai. Mica han fatto ammazzare e torturare qualcuno, no, questi?

Allora sì che uno lo si punisce, per esempio con la presidenza di Finmeccanica (è noto che per fare i capi d'industria e i capi della polizia le competenze son le stesse). Anche la svendita dell'ultimo bene comune, la bellezza, dalle nostre parti, è a norma di legge. Leggere l'ultimo libro di Tomaso Montanari, Pri - vati del patrimonio (Einaudi, 2015) per credere. Ricorderete la scena del presidente del Consiglio che si fa venir sonno soltanto a nominare la parola "Sovrintendenze": già alla terza sillaba, dice, uno casca addormentato.

L'ha detto e l'ha scritto: ma non è una battuta, è il preciso progetto di smantellare il sistema delle Sovrintendenze per trasformarlo in quello delle Fondazioni, che - dal Museo Egizio di Torino fino al Maxxi di Roma - sono esempi disastrosi di pura e semplice lottizzazione politica del patrimonio. 

Né Stato Paternalista-Custode né efficienza economica privatistica, ma molto peggio di entrambe le cose: appropriazione privata di risorse pubbliche, tramite loro concessione da parte delle consorterie politiche alle consorterie amiche.
È parte integrante del progetto massacra-paese che hanno chiamato Sblocca-Italia. Sblocca: proprio perché così chi ci si fosse opposto sembrasse un "bloccatore", uno che mette le pastoie, uno ossessionato dalla conservazione.

 Del resto il primo dei beni pubblici è la nostra lingua: corrompiamo anche quella, e addio alla logica, al senso critico, alle distinzioni. Un "conservatore" di museo lo impallina il suo nome: via, via, abolire! Svolta buona!

Piero Calamandrei nel lontano 1954 parlava di "...questa scissione fra popolo e Stato, per cui il popolo ha sentito lo Stato come una oppressione estranea, come una tirannia, come un nemico che stava al di fuori e al di sopra di lui". 

Ma oggi? Quando il senso dello Stato come oppressione estranea è espresso da chi lo governa, non è nei confronti dello Stato la sfiducia, ma nei confronti dell'idealità che uno Stato dovrebbe incarnare. Sono gli stessi uomini di Stato che hanno smesso di credere - semmai in Italia abbiano creduto - al valore e all'altezza del loro servizio. Forse sotto sotto è sempre stato così, in Italia.

Don Chisciotte è morto per la Repubblica, ma a governarla è andato Sancho Panza. Ma no, molto peggio. C'è andato don Rodrigo, assieme a don Abbondio, con l'aiuto di Scarpìa. Siamo abituati a legare l'espressione "banalità del male" ai totalitarismi del secolo scorso, alle figure dei gerarchi nazisti o fascisti. Ma questo è sbagliato. Lo stesso errore che hanno fatto i tantissimi che hanno reagito con scherno e incredulità quando "Libertà e giustizia" ha cominciato a denunciare, un anno fa, la svolta autoritaria.

Perché tutti legano alle parole immagini del passato, e non vedendo in giro manganelli e fez credono che siano esagerazioni di gufi e cornacchie. Ma è sempre lo stesso sbaglio. Come i valori non sono cose della tradizione, ma dato nuovo d'esperienza quotidiana, così i disvalori non sono mai gli stessi di prima. Quello che resta uguale, è solo la nostra colpa. La cieca e dissennata assenza, la desistenza di cui parlava Calamandrei.

Della realtà che avanza ha colpa, come al solito, non chi sta al potere, ma chi lo regge, sorregge e legittima: noi. Se lo Stato buono siamo noi, siamo noi anche lo Stato cattivo, quello che sopprime i vincoli di legalità per rafforzare i vincoli di consorteria. L'articolo 1 della nostra Costituzione dice che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. C'è un'ovvia interpretazione che magari non piacerà ad alcuni, ma credo che sia quella buona. La suggerì Gherardo Colombo. È una Repubblica fondata sul lavoro della cittadinanza. Sulla veglia, l'attenzione, l'impegno, la presenza dei cittadini. Tutte cose faticosissime. Senza le quali, la Costituzione si svuota di senso: a quel punto, stravolgerla è facilissimo. Come stanno facendo ora. 

Italicum, così il governo scavalca la costituzione

Lorenza Carlassare, professore emerito di Diritto costituzionale a Padova, così commenta le affermazioni del politologo Roberto D’Alimonte –padre dell’Italicum – riportate dal Fatto : “È molto interessante quello che dice D’Alimonte: una delle accuse che venivano mosse alla legge elettorale, era proprio che una legge ordinaria cambiasse la forma di governo, aggirando la Costituzione.” 
Ma il professore sostiene che la forma di governo non cambia. 
Può dire quello che vuole, però se c’è l’elezione diretta del premier cambia la forma di governo. D’Alimonte si è lasciato sfuggire un’ammissione non da poco. Ed è importante, perché denuncia l’assoluta incostituzionalità dell’Italicum. Se nel nuovo meccanismo è presente l’elezione diretta del premier, si vanificano tutti gli articoli della Carta che disciplinano la formazione del governo, la nomina da parte del presidente della Repubblica e via dicendo. Con quest’affermazione si danno la zappa sui piedi, cioè ammettono quello che la maggioranza dei detrattori dell’Italicum contesta loro. 
E sulla sostituzione dei dieci dissidenti in Commissione Affari costituzionali lei cosa pensa? 
Sul piano giuridico non è ammissibile, perché va a toccare la libertà di scelta che ai parlamentari è garantita dall’articolo 67 della Costituzione, che prevede il divieto del vincolo di mandato. Il gruppo può agire successivamente sul parlamentare, sanzionandolo, ma non nel momento in cui esprime il suo voto. Vorrei anche sottolineare che tutto il cammino della legge elettorale e della riforma del Senato ha seguito una strada anomala. Attenzione però: in questo campo la forma è sostanzaNelle forme, e con i tempi imposti per questo speciale procedimento che esige ponderazione. Il governo invece ha messo continui paletti: il canguro, le sedute fiume… tutte cose che vanno in un senso opposto a quanto prescrive la nostra legge fondamentale. Io credo che nella legge di revisione costituzionale sul Senato ci siano vizi di forma e in questa vedo un’alta probabilità che la Consulta la dichiari illegittima.
 L’Italicum assomiglia troppo al Porcellum? 
Non è solo questo. È una legge che intende aggirare la Costituzione. I sostenitori dell’Italicum confondono e falsificano un’infinità di cose, mettendo insieme situazioni non assimilabili tra loroNon si possono fare paragoni con la Francia, dicendo che anche in quel sistema c’è il ballottaggio. Certo che c’è: ma è per l’elezione del presidente. Che è un organo monocratico, con poteri molto forti. Oltralpe si vota per l’assemblea legislativa con elezioni diverse. Da noi si vuol fare in modo che con uno stesso ballottaggio si eleggano il capo del governo e i membri del Parlamento. Come al supermercato: prendi due e paghi uno. 
Quindi?
Quindi si vanifica il principio cardine del costituzionalismo liberale, quello della divisione dei poteri che a vicenda si limitano e si controllano. Un Parlamento così eletto non può certamente controllare il governo. Hanno dimenticato che l’assemblea legislativa deve essere rappresentativa: ma rappresentativa dei cittadini elettori, non del governo! 
Il primo articolo della Carta dice che la sovranità appartiene al popolo. 
Appunto: hanno dimenticato il popolo. Il popolo è diventato ininfluente. 
Perché il governo vuol scavalcare la Costituzione?
Non avrei mai pensato di essere d’accordo con Berlusconi: ma è vero, è bulimia del potere. Eliminando le opposizioni, c’è una persona che governa con una maggioranza che esclude dalle decisioni ogni altro, una maggioranza formata da persone selezionate dalla segreteria del partito vincitore. Ce lo siamo già detti, sono le stesse ragioni che Mussolini portava a sostegno della Legge Acerbo nel 1923: velocità delle decisioni, la necessità di procedere senza intoppi, dibattiti, confronti. Senza contrasti e contrapposizioni. Siamo, ormai da tempo, fuori dal costituzionalismo liberale, non solo fuori dalla nostra Costituzione. Un disegno portato avanti attraverso atti di prepotenza e prevaricazione.
Da Il Fatto Quotidiano del 24/04/2015.

"La prostituta imprenditrice di se stessa? E' solo un mito". Parla la tedesca Inge

da: http://espresso.repubblica.it/visioni/societa/2015/04/24/news/la-prostituta-imprenditrice-di-se-stessa-e-solo-un-mito-la-testimonianza-della-tedesca-inge-1.209433?ref=HRBZ-1

E' stato di recente calendarizzato un disegno di legge, bipartisan, perregolamentare la prostituzione (tra firmatari e cofirmatari sono almeno 77 deputati e senatori), che in Italia è già assolutamente legale. Dove praticarla? In strada? In case affittate? In bordelli più o meno dichiarati? Il ddl prevede, tra le varie cose, da un lato un superamento della Merlin: depenalizzando appunto il reato di favoreggiamento, si consentirebbe di affittare appartamenti, locali e stanze per l'attività di commercio del sesso. Lo scopo è sia quello di evitare la prostituzione lungo le strade, sia di riconoscere il commercio sessuale alla stregua di ogni altra attività professionale, mediante l'iscrizione della prostituta alla Camera di Commercio, previo versamento di alcune migliaia di euro. In tal modo, come ogni libera (o libero) professionista, potrebbe emettere fattura, pagare le tasse e accedere a un regime pensionistico.

Una professione come un'altra, dunque, da controllare dal punto di vista medico (anche se non si capisce perché non sia il cliente a dover essere controllato e di conseguenza le loro mogli o partner eventuali), anche se lo stigma sociale che grava su di essa appare insuperabile. Nessuno vuole che venga esercitata vicino casa propria, nessuno desidera che la propria figlia o figlio la pratichi. E' inoltre, un'attività in cui, a parte rari casi, si guadagnano cifre molto modeste a fronte di un'usura fisica e morale devastanti. 


Con la depenalizzazione del favoreggiamento, erroneamente chiamato “legalizzazione della prostituzione”, che in Italia non è un reato (lo sono sfruttamento, favoreggiamento, induzione, prostituzione minorile e tratta) si darebbe piuttosto il via libera a una potenziale e fiorente categoria imprenditoriale: i tenutari di bordelli. E se nei propositi il disegno di legge parla di locali autogestiti, si può immaginare quanto facilmente si possa aggirare la questione.


Mentre in Italia ci si adopera a far passare questa legge, in Germania dove esistono già bordelli legali e esiste la possibilità di tassare l'attività, si stanno facendo poderose marce indietro: la scelta fatta nel 2002 dal governo Schröder Spd e Verdi, si è rivelata un clamoroso insuccesso sociale e un'ottima opportunità per la criminalità. Oggi- secondo quanto riportato da un articolo di Der Spiegel - ci sono dai 3000 ai 3.500 locali a luci rosse. Si tratta di 500 bordelli a Berlino, 70 a Osnabrück, 270 al confine con la Francia.


Il racconto di Inge, ex prostituta tedesca, ripercorre la situazione attuale : si è prostituita a Berlino quando era ancora un transident, con un'identità transitoria, né donna né uomo, quello che noi chiamiamo ermafrodita. Ora si è operata, è definitivamente donna, felicemente sposata, ha un impiego e lavora come volontaria nei centri di reinserimento per aiutare le sue ex compagne di vita a ritrovare una strada diversa.

Come ha iniziato?
Ho iniziato per difficoltà economiche, come tutte. La motivazione è la maggior parte delle volte finanziaria. Come prostituta ero ricercatissima anche se io vivevo il mio corpo come un' anomalia.

Si guadagna bene in questi locali ? 
L'affitto di una stanza in un bordello di lusso costa da 140 a 160 euro al giorno, se passi la mezzanotte, paghi il doppio, quindi, almeno 300 euro. Se hai lavorato molto bene in quelle ore, e se ce la fai, lavori con otto uomini. Alla fine della settimana resta veramente molto poco.

Si pagano le tasse in Germania con questa professione?
Esiste la possibilità ma nessuna lo ha mai fatto. Per pagarti la pensione non basta quello che guadagni: come si fa a accantonare 1200 euro al mese? E poi, ed è la questione principale, nessuna vuole iscriversi come prostituta perché ti resta il marchio a vita. Visto che al massimo lavori fino ai 35 anni, se ce la fai a uscire dal giro, e ti presenti in un posto di lavoro che referenze presenti? E comunque, nessun cliente vuole lasciare nome cognome e codice fiscale. A chi intesti la fattura? I clienti non vogliono lasciare generalità anche per paura di essere ricattati...o di lasciare tracce.

E quando si parla di prostitute dai guadagni stellari?
Mi chiedo se quei guadagni così alti non siano frutto di ricatti, magari a politici o uomini di affari. Io non conosco nessuna che si sia arricchita. Però tutto può essere.

Di che cifre si parla?
Dipende anche dalle prestazioni. Più ne soddisfi più puoi guadagnare.

Che genere di prestazioni?
Arriva quello col cane e pretende che tu faccia delle cose col cane, oppure quello che deve indossare biancheria da donna per avere l'orgasmo, si chiama Damenwäschenträger. Quasi mai è un semplice rapporto sessuale. Un mio cliente voleva che conservassi i preservativi degli altri perché voleva ingoiarne il contenuto.

Però, sempre nell'ottica di scegliere liberamente la professione, altrettanto liberamente si potrebbe dire: “ questo no”.
In quel caso il cliente esce fuori e dice “lei non fa quello che chiedo”. Se dici di no, o c'è il proprietario del locale che ti caccia, o non lavori più perché le colleghe fanno al posto tuo quello che tu non fai. Allora sei costretta ad accettare per non perdere lavoro e perché non si metta in giro una cattiva voce su di te, tipo: “quella non fa niente”. A volte lo fanno anche per deprezzarti in modo che così costi meno la volta successiva. Anche tra di loro le prostitute si fanno una concorrenza spietata, si dicono per esempio: “lei è malata” oppure “io faccio questo, lei non lo fa”. La solidarietà, come immaginabile, non esiste. I clienti, loro, cercano sempre merce nuova.


Quindi non sono “impresarie di se stesse” come in Italia chi è a favore della legge definisce le prostitute? 
Non capisco cosa significhi. Se si parla di una soluzione per la tratta, con i bordelli legali la tratta non è mai stata più fiorente. Sono per la maggior parte ragazzine che vengono dai paesi dell'Est: dalla Russia, dall'Ungheria, dalla Bulgaria. Non parlano tedesco, non sanno di avere dei diritti, né vogliono che le loro famiglie sappiano. Ci sono moltissime donne rom gestite dalla mafia rom. Prima c'era un solo un proprietario, ora ne hanno due: chi le obbliga e il padrone del bordello. Prima c'erano solo papponi tedeschi e il fenomeno era più controllato. Ora sono albanesi, rumeni, ungheresi che si sparano tra loro. Dialogano così.


La condizione che si vuole porre in Italia sarebbe che chi gestisce il locale faccia la stessa professione, organizzandosi magari con delle cooperative.
Da noi non ha mai funzionato, non reggono la concorrenza di gestori più potenti, con giri e ricambio continuo di ragazze sempre più giovani.

C'è maggiore sicurezza almeno?
Al contrario. Quello che succede in quelle stanze è affare tuo e del cliente. Il proprietario ti affitta solo la camera: se ti uccide un cliente ti ritrova la mattina dopo la donna delle pulizie. (Dal 2010 al 2015 sono state uccise 33 prostitute) .

Quanti giorni si lavora a settimana? 
Dipende. Non tutti i giorni.

Cosa fanno le prostitute quando smettono?
Da noi ci sono dei centri di recupero di vario genere. Ci sono quelli per il recupero dalla tossicodipendenza, dall'alcol, da tutti i tipi di dipendenze e dalla violenza, ci sono i consultori per le ragazze madri, per chi non ha una casa...Una prostituta rientra spesso in tutte queste categorie. E in più è discriminata. Solo alcune, come me, ce la fanno a ritrovare una strada.

Ancora in un'ottica di libertà di scelta: nessuno le obbliga a drogarsi o a bere...
In questi locali circola sempre moltissima droga, anche se non vuoi, per intrattenere i clienti e andare avanti con loro o bevi o ti droghi, o entrambe le cose. Oppure succede che le ragazze arrivano alla prostituzione proprio dalla droga, per pagarsela. Sono quelle che fanno di tutto e si fanno fare di tutto per pochissimi soldi. Comunque non hai molta scelta: devi reggere le prestazioni che ti chiedono e fingere di stare molto bene mentre ti fa schifo tutto. Non arriva mica Brad Pitt! E poi c'è lo schifo dell'odore da superare: quando mi prostituivo, per levarmelo di dosso, mi lavavo con la spugna dei piatti fino a farmi uscire il sangue

Non c'è tutto quel rito delle docce in questi posti, come nelle spa?
Mica sempre. E comunque rimane quell'odore disgustoso di minestrone rancido, uguale per tutti. Credo che sia l'eccitazione che li fa puzzare così.


Con la nuova legge in Italia si vorrebbe introdurre una campagna per il sesso sicuro, e per l'uso del preservativo con le prostitute...
Ah, e chi controlla chi si mette o meno il preservativo? Lo spirito santo? Le ragazze hanno tutto l'interesse a proteggersi. Sono i clienti che non vogliono. Inoltre prima c'erano delle forme di controllo medico imposte. Una volta che liberalizzi non puoi imporre più niente.

E Stilinga pensa che se davvero si vuole cancellare la prostituzione dalla faccia della terra servono 3 cose: 

  1. onesto lavoro per le donne,
  2. stipendi adeguati per vivere per le donne,
  3. campagne di consapevolezza per i clienti (come dice Inge: "ti fa schifo tutto. Non arriva mica Brad Pitt!" ) e magari pure centri di supporto psicologici, non è normale usare le prostitute come oggetti, forse qualche problemino nelle relazioni sociali i clienti lo hanno, o no? 

IL padre di Lo Porto: «Mio figlio? Un sequestrato di serie B» Parla il padre del cooperante ucciso a gennaio in un raid Usa: «Mio figlio è stato trattato malissimo, se ci sono i suoi resti li voglio»



da:http://www.corriere.it/esteri/15_aprile_24/padre-lo-porto-mio-figlio-sequestrato-serie-b-13b4c7f0-eaa4-11e4-850d-dfc1f9b6f2f5.shtml

«Secondo me ci sono sequestrati di serie a e di serie B, perché mio figlio è stato trattato malissimo. Ora cercano scuse e condoglianze, non è bello». Così aSkyTg24 HD Vito Lo Porto, padre del cooperante italiano rimasto ucciso a gennaio in un raid Usa in Pakistan.



«Vogliamo il corpo di Giovanni»

Commentando l’aula semivuota oggi in Parlamento, durante l’intervento del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni sulla morte del ragazzo, Lo Porto ha poi detto: «L’ho visto in tv. Non so quale colpa deve pagare mio figlio. Io - ha concluso - desidero ardentemente il suo corpo, voglio piangere con lui. Ancora non credo realmente che sia stato lui, come fa l’America a dire che è lui? È stato fatto un dna? È stato fatto qualcosa? Allora c’è qualcosa di mio figlio e io lo voglio, e lo vuole pure sua madre. Vogliamo solo il corpo di Giovanni».


Fratello detenuto, tensione con i cronisti

Scortato dagli agenti della polizia penitenziaria, Marcello Lo Porto, uno dei fratelli di Giovanni, il cooperante palermitano rimasto ucciso in un raid americano a gennaio scorso, è arrivato nella casa della madre Giusi Felice, che si trova nel quartiere Brancaccio a Palermo. Non sono mancati momenti di tensione all’arrivo dell’uomo, che sta scontando una condanna definitiva. Uno dei fratelli di Giovanni ha rotto lo specchietto di una macchina di una troupe di Mediaset e spintonato un’operatrice di un’altra emittente, che è caduta per terra. Da ieri davanti al palazzo ci sono cameramen, fotografi e giornalisti.


L’altro fratello: «Ci penserà il Signore»

Ed è arrivato a Palermo da Pistoia insieme alla moglie e alla figlia anche Daniele Lo Porto, un altro dei quattro fratelli di Giovanni. L’uomo non ha voluto parlare con i cronisti. Si è limitato a dire a chi si è avvicinato: «Non parlo di mio fratello. Viva la pace, sono ortodosso. Ci penserà il Signore». Poi è entrato nel palazzo di via Pecori Gilardi, dove abita la madre e un fratello.

E Stilinga ha rabbrividito quando ha saputo dai tg che erano 4 mesi che Lo Porto era morto e noi qua in Italia dobbiamo ringraziare gli USA che ci hanno fatto il favore di comunicarcelo?? 
E Renzi che ringraziava Obama...ma che esseri umani sono?

Però gli USA ci hanno inviato  tante scuse per il drone che lo ha ucciso! già bastano le scuse...come per il Cermis, come per Ustica (ah, ma qua non si sono scusati nemmeno), come per Moro (anche qui hanno fatto i vaghi sempre), come per tante altre nefandezze prodotte dai nostri migliori alleati, in nome della bella alleanza...e figuriamoci allora quello che combinano i nemici!

LA DOMANDA E': QUANTO TEMPO ANCORA? 

CIOE' PER QUANTO TEMPO ANCORA DOBBIAMO SOPPORTARE TALI COMPORTAMENTI? 

PER QUANTO TEMPO ANCORA L'ITALIA SARA' CONSIDERATA DI LIVELLO INFERIORE RISPETTO AGLI USA? 

PER QUANTO TEMPO ANCORA DOBBIAMO ABBASSARE LA TESTA? E POI CHE SENSO HA? MA CHE POPOLO SIAMO? DIGNITA', E' UN VOCABOLO PERVENUTO?

Crozza: "Se migranti fossero banconote, leader Ue si tufferebbero per ripescarli"



"Le persona prima del profitto". La giornata mondiale contro il TTIP

La protesta contro il trattato tra Europa e Stati Uniti. Una serie di nuove regole che nella lettura di numerosi comitati internazionali trasformerebbero "i cittadini in clienti". In Italia la manifestazione principale a Roma, dalle 16, in piazza Santi Apostoli