This is the fashion blog of Stilinga, a fashion designer who works from home. She is from Rome, Italy and she writes about trends, things she loves to do in Rome and art. Questo è il fashion blog, e non solo, di stilinga (una stilista che lavora da casa - è una stilista-casalinga) e che spesso tra una creazione di moda e l'altra, tra ricerche e fiere, si occupa anche del suo quotidiano e del contesto in cui vive.
"qui era tutta carfagna"
Stilinga sono tre giorni che gira ridendo al pensiero della battuta di Roberto Benigni su palazzo Grazioli, dove "qui era tutta carfagna".
La metafora della nostalgia di quando c'era la campagna al posto della città, di quando c'era una moltitudine di portatrici sane di "carfagna", cioè della parte per il tutto e la "carfagna" ne diventa metafora.
Roberto Benigni è un genio che ha dipinto in una frase lo stato malinconico di un uomo che ha perso la pace perchè casa sua non è più quella di una volta, non può più pascolare nella "carfagna" a palazzo Grazioli, come usava fare...
Esemplare e sintetico!
La metafora della nostalgia di quando c'era la campagna al posto della città, di quando c'era una moltitudine di portatrici sane di "carfagna", cioè della parte per il tutto e la "carfagna" ne diventa metafora.
Roberto Benigni è un genio che ha dipinto in una frase lo stato malinconico di un uomo che ha perso la pace perchè casa sua non è più quella di una volta, non può più pascolare nella "carfagna" a palazzo Grazioli, come usava fare...
Esemplare e sintetico!
Stilinga alla scoperta di Oslo
Visita al Vigeland park a Oslo
E naturalmente non si può non visitare Oslo senza un giretto alla Galleria Nazionale d'Arte e al The Museum of Decorative Arts and Design, dove ammirare la collezione di abiti storici dal 1700 ad oggi e le numeorse esibizioni in corso sul design norvegese.
La città offre moltissimo in termini di escursioni sia culturali (ottime quando piove) che in termini naturali (parchi, spiagge, colline, laghi) e il tutto è a portata di bus (20 minuti per andare alla spiaggia o in collina).
Inoltre, distaccarsi dalla "situazione" italiana per un 7 giorni non è che faccia male, anzi, ricarica la mente e ci si sente in pace col mondo, soprattutto se ci si immerge nelle buone maniere norvegesi, nel silenzio del traffico che non esiste ad Oslo, nella civiltà totale e nel rispetto che si avverte per tutti, oltre che alla pulizia totale delle strade, dei parchi e dei luoghi pubblici, vero fiore all'occhiello del paese scandinavo.
La città offre moltissimo in termini di escursioni sia culturali (ottime quando piove) che in termini naturali (parchi, spiagge, colline, laghi) e il tutto è a portata di bus (20 minuti per andare alla spiaggia o in collina).
Inoltre, distaccarsi dalla "situazione" italiana per un 7 giorni non è che faccia male, anzi, ricarica la mente e ci si sente in pace col mondo, soprattutto se ci si immerge nelle buone maniere norvegesi, nel silenzio del traffico che non esiste ad Oslo, nella civiltà totale e nel rispetto che si avverte per tutti, oltre che alla pulizia totale delle strade, dei parchi e dei luoghi pubblici, vero fiore all'occhiello del paese scandinavo.
Stilinga ad Oslo
Durante una canicola imbarazzante e fastidiosissima che a Roma, ancora, attanaglia la popolazione e la vita individuale in modo feroce, Stilinga ha fatto un break di una settimana immergendosi corpo e mente nella città di Oslo e nella sua rigogliosa natura.
La città è spettacolare e soprattutto lo è la sua posizione nel fiordo, come del resto è spettacolare la somma tra antico e moderno, lo spazio assoluto dato alla natura e il rispetto dei suoi abitanti, tutti concetti piuttosto rari in questa Italia in piena decadenza socio-culturale e politico-economica.
I norvegesi sono sobri, pacifici, silenziosi e gentili, vivono senza stress, non si muovono in motore, anche perchè d'inverno a cosa serve? e non fanno casini con le auto e tantomeno esiste il traffico.
La maggior parte della popolazione usa i mezzi pubblici (ogni 5 minuti ne passa uno) e raggiungono tutto senza affanno (disturbo costante della città di Roma).
Insomma, ricaricare la batteria esitenziale a Oslo non solo è possibile, ma doveroso.
La città non è molto affollata, per fortuna, e la vita è davvero a livello umano.
Unica pecca? il costo della vita che è altissimo, ma che si può affrontare, andandoci in vacanza con una massiccia dose di autoregolamentazione e organizzazione (tipo ostello o hotel con cucinino a disposizione), per non spendere patrimoni inutilmente.
La notte a Oslo praticamente non esiste! Ci sono circa 21 ore di sole e come si vede in questa foto, l'orologio segna quasi le 22.00 e si vede!
Ci si accorge della notte che arriva, dal calare delle temperature: infatti dalle 21.00 in poi inizia a farsi sentire il freddino e andando avanti, nonostante si veda bene, anche l'orologio biologico dice di riposare.
Ma per i nottambuli, la sera (cioè il giorno notturno) è appena iniziata e si può tirare tardi fino al mattino senza sosta, visto che i diversivi sono molteplici.
Durante il giorno, poi, si consiglia di seguire gli abitanti della capitale scandinava e andare per parchi a fare picnic a qualsiasi ora, senza tema di mangiare fuori orario, in quanto qui ognuno fa come gli pare, tranne i negozi che chiudono alle 17.00, mentre i supermarket (Rema1000 e Minipris) alle 23.00 durante la settimana). E allora evvai col barbecue a tutte le ore!
L’abbronzatura non è più di moda
Sono ormai diversi anni che l’abbronzatura non è più di moda, resistono solo alcuni “drogati” da lettino solare e resistono soprattutto i più giovani, che incuranti dei danni si espongono sempre e troppo lungamente, senza protezione alcuna per la loro delicata pelle.
Stilinga ha abbandonato il concetto “mi abbronzo quasi a sbronzarmi di sole” già da parecchi anni, causa melanoma in famiglia, e, infatti, è colei che si aggira su spiagge popolate da gente seminuda, tutta coperta nelle ore di punta, ed è colei che espone la pelle solo dopo averla incremata con protezione effetto stucco, (altissima) e, infatti, dopo una giornata di mare Silinga è comunque bianca, e oserei dire felicemente.
Il sole come il mare è stupendo, se lo conosci bene, mai fidarsi della propria invincibilità adolescenziale, perché prima o poi la pelle, nel caso del sole, ti presenta il conto e a volte è salatissimo.
Quindi ben venga la tendenza (davvero anti rughe) del non abbronzarsi e del rimanere del proprio incarnato.
Stilinga ha abbandonato il concetto “mi abbronzo quasi a sbronzarmi di sole” già da parecchi anni, causa melanoma in famiglia, e, infatti, è colei che si aggira su spiagge popolate da gente seminuda, tutta coperta nelle ore di punta, ed è colei che espone la pelle solo dopo averla incremata con protezione effetto stucco, (altissima) e, infatti, dopo una giornata di mare Silinga è comunque bianca, e oserei dire felicemente.
Il sole come il mare è stupendo, se lo conosci bene, mai fidarsi della propria invincibilità adolescenziale, perché prima o poi la pelle, nel caso del sole, ti presenta il conto e a volte è salatissimo.
Quindi ben venga la tendenza (davvero anti rughe) del non abbronzarsi e del rimanere del proprio incarnato.
Forecasts for shoes: Autumn Winter 2011-12 available now!
"A trend book is a very useful tool to prepare, organize and focus on the next shoe collections to be created and designed and then turned into real shoe collections.
This research tool is the base to get new concepts and ideas on the up coming scenarios in the world of shoes.
Each time a shoe company has to give instructions to shoe designers, marketing managers, pattern makers, and product managers about the next collections to be made, maybe there can be a lack of trends understanding or a lack of style focusing. That's why Annienoir and I decided to create a very clear and significant trend book for shoes. We are always in touch with trends of fashion, catwalk inputs, fair inputs, streetstyle tips and being cool hunters means also to notice what's going on and what will be like in the future.
We prepared this trend book dreaming the future Autumn-Winter collections of 2011-12 but also thinking about the actual economic crisis and social changes that all mankind is living. Our trend book is a very easy way to get ready for the future and to sell shoes. Our trends are not set too far, nor are too old, but each of our trend theme will happen exactly when the time is right (not too early not too late). We decided to create shoe visions for the market, for our goal is to say something true to our customers."
Stilinga, cool hunter and researcher, shoe and accessories designer.
Forecasts for shoes by Annienoir and Stilinga
BOOK INFO
The two Italian trend researchers and cool hunters Annienoir and Stilinga are happy to announce the new shoe trend book for the A/W 2011/12 season.
It is a trend book for the female Shoe field, made to focus on major important trends.
The Trend Book is a proposal of very interesting and updated design ideas for platforms, lasts, heels and upper, due to their Italian shoe design creativity.
This special trend book is enriched with a broad research done in the most important European shopping streets, with colour charts and impressive and detailed sketches.
To know more about this very amazing and useful trend book for shoes, do not hesitate to contact us, directly on Alibaba and to visit our site
MORE OPTIONS:
GET THE TREND BOOK IN PDF FORMAT, EASY, CHEAPER AND FAST, SIMPLY SEND AN EMAIL TO stilinga@hotmail.it
or to info@annienoir.com
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Stilinga, cool hunter and researcher, shoe and accessories designer.
Forecasts for shoes by Annienoir and Stilinga
BOOK INFO
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Rome for cool hunters: new Indie fashion shop
Hi there! Stilinga is happy for she found out a brand new Indie Fashion shop in Rome: Madcut.
It is in Via Concordia, 34 (San Giovanni) and it the shop all cool hunters and indie fashion lovers are looking for.
Artisan products, entirely made in Rome, with a wide research in terms of models and brand new concepts and at a very affordable price.
Let's have a look at some pictures made in the shop:
Is "Made in..." an important concept in fashion nowadays?
Stilinga thinks that "made in..." is very important especially now that we have the Chinese products invasion and we are missing for example "the made in italy" very much, but also every time Stilinga visits a country she would like to find products made in that country, not made in China!
Stilinga remembers once she was in N. Y., and she could not find anything made in Usa, very sad and upsetting!
How long would it take before each country starts again producing its owns products in its place?
Stilinga remembers once she was in N. Y., and she could not find anything made in Usa, very sad and upsetting!
How long would it take before each country starts again producing its owns products in its place?
Shoe Forecasts for Autumn/Winter 2011-12: the Book
Forecasts for shoes by Annienoir and Stilinga
BOOK INFO
The two Italian trend researchers and cool hunters Annienoir and Stilinga are happy to announce the new shoe trend book for the A/W 2011/12 season.
It is a trend book for the female Shoe field, made to focus on major important trends.
The Trend Book is a proposal of very interesting and updated design ideas for platforms, lasts, heels and upper, due to their Italian shoe design creativity.
This special trend book is enriched with a broad research done in the most important European shopping streets, with colour charts and impressive and detailed sketches.
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BOOK INFO
The two Italian trend researchers and cool hunters Annienoir and Stilinga are happy to announce the new shoe trend book for the A/W 2011/12 season.
It is a trend book for the female Shoe field, made to focus on major important trends.
The Trend Book is a proposal of very interesting and updated design ideas for platforms, lasts, heels and upper, due to their Italian shoe design creativity.
This special trend book is enriched with a broad research done in the most important European shopping streets, with colour charts and impressive and detailed sketches.
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ultime news sul mondo dello shopping fashion a Roma
Oggi Stilinga ha fatto un giretto nel centro, più centro, di Roma: Via del Corso, via Frattina, Via Condotti e via Borgognona.
Ed il risultato è... UNA PENA TOTALE!
Vetrine allestine alla come viene viene (e parlo delle grandi griffe!), sporche (!), con abiti messi male e manichini storti, abbinamenti sbagliati, insomma ci si aspetterebbe di più dal centro centro di Roma e nella giornata di sabato!
Strade zuppe e allagate (nessun decoro urbano per questa povera città in mano alla destra distratta dai propri affari), percorse da una moltitudine di auto, taxi (ovunque e soprattutto in zone iper pedonali): a fatica una persona riesce a schivare le pozze d'acqua e a vedere in pace le vetrine!
La parte più penosa però è stata la visione dei commessi e dei loro sguardi: persi, angosciati e tutti mesti in attesa di qualche cliente che nei loro mega store latitano.
Altri negozianti, veri romani doc, si rivolgevano invece ad una cliente che provava un paio di scarpe con le seguenti parole:
"... e mica stiamo a parlà de' una lonza! stamo a parlà de' piedi... i suoi, e poi certo che cede la scarpa... cede...".
Strano! il negozio in questione, appare ai più, come un luogo chic, in una via chic, in una zona chic... ma il tono di chi lo gestisce era più da macellaio...
In sintesi, comunque solo poche griffe erano allietate dalla presenza di coloro che reggono tutto il mondo della moda: il cliente che spende! genere in seria estinzione e duramente penalizzato dalla crisi economica.
Parlando dei prodotti, beh, non è un bel vedere per nulla!
Scarpe che sembrano pagnotte, che rendono i piedi ancora più grossi, borse che riflettono la stessa estetica culinaria, orride, vecchie e costosissime, abiti anche rovinati (ma non per vezzo) messi in vetrina in primo piano in negozi di haute couture (ohi, ohi!), vestiti dalle applicazioni improponibili, dai tagli vita errati, dai concetti nulli e dai tessuti poco aggraziati.
Insomma, un disastro! e nel periodo più sfigato che fanno i grandi marchi? fanno pure pena e da più punti di vista e allora cosa accadrà?
Per scaramanzia Stilinga non si pronuncia...
Ed il risultato è... UNA PENA TOTALE!
Vetrine allestine alla come viene viene (e parlo delle grandi griffe!), sporche (!), con abiti messi male e manichini storti, abbinamenti sbagliati, insomma ci si aspetterebbe di più dal centro centro di Roma e nella giornata di sabato!
Strade zuppe e allagate (nessun decoro urbano per questa povera città in mano alla destra distratta dai propri affari), percorse da una moltitudine di auto, taxi (ovunque e soprattutto in zone iper pedonali): a fatica una persona riesce a schivare le pozze d'acqua e a vedere in pace le vetrine!
La parte più penosa però è stata la visione dei commessi e dei loro sguardi: persi, angosciati e tutti mesti in attesa di qualche cliente che nei loro mega store latitano.
Altri negozianti, veri romani doc, si rivolgevano invece ad una cliente che provava un paio di scarpe con le seguenti parole:
"... e mica stiamo a parlà de' una lonza! stamo a parlà de' piedi... i suoi, e poi certo che cede la scarpa... cede...".
Strano! il negozio in questione, appare ai più, come un luogo chic, in una via chic, in una zona chic... ma il tono di chi lo gestisce era più da macellaio...
In sintesi, comunque solo poche griffe erano allietate dalla presenza di coloro che reggono tutto il mondo della moda: il cliente che spende! genere in seria estinzione e duramente penalizzato dalla crisi economica.
Parlando dei prodotti, beh, non è un bel vedere per nulla!
Scarpe che sembrano pagnotte, che rendono i piedi ancora più grossi, borse che riflettono la stessa estetica culinaria, orride, vecchie e costosissime, abiti anche rovinati (ma non per vezzo) messi in vetrina in primo piano in negozi di haute couture (ohi, ohi!), vestiti dalle applicazioni improponibili, dai tagli vita errati, dai concetti nulli e dai tessuti poco aggraziati.
Insomma, un disastro! e nel periodo più sfigato che fanno i grandi marchi? fanno pure pena e da più punti di vista e allora cosa accadrà?
Per scaramanzia Stilinga non si pronuncia...
Roma Ladrona? no! LEGA LADRONA!
Da l'Unità on line del 19.04.10:
L'appetito della Lega
di Rinaldo Gianolatutti
Nel 2009 il Veneto, che ha appena tributato un consenso elettorale record alla Lega, ha perso circa 52.000 posti di lavoro, il numero dei disoccupati ha raggiunto il livello di 126.500 persone. Secondo l’agenzia Veneto Lavoro il prodotto interno lordo in questa regione chiave dell’economia nazionale è calato del 4,8% lo scorso anno, il prodotto pro-capite è sceso ai livelli di dieci anni fa e un recupero sulla media del 2008 sarà possibile solo nel 2015, se tutto andrà per il meglio. I più colpiti, quelli che pagano gli effetti più duri della crisi, sono gli operai maschi, stranieri e con un contratto a tempo determinato. Sono stati licenziati, difficilmente troveranno un’occupazione nel breve-medio periodo.
Questa è la realtà sociale ed economica del Veneto. Una realtà difficile come in molte altre regioni italiane. Poi c’è la politica, ci sono le amministrazioni, ci sono i nuovi leader leghisti. Uno si aspetterebbe che davanti a una crisi spaventosa e dopo una vittoria elettorale senza condizioni gli amministratori di Bossi affrontassero questo momento delicato con piglio deciso e provvedimenti adeguati all’emergenza. Ma, per ora, bisogna aspettare. Anche gli uomini della Lega tengono famiglia e amano i piaceri del potere.
A Treviso i leghisti rifanno la sede della provincia come se fosse una reggia spendendo senza ritegno e comprando pure un tavolo di cristallo da 12mila euro ma poi negano i soldi alle scuole. La presidente della provincia e sindaco di San Donà Francesca Zaccariotto, astro nascente della Lega, appena eletta si era aumentata lo stipendio. Altri amministratori e sindaci leghisti, ad esempio ad Asolo e in altri comuni del trevigiano, hanno pensato che, crisi o non crisi, è giunto il momento di arrotondare stipendi e indennità perché non si vive solo di aria e di gloria politica.
Sono solo alcuni esempi della Lega di governo e di sottogoverno raccontati nell’inchiesta di Toni Fontana che offre un punto di vista diverso e alternativo sulla classe di governo di Bossi che, accanto ad amministratori abili e presentabili, propone il sindaco di Adro che non vuole dare da mangiare ai bambini delle famiglie morose o la giunta di Brescia che nega il bonus bebè ai figli degli immigrati.
Oggi che la Lega ha in mano la guida del Piemonte e del Veneto, e partecipa al governo in Lombardia puntando anche a Palazzo Marino a Milano, mostra sul territorio la sua faccia feroce coi più deboli e, su un livello più alto di potere, capitalizza il numero dei voti esigendo, come ha detto esplicitamente Bossi, «le banche del Nord, perché ce lo chiede il popolo» e punta a infilare i suoi uomini nei consigli di amministrazione delle grandi aziende di Stato e nelle municipalizzate. Come si può contrastare questa Vandea?
Con la presenza, la testimonianza forte di una politica diversa. Tonino Guerra ha scritto al Corriere della Sera per proporre al presidente della Repubblica di scegliere come senatore l’italiano «che non ci sta», l’imprenditore Silvano Lancini che ha pagato i diecimila euro di rette arretrate della mensa dei bambini di Adro. Una speranza
L'appetito della Lega
di Rinaldo Gianolatutti
Nel 2009 il Veneto, che ha appena tributato un consenso elettorale record alla Lega, ha perso circa 52.000 posti di lavoro, il numero dei disoccupati ha raggiunto il livello di 126.500 persone. Secondo l’agenzia Veneto Lavoro il prodotto interno lordo in questa regione chiave dell’economia nazionale è calato del 4,8% lo scorso anno, il prodotto pro-capite è sceso ai livelli di dieci anni fa e un recupero sulla media del 2008 sarà possibile solo nel 2015, se tutto andrà per il meglio. I più colpiti, quelli che pagano gli effetti più duri della crisi, sono gli operai maschi, stranieri e con un contratto a tempo determinato. Sono stati licenziati, difficilmente troveranno un’occupazione nel breve-medio periodo.
Questa è la realtà sociale ed economica del Veneto. Una realtà difficile come in molte altre regioni italiane. Poi c’è la politica, ci sono le amministrazioni, ci sono i nuovi leader leghisti. Uno si aspetterebbe che davanti a una crisi spaventosa e dopo una vittoria elettorale senza condizioni gli amministratori di Bossi affrontassero questo momento delicato con piglio deciso e provvedimenti adeguati all’emergenza. Ma, per ora, bisogna aspettare. Anche gli uomini della Lega tengono famiglia e amano i piaceri del potere.
A Treviso i leghisti rifanno la sede della provincia come se fosse una reggia spendendo senza ritegno e comprando pure un tavolo di cristallo da 12mila euro ma poi negano i soldi alle scuole. La presidente della provincia e sindaco di San Donà Francesca Zaccariotto, astro nascente della Lega, appena eletta si era aumentata lo stipendio. Altri amministratori e sindaci leghisti, ad esempio ad Asolo e in altri comuni del trevigiano, hanno pensato che, crisi o non crisi, è giunto il momento di arrotondare stipendi e indennità perché non si vive solo di aria e di gloria politica.
Sono solo alcuni esempi della Lega di governo e di sottogoverno raccontati nell’inchiesta di Toni Fontana che offre un punto di vista diverso e alternativo sulla classe di governo di Bossi che, accanto ad amministratori abili e presentabili, propone il sindaco di Adro che non vuole dare da mangiare ai bambini delle famiglie morose o la giunta di Brescia che nega il bonus bebè ai figli degli immigrati.
Oggi che la Lega ha in mano la guida del Piemonte e del Veneto, e partecipa al governo in Lombardia puntando anche a Palazzo Marino a Milano, mostra sul territorio la sua faccia feroce coi più deboli e, su un livello più alto di potere, capitalizza il numero dei voti esigendo, come ha detto esplicitamente Bossi, «le banche del Nord, perché ce lo chiede il popolo» e punta a infilare i suoi uomini nei consigli di amministrazione delle grandi aziende di Stato e nelle municipalizzate. Come si può contrastare questa Vandea?
Con la presenza, la testimonianza forte di una politica diversa. Tonino Guerra ha scritto al Corriere della Sera per proporre al presidente della Repubblica di scegliere come senatore l’italiano «che non ci sta», l’imprenditore Silvano Lancini che ha pagato i diecimila euro di rette arretrate della mensa dei bambini di Adro. Una speranza
Tutto è più caro in Italia e in più gli italiani sono disoccupati o hanno stipendi bassi!
Il Bel Paese è un posto tremendo dove vivere: si paga tutto più caro che altrove e in compenso non si trova lavoro, oppure se si è occupati, si ha stipendi da fame e in più non si hanno servizi alcuni perchè la numerosa classe politica è corrotta all'ennesima potenza ed interessata solo alle elezioni, infatti i politici sono in elezione permanente, non si pongono minimamente il pensiero di governare (risolvere problemi agli italiani), e quando dovrebbero e potrebbero farlo (come ora che Mr B. ha la maggioranza) decidono di mandare tutto in "caciara" e di litigare tra loro come diversivo dal doversi impegnare fattivamente!
Quanto tempo ancora dureranno gli italiani in queste condizioni miserevoli? quanto tempo ci vorrà perchè tocchino il fondo più basso e poi decidano di ribellarsi allo stato di cose? quanto tempo potranno durare questi vampiri politici interessati solo al nostro sangue? quanto potrà ancora reggere il sistema?
A giudicare dal seguente articolo siamo già alla frutta sciroppata!
Da la Repubblica del 17/04/10
"Tariffe, boom rincari in 5 anni
Impennata record per quelle locali
Dal 1996 al 2009 i prezzi delle assicurazioni sono saliti del 131,3%.
Tra il 2005 e il 2009 il rialzo per l'acqua potabile è stato del 31,8%
ROMA - Dalle poste ai pedaggi autostradali, dai trasporti al canone tv: è boom di rincari per le tariffe pubbliche. L'Osservatorio prezzi e mercati di Unioncamere, ha infatti elaborato nuovi dati secondo i quali le tariffe postali sono rincarate del 13% circa, quelle autostradali del 15%, quelle ferroviarie del 26%, mentre per i trasporti marittimi l'impennata è stata di oltre il 38%. Tirando le somme, l'aumento registrato nel 2009 porta l'incremento complessivo delle tariffe pubbliche negli ultimi cinque anni al più 15%.
Tariffe locali. Ma ad aumentare in maggior misura sono le tariffe locali: tra il 2005 e il 2009, per i rifiuti solidi urbani il rincaro è stato del 29,1% e del 4,5% lo scoro anno. Per l'acqua potabile invece il rialzo è stato del 31,8% nel quinquennio e del 7,6% solo 2009.
Gli aumenti sono dovuti alla tendenza a portare le tariffe a livelli compatibili con la totale copertura dei costi del servizio, "secondo un processo di ristrutturazione che - stando a quanto riferito dall'Unioncamere - implica per il settore dei rifiuti il passaggio dalla tassa (Tarsu) alla tariffa (Tia), e per quello dell'idrico il passaggio al Metodo normalizzato previsto dalla legge Galli. E' evidente - denuncia l'associazione - che questi aumenti contribuiscono a erodere il potere d'acquisto delle famiglie e ad accrescere i costi che gravano sui bilanci delle imprese, in particolare piccole e medie: una maggiore moderazione in questo senso sarebbe auspicabile, soprattutto in una fase come quella attuale in cui gli equilibri economico-finanziari degli uni e degli altri sono già messi a dura prova dalla debolezza del mercato del lavoro e dall'aumento delle materie prime".
Rispetto a Eurolandia. E in Italia, l'andamento dei rincari è superiore alla media europea e a quello degli altri Paesi. Il prezzo dei servizi finanziari (più 89,9%), comparto nel quale rientrano anche quelli bancari, viaggia a un ritmo doppio rispetto a Eurolandia, dove l'aumento è del 43%, e quadruplo rispetto alla Francia (più 22,2%). In Germania l'aumento è del 31%, mentre nel Regno Unito si registra addirittura un calo (meno 22%). Peggio dell'Italia va soltanto la Spagna (più 97,2%). Rincari record anche per gli affitti: il più 49% dell'Italia è secondo solo al più 72,9% della Spagna e superiore al più 28,1% della media, mentre tutti gli altri registrano aumenti molto più contenuti (appena più 16,7% la Germania). L'acqua potabile è invece cresciuta del 68,4% contro il 41% di Eurolandia, i rifiuti del 68,3% (più 55,4% in Europa), l'elettricità del 36,2% (più 31,9%), i trasporti marittimi dell'86,2% (più 47,2%) e i servizi postali del 37,6% (più 27,3%).
Assicurazioni. Dal 1996 al 2009 i prezzi delle assicurazioni in Italia sono aumentati del 131,3%, contro il più 35,3% della zona euro. A certificare la galoppata di Rc auto e altri prodotti assicurativi è il Quaderno dei prezzi del Dipartimento del Tesoro del Ministero dell'Economia relativo a dicembre 2009.
Shopping. Anche per il classico shopping in Italia la spesa è aumentata ben più che altrove: per l'abbigliamento si registra un rincaro del 22,4%, che è più del doppio dell'aumento europeo (più 8,9%); il più 29,8% delle calzature si confronta con il più 18,1% di Eurolandia; per i libri in Italia si spende il 34,2% in più, contro il più 24,6% dell'eurozona. Molto minore è invece il distacco nel carrello della spesa: gli alimentari dal 1996 a oggi sono aumentati del 32,6% in Italia e del 30% in Europa.
Benzina. Si registrano invece aumenti inferiori alla media della zona euro nel caso della benzina: la voce carburanti e lubrificanti in Italia è cresciuta del 36,1%, meno degli aumenti registrati in tutti gli altri Paesi presenti nello studio e anche meno della media europea (più 54,9%). "
Quanto tempo ancora dureranno gli italiani in queste condizioni miserevoli? quanto tempo ci vorrà perchè tocchino il fondo più basso e poi decidano di ribellarsi allo stato di cose? quanto tempo potranno durare questi vampiri politici interessati solo al nostro sangue? quanto potrà ancora reggere il sistema?
A giudicare dal seguente articolo siamo già alla frutta sciroppata!
Da la Repubblica del 17/04/10
"Tariffe, boom rincari in 5 anni
Impennata record per quelle locali
Dal 1996 al 2009 i prezzi delle assicurazioni sono saliti del 131,3%.
Tra il 2005 e il 2009 il rialzo per l'acqua potabile è stato del 31,8%
ROMA - Dalle poste ai pedaggi autostradali, dai trasporti al canone tv: è boom di rincari per le tariffe pubbliche. L'Osservatorio prezzi e mercati di Unioncamere, ha infatti elaborato nuovi dati secondo i quali le tariffe postali sono rincarate del 13% circa, quelle autostradali del 15%, quelle ferroviarie del 26%, mentre per i trasporti marittimi l'impennata è stata di oltre il 38%. Tirando le somme, l'aumento registrato nel 2009 porta l'incremento complessivo delle tariffe pubbliche negli ultimi cinque anni al più 15%.
Tariffe locali. Ma ad aumentare in maggior misura sono le tariffe locali: tra il 2005 e il 2009, per i rifiuti solidi urbani il rincaro è stato del 29,1% e del 4,5% lo scoro anno. Per l'acqua potabile invece il rialzo è stato del 31,8% nel quinquennio e del 7,6% solo 2009.
Gli aumenti sono dovuti alla tendenza a portare le tariffe a livelli compatibili con la totale copertura dei costi del servizio, "secondo un processo di ristrutturazione che - stando a quanto riferito dall'Unioncamere - implica per il settore dei rifiuti il passaggio dalla tassa (Tarsu) alla tariffa (Tia), e per quello dell'idrico il passaggio al Metodo normalizzato previsto dalla legge Galli. E' evidente - denuncia l'associazione - che questi aumenti contribuiscono a erodere il potere d'acquisto delle famiglie e ad accrescere i costi che gravano sui bilanci delle imprese, in particolare piccole e medie: una maggiore moderazione in questo senso sarebbe auspicabile, soprattutto in una fase come quella attuale in cui gli equilibri economico-finanziari degli uni e degli altri sono già messi a dura prova dalla debolezza del mercato del lavoro e dall'aumento delle materie prime".
Rispetto a Eurolandia. E in Italia, l'andamento dei rincari è superiore alla media europea e a quello degli altri Paesi. Il prezzo dei servizi finanziari (più 89,9%), comparto nel quale rientrano anche quelli bancari, viaggia a un ritmo doppio rispetto a Eurolandia, dove l'aumento è del 43%, e quadruplo rispetto alla Francia (più 22,2%). In Germania l'aumento è del 31%, mentre nel Regno Unito si registra addirittura un calo (meno 22%). Peggio dell'Italia va soltanto la Spagna (più 97,2%). Rincari record anche per gli affitti: il più 49% dell'Italia è secondo solo al più 72,9% della Spagna e superiore al più 28,1% della media, mentre tutti gli altri registrano aumenti molto più contenuti (appena più 16,7% la Germania). L'acqua potabile è invece cresciuta del 68,4% contro il 41% di Eurolandia, i rifiuti del 68,3% (più 55,4% in Europa), l'elettricità del 36,2% (più 31,9%), i trasporti marittimi dell'86,2% (più 47,2%) e i servizi postali del 37,6% (più 27,3%).
Assicurazioni. Dal 1996 al 2009 i prezzi delle assicurazioni in Italia sono aumentati del 131,3%, contro il più 35,3% della zona euro. A certificare la galoppata di Rc auto e altri prodotti assicurativi è il Quaderno dei prezzi del Dipartimento del Tesoro del Ministero dell'Economia relativo a dicembre 2009.
Shopping. Anche per il classico shopping in Italia la spesa è aumentata ben più che altrove: per l'abbigliamento si registra un rincaro del 22,4%, che è più del doppio dell'aumento europeo (più 8,9%); il più 29,8% delle calzature si confronta con il più 18,1% di Eurolandia; per i libri in Italia si spende il 34,2% in più, contro il più 24,6% dell'eurozona. Molto minore è invece il distacco nel carrello della spesa: gli alimentari dal 1996 a oggi sono aumentati del 32,6% in Italia e del 30% in Europa.
Benzina. Si registrano invece aumenti inferiori alla media della zona euro nel caso della benzina: la voce carburanti e lubrificanti in Italia è cresciuta del 36,1%, meno degli aumenti registrati in tutti gli altri Paesi presenti nello studio e anche meno della media europea (più 54,9%). "
Il Pil cinese nell'ultimo trimestre è all'11,9% e quello italiano? è allo 0,7%
ANSA, Ultimo aggiornamento: 15/04/2010
CRISI:CINA TORNA A RUGGIRE,CORSA PIL MAGGIORE DA 3 ANNI/ANSA
PECHINO TEME BOLLE SPECULATIVE, MA RINVIA RIALZO TASSI E YUAN
(ANSA) - ROMA, 15 APR - La Cina torna a ruggire un'economia che mette a segno il ritmo di crescita piu' forte da tre anni a questa parte. Nel primo trimestre dell'anno il prodotto interno lordo ha segnato un balzo dell'11,9% su base annua, mostrando un' ulteriore accelerazione dopo la crescita del 10,7% registrata nell'ultimo trimestre del 2009. Il risultato ha battuto le stime degli economisti che puntavano su un incremento dell'11,7% e ha trainato al rialzo le borse asiatiche, mentre gli economisti hanno migliorato le stime di crescita della Cina per quest'anno. Citigroup ha ora innalzato le previsioni sul Pil cinese 2010 portandole dal 9,8% al 10,5%; JPMorgan dal 10 al 10,8% e Royal Bank of Scotland dal 10 all'11%. E la corsa dell'economia cinese ha spinto il Giappone a migliorare le proprie stime di crescita: la Bank of Japan ha rivisto al rialzo le proprie valutazioni per sette delle nove macroaree del Paese, grazie all'aumento delle esportazioni e della produzione. Nella relazione trimestrale (il cosiddetto 'Sakura report', simile al Beige Book della Federal Reserve) sui grandi distretti territoriali, l'istituto centrale nipponico ha messo in evidenza che l'economia giapponese e' in accelerazione e che i rischi di un'altra recessione si sono ridotti "in modo significativo". Ma intanto per Pechino la statistica diffusa oggi conferma i timori per il surriscaldamento dell'economia e soprattutto per il rischio di bolle speculative. E se per ora l'inflazione e' aumentata meno del previsto, fermandosi' su un +2,4% rispetto al marzo dello scorso anno (un livello inferiore al 2,6% previsto dagli economisti ed al 2,7% registrato a febbraio), i prezzi alla produzione sono cresciuti del 5,9%, evidenziando che per la Cina sara' difficile contenere l'inflazione entro il tetto del 3%. Le autorita' del governo cinese hanno gia' messo mano alle prime contromisure per contrastare la corsa di economia e prezzi - irrigidendo i requisiti di riserva delle banche per ridurre l'eccesso di liquidita' e raffreddare cosi' il massiccio ricorso al credito - ma ora gli economisti vedono piu' vicina, e inevitabile, una stretta monetaria e una rivalutazione della moneta. Australia, India e Singapore hanno gia' avviato il rialzo del costo del denaro e il mercato scommette che la Cina dovra' presto seguirne l'esempio. L'ultima volta che l'economia cinese e' cresciuta oltre l'11% - nel primo trimestre del 2006 - la banca centrale ha alzato i tassi di interesse nel giro di un mese. Ora pero' gli economisti sono divisi sulla tempistica di un eventuale manovra: Royal Bank of Canada punta su una stretta monetaria gia' nel mese di aprile, mentre per Bank of America-Merrill Lynch bisognera' aspettare il quarto trimestre dell'anno. Per il momento, Pechino resta riluttante: oggi le autorita' cinesi si sono limitate a varare misure per raffreddare il boom del mercato immobiliare e ad annunciare che sono allo studio nuove tasse, compresa una tassazione di plusvalenze derivanti dalla vendita di proprieta' immobiliari. (ANSA).
Notizie sul Pil Italiano:
"L'Italia è tornata timidamente a crescere nel primo trimestre di quest'anno e archivierà il 2010 con un'espansione del prodotto interno lordo dello 0,7%, in base alla mediana delle previsioni trimestrali raccolte da Reuters.
La crescita accelererà lievemente a 1,1% nel 2011 quando si assiterà anche a un rimbalzo degli investimenti, visti ancora negativi dagli economisti quest'anno dopo il tracollo del 2009, e a un contributo decisamente superiore dell'export netto.
Infatti, anche se le esportazioni ricominceranno a crescere a ritmo sostenuto già da quest'anno, il sorpasso più deciso sull'import avverrà solo il prossimo anno.
"La ripresa italiana mi pare ancora una volta trainata dall'export e quindi affidata alla ripresa della crescita oltre i confini nazionali", commenta Giada Giani di Citigroup (NYSE: C - notizie) . L'economista ritiene che a gonfiare l'import 2010, assottigliando il contributo del canale estero al Pil, sarà in buona misura la necessità delle imprese di ricostituire le scorte di magazzino, ridotte all'osso durante la recessione.
"Se da un lato una ripresa trainata dall'export sottende un persistente problema italiano di consumi interni, dall'altro ci porta a ben sperare alla luce dei positivi segnali che arrivano dall'estero".
DOMANDA INTERNA IN CAUTA RIPRESA
Frenata da un tasso di disoccupazione ostinatamente fermo all'8,8% quest'anno e il prossimo, la domanda interna tornerà lievemente positiva nell'anno in corso, rafforzandosi nel 2011 senza però riuscire a spingere il tasso di aumento oltre lo 0,8%. Nel 2009 la spesa delle famiglie è scesa dell'1,8%.
"I consumatori rimarranno probabilmente cauti", commenta Paolo Zanghieri di Oxford Economics, prevedendo un aumento della propensione al risparmio a fronte di una disoccupazione in crescita dal 7,8% dello scorso anno.
"Questo deriva dal fatto che manca un'adeguata copertura della disoccupazione per la maggioranza dei lavoratori del settore privato e per tutti quelli con contratti di lavoro temporaneo.".
Zanghieri ricorda poi la fine degli incentivi statali per la sostituzione dell'auto che hanno spinto i consumatori ad anticipare l'acquisto proprio in vista della loro scadenza a fine 2009.Sempre relativamente modeste, seppure in decisa accelerazione rispetto al 2009, le pressioni sul fronte dei prezzi. Gli analisti prevedono che l'inflazione si porti all'1,4% in media quest'anno dallo 0,8% del 2009, per avanzare ulteriormente all'1,6% nel 2011, numeri sempre ben lontani dal limite-obiettivo del 2% fissato dalla Bce.
SITUAZIONE CONTI PUBBLICI STAZIONARIA
Se la situazione dell'economia, tra luci e ombre, appare in graduale recupero, quella dei conti pubblici non riserva invece grossi margini di miglioramento.
Con un Pil ancora debole, anche se non più in contrazione, il disavanzo pubblico va ad appesantire il debito spingendolo, secondo gli analisti, leggermente oltre le previsioni ufficiali del governo.
"Il deficit resta sostanzialmente ai livelli dello scorso anno, un livello, va detto, basso in termini relativi rispetto ad altri paesi", commenta Giani. "Ma il debito ovviamente continua ad aumentare.
A 5,3% la mediana delle stime sul deficit/Pil 2010 è di poco superiore al 5% su cui conta l'Italia, lo stesso vale per il rapporto debito/Pil che gli economisti vedono a 117,5% a fine 2010 a fronte del 116,9% inserito dall'Italia nel Programma di Stabilità presentato a Bruxelles. Nel 2011, inoltre, il debito dovrebbe tornare a calare in rapporto al Pil nelle stime del governo, portandosi al 116,5%. La mediana delle stime Reuters proietta invece un'ulteriore salita al 119,2%."
da: http://it.finance.yahoo.com/notizie/previsioni-trimestrali-italia-pil-2010-0-7-riparte-export-reuters_ids-772a8f99b321.html?x=0
Allora la Crisi economica c'è, ma solo per l'Italia e il vecchio continente, visto che l'altra metà del mondo lavora, produce e si arricchisce!
CRISI:CINA TORNA A RUGGIRE,CORSA PIL MAGGIORE DA 3 ANNI/ANSA
PECHINO TEME BOLLE SPECULATIVE, MA RINVIA RIALZO TASSI E YUAN
(ANSA) - ROMA, 15 APR - La Cina torna a ruggire un'economia che mette a segno il ritmo di crescita piu' forte da tre anni a questa parte. Nel primo trimestre dell'anno il prodotto interno lordo ha segnato un balzo dell'11,9% su base annua, mostrando un' ulteriore accelerazione dopo la crescita del 10,7% registrata nell'ultimo trimestre del 2009. Il risultato ha battuto le stime degli economisti che puntavano su un incremento dell'11,7% e ha trainato al rialzo le borse asiatiche, mentre gli economisti hanno migliorato le stime di crescita della Cina per quest'anno. Citigroup ha ora innalzato le previsioni sul Pil cinese 2010 portandole dal 9,8% al 10,5%; JPMorgan dal 10 al 10,8% e Royal Bank of Scotland dal 10 all'11%. E la corsa dell'economia cinese ha spinto il Giappone a migliorare le proprie stime di crescita: la Bank of Japan ha rivisto al rialzo le proprie valutazioni per sette delle nove macroaree del Paese, grazie all'aumento delle esportazioni e della produzione. Nella relazione trimestrale (il cosiddetto 'Sakura report', simile al Beige Book della Federal Reserve) sui grandi distretti territoriali, l'istituto centrale nipponico ha messo in evidenza che l'economia giapponese e' in accelerazione e che i rischi di un'altra recessione si sono ridotti "in modo significativo". Ma intanto per Pechino la statistica diffusa oggi conferma i timori per il surriscaldamento dell'economia e soprattutto per il rischio di bolle speculative. E se per ora l'inflazione e' aumentata meno del previsto, fermandosi' su un +2,4% rispetto al marzo dello scorso anno (un livello inferiore al 2,6% previsto dagli economisti ed al 2,7% registrato a febbraio), i prezzi alla produzione sono cresciuti del 5,9%, evidenziando che per la Cina sara' difficile contenere l'inflazione entro il tetto del 3%. Le autorita' del governo cinese hanno gia' messo mano alle prime contromisure per contrastare la corsa di economia e prezzi - irrigidendo i requisiti di riserva delle banche per ridurre l'eccesso di liquidita' e raffreddare cosi' il massiccio ricorso al credito - ma ora gli economisti vedono piu' vicina, e inevitabile, una stretta monetaria e una rivalutazione della moneta. Australia, India e Singapore hanno gia' avviato il rialzo del costo del denaro e il mercato scommette che la Cina dovra' presto seguirne l'esempio. L'ultima volta che l'economia cinese e' cresciuta oltre l'11% - nel primo trimestre del 2006 - la banca centrale ha alzato i tassi di interesse nel giro di un mese. Ora pero' gli economisti sono divisi sulla tempistica di un eventuale manovra: Royal Bank of Canada punta su una stretta monetaria gia' nel mese di aprile, mentre per Bank of America-Merrill Lynch bisognera' aspettare il quarto trimestre dell'anno. Per il momento, Pechino resta riluttante: oggi le autorita' cinesi si sono limitate a varare misure per raffreddare il boom del mercato immobiliare e ad annunciare che sono allo studio nuove tasse, compresa una tassazione di plusvalenze derivanti dalla vendita di proprieta' immobiliari. (ANSA).
Notizie sul Pil Italiano:
"L'Italia è tornata timidamente a crescere nel primo trimestre di quest'anno e archivierà il 2010 con un'espansione del prodotto interno lordo dello 0,7%, in base alla mediana delle previsioni trimestrali raccolte da Reuters.
La crescita accelererà lievemente a 1,1% nel 2011 quando si assiterà anche a un rimbalzo degli investimenti, visti ancora negativi dagli economisti quest'anno dopo il tracollo del 2009, e a un contributo decisamente superiore dell'export netto.
Infatti, anche se le esportazioni ricominceranno a crescere a ritmo sostenuto già da quest'anno, il sorpasso più deciso sull'import avverrà solo il prossimo anno.
"La ripresa italiana mi pare ancora una volta trainata dall'export e quindi affidata alla ripresa della crescita oltre i confini nazionali", commenta Giada Giani di Citigroup (NYSE: C - notizie) . L'economista ritiene che a gonfiare l'import 2010, assottigliando il contributo del canale estero al Pil, sarà in buona misura la necessità delle imprese di ricostituire le scorte di magazzino, ridotte all'osso durante la recessione.
"Se da un lato una ripresa trainata dall'export sottende un persistente problema italiano di consumi interni, dall'altro ci porta a ben sperare alla luce dei positivi segnali che arrivano dall'estero".
DOMANDA INTERNA IN CAUTA RIPRESA
Frenata da un tasso di disoccupazione ostinatamente fermo all'8,8% quest'anno e il prossimo, la domanda interna tornerà lievemente positiva nell'anno in corso, rafforzandosi nel 2011 senza però riuscire a spingere il tasso di aumento oltre lo 0,8%. Nel 2009 la spesa delle famiglie è scesa dell'1,8%.
"I consumatori rimarranno probabilmente cauti", commenta Paolo Zanghieri di Oxford Economics, prevedendo un aumento della propensione al risparmio a fronte di una disoccupazione in crescita dal 7,8% dello scorso anno.
"Questo deriva dal fatto che manca un'adeguata copertura della disoccupazione per la maggioranza dei lavoratori del settore privato e per tutti quelli con contratti di lavoro temporaneo.".
Zanghieri ricorda poi la fine degli incentivi statali per la sostituzione dell'auto che hanno spinto i consumatori ad anticipare l'acquisto proprio in vista della loro scadenza a fine 2009.Sempre relativamente modeste, seppure in decisa accelerazione rispetto al 2009, le pressioni sul fronte dei prezzi. Gli analisti prevedono che l'inflazione si porti all'1,4% in media quest'anno dallo 0,8% del 2009, per avanzare ulteriormente all'1,6% nel 2011, numeri sempre ben lontani dal limite-obiettivo del 2% fissato dalla Bce.
SITUAZIONE CONTI PUBBLICI STAZIONARIA
Se la situazione dell'economia, tra luci e ombre, appare in graduale recupero, quella dei conti pubblici non riserva invece grossi margini di miglioramento.
Con un Pil ancora debole, anche se non più in contrazione, il disavanzo pubblico va ad appesantire il debito spingendolo, secondo gli analisti, leggermente oltre le previsioni ufficiali del governo.
"Il deficit resta sostanzialmente ai livelli dello scorso anno, un livello, va detto, basso in termini relativi rispetto ad altri paesi", commenta Giani. "Ma il debito ovviamente continua ad aumentare.
A 5,3% la mediana delle stime sul deficit/Pil 2010 è di poco superiore al 5% su cui conta l'Italia, lo stesso vale per il rapporto debito/Pil che gli economisti vedono a 117,5% a fine 2010 a fronte del 116,9% inserito dall'Italia nel Programma di Stabilità presentato a Bruxelles. Nel 2011, inoltre, il debito dovrebbe tornare a calare in rapporto al Pil nelle stime del governo, portandosi al 116,5%. La mediana delle stime Reuters proietta invece un'ulteriore salita al 119,2%."
da: http://it.finance.yahoo.com/notizie/previsioni-trimestrali-italia-pil-2010-0-7-riparte-export-reuters_ids-772a8f99b321.html?x=0
Allora la Crisi economica c'è, ma solo per l'Italia e il vecchio continente, visto che l'altra metà del mondo lavora, produce e si arricchisce!
altri casi mentali: l'avvocato che voleva creare una collezione di moda
E' vero che il periodo epocale che viviamo non è proprio armonioso e tanto meno ricco di valori positivi, e questo porta anche gli individui ad impazzire come la maionese e lo fanno in ogni latitudine e longitudine, il tutto per narrare la personalità ZOTICA di un individuo, affermato avvocato fiscalista europeo, che un giorno decise di buttarsi nel fashion business senza arte, nè parte, ma con una presunzione arrogante e senza confini che lo ha portato ad assoldare una stilista per farsi realizzare una collezione e solo a metà della collaborazione inizia a dare di matto, svelando la sua vera personalità.
Egli è così insicuro, incerto e annebbiato dalla sua prepotenza boriosa che addirittura asserisce che i professionisti del fashion italiani, siano idioti e questo lo fa non nel momento in cui incontra il modellista che dovrà realizzare i suoi modelli, ideati dalla stilista, ma dopo, quando ormai non può più cambiare nulla, forse perchè non aveva avuto coraggio bastante per esprimere direttamente il suo pensiero di fronte al professionista. E quindi poi distrugge il lavoro fatto in modo gratuito e inutile.
La stilista che era presente in azienda e che aveva seguito il lavoro al fianco del modellista con codesto cliente ignobile, è cascata dalla sedia a sapere poco tempo dopo che il cliente considerava il fare italiano come una barzelletta! Allora la stilista si ricordò che il cliente zoticone le aveva detto di aver letto un maledetto libro che evidentemente considera come una bibbia del fare nella moda!
Egli dice che il modo di realizzazione dei modelli (automatizzato e tecnologico) fatto in Italia, da aziende con tradizione alle spalle, è sbagliato perchè lui ha letto questo libro di produzione che è rimasto al '900 e che considera come la guida unica, la bibbia, per realizzare i prodotti che vuole creare per la sua collezione e quindi come lo facciamo noi in Italia è totalmente ridicolo per lui!
"Troppo innovativo, troppo tecnologico, troppo rapido e che cavolo!"
Questo caso mentale poi ha continuato ad umiliare i professionisti del fashion e naturalmente la stilista che, un giorno, si è trovata cancellata dal progetto a metà dell'opera, in quanto lo zoticone non poteva sopportare che lei gli avesse fatto notare che il libro/bibbia che lui considera come IL MODO DI REALIZZAZIONE fosse ormai un reperto archeologico industriale e quindi di riflesso che lui fosse perso nella sua totale e ignorante inettitudine in fatto di moda, di campioni e di business.
Questa novella serva a mettere in guardia da chi vuole iniziare un'attività nella moda, senza avere le dovute esperienze e conoscenze, ma convinto come pochi che invece egli sappia come si fa la vera qualità, l'ha letto su un libro! e questa è la sola cosa che conti per lui, non certo dare fiducia ai professionisti con decenni di esperienza sulle spalle, non certo al mondo della moda che produce e vende in tutto il mondo.
Il confronto con la realtà è sempre una dolorosa consapevolezza che alcuni non vogliono assolutamente accogliere nella loro testona dura e continueranno a rompere i co+++++i a gente che non ha tempo da perdere!
Egli è così insicuro, incerto e annebbiato dalla sua prepotenza boriosa che addirittura asserisce che i professionisti del fashion italiani, siano idioti e questo lo fa non nel momento in cui incontra il modellista che dovrà realizzare i suoi modelli, ideati dalla stilista, ma dopo, quando ormai non può più cambiare nulla, forse perchè non aveva avuto coraggio bastante per esprimere direttamente il suo pensiero di fronte al professionista. E quindi poi distrugge il lavoro fatto in modo gratuito e inutile.
La stilista che era presente in azienda e che aveva seguito il lavoro al fianco del modellista con codesto cliente ignobile, è cascata dalla sedia a sapere poco tempo dopo che il cliente considerava il fare italiano come una barzelletta! Allora la stilista si ricordò che il cliente zoticone le aveva detto di aver letto un maledetto libro che evidentemente considera come una bibbia del fare nella moda!
Egli dice che il modo di realizzazione dei modelli (automatizzato e tecnologico) fatto in Italia, da aziende con tradizione alle spalle, è sbagliato perchè lui ha letto questo libro di produzione che è rimasto al '900 e che considera come la guida unica, la bibbia, per realizzare i prodotti che vuole creare per la sua collezione e quindi come lo facciamo noi in Italia è totalmente ridicolo per lui!
"Troppo innovativo, troppo tecnologico, troppo rapido e che cavolo!"
Questo caso mentale poi ha continuato ad umiliare i professionisti del fashion e naturalmente la stilista che, un giorno, si è trovata cancellata dal progetto a metà dell'opera, in quanto lo zoticone non poteva sopportare che lei gli avesse fatto notare che il libro/bibbia che lui considera come IL MODO DI REALIZZAZIONE fosse ormai un reperto archeologico industriale e quindi di riflesso che lui fosse perso nella sua totale e ignorante inettitudine in fatto di moda, di campioni e di business.
Questa novella serva a mettere in guardia da chi vuole iniziare un'attività nella moda, senza avere le dovute esperienze e conoscenze, ma convinto come pochi che invece egli sappia come si fa la vera qualità, l'ha letto su un libro! e questa è la sola cosa che conti per lui, non certo dare fiducia ai professionisti con decenni di esperienza sulle spalle, non certo al mondo della moda che produce e vende in tutto il mondo.
Il confronto con la realtà è sempre una dolorosa consapevolezza che alcuni non vogliono assolutamente accogliere nella loro testona dura e continueranno a rompere i co+++++i a gente che non ha tempo da perdere!
La Piccola Kreativa al Salone del Mobile di Milano
SAVE THE DATE: "PARK YOUR DESIGN" FUORI SALONE DEL MOBILE 2010 - MILANO
La piccola kreativa vi aspetta dal 14 al 19 aprile a Milano in occasione del Fuori Salone del mobile per l’evento “Park your design”.
Orario: 10.00 – 24.00. Luogo: Porta Genova Parking (Fiera di Senigallia).
Per saperne di più andate sul sito http://www.parkyourdesign.com/ e confermate la vostra presenza all’evento!
Oltre alle mie linee che forse già conoscete troverete in anteprima delle novità…cosa aspettate?!
“Un artista è una persona che produce cose di cui la gente non ha bisogno ma che lui, per qualche ragione, pensa sia buona idea dar loro”. Andy Warhol
Per qualsiasi informazione non esitate a contattarmi!
Valentina Gaia Gambetta
info@lapiccolakreativa.com
La piccola kreativa vi aspetta dal 14 al 19 aprile a Milano in occasione del Fuori Salone del mobile per l’evento “Park your design”.
Orario: 10.00 – 24.00. Luogo: Porta Genova Parking (Fiera di Senigallia).
Per saperne di più andate sul sito http://www.parkyourdesign.com/ e confermate la vostra presenza all’evento!
Oltre alle mie linee che forse già conoscete troverete in anteprima delle novità…cosa aspettate?!
“Un artista è una persona che produce cose di cui la gente non ha bisogno ma che lui, per qualche ragione, pensa sia buona idea dar loro”. Andy Warhol
Per qualsiasi informazione non esitate a contattarmi!
Valentina Gaia Gambetta
info@lapiccolakreativa.com
Are Christian Loubotin's shoes made in China?
Of course no!
but if you visit http://www.alibaba.com/ and search for Shoes/Women's Dress Shoes you will be really surprised.
Many Chinese Shoe Manufacturers promote their high heel shoe productions, writing sentences like the following one:
"Christian Louboutin high heel shoes,designer dress shoes, 2010 newest!!!"
and they also add a picture of "their" Louboutin's production, the exact copy of it.
How can this be possible? and does Mr Louboutin know something about his fake Chinese shoes production?
Here a site to know more:
http://reviews.ebay.com/Fake-christian-louboutin-guide_W0QQugidZ10000000007555921
And Stilinga decided to get in touch with Louboutin's company to know more about their production places and here is their anwser to Stilinga's mail:
"We are aware that some websites are trying to sell counterfeit products and we’re trying to reduce their numbers.
All our production is based in Europe (mostly in Italy and Spain) and we only allow a few websites to sell our brand.
You can check on our website, in the section : “Our Boutiques” what websites are authorized."
but if you visit http://www.alibaba.com/ and search for Shoes/Women's Dress Shoes you will be really surprised.
Many Chinese Shoe Manufacturers promote their high heel shoe productions, writing sentences like the following one:
"Christian Louboutin high heel shoes,designer dress shoes, 2010 newest!!!"
and they also add a picture of "their" Louboutin's production, the exact copy of it.
How can this be possible? and does Mr Louboutin know something about his fake Chinese shoes production?
Here a site to know more:
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And Stilinga decided to get in touch with Louboutin's company to know more about their production places and here is their anwser to Stilinga's mail:
"We are aware that some websites are trying to sell counterfeit products and we’re trying to reduce their numbers.
All our production is based in Europe (mostly in Italy and Spain) and we only allow a few websites to sell our brand.
You can check on our website, in the section : “Our Boutiques” what websites are authorized."
Trend book for Shoes
Stilinga and Annienoir are happy to inform all the shoe lovers, shoe designers and shoe producers, that they have just developed and published a trend book for the female Shoe field, made to focus on major important trends for the next winter seasons.
This ultimate work is a proposal of very interesting and updated design ideas for platforms, lasts, heels and uppers, due to their Italian shoe design creativity and their studies of the coming seasons.
This special trend book is enriched with a broad research done in the most important European shopping streets, with color charts and impressive and detailed sketches.
The trends in shoes of this book are going to make a statement in the next Winter seasons.
The 60 pages book is something you should not miss for creating your new shoe collections and to know what concepts and ideas are going to become reality in the coming seasons.
Every copy will be made on demand by Blurb.
This ultimate work is a proposal of very interesting and updated design ideas for platforms, lasts, heels and uppers, due to their Italian shoe design creativity and their studies of the coming seasons.
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Trend Book for Shoes: Autumn winter by Annienoir and Stilinga
Trend forecast shoes by Stilinga and Annienoir
BOOK INFO
Trend and inspiration for shoes of the next seasons autumn/winter 2010/11 and 2011/12.
Photographic researches, palette colours and suggestions for the 4 coolest themes that the designers will propose for the future shoes collections.
BOOK INFO
Trend and inspiration for shoes of the next seasons autumn/winter 2010/11 and 2011/12.
Photographic researches, palette colours and suggestions for the 4 coolest themes that the designers will propose for the future shoes collections.
Le intereferenze della Chiesa cattolica nelle elezioni regionali
Stilinga ha appena appreso da L'Unità on line di oggi, 23.03.10, che Bagnasco ha affermato:
«Quale solidarietà sociale è possibile se si rifiuta o si sopprime la vita, specialmente la più debole?». Se lo chiede il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, che invita gli elettori cattolici a tener conto nel voto alle regionali dei temi etici non negoziabili. Questo, spiega, è suggerito anche dall'impiego della RU486 e dalla diffusione di metodiche contraccettive cosidette di emergenza, che preoccupano i vescovi italiani, per i quali in questo modo «l'aborto sarà prolungato e banalizzato», con il risultato di una «invisibilità etica che è disconoscimento che ogni essere è per se stesso, fin dall'inizio della sua avventura umana». «In questo contesto, inevitabilmente denso di significati, sarà bene - scandisce il card. Bagnasco - che la cittadinanza inquadri con molta attenzione ogni singola verifica elettorale, sia nazionale sia locale e quindi regionale». Parole molto chiare, che escludono qualunque sostegno alle candidate del Pd per il Lazio e il Piemonte, che hanno preso posizione pubblicamente a favore dell'impiego della RU486 nelle strutture sanitarie che dipendono - come è noto - proprio dalle Regioni.
Allora, di fronte a tale arroganza e presunzione cattolica, Stilinga afferma che la Chiesa dovrebbe occuparsi dei suoi problemi interni (pare ne abbiano parecchi ultimamente, o no?) e magari si dovrebbe occupare anche di più della spiritualità dei suoi adepti, non del corpo, soprattutto non del corpo delle donne anche perchè gli eclessiastici che parlano e indicano cosa è secondo loro giusto per le donne, non risulta abbiano un apparato riproduttivo femminile e quindi come possono ragionare in termini teorici di argomenti lontanissimi dal loro corpo e dalla loro condizione totale di essere umani maschili? Vogliamo parlare della loro prostata?
Del resto noi donne, esseri umani degni e cittadine italiane possiamo affermare e chiedere:
"Quale solidarietà sociale è possibile se si rifiuta di debellare i pedofili, gli strupratori, gli assassini, i mafiosi e i ladri da ogni diocesi, da ogni chiesa del mondo e non ci si rifiuta di sommistrare loro i sacramenti? o si brutalizza la vita di giovani inermi e deboli? "
E' anche da sottolineare che ora il Papa ha ammesso l'esistenza di diversi casi di pedofilia, ma per quando tempo la Chiesa ha saputo ed omertosamente ha taciuto? e quante connessioni ha la Chiesa con la mafia?
Allora se Bagnasco predica, anche Stilinga e ogni singolo essere umano predica! Vediamo se questi arroganti preti colgono l'antifona! E noi votiamo per chi vogliamo senza seguire le indicazioni inopportune di Bagnasco e della Chiesa.
«Quale solidarietà sociale è possibile se si rifiuta o si sopprime la vita, specialmente la più debole?». Se lo chiede il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, che invita gli elettori cattolici a tener conto nel voto alle regionali dei temi etici non negoziabili. Questo, spiega, è suggerito anche dall'impiego della RU486 e dalla diffusione di metodiche contraccettive cosidette di emergenza, che preoccupano i vescovi italiani, per i quali in questo modo «l'aborto sarà prolungato e banalizzato», con il risultato di una «invisibilità etica che è disconoscimento che ogni essere è per se stesso, fin dall'inizio della sua avventura umana». «In questo contesto, inevitabilmente denso di significati, sarà bene - scandisce il card. Bagnasco - che la cittadinanza inquadri con molta attenzione ogni singola verifica elettorale, sia nazionale sia locale e quindi regionale». Parole molto chiare, che escludono qualunque sostegno alle candidate del Pd per il Lazio e il Piemonte, che hanno preso posizione pubblicamente a favore dell'impiego della RU486 nelle strutture sanitarie che dipendono - come è noto - proprio dalle Regioni.
Allora, di fronte a tale arroganza e presunzione cattolica, Stilinga afferma che la Chiesa dovrebbe occuparsi dei suoi problemi interni (pare ne abbiano parecchi ultimamente, o no?) e magari si dovrebbe occupare anche di più della spiritualità dei suoi adepti, non del corpo, soprattutto non del corpo delle donne anche perchè gli eclessiastici che parlano e indicano cosa è secondo loro giusto per le donne, non risulta abbiano un apparato riproduttivo femminile e quindi come possono ragionare in termini teorici di argomenti lontanissimi dal loro corpo e dalla loro condizione totale di essere umani maschili? Vogliamo parlare della loro prostata?
Del resto noi donne, esseri umani degni e cittadine italiane possiamo affermare e chiedere:
"Quale solidarietà sociale è possibile se si rifiuta di debellare i pedofili, gli strupratori, gli assassini, i mafiosi e i ladri da ogni diocesi, da ogni chiesa del mondo e non ci si rifiuta di sommistrare loro i sacramenti? o si brutalizza la vita di giovani inermi e deboli? "
E' anche da sottolineare che ora il Papa ha ammesso l'esistenza di diversi casi di pedofilia, ma per quando tempo la Chiesa ha saputo ed omertosamente ha taciuto? e quante connessioni ha la Chiesa con la mafia?
Allora se Bagnasco predica, anche Stilinga e ogni singolo essere umano predica! Vediamo se questi arroganti preti colgono l'antifona! E noi votiamo per chi vogliamo senza seguire le indicazioni inopportune di Bagnasco e della Chiesa.
Vedo Escort!
Stilinga, un primo pomeriggio di un lunedì qualsiasi, aspettava per un appuntamento qualcuno con cui fare un colloquio di lavoro (di progettazione creativa, è bene dichiararlo) a Piazza di Spagna e in quel quarto d'ora d'attesa, ha notato con sgomento un via vai inarrestabile di donne taccute (con tacchi vertiginosi), labbrute (con labbra canotto di plastica), minigonnute (con minigonne inguinali) e iper curate che solo a vederle si capisce che appartengano alla legione delle 350 Escort che affollano il centro di Roma nei giorni lavorativi dei parlamentari/faccendieri/ladri/massoni/camorristi/uomini primitivi.
La scoperta e la sensazione di estraniamento dal reale ha gettato Stilinga nello sconforto totale infatti non faceva altro che cercarsi nel vetro specchiante di qualche negozio per vedersi e vedersi vestita, da vera signora, diversa e molto distante da tutte quelle povere figlie (definite da qualcuno donne disinibile ma che in realtà fingono solo per soldi) che per guadagnare molto in questo miserevole Paese la danno ai potenti, sperando di potere un giorno anche loro, eserciare il potere dei loro clienti (senza eufemismi) puttanieri.
Insomma un mondo Escort e Trans si muove, vive ed esiste in pieno centro, tra i turisti e non e le si nota subito non solo per i tacchi e le mini, ma per le firme e gli accessori di marca, di lusso raffinato che esibiscono, trofei e supporto psicologico della loro "professione".
Vorrei lanciare un appello: SI VIVE BENE PURE SENZA MARCHE ADDOSSO, SENZA GRIFFE DI LUSSO E PERO' AVENDO MOLTA DIGNITA', VERO LUSSO CONTEMPORANEO.
Stilinga inoltre sottolinea come quei primitivi maschi parlamentari, faccendieri, mafiosi che vanno con "donne disinibite" (si fa per dire) siano dei beoti idioti e oltremodo RACCHI fino alla radice del capello (se ancora ne hanno) e tra loro emerge il capo degli idioti puttanieri: Mr B.
Ma se tutte queste belle donne avessero avuto accesso possibile ad altre carriere, oneste, dignitose e ben pagate, maschi primitivi davvero sarebbero venute a pagamento con voi?
La risposta è unica: NO.
La scoperta e la sensazione di estraniamento dal reale ha gettato Stilinga nello sconforto totale infatti non faceva altro che cercarsi nel vetro specchiante di qualche negozio per vedersi e vedersi vestita, da vera signora, diversa e molto distante da tutte quelle povere figlie (definite da qualcuno donne disinibile ma che in realtà fingono solo per soldi) che per guadagnare molto in questo miserevole Paese la danno ai potenti, sperando di potere un giorno anche loro, eserciare il potere dei loro clienti (senza eufemismi) puttanieri.
Insomma un mondo Escort e Trans si muove, vive ed esiste in pieno centro, tra i turisti e non e le si nota subito non solo per i tacchi e le mini, ma per le firme e gli accessori di marca, di lusso raffinato che esibiscono, trofei e supporto psicologico della loro "professione".
Vorrei lanciare un appello: SI VIVE BENE PURE SENZA MARCHE ADDOSSO, SENZA GRIFFE DI LUSSO E PERO' AVENDO MOLTA DIGNITA', VERO LUSSO CONTEMPORANEO.
Stilinga inoltre sottolinea come quei primitivi maschi parlamentari, faccendieri, mafiosi che vanno con "donne disinibite" (si fa per dire) siano dei beoti idioti e oltremodo RACCHI fino alla radice del capello (se ancora ne hanno) e tra loro emerge il capo degli idioti puttanieri: Mr B.
Ma se tutte queste belle donne avessero avuto accesso possibile ad altre carriere, oneste, dignitose e ben pagate, maschi primitivi davvero sarebbero venute a pagamento con voi?
La risposta è unica: NO.
La Maison de la Plage - Paris
E' con grandissimo onore e orgoglio che Stilinga oggi segnala un interessante collettivo artistico che si è riunito in quel di Paris: http://lamaisondelaplag.canalblog.com/
Come recita il blog: "La "MdP 2" est située au coeur de Belleville, rue Dénoyez. C'est l’atelier de M. Decraene, R. Paquez, M.J Caprasse et Isa Kaos mais c’est aussi celui des habitants du quartier qui ont ponctuellement besoin d’un espace d'exposition et de réunion..."
Gli artisti/artigiani/stilisti/designer M.Decraene, R Paquez, M.J. Caprasse e Isa Kaos hanno ravvivato il quartire di Belleville con la loro inarrestabile e feconda creatività. Sicuramente un posto da visitare per ispirarsi.
Come recita il blog: "La "MdP 2" est située au coeur de Belleville, rue Dénoyez. C'est l’atelier de M. Decraene, R. Paquez, M.J Caprasse et Isa Kaos mais c’est aussi celui des habitants du quartier qui ont ponctuellement besoin d’un espace d'exposition et de réunion..."
Gli artisti/artigiani/stilisti/designer M.Decraene, R Paquez, M.J. Caprasse e Isa Kaos hanno ravvivato il quartire di Belleville con la loro inarrestabile e feconda creatività. Sicuramente un posto da visitare per ispirarsi.
Prima noi avevamo la terra e voi la bibbia, poi vi siete presi la terra e ci avete dato la bibbia
Che settimana pazzesca!
così stancante ed intensa, quasi non riesco a scrivere...
Ho intitolato questo post con un detto africano sulla colonizzazione, questo detto mi è rimbalzato in testa appena giunta ad una fiera di materiali per la moda e accessori.
Ero circondata da asiatici, ed erano vestiti con le firme italiane, mentre gli italiani erano vestiti coi prodotti asiatici.
Loro ricchi e felici, noi poveri e tristi...
Questo è il risultato dell'invasione delle produzioni asiatiche nel nostro mercato e nel mondo...
Non c'era una bella aria in fiera, soprattutto tra gli italiani espositori e tra gli addetti ai lavori che erano sul depresso andante, anche colei che ha esposto le tendenze della prossima stagione estiva, necessitava di sostegno psicologico.
Fuori dalla sala delle tendenze, aspettavano il loro turno gli stranieri per l'esposizione in inglese e facevano un tale casino! ridevano, giocavano, si sollazzavano.
Noi italiani, nel buio della sala, mentre le immagini della prossima stagione scorrevano, ascoltavamo mesti ed assorti i seguenti concetti: dobbiamo tornare al fatto al mano, alla slow fashion, dobbiamo trovare i nostri punti di riferimento in un momento di grossa crisi... e fuori gli asiatici ridevano, urlavano, esultavano.
Noi avevamo il made in Italy e loro il prezzo, ora loro hanno il made in Italy e noi non abbiamo nulla, neanche il prezzo!
così stancante ed intensa, quasi non riesco a scrivere...
Ho intitolato questo post con un detto africano sulla colonizzazione, questo detto mi è rimbalzato in testa appena giunta ad una fiera di materiali per la moda e accessori.
Ero circondata da asiatici, ed erano vestiti con le firme italiane, mentre gli italiani erano vestiti coi prodotti asiatici.
Loro ricchi e felici, noi poveri e tristi...
Questo è il risultato dell'invasione delle produzioni asiatiche nel nostro mercato e nel mondo...
Non c'era una bella aria in fiera, soprattutto tra gli italiani espositori e tra gli addetti ai lavori che erano sul depresso andante, anche colei che ha esposto le tendenze della prossima stagione estiva, necessitava di sostegno psicologico.
Fuori dalla sala delle tendenze, aspettavano il loro turno gli stranieri per l'esposizione in inglese e facevano un tale casino! ridevano, giocavano, si sollazzavano.
Noi italiani, nel buio della sala, mentre le immagini della prossima stagione scorrevano, ascoltavamo mesti ed assorti i seguenti concetti: dobbiamo tornare al fatto al mano, alla slow fashion, dobbiamo trovare i nostri punti di riferimento in un momento di grossa crisi... e fuori gli asiatici ridevano, urlavano, esultavano.
Noi avevamo il made in Italy e loro il prezzo, ora loro hanno il made in Italy e noi non abbiamo nulla, neanche il prezzo!
miglioramento del carattere
E' vero, si cambia, si migliora il proprio carattere, ed è quello che sta accadendo anche a Stilinga che sta migliorando e che
-afferma se stessa senza remore
-è fedele a se stessa sempre e comunque, accada quel che accada
-abbandona coloro che per troppo egoismo, narcisismo e protagonismo si distinguono
-consapevolmente racconta come sono andati i fatti e aderisce al reale
-ha coraggio di mantenere la sua posizione e lotta a lungo e con determinazione anche con i consanguinei
-è divenuta inaffidabile con chi è inaffidabile e ritardataria con chi ritarda, testarda coi testardi, aggressiva con gli aggressivi per il gusto di far specchiare tutta la gente che rompe i c...ni! nei propri comportamenti
-è tornata ad essere quella che era da bimba senza se e senza ma e soprattutto ha iniziato a vedersi l'ombelico!
-è persa nuovamente in se stessa!
-ha mandato all'aria la "buona" educazione e l'essere una brava bambina!
-finalmente è inaffidabile, dice una cosa e ne pensa un'altra e ne fa un'altra ancora
-lotta con chi le manca di rispetto e chi fa promesse e poi non le mantiene
-prende allegramente in giro maschi arroganti e pieni di sè, che invece sono deboli ed insicuri
-sempre a quest'ultimi lancia piccole sfide per vedere se si sveglianno una volta per tutte e se davvero hanno un briciolo di coraggio che li renda degni
-afferma se stessa senza remore
-è fedele a se stessa sempre e comunque, accada quel che accada
-abbandona coloro che per troppo egoismo, narcisismo e protagonismo si distinguono
-consapevolmente racconta come sono andati i fatti e aderisce al reale
-ha coraggio di mantenere la sua posizione e lotta a lungo e con determinazione anche con i consanguinei
-è divenuta inaffidabile con chi è inaffidabile e ritardataria con chi ritarda, testarda coi testardi, aggressiva con gli aggressivi per il gusto di far specchiare tutta la gente che rompe i c...ni! nei propri comportamenti
-è tornata ad essere quella che era da bimba senza se e senza ma e soprattutto ha iniziato a vedersi l'ombelico!
-è persa nuovamente in se stessa!
-ha mandato all'aria la "buona" educazione e l'essere una brava bambina!
-finalmente è inaffidabile, dice una cosa e ne pensa un'altra e ne fa un'altra ancora
-lotta con chi le manca di rispetto e chi fa promesse e poi non le mantiene
-prende allegramente in giro maschi arroganti e pieni di sè, che invece sono deboli ed insicuri
-sempre a quest'ultimi lancia piccole sfide per vedere se si sveglianno una volta per tutte e se davvero hanno un briciolo di coraggio che li renda degni
Corso di Adobe Illustrator cs4 presso Abacoop a Roma
Stilinga, recentemente, ha pensato bene di completare la propria formazione iscrivendosi ad un corso di Adobe Illustrator cs4 presso Abaco (http://www.abacoop.it/) a Roma, zona Piramide.
40 ore totali di corso (una volta a settimana) ad un prezzo modico e soprattutto 40 ore tenute da un docente, paziente, equilibrato e pronto ad aiutare e ad approfondire le tematiche dei diversi allievi, Renato Zocchi.
Maggiori info su:
http://www.renatozocchi.com/
40 ore totali di corso (una volta a settimana) ad un prezzo modico e soprattutto 40 ore tenute da un docente, paziente, equilibrato e pronto ad aiutare e ad approfondire le tematiche dei diversi allievi, Renato Zocchi.
Maggiori info su:
http://www.renatozocchi.com/
Quanto sono cari i servizi postali di Poste Italiane
Arrivo or ora dall'ufficio postale di via della Fotografia, a Roma Sud, pare che abbiano assaltato col mitra un altro ufficio delle Poste non troppo lontano e già questa notizia mi sgomenta. Della serie vai all'ufficio ed entri in un incubo.
Ma poi anche se non assaltano l'ufficio in cui sei, nell'incubo ci sei ugualmente.
Aspetto 30 minuti secchi, in piedi, ho solo 4 numeri davanti, per spedire una scatola di scarpe del peso di un kg, in Francia, e mi dicono che da quella sede posso inviarla solo con Pacco Celere Internazionale alla modica cifra di 28 e rotti euro. Ma il pacco arriva in due giorni!
Allora chiedo quanto costerebbe inviarlo in maniera ordinaria anche se non hanno i moduli dell'invio ordinario (!) e mi rispondono 17 e rotti euro, ma arriva dopo 30 giorni!
Chiedo in quale ufficio postale nelle vicinanze hanno questi benedetti moduli per l'invio ordinario ed esco esclamando: "Vergogna!"
Allora possibile che spendendo 17 e rotti euro un pacchetto ci metta un mese per arrivare in Francia? e poi non deve arrivare al Nord della Francia, ma quasi ai confini con l'Italia!?
E perchè costa questo bellissimo servizio così tanto? se ci mette un mese dico, dovrebbe costare 3/ 4 euro o no?
E perchè dal resto d'Europa con 3/4 euro si può spedire in modo egregio (3 giorni)? e noi no?
Che siamo il solito paese dei casini con la Posta peggio assortita al mondo?
Una VERGOGNA!
Allora siccome sono una capa tosta e comunque dovevo inviare il pacchetto, ho scoperto che alla Montagnola la posta ora è aperta fino alle 19.00 e finalmente lì posso spedire il pacco alla modica cifra (si fa per dire) 9.20 euro! e senza compilare moduli!
Non mi pare vero, ma stamani in che ufficio postale strozzino ero capitata? Possibile che alcuni uffici posti magari in zone residenziali alte abbiano deciso che i clienti lì debbano per forza spendere di più? sarebbe gravissimo e contro il servizio pubblico!
Ma poi anche se non assaltano l'ufficio in cui sei, nell'incubo ci sei ugualmente.
Aspetto 30 minuti secchi, in piedi, ho solo 4 numeri davanti, per spedire una scatola di scarpe del peso di un kg, in Francia, e mi dicono che da quella sede posso inviarla solo con Pacco Celere Internazionale alla modica cifra di 28 e rotti euro. Ma il pacco arriva in due giorni!
Allora chiedo quanto costerebbe inviarlo in maniera ordinaria anche se non hanno i moduli dell'invio ordinario (!) e mi rispondono 17 e rotti euro, ma arriva dopo 30 giorni!
Chiedo in quale ufficio postale nelle vicinanze hanno questi benedetti moduli per l'invio ordinario ed esco esclamando: "Vergogna!"
Allora possibile che spendendo 17 e rotti euro un pacchetto ci metta un mese per arrivare in Francia? e poi non deve arrivare al Nord della Francia, ma quasi ai confini con l'Italia!?
E perchè costa questo bellissimo servizio così tanto? se ci mette un mese dico, dovrebbe costare 3/ 4 euro o no?
E perchè dal resto d'Europa con 3/4 euro si può spedire in modo egregio (3 giorni)? e noi no?
Che siamo il solito paese dei casini con la Posta peggio assortita al mondo?
Una VERGOGNA!
Allora siccome sono una capa tosta e comunque dovevo inviare il pacchetto, ho scoperto che alla Montagnola la posta ora è aperta fino alle 19.00 e finalmente lì posso spedire il pacco alla modica cifra (si fa per dire) 9.20 euro! e senza compilare moduli!
Non mi pare vero, ma stamani in che ufficio postale strozzino ero capitata? Possibile che alcuni uffici posti magari in zone residenziali alte abbiano deciso che i clienti lì debbano per forza spendere di più? sarebbe gravissimo e contro il servizio pubblico!
Ulteriori casi mentali
CASO MENTALE 5 (i 4 casi mentali sono nei post precedenti)
Il quinto caso mentale di cui tratto oggi, non è una persona, ma un intero sistema che è un caso mentale grave: parlo del sistema idiota e pazzo della delocalizzazione produttiva che è figlio di un altro sistema altrettanto idiota: la Globalizzazione (ma poi cosa vuol dire? da sempre siamo tutti sullo stesso globo... ).
Allora moltissime aziende in Europa e in Usa (ora a noi interessa però solo casa nostra), hanno pensato bene di abbattere i costi del lavoro e di produzione e di lasciare la maggior parte delle nazioni europee occidentali, smantellando le loro fabbriche e volando in zone più vantaggiose per i loro bilanci, però mantenendo il mercato di riferimento in Europa.
E qui cascano orde di asini: queste aziende lasciano dietro le loro spalle migliaia di disoccupati e quindi devastano il territorio europeo occidentale, perchè sono proprio quei disoccupati che non potranno avere potere d'acquisto e sono proprio loro che decreteranno il congelamento del mercato europeo se non trovano subito altre opportunità lavorative remunerative.
Inoltre, il vantaggio di ridurre i costi del lavoro e della produzione, vantaggio acquisito trasferendosi in Europa dell'Est o in Asia, nella testolina bacata di molti manager che lavorano in queste ditte dipartite, si abbinerebbe ad un prezzo finale del prodotto non diminuito rispetto a quando lo stesso era fabbricato in Europa.
Quindi queste teste matte pensano: "BINGO! riduco il costo del prodotto, della forza lavoro andando all'estero, ma il prodotto lo vendo allo stesso prezzo di prima come se lo produco in Europa, sai quanti soldi così incasso?".
E infatti hanno preso per i fondelli i consumatori (parola odiosa) europei per anni, quando la delocalizzazione era ancora in sordina e molti europei ancora lavoravano ed erano ben retribuiti.
Ora che la maggior parte delle aziende ha preso il largo, non ci venissero a dire e non si lamentassero del fatto che il mercato europeo è fermo e che qui non si vendono per esempio le auto (magari prodotte in Polonia), le scarpe di marca (prodotte in Asia), l'abito griffato (che di italiano ha ormai solo il nome), i telefonini del marchio leader di mercato.
Insomma, non si può andare ad ingrassare l'oriente e l'Europa orientale, depauperando l'occidente di lavoro e di produzione, sventrandolo e devastandolo fino al midollo, però sperando che l'occidente rimanga sempre il mercato felice dove vendere tutti i prodotti fatti all'estero, dove produrre tutto costa meno.
Qui c'è una puzza di bruciato da fare paura.
A breve, l'Europa come dice Prodi, diventa un museo e i suoi abitanti dei figuranti.
Quindi, care aziende che avete delocalizzato o che lo farete molto presto, è meglio che iniziate a vendere i vostri prodotti a chi li potrà comprare, cioè i vostri stessi nuovi operai ed impiegati.
E provate a spiegare loro perchè dovrebbero comprare auto a 25.000 euro, scarpe a 250.00 euro, pullover a 400.00 euro e telefonini a 359.00 euro visto che li hanno prodotti loro!
Il quinto caso mentale di cui tratto oggi, non è una persona, ma un intero sistema che è un caso mentale grave: parlo del sistema idiota e pazzo della delocalizzazione produttiva che è figlio di un altro sistema altrettanto idiota: la Globalizzazione (ma poi cosa vuol dire? da sempre siamo tutti sullo stesso globo... ).
Allora moltissime aziende in Europa e in Usa (ora a noi interessa però solo casa nostra), hanno pensato bene di abbattere i costi del lavoro e di produzione e di lasciare la maggior parte delle nazioni europee occidentali, smantellando le loro fabbriche e volando in zone più vantaggiose per i loro bilanci, però mantenendo il mercato di riferimento in Europa.
E qui cascano orde di asini: queste aziende lasciano dietro le loro spalle migliaia di disoccupati e quindi devastano il territorio europeo occidentale, perchè sono proprio quei disoccupati che non potranno avere potere d'acquisto e sono proprio loro che decreteranno il congelamento del mercato europeo se non trovano subito altre opportunità lavorative remunerative.
Inoltre, il vantaggio di ridurre i costi del lavoro e della produzione, vantaggio acquisito trasferendosi in Europa dell'Est o in Asia, nella testolina bacata di molti manager che lavorano in queste ditte dipartite, si abbinerebbe ad un prezzo finale del prodotto non diminuito rispetto a quando lo stesso era fabbricato in Europa.
Quindi queste teste matte pensano: "BINGO! riduco il costo del prodotto, della forza lavoro andando all'estero, ma il prodotto lo vendo allo stesso prezzo di prima come se lo produco in Europa, sai quanti soldi così incasso?".
E infatti hanno preso per i fondelli i consumatori (parola odiosa) europei per anni, quando la delocalizzazione era ancora in sordina e molti europei ancora lavoravano ed erano ben retribuiti.
Ora che la maggior parte delle aziende ha preso il largo, non ci venissero a dire e non si lamentassero del fatto che il mercato europeo è fermo e che qui non si vendono per esempio le auto (magari prodotte in Polonia), le scarpe di marca (prodotte in Asia), l'abito griffato (che di italiano ha ormai solo il nome), i telefonini del marchio leader di mercato.
Insomma, non si può andare ad ingrassare l'oriente e l'Europa orientale, depauperando l'occidente di lavoro e di produzione, sventrandolo e devastandolo fino al midollo, però sperando che l'occidente rimanga sempre il mercato felice dove vendere tutti i prodotti fatti all'estero, dove produrre tutto costa meno.
Qui c'è una puzza di bruciato da fare paura.
A breve, l'Europa come dice Prodi, diventa un museo e i suoi abitanti dei figuranti.
Quindi, care aziende che avete delocalizzato o che lo farete molto presto, è meglio che iniziate a vendere i vostri prodotti a chi li potrà comprare, cioè i vostri stessi nuovi operai ed impiegati.
E provate a spiegare loro perchè dovrebbero comprare auto a 25.000 euro, scarpe a 250.00 euro, pullover a 400.00 euro e telefonini a 359.00 euro visto che li hanno prodotti loro!
Porto Porto nel cuore
Porto vista da Villa Nueva de Gaia.
Castello do Quejio e surfisti sull'Atlantico.
Surfista, oceano e cargo all'orizzonte.
Caffè Majestic a Rua Santa Catarina
Lello Y Irmao
Castello do Quejio e surfisti sull'Atlantico.
Surfista, oceano e cargo all'orizzonte.
Caffè Majestic a Rua Santa Catarina
Lello Y Irmao
O Porto! Oporto
la famosa scala laccata della ancora più famosa libreria storica di Porto: Lello Y Irmao
Oceano Atlantico, vicino Castello do Quejio, di inverno, coi surfisti.
Il ponte Eiffel che unisce Porto a Villa Nueva de Gaia.
Porto sul Douro con i tifosi dell'Arsenal che alle 10 di mattina già bevono pinte di birra, nella città del porto!
Oceano Atlantico, vicino Castello do Quejio, di inverno, coi surfisti.
Il ponte Eiffel che unisce Porto a Villa Nueva de Gaia.
Porto sul Douro con i tifosi dell'Arsenal che alle 10 di mattina già bevono pinte di birra, nella città del porto!
Invitati ad un matrimonio? mai in abito lungo!
Stilinga davvero non vede di buon occhio le invitate ai matrimoni che si addobbano con abiti lunghi pieni di lustrini, manco fossero alberi di Natale andati a male, per partecipare a matrimoni, che si svolgono, di solito, ma anche no, nel tardo pomeriggio.
E tanto meno considera positivamente tali abiti e il fatto che siccome è inverno, essi siano coperti da paltò che naturalmente sono molto più corti e da cui fanno occhiolino (occhiolone!) intere bande di tessuto degli abiti stessi.
Beh, lo voglio proprio sottolineare: l'abito lungo al matrimonio, se si è ospiti, è proprio da CAFONI! Da matrimonio iper provincialotto, magari di origine paesana e tale scelta (idiota) connota subito malissimo coloro che l'hanno abbracciata.
E proprio coloro che indossano tali scempi, poi si credono (davvero ce se credono!) superiori alla media, elette (sì, dal Signore?!) e massimamente eleganti e di bon ton (assurda pretesa!).
Insomma CAFONAL LOOK che si manifesta anche in scenari semi alti, scenari che si abbassano subito verso le profondità degli abissi quando si proprongono tale schifezze.
Augurandomi che il popolo femminile si tenga alla larga da tale zappa sui piedi e che scelga abiti maggiormente eleganti e consoni per partecipare al rito del matrimonio altrui, concludo dicendo che sacche di tale poltiglia sono ancora, ahimè, presenti tra noi e dure a morire anche tra le donne sotto i trenta!
Davvero non è ammissibile!
E tanto meno considera positivamente tali abiti e il fatto che siccome è inverno, essi siano coperti da paltò che naturalmente sono molto più corti e da cui fanno occhiolino (occhiolone!) intere bande di tessuto degli abiti stessi.
Beh, lo voglio proprio sottolineare: l'abito lungo al matrimonio, se si è ospiti, è proprio da CAFONI! Da matrimonio iper provincialotto, magari di origine paesana e tale scelta (idiota) connota subito malissimo coloro che l'hanno abbracciata.
E proprio coloro che indossano tali scempi, poi si credono (davvero ce se credono!) superiori alla media, elette (sì, dal Signore?!) e massimamente eleganti e di bon ton (assurda pretesa!).
Insomma CAFONAL LOOK che si manifesta anche in scenari semi alti, scenari che si abbassano subito verso le profondità degli abissi quando si proprongono tale schifezze.
Augurandomi che il popolo femminile si tenga alla larga da tale zappa sui piedi e che scelga abiti maggiormente eleganti e consoni per partecipare al rito del matrimonio altrui, concludo dicendo che sacche di tale poltiglia sono ancora, ahimè, presenti tra noi e dure a morire anche tra le donne sotto i trenta!
Davvero non è ammissibile!
sanremo, sanscemo, sanremo, sanvero
Due concetti mi turbano, a proposito del festival: che la Clerici sia stata pagata la metà di Bonolis, avendo lavorato il doppio e che il televoto, che dovrebbe rappresentare il voto del popolo è tutta una manfrina pilotata dai soliti noti (Costanzo/De Filippi?).
Il primo concetto ha sottolineato la disparità di trattamento tra uomini e donne e l'ha conclamata.
Allora perchè non lo si ammette?
In Italia le donne sono pagate meno dei maschi, ma lo si scrivesse nero su bianco, in modo che le donne non siano prese pure in giro.
Non è un paese in cui noi siamo alla pari, ma semmai siamo costrette a lavorare 2, 3 volte di più per avere il minimo dei diritti, dato in vece "a gratis" ai maschi (ma pure loro avranno madri, sorelle, fidanzate e mogli che soffrono o no?).
Paese iniquo, che considera la metà della popolazione da sfruttare ad uso e consumo dell'altra metà, felice, servita e riverita e che non ha mura da scalare, almeno non quante ne hanno le donne. E siamo nel 2010!
Il secondo concetto, del televoto, ha messo in luce tutte le criticità del Paese.
Ci dicono che è il voto del popolo e poi si ha la netta sensazione che non sia così, che tutto sia pilotato dall'alto e fa poi piacere sentire le versioni delle canzoni di Pupo/Emanule e di Scanu rifatte e ridicolizzate.
Ed il fenomeno della presa in giro è dilagante.
Insomma si può pure truccare il voto e far vincere i peggio assortiti, senza talento e senza canzone, ma gli Italiani mica sono completamente fessi, anzi la moltitudine copiosa di presa in giro delle stesse canzoni ne è la prova. Evviva l'ironia.
Alla fine il pensiero vero del popolo esce sempre a galla e costoro che sono stati definitivi vincitori di Sanremo dovrebbero iniziarsi a preoccupare, in quanto vincere così significa darsi delle zappate sui piedi e rimanerci secchi.
Il primo concetto ha sottolineato la disparità di trattamento tra uomini e donne e l'ha conclamata.
Allora perchè non lo si ammette?
In Italia le donne sono pagate meno dei maschi, ma lo si scrivesse nero su bianco, in modo che le donne non siano prese pure in giro.
Non è un paese in cui noi siamo alla pari, ma semmai siamo costrette a lavorare 2, 3 volte di più per avere il minimo dei diritti, dato in vece "a gratis" ai maschi (ma pure loro avranno madri, sorelle, fidanzate e mogli che soffrono o no?).
Paese iniquo, che considera la metà della popolazione da sfruttare ad uso e consumo dell'altra metà, felice, servita e riverita e che non ha mura da scalare, almeno non quante ne hanno le donne. E siamo nel 2010!
Il secondo concetto, del televoto, ha messo in luce tutte le criticità del Paese.
Ci dicono che è il voto del popolo e poi si ha la netta sensazione che non sia così, che tutto sia pilotato dall'alto e fa poi piacere sentire le versioni delle canzoni di Pupo/Emanule e di Scanu rifatte e ridicolizzate.
Ed il fenomeno della presa in giro è dilagante.
Insomma si può pure truccare il voto e far vincere i peggio assortiti, senza talento e senza canzone, ma gli Italiani mica sono completamente fessi, anzi la moltitudine copiosa di presa in giro delle stesse canzoni ne è la prova. Evviva l'ironia.
Alla fine il pensiero vero del popolo esce sempre a galla e costoro che sono stati definitivi vincitori di Sanremo dovrebbero iniziarsi a preoccupare, in quanto vincere così significa darsi delle zappate sui piedi e rimanerci secchi.
la Scuola di moda frequentata da Stilinga a Roma
Oggi Stilinga ha fatto un salto nel tempo, è tornata nella scuola di moda, in riva al Tevere, che ha frequentato tanti anni fa, ormai e l'impatto è stato strano: aria di debacle, di progetti vetusti, di visioni passate e purtroppo per nulla innovative.
Ad un certo punto, Stilinga ha incontrato la sua ex docente di moda, distante, arroccata nel suo prestigioso posto (?), solo la falsità ipocrita è rimasta intatta.
L'aria dell'ambiente trasudava ancora l'alterigia, l'aristocrazia inutile, la voglia di mettere a disagio le persone umane, tutte sensazioni che Stilinga ha sopportato silentemente e soffrendone, durante il corso accademico, pur di arrivare in fondo.
Poi, una volta uscita, c'era la vita vera che l'aspettava, l'umanità, il lavoro e meno primedonne e infatti tutte le nebbie sono svanite.
Rientrare in quel luogo, anche per poco le ha chiuso lo stomaco.
Stilinga decisamente non rimpiange la competizione e il dolore disumano che lì si respira, invece, pensa "poveri studenti, dovranno imparare a scrollarsi di dosso questa polvere scintillante e corrosiva, la polvere della moda cattivissima e atroce, che ti fa credere di essere un padre eterno e invece sei come tutti gli esseri, la presunzione annebbia le menti...per fortuna esistono tante altre realtà nella moda, per fortuna!"
Ad un certo punto, Stilinga ha incontrato la sua ex docente di moda, distante, arroccata nel suo prestigioso posto (?), solo la falsità ipocrita è rimasta intatta.
L'aria dell'ambiente trasudava ancora l'alterigia, l'aristocrazia inutile, la voglia di mettere a disagio le persone umane, tutte sensazioni che Stilinga ha sopportato silentemente e soffrendone, durante il corso accademico, pur di arrivare in fondo.
Poi, una volta uscita, c'era la vita vera che l'aspettava, l'umanità, il lavoro e meno primedonne e infatti tutte le nebbie sono svanite.
Rientrare in quel luogo, anche per poco le ha chiuso lo stomaco.
Stilinga decisamente non rimpiange la competizione e il dolore disumano che lì si respira, invece, pensa "poveri studenti, dovranno imparare a scrollarsi di dosso questa polvere scintillante e corrosiva, la polvere della moda cattivissima e atroce, che ti fa credere di essere un padre eterno e invece sei come tutti gli esseri, la presunzione annebbia le menti...per fortuna esistono tante altre realtà nella moda, per fortuna!"
FashionMag.com Italia - Il sito con tutte le notizie sui professionisti della moda, del lusso e della bellezza
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I dati negativi sul settore moda sono impressionanti!
Moda '08-'09: - 1.900 imprese, saldo export -30%
Roma, 2 feb. (Apcom) - La crisi economica internazionale ha inciso pesantemente anche sul settore moda italiano. Tra il 2008 e il 2009, si è verificato infatti una riduzione del fatturato del saldo commerciale e degli ordinativi dell'ordine del 30-40%, c'è stato un forte ricorso alla cassa integrazione guadagni e sono state chiuse 1.900 imprese. Questi i dati emersi dal rapporto che fa parte del progetto 'M2 - Meridiano moda', presentato oggi da Italian Textile Fashion, Unioncamere e supporto operativo di The European House-Ambrosetti.
Il settore ha evidenziato un valore aggiunto nel 2008 di 27,4 miliardi di euro pari all'11% della ricchezza prodotta da tutta l'industria manifatturiera italiana. L'export è ammontato a 41,9 miliardi di euro, l'11,5% del totale, con un attivo della bilancia commerciale di 16,5 miliardi.
Il settore occupa un milione di lavoratori, il 61% dei quali è donna. In questo settore, nel quale operano quasi 70mila aziende nel tessile, abbigliamento, concia, pelletteria e calzature, l'Italia ha una posizione di leadership a livello internazionale. Il nostro paese, secondo il rapporto, ha il 44% del valore della produzione nei paesi dell'Europa a 12, il 39% del valore aggiunto e il 37% degli occupati.
Secondo il viceministro dello Sviluppo economico, Adolfo Urso, "nell'epicentro della crisi economica internazionale l'industria dell'eleganza Made in Italy ha continuato a contribuire sensibilmente alla crescita complessiva della ricchezza italiana: la bilancia commerciale del settore ha fatto registrare infatti un attivo di 16,5 miliardi.
Il sistema-moda nel suo complesso - ha aggiunto - seppure con qualche difficoltà ha giocato un ruolo fondamentale all'interno della bilancia commerciale del paese.
Per superare appieno la congiuntura mondiale occorre però uno sforzo comune". Il viceministro ha auspicato quindi che "le imprese della moda si aggreghino ed esaltino le loro strutture dimensionali anche attraverso il modello vincente dei distretti".
Per il vicepresidente di Unioncamere, Carlo Longo, "il potenziale espresso dalle imprese del Made in Italy è ancora molto elevato malgrado il forte impatto della crisi. Tuttavia per consentire alle aziende di intercettare la ripresa sono indispensabili interventi mirati ed urgenti in due direzioni: affermare e realizzare la tracciabilità delle origini e della qualità dei prodotti; rafforzare la capacità di fare rete sul territorio tra imprese, istituzioni, sistema della ricerca pubblica, offerta di manodopera qualificata, dotazione locale di servizi reali e finanziari".
"Con il progetto 'M2 - Meridiano moda' - ha affermato il presidente di Italian Textile Fashion, Luca Mantellassi - il sistema delle Camere di commercio ha voluto creare una piattaforma indipendente, apartitica e professionale di approfondimento dove gli operatori e le associazioni del settore, le istituzioni, il sistema bancario e finanziario, i sindacati e i consumatori possano interagire al fine di identificare le scelte strategiche e le azioni concrete più opportune per il futuro del settore. Al centro del progetto - ha aggiunto - un obiettivo comune: tutelare e valorizzare la filiera moda, vero e fondamentale driver del futuro competitivo del sistema-moda italiano".
I dati negativi sul settore moda sono impressionanti!
Moda '08-'09: - 1.900 imprese, saldo export -30%
Roma, 2 feb. (Apcom) - La crisi economica internazionale ha inciso pesantemente anche sul settore moda italiano. Tra il 2008 e il 2009, si è verificato infatti una riduzione del fatturato del saldo commerciale e degli ordinativi dell'ordine del 30-40%, c'è stato un forte ricorso alla cassa integrazione guadagni e sono state chiuse 1.900 imprese. Questi i dati emersi dal rapporto che fa parte del progetto 'M2 - Meridiano moda', presentato oggi da Italian Textile Fashion, Unioncamere e supporto operativo di The European House-Ambrosetti.
Il settore ha evidenziato un valore aggiunto nel 2008 di 27,4 miliardi di euro pari all'11% della ricchezza prodotta da tutta l'industria manifatturiera italiana. L'export è ammontato a 41,9 miliardi di euro, l'11,5% del totale, con un attivo della bilancia commerciale di 16,5 miliardi.
Il settore occupa un milione di lavoratori, il 61% dei quali è donna. In questo settore, nel quale operano quasi 70mila aziende nel tessile, abbigliamento, concia, pelletteria e calzature, l'Italia ha una posizione di leadership a livello internazionale. Il nostro paese, secondo il rapporto, ha il 44% del valore della produzione nei paesi dell'Europa a 12, il 39% del valore aggiunto e il 37% degli occupati.
Secondo il viceministro dello Sviluppo economico, Adolfo Urso, "nell'epicentro della crisi economica internazionale l'industria dell'eleganza Made in Italy ha continuato a contribuire sensibilmente alla crescita complessiva della ricchezza italiana: la bilancia commerciale del settore ha fatto registrare infatti un attivo di 16,5 miliardi.
Il sistema-moda nel suo complesso - ha aggiunto - seppure con qualche difficoltà ha giocato un ruolo fondamentale all'interno della bilancia commerciale del paese.
Per superare appieno la congiuntura mondiale occorre però uno sforzo comune". Il viceministro ha auspicato quindi che "le imprese della moda si aggreghino ed esaltino le loro strutture dimensionali anche attraverso il modello vincente dei distretti".
Per il vicepresidente di Unioncamere, Carlo Longo, "il potenziale espresso dalle imprese del Made in Italy è ancora molto elevato malgrado il forte impatto della crisi. Tuttavia per consentire alle aziende di intercettare la ripresa sono indispensabili interventi mirati ed urgenti in due direzioni: affermare e realizzare la tracciabilità delle origini e della qualità dei prodotti; rafforzare la capacità di fare rete sul territorio tra imprese, istituzioni, sistema della ricerca pubblica, offerta di manodopera qualificata, dotazione locale di servizi reali e finanziari".
"Con il progetto 'M2 - Meridiano moda' - ha affermato il presidente di Italian Textile Fashion, Luca Mantellassi - il sistema delle Camere di commercio ha voluto creare una piattaforma indipendente, apartitica e professionale di approfondimento dove gli operatori e le associazioni del settore, le istituzioni, il sistema bancario e finanziario, i sindacati e i consumatori possano interagire al fine di identificare le scelte strategiche e le azioni concrete più opportune per il futuro del settore. Al centro del progetto - ha aggiunto - un obiettivo comune: tutelare e valorizzare la filiera moda, vero e fondamentale driver del futuro competitivo del sistema-moda italiano".
Gli Italiani sono stati lasciati indietro e soli
Sono giorni brutti quelli che stanno vivendo gli Italiani, l'aria che si respira è densa di dolore, rammarico, rabbia, tensione, paura e soprattutto solitudine.
I governanti attuali, nonostante le affermazioni vane e vuote ("Noi non lasciamo in dietro nessuno!"), hanno davvero lasciato il popolo e il Paese in totale e triste solitudine.
Stilinga non sa quanto questa situazione potrà reggere: cassa integrazione, licenziamenti, chiusure di grandi, medie e piccole imprese, nessun piano industriale e nessuna idea di rilancio economico del Paese è stato non solo ipotizzato ma manco minimamente giudicato necessario!
Tutto il governo di questo momento lascia che le cose vadano da sole.
La crisi, ci hanno detto, è solo psicologica, passerà, tipo la febbre, ma almeno la visita del dottore e le aspirine si spera di averle, quando si ha la febbre, o no?
Qui, in Italia e in questo momento storico, non solo si è presi in giro, ma si ha la sensazione di essere stati del tutto isolati, dimenticati, abbandonati a noi stessi, come quando il Re abbandonò il Paese alla fine della seconda guerra mondiale.
L'aggravante è che non solo gli italiani sono soli ed indietro, ma il Presidente S. Berlusconi è presissimo (come pare pure tutti gli altri ministri e parlamentari e senatori) da fatti ben più importanti (per lui) ed incalzanti (per loro: tipo elezioni) e siccome vive nelle sue gabbie iper dorate e separate dalla realtà, manco gli passa per il cranio che il resto del Paese arranca malamente e forse stramazza definitivamente.
Questa sua totale distanza, lontananza e mancanza di attenzione verso i suoi concittadini (che invoca sempre a scudo e difesa della sua carica, quando gli serve) è assordante, angosciante e ridicola.
Stilinga inoltre si chiede se i suoi connazionali, soli e abbattuti alle prossime elezioni daranno o meno un segnale forte, preciso, di punizione verso chi, votato, non ha mosso un dito in loro aiuto.
I partiti sono sempre più chiusi nei loro giardinetti, e non capendo quanto accade al di fuori della loro bella aiuola, hanno perso terreno e molto altro ne perderanno. Essere nella realtà è condizione unica per servire un Paese.
L'errore maggiore è la cattiveria egoistica di questi figuri, impaccati dei soldi degli Italiani e concentrati solo su se stessi.
I governanti attuali, nonostante le affermazioni vane e vuote ("Noi non lasciamo in dietro nessuno!"), hanno davvero lasciato il popolo e il Paese in totale e triste solitudine.
Stilinga non sa quanto questa situazione potrà reggere: cassa integrazione, licenziamenti, chiusure di grandi, medie e piccole imprese, nessun piano industriale e nessuna idea di rilancio economico del Paese è stato non solo ipotizzato ma manco minimamente giudicato necessario!
Tutto il governo di questo momento lascia che le cose vadano da sole.
La crisi, ci hanno detto, è solo psicologica, passerà, tipo la febbre, ma almeno la visita del dottore e le aspirine si spera di averle, quando si ha la febbre, o no?
Qui, in Italia e in questo momento storico, non solo si è presi in giro, ma si ha la sensazione di essere stati del tutto isolati, dimenticati, abbandonati a noi stessi, come quando il Re abbandonò il Paese alla fine della seconda guerra mondiale.
L'aggravante è che non solo gli italiani sono soli ed indietro, ma il Presidente S. Berlusconi è presissimo (come pare pure tutti gli altri ministri e parlamentari e senatori) da fatti ben più importanti (per lui) ed incalzanti (per loro: tipo elezioni) e siccome vive nelle sue gabbie iper dorate e separate dalla realtà, manco gli passa per il cranio che il resto del Paese arranca malamente e forse stramazza definitivamente.
Questa sua totale distanza, lontananza e mancanza di attenzione verso i suoi concittadini (che invoca sempre a scudo e difesa della sua carica, quando gli serve) è assordante, angosciante e ridicola.
Stilinga inoltre si chiede se i suoi connazionali, soli e abbattuti alle prossime elezioni daranno o meno un segnale forte, preciso, di punizione verso chi, votato, non ha mosso un dito in loro aiuto.
I partiti sono sempre più chiusi nei loro giardinetti, e non capendo quanto accade al di fuori della loro bella aiuola, hanno perso terreno e molto altro ne perderanno. Essere nella realtà è condizione unica per servire un Paese.
L'errore maggiore è la cattiveria egoistica di questi figuri, impaccati dei soldi degli Italiani e concentrati solo su se stessi.
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