Crisi? Macché. Nella Silicon Valley si festeggia come se non ci fosse un domani. Anzi, «sembra che ogni giorno sia come nel 1999», scrive il New York Times. Ovvero: prima dello scoppio della crisi finanziaria e quando la bolla di Internet era ancora bella gonfia. Infatti, il 2013 per i big della tecnologia è stato un anno notevole, da Twitter a Snapchat, da Facebook a Google. Questi sono tempi favolosi per la Silicon Valley, è la comprensibile analisi degli investitori. E a fine anno, dipendenti e dirigenti, si raccolgono per il tradizionale party di Natale. Feste sfarzose che ricordano molto quelle del «Grande Gatsby».
E Stilinga pensa che siccome alcuni grandi marchi sella Silicon Valley non pagano un euro di tasse in Italia, allora è proprio scandaloso che costoro festeggino e brindino come se tutto fosse perfettamente in equilibrio nel mondo, come se tutti i popoli godessero dello stesso benessere.
Purtroppo non è così e questi party fanno specie!
Si avverte una distanza enorme, un abisso esistenziale e reale tra clienti sempre più bombardati dalle pubblicità che esortano a comprare nuovi smortphones (proprio smort) e ipad e a passare il tempo on line, altrimenti sei fuori dalla vita e questi figuri che si sollazzano coi soldi e con le energie che i consumatori buttano online!
Ormai è chiaro che il web è utile solo a chi lo gestisce!