"La prostituta imprenditrice di se stessa? E' solo un mito". Parla la tedesca Inge

da: http://espresso.repubblica.it/visioni/societa/2015/04/24/news/la-prostituta-imprenditrice-di-se-stessa-e-solo-un-mito-la-testimonianza-della-tedesca-inge-1.209433?ref=HRBZ-1

E' stato di recente calendarizzato un disegno di legge, bipartisan, perregolamentare la prostituzione (tra firmatari e cofirmatari sono almeno 77 deputati e senatori), che in Italia è già assolutamente legale. Dove praticarla? In strada? In case affittate? In bordelli più o meno dichiarati? Il ddl prevede, tra le varie cose, da un lato un superamento della Merlin: depenalizzando appunto il reato di favoreggiamento, si consentirebbe di affittare appartamenti, locali e stanze per l'attività di commercio del sesso. Lo scopo è sia quello di evitare la prostituzione lungo le strade, sia di riconoscere il commercio sessuale alla stregua di ogni altra attività professionale, mediante l'iscrizione della prostituta alla Camera di Commercio, previo versamento di alcune migliaia di euro. In tal modo, come ogni libera (o libero) professionista, potrebbe emettere fattura, pagare le tasse e accedere a un regime pensionistico.

Una professione come un'altra, dunque, da controllare dal punto di vista medico (anche se non si capisce perché non sia il cliente a dover essere controllato e di conseguenza le loro mogli o partner eventuali), anche se lo stigma sociale che grava su di essa appare insuperabile. Nessuno vuole che venga esercitata vicino casa propria, nessuno desidera che la propria figlia o figlio la pratichi. E' inoltre, un'attività in cui, a parte rari casi, si guadagnano cifre molto modeste a fronte di un'usura fisica e morale devastanti. 


Con la depenalizzazione del favoreggiamento, erroneamente chiamato “legalizzazione della prostituzione”, che in Italia non è un reato (lo sono sfruttamento, favoreggiamento, induzione, prostituzione minorile e tratta) si darebbe piuttosto il via libera a una potenziale e fiorente categoria imprenditoriale: i tenutari di bordelli. E se nei propositi il disegno di legge parla di locali autogestiti, si può immaginare quanto facilmente si possa aggirare la questione.


Mentre in Italia ci si adopera a far passare questa legge, in Germania dove esistono già bordelli legali e esiste la possibilità di tassare l'attività, si stanno facendo poderose marce indietro: la scelta fatta nel 2002 dal governo Schröder Spd e Verdi, si è rivelata un clamoroso insuccesso sociale e un'ottima opportunità per la criminalità. Oggi- secondo quanto riportato da un articolo di Der Spiegel - ci sono dai 3000 ai 3.500 locali a luci rosse. Si tratta di 500 bordelli a Berlino, 70 a Osnabrück, 270 al confine con la Francia.


Il racconto di Inge, ex prostituta tedesca, ripercorre la situazione attuale : si è prostituita a Berlino quando era ancora un transident, con un'identità transitoria, né donna né uomo, quello che noi chiamiamo ermafrodita. Ora si è operata, è definitivamente donna, felicemente sposata, ha un impiego e lavora come volontaria nei centri di reinserimento per aiutare le sue ex compagne di vita a ritrovare una strada diversa.

Come ha iniziato?
Ho iniziato per difficoltà economiche, come tutte. La motivazione è la maggior parte delle volte finanziaria. Come prostituta ero ricercatissima anche se io vivevo il mio corpo come un' anomalia.

Si guadagna bene in questi locali ? 
L'affitto di una stanza in un bordello di lusso costa da 140 a 160 euro al giorno, se passi la mezzanotte, paghi il doppio, quindi, almeno 300 euro. Se hai lavorato molto bene in quelle ore, e se ce la fai, lavori con otto uomini. Alla fine della settimana resta veramente molto poco.

Si pagano le tasse in Germania con questa professione?
Esiste la possibilità ma nessuna lo ha mai fatto. Per pagarti la pensione non basta quello che guadagni: come si fa a accantonare 1200 euro al mese? E poi, ed è la questione principale, nessuna vuole iscriversi come prostituta perché ti resta il marchio a vita. Visto che al massimo lavori fino ai 35 anni, se ce la fai a uscire dal giro, e ti presenti in un posto di lavoro che referenze presenti? E comunque, nessun cliente vuole lasciare nome cognome e codice fiscale. A chi intesti la fattura? I clienti non vogliono lasciare generalità anche per paura di essere ricattati...o di lasciare tracce.

E quando si parla di prostitute dai guadagni stellari?
Mi chiedo se quei guadagni così alti non siano frutto di ricatti, magari a politici o uomini di affari. Io non conosco nessuna che si sia arricchita. Però tutto può essere.

Di che cifre si parla?
Dipende anche dalle prestazioni. Più ne soddisfi più puoi guadagnare.

Che genere di prestazioni?
Arriva quello col cane e pretende che tu faccia delle cose col cane, oppure quello che deve indossare biancheria da donna per avere l'orgasmo, si chiama Damenwäschenträger. Quasi mai è un semplice rapporto sessuale. Un mio cliente voleva che conservassi i preservativi degli altri perché voleva ingoiarne il contenuto.

Però, sempre nell'ottica di scegliere liberamente la professione, altrettanto liberamente si potrebbe dire: “ questo no”.
In quel caso il cliente esce fuori e dice “lei non fa quello che chiedo”. Se dici di no, o c'è il proprietario del locale che ti caccia, o non lavori più perché le colleghe fanno al posto tuo quello che tu non fai. Allora sei costretta ad accettare per non perdere lavoro e perché non si metta in giro una cattiva voce su di te, tipo: “quella non fa niente”. A volte lo fanno anche per deprezzarti in modo che così costi meno la volta successiva. Anche tra di loro le prostitute si fanno una concorrenza spietata, si dicono per esempio: “lei è malata” oppure “io faccio questo, lei non lo fa”. La solidarietà, come immaginabile, non esiste. I clienti, loro, cercano sempre merce nuova.


Quindi non sono “impresarie di se stesse” come in Italia chi è a favore della legge definisce le prostitute? 
Non capisco cosa significhi. Se si parla di una soluzione per la tratta, con i bordelli legali la tratta non è mai stata più fiorente. Sono per la maggior parte ragazzine che vengono dai paesi dell'Est: dalla Russia, dall'Ungheria, dalla Bulgaria. Non parlano tedesco, non sanno di avere dei diritti, né vogliono che le loro famiglie sappiano. Ci sono moltissime donne rom gestite dalla mafia rom. Prima c'era un solo un proprietario, ora ne hanno due: chi le obbliga e il padrone del bordello. Prima c'erano solo papponi tedeschi e il fenomeno era più controllato. Ora sono albanesi, rumeni, ungheresi che si sparano tra loro. Dialogano così.


La condizione che si vuole porre in Italia sarebbe che chi gestisce il locale faccia la stessa professione, organizzandosi magari con delle cooperative.
Da noi non ha mai funzionato, non reggono la concorrenza di gestori più potenti, con giri e ricambio continuo di ragazze sempre più giovani.

C'è maggiore sicurezza almeno?
Al contrario. Quello che succede in quelle stanze è affare tuo e del cliente. Il proprietario ti affitta solo la camera: se ti uccide un cliente ti ritrova la mattina dopo la donna delle pulizie. (Dal 2010 al 2015 sono state uccise 33 prostitute) .

Quanti giorni si lavora a settimana? 
Dipende. Non tutti i giorni.

Cosa fanno le prostitute quando smettono?
Da noi ci sono dei centri di recupero di vario genere. Ci sono quelli per il recupero dalla tossicodipendenza, dall'alcol, da tutti i tipi di dipendenze e dalla violenza, ci sono i consultori per le ragazze madri, per chi non ha una casa...Una prostituta rientra spesso in tutte queste categorie. E in più è discriminata. Solo alcune, come me, ce la fanno a ritrovare una strada.

Ancora in un'ottica di libertà di scelta: nessuno le obbliga a drogarsi o a bere...
In questi locali circola sempre moltissima droga, anche se non vuoi, per intrattenere i clienti e andare avanti con loro o bevi o ti droghi, o entrambe le cose. Oppure succede che le ragazze arrivano alla prostituzione proprio dalla droga, per pagarsela. Sono quelle che fanno di tutto e si fanno fare di tutto per pochissimi soldi. Comunque non hai molta scelta: devi reggere le prestazioni che ti chiedono e fingere di stare molto bene mentre ti fa schifo tutto. Non arriva mica Brad Pitt! E poi c'è lo schifo dell'odore da superare: quando mi prostituivo, per levarmelo di dosso, mi lavavo con la spugna dei piatti fino a farmi uscire il sangue

Non c'è tutto quel rito delle docce in questi posti, come nelle spa?
Mica sempre. E comunque rimane quell'odore disgustoso di minestrone rancido, uguale per tutti. Credo che sia l'eccitazione che li fa puzzare così.


Con la nuova legge in Italia si vorrebbe introdurre una campagna per il sesso sicuro, e per l'uso del preservativo con le prostitute...
Ah, e chi controlla chi si mette o meno il preservativo? Lo spirito santo? Le ragazze hanno tutto l'interesse a proteggersi. Sono i clienti che non vogliono. Inoltre prima c'erano delle forme di controllo medico imposte. Una volta che liberalizzi non puoi imporre più niente.

E Stilinga pensa che se davvero si vuole cancellare la prostituzione dalla faccia della terra servono 3 cose: 

  1. onesto lavoro per le donne,
  2. stipendi adeguati per vivere per le donne,
  3. campagne di consapevolezza per i clienti (come dice Inge: "ti fa schifo tutto. Non arriva mica Brad Pitt!" ) e magari pure centri di supporto psicologici, non è normale usare le prostitute come oggetti, forse qualche problemino nelle relazioni sociali i clienti lo hanno, o no? 

IL padre di Lo Porto: «Mio figlio? Un sequestrato di serie B» Parla il padre del cooperante ucciso a gennaio in un raid Usa: «Mio figlio è stato trattato malissimo, se ci sono i suoi resti li voglio»



da:http://www.corriere.it/esteri/15_aprile_24/padre-lo-porto-mio-figlio-sequestrato-serie-b-13b4c7f0-eaa4-11e4-850d-dfc1f9b6f2f5.shtml

«Secondo me ci sono sequestrati di serie a e di serie B, perché mio figlio è stato trattato malissimo. Ora cercano scuse e condoglianze, non è bello». Così aSkyTg24 HD Vito Lo Porto, padre del cooperante italiano rimasto ucciso a gennaio in un raid Usa in Pakistan.



«Vogliamo il corpo di Giovanni»

Commentando l’aula semivuota oggi in Parlamento, durante l’intervento del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni sulla morte del ragazzo, Lo Porto ha poi detto: «L’ho visto in tv. Non so quale colpa deve pagare mio figlio. Io - ha concluso - desidero ardentemente il suo corpo, voglio piangere con lui. Ancora non credo realmente che sia stato lui, come fa l’America a dire che è lui? È stato fatto un dna? È stato fatto qualcosa? Allora c’è qualcosa di mio figlio e io lo voglio, e lo vuole pure sua madre. Vogliamo solo il corpo di Giovanni».


Fratello detenuto, tensione con i cronisti

Scortato dagli agenti della polizia penitenziaria, Marcello Lo Porto, uno dei fratelli di Giovanni, il cooperante palermitano rimasto ucciso in un raid americano a gennaio scorso, è arrivato nella casa della madre Giusi Felice, che si trova nel quartiere Brancaccio a Palermo. Non sono mancati momenti di tensione all’arrivo dell’uomo, che sta scontando una condanna definitiva. Uno dei fratelli di Giovanni ha rotto lo specchietto di una macchina di una troupe di Mediaset e spintonato un’operatrice di un’altra emittente, che è caduta per terra. Da ieri davanti al palazzo ci sono cameramen, fotografi e giornalisti.


L’altro fratello: «Ci penserà il Signore»

Ed è arrivato a Palermo da Pistoia insieme alla moglie e alla figlia anche Daniele Lo Porto, un altro dei quattro fratelli di Giovanni. L’uomo non ha voluto parlare con i cronisti. Si è limitato a dire a chi si è avvicinato: «Non parlo di mio fratello. Viva la pace, sono ortodosso. Ci penserà il Signore». Poi è entrato nel palazzo di via Pecori Gilardi, dove abita la madre e un fratello.

E Stilinga ha rabbrividito quando ha saputo dai tg che erano 4 mesi che Lo Porto era morto e noi qua in Italia dobbiamo ringraziare gli USA che ci hanno fatto il favore di comunicarcelo?? 
E Renzi che ringraziava Obama...ma che esseri umani sono?

Però gli USA ci hanno inviato  tante scuse per il drone che lo ha ucciso! già bastano le scuse...come per il Cermis, come per Ustica (ah, ma qua non si sono scusati nemmeno), come per Moro (anche qui hanno fatto i vaghi sempre), come per tante altre nefandezze prodotte dai nostri migliori alleati, in nome della bella alleanza...e figuriamoci allora quello che combinano i nemici!

LA DOMANDA E': QUANTO TEMPO ANCORA? 

CIOE' PER QUANTO TEMPO ANCORA DOBBIAMO SOPPORTARE TALI COMPORTAMENTI? 

PER QUANTO TEMPO ANCORA L'ITALIA SARA' CONSIDERATA DI LIVELLO INFERIORE RISPETTO AGLI USA? 

PER QUANTO TEMPO ANCORA DOBBIAMO ABBASSARE LA TESTA? E POI CHE SENSO HA? MA CHE POPOLO SIAMO? DIGNITA', E' UN VOCABOLO PERVENUTO?

Crozza: "Se migranti fossero banconote, leader Ue si tufferebbero per ripescarli"



"Le persona prima del profitto". La giornata mondiale contro il TTIP

La protesta contro il trattato tra Europa e Stati Uniti. Una serie di nuove regole che nella lettura di numerosi comitati internazionali trasformerebbero "i cittadini in clienti". In Italia la manifestazione principale a Roma, dalle 16, in piazza Santi Apostoli

ACQUA PUBBLICA ADDIO. OGGI BOLLETTE SALATE, MA IL FUTURO E’ PEGGIO

di Carlo di Foggia
A 4 anni dalla vittoria referendaria, fosche nubi si addensano sulle possibilità di ripubblicizzare l’acqua. Il combinato di “Sblocca Italia”, legge di stabilità e nuova riforma della Pubblica Amministrazione spiana la strada ad un’ulteriore privatizzazione dei servizi idrici. Un boccone troppo ghiotto, anche perché le bollette da quando è iniziata la privatizzazione continuano ad aumentare con percentuali vertiginose.
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Votato da molti, tradito subito dopo da tutti. Il referendum sull’acqua doveva togliere il profitto dai servizi idrici ed estromettere in futuro i privati dalla gestione. Non se n’è fatto nulla, i prezzi sono saliti, gli investimenti si sono fermati e ora, passata la buriana, qualcosa si muove in senso opposto: dopo quattro anni, l’affare per i privati torna a farsi interessante. L’ultimo allarme, comitati e forum l’hanno lanciato sulla legge delega di riforma della Pubblica amministrazione: “Se applicata, cancellerà il voto di 26 milioni di Italiani”, denunciano. Preoccupa la norma che premia i Comuni che fanno gare aperte (anche ai privati) per gestire i servizi locali. I testi sono vaghi, ma il combinato disposto con le ultime novità de governo di Matteo Renzi – che quel voto non lo ha mai digerito – ha scatenato il tam tam.
Il futuro tracciato dallo Sblocca Italia
La via scelta è quella tracciata dal decreto Sblocca Italia: un gestore unico dei servizi locali per ogni ambito territoriale, partendo da chi ha almeno il 25 per cento dell’utenza. “Un modo per favorire le grandi multiutilities quotate in Borsa”, denunciano i comitati per l’acqua pubblica: la bolognese Hera, la milanese A2a, l’emiliana Iren e la romana Acea, nate nell’alveo dei Ds, ora Pd, e poi passate al padrone di turno. La svolta, però, è arrivata con la legge di Stabilità, che rende impossibili gli affidamenti a società in house e assegna i contributi pubblici ai gestori che si fondono, garantendo loro anche la possibilità di prolungare le concessioni(come già fatto per i signori delle autostrade). La scelta di vendere le partecipazioni rimane per ora ai Comuni, ma chi lo fa viene premiato con la possibilità di usare il ricavato fuori dai vincoli del patto di stabilità: le casse disastrate degli enti locali ne hanno un bisogno disperato. Tanto più che il panorama non è cambiato rispetto al giugno del 2011: il 70 per cento dei gestori, infatti, è ancora in mano pubblica, in un groviglio di migliaia di Comuni-azionisti. Solo nel comparto idrico, il volume d’affari sfiora gli 8 miliardi di euro.
Considerando anche gas ed energia elettrica si arriva a 33 miliardi: è il “capitalismo municipale” su cui la Cassa depositi e prestiti guidata dal renziano Franco Bassanini ambisce a giocare un ruolo sempre più da protagonista: presta soldi ai gestori (3 miliardi) e punta a catalizzare gli investimenti privati, visto che le casse pubbliche sono vuote e le infrastrutture sono un disastro.Per farlo però servono le fusioni, che facciano lievitare il valore delle società. Al resto ci pensano i rincari in bolletta che garantiscono gli introiti. Nell’agosto del 2013 lo scenario attuale era stato messo nero su bianco da un report della Fondazione Astrid, presieduta proprio da Bassanini: “L’obiettivo – si legge – è la costituzione di realtà di medie e grandi dimensioni, verso cui “non manca la domanda e il consolidamento/ privatizzazione sembra essere la soluzione più probabile”. Tanto più che “l’aggregazione consente di raggiungere una massa critica capace di attrarre investitori privati”. È la strategia che Federutility, l’associazione dei gestori, propone da anni. Per i “referendari” è il preludio a un esproprio che potrebbe completarsi con la modifica del titolo quinto prevista dalla riforma costituzionale. Per ora nessuno nel governo parla apertamente di privatizzazioni, anche se l’unico ostacolo è rappresentato, almeno sulla carta, dal referendum.Matteo Renzi non ha mai fatto mistero di avversare la campagna per l’acqua pubblica (“bloccherà gli investimenti privati”) e oggi a Firenze si paga la bolletta più alta d’Italia(“ma abbiamo investito molto”, si giustifica il Comune).
Per i cittadini aumenti fino al 74%, ma non è finita
Perché tanto interesse? Il motivo è semplice: dal 2008 a oggi le tariffe sono salite del 74 per cento, in dieci anni sono raddoppiate, e cresceranno ancora: i rincari sono assicurati, pubblica o privata che sia la gestione. E con loro i ricavi. A sentire i comitati a tradire il referendum è stata l’Autorità per l’energia e il gas, a cui il governo di Mario Monti consegnò a fine 2011 i poteri di controllo, chiudendo il vecchio comitato di vigilanza dei servizi idrici (Conviri). Gli elettori avevano votato contro la “remunerazione del capitale investito” dei gestori (“fino al 7 per cento”non si fanno profitti sull’acqua”), ma nel nuovo metodo tariffario la voce si è tramutata in “costo degli oneri finanziari”. Nomi diversi, stessa sostanza”, accusano le associazioni dei consumatori. Certo è che nel 2014-2015 le bollette saliranno di un altro 10 per cento. “E’ un metodo innovativo – spiegano dall’Autorihy – perché copre solo i costi efficienti, secondo il principio europeo del full cost recovery. I gestori l’hanno ritenuto perfino troppo oneroso. Se vogliamo che l’acqua rimanga un bene pubblico i costi vanno coperti”.
Secondo Federutility, tra il 2010-2014 per colpa del voto, gli investimenti, in un settore che ne ha disperatamente bisogno si sono fermati. Eppure le bollette non hanno mai smesso di lievitare. Secondo l’autorità servono 65 miliardi nei prossimi 20 anni, di cui 6 subito per evitare che l’Ue sanzioni l’Italia per le carenze nella depurazione, con una multa da 485 milioni all’anno. “La scelta di Monti è stata un regalo ai gestori – spiega Roberto Passino, ex presidente del Conviri – L’Autorità non aveva competenze in materia e si è dovuta rivolgere alle risorse interne di Federutility. Una roba da Paese delle banane”. Secondo Passino, il Conviri era stato ostacolato ma aveva messo in piedi un database con i dati dei gestori, ignorato dall’Authority. È il grande equivoco di un referendum che ha fotografato le inefficienze del sistema, disinnescato il giorno dopo: “L’acqua non può essere gestita come il gas o l’energia elettrica. In un settore senza concorrenza, l’unico controllo pubblico è quello comparativo tra i gestori, per premiare i migliori e penalizzare i peggiori. Nulla di tutto questo è stato fatto, e così le bollette saliranno sempre, come è successo per gli altri settori”.
Alle società è stato permesso di farsi rimborsare anche gli investimenti pubblici (1,2 miliardi dal 2008, il 36% del totale), così il consumatore paga due volte. “Il metodo è neutrale, altrimenti sarebbe stata una scelta politica”, spiegano dall’Autorità, che giustifica la scelta dei dirigenti: “Le competenze vanno ricercate dove si trovano”. Nel 2014 ha sanzionato 1.250 concessionari tagliando loro del 10% le bollette. Motivo? Non avevano consegnato i dati minimi di bilancio. Se fossero private, sarebbe intervenuta la magistratura. La commistione tra controllori e controllati ha generato mostri. “Il conflitto di interessi dei Comuni è enorme, molti hanno usato l’acqua per gestioni clientelari, e nessuno ha pagato per le voragini nei conti visto che le decisioni sono collegiali”, denuncia Passino. Il Tar della Lombardia ha bocciato i ricorsi dei comitati contro il nuovo metodo tariffario e ora la parola finale spetta al Consiglio di Stato. In caso di bocciatura si tornerebbe al punto di partenza.
Dalla Boschi a D’Angelis, l’ascesa dei renziani idrici
L’ipotesi di sottrarre spazio ai privati è rimasto lettera morta. A oggi, l’hanno fatto solo due sindaci su ottomila: a Napoli e Reggio Emilia. A Ferrara, il Comune ha ceduto 8 milioni di azioni di Hera, la multiutility che riscuote le bollette di gran parte dell’Emilia Romagna e del Nord, mentre diversi Comuni, guidati dal sindaco di Bologna, sono pronti a far scendere il controllo pubblico sotto il 51 per cento. In Campania, i sindaci protestano contro la Gori, azienda partecipata da Acea che rifornisce 76 Comuni tra Napoli e Salerno. La società, da due mesi guidata dall’ex deputato cosentiniano Amedeo Laboccetta, indagato per favoreggiamento nell’inchiesta sul re delle slot Francesco Corallo, dal 2002 ha contratto un debito colossale con la Regione: 283 milioni di euro. La giunta di Stefano Caldoro ha condonato i primi 70 rateizzandone altri 200, ed è pronta ad approvare una legge che – denunciano i comitati per l’acqua – le spianerebbe la strada. Negli anni ha messo a bilancio crediti dubbi, frutto di un piano tariffario contestato e ora ha ottenuto un conguaglio di 110 milioni di euro dalle bollette, cresciute del 40% negli ultimi 5 anni.L’apertura ai privati, con affidamento diretto ad Acea è arrivata nel 2001 con Alberto Irace presidente dell’Ato di riferimento (l’associazione dei Comuni che affidano il servizio).
Nel 2007 è passato proprio in Acea, dove oggi è amministratore delegato. Grande amico di Marco Carrai, consigliere e finanziatore di Matteo Renzi, ha guidato la toscana Publiacqua ai tempi in cui nel cda sedeva anche Maria Elena Boschi. Giorgio Napolitano ha scritto la prefazione del suo libro (Come riparare l’Italia), pubblicato insieme a un altro dirigente renziano ex Publiacqua, Erasmo D’Angelis, ora a Palazzo Chigi per gestire il dissesto idrogeologico e le infrastrutture idriche. “Servono 20 miliardi per evitare le sanzioni Ue, 400 milioni l’anno li metterà lo Stato, il resto arriverà dai privati –ha spiegato ieri D’Angelis – Le bollette saliranno di 10-20 euro, ma sono le più basse d’Europa. Per coprire il fabbisogno di investimenti servirebbero 50 euro ad abitante”.
Solo a Napoli il pubblico si è ripreso la gestione
Solo Napoli ha deciso di tornare indietro, trasformando la vecchia Arin spa in una società speciale: Acqua bene comune che non ha fini di lucro e persegue il pareggio di bilancio. “Abbiamo avviato un difficile percorso di risanamento – spiega il presidente Maurizio Montalto, animatore dei comitati campani – Ma la Regione, dopo aver condonato 70 milioni a Gori ne contesta a noi 50”. A fine 2014 il Comune si è preso gli utili (16 milioni) nonostante l’opposizione dell’azienda. Per ora gli investimenti sono fermi, così come gli stipendi dei dipendenti, “ma nei prossimi mesi presenteremo il piano industriale: i lavori da fare sono tanti, molti enti locali non pagano e dovremo rivolgerci alle banche, ma siamo un’azienda sana, l’unica della Regione”. In Sicilia 17 Comuni della provincia di Agrigento non hanno accolto la privata Girgenti Acque, che si è aggiudicata la concessione per 5 milioni di euro (la prima gara, andata deserta, ne prevedeva 30) e le bollette sono cresciute più del doppioA Roma, il Comune vuole vendere alla controllata Acea (partecipata anche dal gruppo Caltagirone) la quota in Acea Ato 2, che gestisce l’acqua nella Capitale. La partita è aperta.
25/03/2015
da il Fatto Quotidiano
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Renzi: “Dimissioni Lupi, scelta saggia. Ma sottosegretari indagati non devono lasciare.” E TE QUANDO TE NE VAI???

Il presidente del Consiglio in un'intervista a Repubblica torna sul passo indietro dell'ex ministro delle Infrastrutture, ma chiarisce che "ci si dimette per questioni politiche ed etiche, non per gli avvisi di garanzia". Di D'Alema che ha attaccato la sua gestione "leaderistica e arrogante" del partito dice: "Parole che stanno bene in bocca a una vecchia gloria del wrestling"

DA:http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/22/renzi-dimissioni-dei-sottosegretari-indagati-assolutamente-lupi-scelta-saggia/1526681/


Maurizio Lupi ha deciso di dimettersi, ma questo non significa che anche gli altri sei sottosegretari del governo Renzi debbano fare la stessa scelta. Perché “ci si dimette per questioni politiche ed etiche, non per gli avvisi garanzia“. Quindi non tocca anche ai dem Barracciu, Del Basso De Caro, De Filippo, Bubbico,Faraone e a Castiglione di Nuovo centrodestra fare un passo indietro? “Assolutamente no”. A dirlo è il presidente del Consiglio che in un’intervista a Repubblica ribadisce: “Per me un cittadino è innocente finché la sentenza non passa in giudicato. Del resto, è scritto nella Costituzione“. Quindi “perché dovrebbe dimettersi un politico indagato? Le condanne si fanno nei tribunali, non sui giornali“.
Matteo Renzi respinge le accuse di ‘doppiopesismo’ tra l’ex ministro delle Infrastrutture Lupi – che ha lasciato l’incarico a seguito del coinvolgimento nell’inchiesta sulle tangenti per leGrandi Opere, anche se non è indagato – e i sottosegretari: “Ho chiesto le dimissioni a Orsoni quando, patteggiando (perfinanziamento illecitondr), si è dichiarato colpevole. Ho commissariato per motivi di opportunità politica il Pd di Roma (a seguito dell’inchiesta su Mafia Capitalendr) nonostante il segretario locale fosse estraneo alle indagini. A suo tempo avevo auspicato il passo indietro della Cancellieri (che da ministro dellaGiustizia che si era interessata alla scarcerazione di Giulia Ligrestindr) sempre con una motivazione strettamente politica.
Altro che due pesi e due misure: le dimissioni si danno per una motivazione politica omorale, non per un avviso di garanzia”. Renzi inoltre considera la decisione di Lupi “una valutazione giusta e saggia”, “una scelta personale e molto degna”. Il suo successore, procede, “sarà decisivo per far ripartire l’Italia“, ma specifica che “non è importante in una logica interna dipartiti“. Il governo vuole “uno bravo”, puntualizza, per cui “il colore della tessera non ci interessa”. Poi riflette anche suErcole Incalza, il superdirigente delle Grandi opere finito in carcere su richiesta della Procura di Firenze: “Indipendentemente dalle indagini – sottolinea Renzi – un eccesso di permanenza al potere negli stessi posti non è mai positivo”.
Quanto a Vincenzo De Luca – sindaco decaduto di Salerno e condannato in primo grado per abuso d’ufficio che ha vinto le primarie del Pd in Campania e che sfiderà Caldoro alle regionali– Renzi spiega che “ha fatto una scelta diversa, considera giusto chiedere il voto agli elettori e si sente forte del risultato delle primarie”. Ma sulla modifica della legge Severinoin linea con quanto già dichiarato dai ministri Orlando e Boschi, il premier ribadisce che “non è all’ordine del giorno, non è un tema in discussione”.
Nel corso dell’intervista il premier parla anche di Massimo D’Alema, che al convegno sulla sinistra nel Pd a Roma ha attaccato la sua gestione “leaderistica e arrogante” del partito. “Gli iscritti diminuiscono, si diventa centro d’attrazione per il trasformismo italiano”, ha dichiarato l’ex presidente del Consiglio, aggiungendo che “le forze che sostengono Renzi sono fuori dal Pd, non sono gli iscritti. Abbiamo un partito senza un popolo e un popolo senza partito”. Parole che, dice Renzi aRepubblica, fanno parte di “un lessico che non mi appartiene. Espressioni che stanno bene in bocca a una vecchia gloria del wrestling, più che a un ex primo ministro”. Poi scherza: “Credo fosse arrabbiato per Roma-Fiorentina: ha capito che il vero giglio magico è sceso in campo all’Olimpico… Compito del Pd è cambiare l’Italia, sia che D’Alema voglia sia che D’Alema non voglia. E noi lo faremo”.

Renzi, 
attendiamo con ansia le tue dimissioni e pretendiamo di andare a votare subito! 
Inoltre, l'Italicum non passerà, nè ora nè mai. Puzza proprio, anzi spuzza!
Basta con questa voglia di dittatura massonica!
Basta con la voglia di dittatura in generale e poi 'sta massoneria tutta maschile, idiota, concentrata solo sul potere... ma poi tanto, è la vita, massoni e politici sappiatelo: morite pure voi, mica vi portate il potere nell'aldilà. Siete illusi di potere, ma di fatto non contate nulla! Anzi se vi incontriamo per strada vi schifiamo come le feci canine... meglio onesti che politici e non sia mai massonici, il cascame dell'umanità!

Costa Rica record: da 75 giorni l'energia è green al 100%. Tendenza da seguire!

Il 2015 del piccolo paese dell'America Centrale è all'insegna delle rinnovabili. In tre mesi per la sua elettricità non sono state prodotte emissioni né utilizzati combustibili fossili 

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Timbuktu - Trailer italiano ufficiale - Al cinema dal 12/02

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La Sorgente dell'Amore - clip - La voce delle donne

Il laureato emigrante: un capitale umano costato 23 miliardi che l'Italia regala all'estero

da: http://www.repubblica.it/economia/2015/03/23/news/il_laureato_emigrante_un_capitale_umano_costato_23_miliardi_che_l_italia_regala_all_estero-110242042/?ref=HREC1-13
L'inchiesta. I nostri giovani studiano nelle scuole pubbliche fin dalle elementari. Poi trovano un posto in Germania, Regno Unito, Brasile. Uno spreco enorme nell'indifferenza

GRECIA: PRESENTATORE TV CONFESSA, TRUCCATO IL VIDEO DI VAROUFAKIS =


Berlino, 19 mar. (AdnKronos) - 
Il video con il dito medio del ministro
delle Finanze greco Yanis Varoufakis alla Germania è un falso.
 A confessarlo pubblicamente è stato il presentatore del talkshow
satirico dell'emittente tedesca Zdf Neo Magazine Royale, con tanto di
scuse al diretto interessato: "Non lo faremo più".
Il presentatore Jon Böhmermann ha postato un video in cui spiega come
con il suo team siano riusciti a procurarsi le immagini e quindi a
manipolarle. 
Il video era stato trasmesso da un altro presentatore,
Guenther Jauch, della ARD, durante un'intervista domenica sera allo
stesso Varoufakis che rispondeva alle domande da Atene. 
Dopo lavisione del filmato il ministro aveva immediatamente preso le distanze
e denunciato che si trattava di un falso.


Ma 'sti tedeschi? no words!Ormai io non credo più ai mass media: tutto è fatto ad arte e del resto per il rispetto che porto al mio intelletto ora pretendo di non farmi sfiorare dalla pressione mediatica ma di pensare col mio cervello e di affidarmi al santissimo intuito. Questa consapevolezza della manipolazione mediatica mi allontana da sconvolgimenti inutili.

E la chiamano austerity: ma è solo per la popolazione!

da: http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamentoeuropeo/2015/03/scontri-allinauguraz.html
Scene da guerriglia a Francoforte.
Attivisti anti-austerity e forze dell'ordine si sono scontrati ripetutamente durante una manifestazione di protesta contro la nuova Eurotower.
La Bce non conosce #austerity, quella la impone solo ai cittadini.
Nonostante la crisi e i tagli imposti agli Stati europei, la Bce si è concessa una nuova faraonica sede. E' stata inaugurata oggi nell'area dei vecchi mercati generali di Francoforte, il nuovo grattacielo costato ai contribuenti europei ben 1,2 miliardi di euro.
Il grattacielo si estende per 185 metri di altezza e consiste in due edifici poligonali di 43 e 45 piani rispettivamente, dove si trovano gli uffici.
Rispetto al 2005 quando il progetto è stato approvato, il costo di realizzazione è aumentato del 41%. Da iniziali 850 milioni di euro, Mister Draghi ha speso1,2 miliardi.
Alla faccia dell'austerity.
Oggi a Francoforte la protesta del movimento Blockupy con scene da guerriglia. Sono stati incendiati alcuni cassonetti, poi si sono verificati scontri fra polizia e manifestanti con lanci di pietre, gas lacrimogeni, sit-in, sette auto della polizia bruciate e otto agenti feriti.
Fonti della Bbc dicono che la polizia tedesca avrebbe arrestato 350 manifestanti.
Per il portavoce Marco Valli, membro della Commissione per i problemi economici e finanziari, "non bisogna meravigliarsi, che la gente sia arrabbiata e protesti contro l'inaugurazione della nuova sede BCE. L'esorbitante costo dell'Eurotower è solo l'ultimo dei problemi...non bisogna dimenticare che la BCE ha erogato migliaia di miliardi di euro negli ultimi 5 anni alle banche private per stimolare l'economia, eppure di questi soldi pochissimi sono arrivati all'economia reale.bonus dei manager son tornati alti, come i dividendi in borsa eppure non ci son mai stati tanti disoccupati in Europa. Solo con la separazione bancaria proposta dal Movimento 5 Stelle si potrà mettere fine alla speculazione".

E Stilinga è convinta che siamo solo all'inizio delle rivolte.
E' inammissibile che si siano spesi 1 miliardo e rotti di euro per una torre fallica a Francoforte, frequentata per lo più da maschi cretini.
Inoltre, il costo è aumentato del 41%: corruzione ci cova, speriamo che i magistrati indaghino. 
E poi era necessaria una torre nuova per tanti economisti pazzi che fanno solo gli affari delle lobbies e non degli europei? 
A chi serve 'sta specie di Europa? di fatto una Europeuccia. 
A chi serve massacrare economicamente le popolazioni? Ai soliti capitalisti. 
E meno male che qualcuno si è svegliato e speriamo che la sveglia sia una doccia gelata per chi ha costruito questo sistema economico basato solo sulle diseguaglianze. Sistema che deve cambiare sostanzialmente.
Così non è più possibile andare avanti (infatti siamo in recessione).
Mario Draghi dice che bisogna ascoltare la popolazione: no, la popolazione è sovrana, voi economisti della Bce, dovete servirla, non ascoltarla. 
Se siete arrivati a quei livelli di altezza, evidentemente ora vi gira la testa, mentre dovreste essere ancorati al basso e lavorare alacremente per soddisfare i vostri padroni cioè LA POPOLAZIONE EUROPEA. 
Quindi ben vengano le rivolte e speriamo che gli economisti della Bce si siano spaventati ben bene.  Se lo meritano! 

Non possono e non devono giocare con i destini degli Europei. 

Questo non è potere è abominio e poi puoi pure vestire "professional" e frequentare "chi conta" ma sempre malfattore rimani e la gente lo capisce che le belle forme e le riforme e le leggi astruse sono fatte per incasinare (e fregare) la popolazione, quindi che stima si può avere per giacca e cravatta? Nessuna!

“Abbiamo già detto no, ci disprezzano”


Intervista di Silvia Truzzi a Lorenza Carlassare
da Il Fatto Quotidiano tramite Libertà e Giustizia
“Proviamo a essere ottimisti: nel 2005 ci fu un tentativo di riforma costituzionale: si ricorda Calderoli? Ecco, la Costituzione riscritta da un dentista fu respinta al mittente dai cittadini con il referendum dell’anno successivo. Potrebbe succedere anche questa volta”, spiega Lorenza Carlassare, professore emerito di Diritto costituzionale a Padova.
Perché ricorda oggi la riforma di Berlusconi?
In qualunque Paese – non dico civile, ma appena appena decente – non si riproporrebbero riforme che vanno nella stessa direzione di altre bocciate qualche anno prima. La cosa che mi allarma di più è l’assenza di considerazione, per non dire il disprezzo, verso l’opinione dei cittadini. Il popolo ha già detto no a una riforma che rafforzi i poteri del governo a scapito delle istituzioni rappresentative e li concentri in un unico vertice: la legge attuale diminuisce più dell’altra il peso della volontà popolare, abbassa ancora il livello di democrazia.
Il governo esulta, il dado è tratto. O quasi.
Al premier esultante vorrei dire che la democrazia non ha bisogno di capi, ha bisogno di partecipazione. Comunque, da un punto di vista procedurale sottolineo che non è la Costituzione che impone al Senato di soffermarsi solo sulle parti emendate dalla Camera, in prima lettura. Sono i regolamenti parlamentari. In un caso così grave, dove in realtà non c’è stato un dibattito serio e approfondito, ma il testo è stato approvato – a mio avviso illegittimamente – utilizzando ‘canguri’ per eliminare dalla discussione emendamenti sgraditi e i tempi sono stati forzati con sedute notturne, impensabili in una democrazia normale, la possibilità di riconsiderare alcune norme, le più discutibili, sarebbe indispensabile. È davvero un’occasione perduta. Si poteva fare una riforma utile, invece di  questo sgorbio con un Senato non elettivo cui si attribuisce il potere di decidere su materie costituzionali. Non credo che Renzi, l’innovatore, si sia reso conto del carattere profondamente conservatore di questa riforma.
Perché conservatore?
Il nuovo Senato tanto mal concepito avrà competenza in materia costituzionale e dunque anche in un eventuale iter correttivo della riforma. Il suo voto è determinante, allo stesso modo di quello della Camera dei deputati. Se domani qualcuno avesse l’idea di mettere ordine in questa riforma strampalata del Senato, magari modificandone la  composizione e le modalità di elezione, i nuovi ‘senatori’ (consiglieri regionali e sindaci che si nominano fra loro!) potrebbero bloccare qualunque modifica contraria ai loro interessi. Così , anziché rinnovarsi, questo ceto politico non fa altro che auto conservarsi.
Lei ha detto più volte che il carattere non elettivo è fortemente antidemocratico.
Ma certo: una repubblica democratica non può avere una Camera alta non elettiva che esercita funzioni costituzionali! Se uniamo questa riforma alla eliminazione delle Province – che in realtà ci sono ancora, ma senza alcun organo eletto dal popolo – e una legge elettorale dove l’esito del voto è completamente alterato, si vede bene che il popolo, anziché il sovrano, è considerato un fastidio da tacitare.
Che pensa dei deputati divisi, quelli che volevano votare no e hanno votato sì per fedeltà alla ditta e viceversa?
È stato un gioco delle parti, sia in Forza Italia che nel Pd, una buffonata, come se si trattasse di una decisione di poco conto e non del delicatissimo equilibrio dei poteri che sta alla base della nostra architettura costituzionale.
C’è ancora la partita della legge elettorale.
La famosa legge truffa del 1953 che scatenò tante battaglie in Parlamento e fuori, era più democratica dell’Italicum perché il premio di maggioranza veniva attribuito alla coalizione che otteneva il 50 per cento, ossia a chi la maggioranza l’aveva già. E poi, se nessuno raggiungeva questa soglia, il premio non scattava; e infatti non scattò! Nell’Italicum invece – che ricorda la legge Acerbo del 1923 – se nessuno raggiunge il 40 per cento, il premio viene comunque attribuito dopo il ballottaggio tra le due liste più votate qualunque sia la percentuale ottenuta! Si prende tutto anche con un seguito popolare assai modesto: la minoranza governa indisturbata.
Il Fatto Quotidiano  –  13 Marzo 2015

E Stilinga pensa che questi residui politici che ci governano senza essere stati legittimati dalle elezioni farebbero bene a collassare e a sparire dall'agone politico visto il male che fanno al Paese. Inoltre, non pasaran! Ci credo proprio gonzi! Ma sottovalutare il popolo è la loro fine!