Italicum, così il governo scavalca la costituzione

Lorenza Carlassare, professore emerito di Diritto costituzionale a Padova, così commenta le affermazioni del politologo Roberto D’Alimonte –padre dell’Italicum – riportate dal Fatto : “È molto interessante quello che dice D’Alimonte: una delle accuse che venivano mosse alla legge elettorale, era proprio che una legge ordinaria cambiasse la forma di governo, aggirando la Costituzione.” 
Ma il professore sostiene che la forma di governo non cambia. 
Può dire quello che vuole, però se c’è l’elezione diretta del premier cambia la forma di governo. D’Alimonte si è lasciato sfuggire un’ammissione non da poco. Ed è importante, perché denuncia l’assoluta incostituzionalità dell’Italicum. Se nel nuovo meccanismo è presente l’elezione diretta del premier, si vanificano tutti gli articoli della Carta che disciplinano la formazione del governo, la nomina da parte del presidente della Repubblica e via dicendo. Con quest’affermazione si danno la zappa sui piedi, cioè ammettono quello che la maggioranza dei detrattori dell’Italicum contesta loro. 
E sulla sostituzione dei dieci dissidenti in Commissione Affari costituzionali lei cosa pensa? 
Sul piano giuridico non è ammissibile, perché va a toccare la libertà di scelta che ai parlamentari è garantita dall’articolo 67 della Costituzione, che prevede il divieto del vincolo di mandato. Il gruppo può agire successivamente sul parlamentare, sanzionandolo, ma non nel momento in cui esprime il suo voto. Vorrei anche sottolineare che tutto il cammino della legge elettorale e della riforma del Senato ha seguito una strada anomala. Attenzione però: in questo campo la forma è sostanzaNelle forme, e con i tempi imposti per questo speciale procedimento che esige ponderazione. Il governo invece ha messo continui paletti: il canguro, le sedute fiume… tutte cose che vanno in un senso opposto a quanto prescrive la nostra legge fondamentale. Io credo che nella legge di revisione costituzionale sul Senato ci siano vizi di forma e in questa vedo un’alta probabilità che la Consulta la dichiari illegittima.
 L’Italicum assomiglia troppo al Porcellum? 
Non è solo questo. È una legge che intende aggirare la Costituzione. I sostenitori dell’Italicum confondono e falsificano un’infinità di cose, mettendo insieme situazioni non assimilabili tra loroNon si possono fare paragoni con la Francia, dicendo che anche in quel sistema c’è il ballottaggio. Certo che c’è: ma è per l’elezione del presidente. Che è un organo monocratico, con poteri molto forti. Oltralpe si vota per l’assemblea legislativa con elezioni diverse. Da noi si vuol fare in modo che con uno stesso ballottaggio si eleggano il capo del governo e i membri del Parlamento. Come al supermercato: prendi due e paghi uno. 
Quindi?
Quindi si vanifica il principio cardine del costituzionalismo liberale, quello della divisione dei poteri che a vicenda si limitano e si controllano. Un Parlamento così eletto non può certamente controllare il governo. Hanno dimenticato che l’assemblea legislativa deve essere rappresentativa: ma rappresentativa dei cittadini elettori, non del governo! 
Il primo articolo della Carta dice che la sovranità appartiene al popolo. 
Appunto: hanno dimenticato il popolo. Il popolo è diventato ininfluente. 
Perché il governo vuol scavalcare la Costituzione?
Non avrei mai pensato di essere d’accordo con Berlusconi: ma è vero, è bulimia del potere. Eliminando le opposizioni, c’è una persona che governa con una maggioranza che esclude dalle decisioni ogni altro, una maggioranza formata da persone selezionate dalla segreteria del partito vincitore. Ce lo siamo già detti, sono le stesse ragioni che Mussolini portava a sostegno della Legge Acerbo nel 1923: velocità delle decisioni, la necessità di procedere senza intoppi, dibattiti, confronti. Senza contrasti e contrapposizioni. Siamo, ormai da tempo, fuori dal costituzionalismo liberale, non solo fuori dalla nostra Costituzione. Un disegno portato avanti attraverso atti di prepotenza e prevaricazione.
Da Il Fatto Quotidiano del 24/04/2015.

"La prostituta imprenditrice di se stessa? E' solo un mito". Parla la tedesca Inge

da: http://espresso.repubblica.it/visioni/societa/2015/04/24/news/la-prostituta-imprenditrice-di-se-stessa-e-solo-un-mito-la-testimonianza-della-tedesca-inge-1.209433?ref=HRBZ-1

E' stato di recente calendarizzato un disegno di legge, bipartisan, perregolamentare la prostituzione (tra firmatari e cofirmatari sono almeno 77 deputati e senatori), che in Italia è già assolutamente legale. Dove praticarla? In strada? In case affittate? In bordelli più o meno dichiarati? Il ddl prevede, tra le varie cose, da un lato un superamento della Merlin: depenalizzando appunto il reato di favoreggiamento, si consentirebbe di affittare appartamenti, locali e stanze per l'attività di commercio del sesso. Lo scopo è sia quello di evitare la prostituzione lungo le strade, sia di riconoscere il commercio sessuale alla stregua di ogni altra attività professionale, mediante l'iscrizione della prostituta alla Camera di Commercio, previo versamento di alcune migliaia di euro. In tal modo, come ogni libera (o libero) professionista, potrebbe emettere fattura, pagare le tasse e accedere a un regime pensionistico.

Una professione come un'altra, dunque, da controllare dal punto di vista medico (anche se non si capisce perché non sia il cliente a dover essere controllato e di conseguenza le loro mogli o partner eventuali), anche se lo stigma sociale che grava su di essa appare insuperabile. Nessuno vuole che venga esercitata vicino casa propria, nessuno desidera che la propria figlia o figlio la pratichi. E' inoltre, un'attività in cui, a parte rari casi, si guadagnano cifre molto modeste a fronte di un'usura fisica e morale devastanti. 


Con la depenalizzazione del favoreggiamento, erroneamente chiamato “legalizzazione della prostituzione”, che in Italia non è un reato (lo sono sfruttamento, favoreggiamento, induzione, prostituzione minorile e tratta) si darebbe piuttosto il via libera a una potenziale e fiorente categoria imprenditoriale: i tenutari di bordelli. E se nei propositi il disegno di legge parla di locali autogestiti, si può immaginare quanto facilmente si possa aggirare la questione.


Mentre in Italia ci si adopera a far passare questa legge, in Germania dove esistono già bordelli legali e esiste la possibilità di tassare l'attività, si stanno facendo poderose marce indietro: la scelta fatta nel 2002 dal governo Schröder Spd e Verdi, si è rivelata un clamoroso insuccesso sociale e un'ottima opportunità per la criminalità. Oggi- secondo quanto riportato da un articolo di Der Spiegel - ci sono dai 3000 ai 3.500 locali a luci rosse. Si tratta di 500 bordelli a Berlino, 70 a Osnabrück, 270 al confine con la Francia.


Il racconto di Inge, ex prostituta tedesca, ripercorre la situazione attuale : si è prostituita a Berlino quando era ancora un transident, con un'identità transitoria, né donna né uomo, quello che noi chiamiamo ermafrodita. Ora si è operata, è definitivamente donna, felicemente sposata, ha un impiego e lavora come volontaria nei centri di reinserimento per aiutare le sue ex compagne di vita a ritrovare una strada diversa.

Come ha iniziato?
Ho iniziato per difficoltà economiche, come tutte. La motivazione è la maggior parte delle volte finanziaria. Come prostituta ero ricercatissima anche se io vivevo il mio corpo come un' anomalia.

Si guadagna bene in questi locali ? 
L'affitto di una stanza in un bordello di lusso costa da 140 a 160 euro al giorno, se passi la mezzanotte, paghi il doppio, quindi, almeno 300 euro. Se hai lavorato molto bene in quelle ore, e se ce la fai, lavori con otto uomini. Alla fine della settimana resta veramente molto poco.

Si pagano le tasse in Germania con questa professione?
Esiste la possibilità ma nessuna lo ha mai fatto. Per pagarti la pensione non basta quello che guadagni: come si fa a accantonare 1200 euro al mese? E poi, ed è la questione principale, nessuna vuole iscriversi come prostituta perché ti resta il marchio a vita. Visto che al massimo lavori fino ai 35 anni, se ce la fai a uscire dal giro, e ti presenti in un posto di lavoro che referenze presenti? E comunque, nessun cliente vuole lasciare nome cognome e codice fiscale. A chi intesti la fattura? I clienti non vogliono lasciare generalità anche per paura di essere ricattati...o di lasciare tracce.

E quando si parla di prostitute dai guadagni stellari?
Mi chiedo se quei guadagni così alti non siano frutto di ricatti, magari a politici o uomini di affari. Io non conosco nessuna che si sia arricchita. Però tutto può essere.

Di che cifre si parla?
Dipende anche dalle prestazioni. Più ne soddisfi più puoi guadagnare.

Che genere di prestazioni?
Arriva quello col cane e pretende che tu faccia delle cose col cane, oppure quello che deve indossare biancheria da donna per avere l'orgasmo, si chiama Damenwäschenträger. Quasi mai è un semplice rapporto sessuale. Un mio cliente voleva che conservassi i preservativi degli altri perché voleva ingoiarne il contenuto.

Però, sempre nell'ottica di scegliere liberamente la professione, altrettanto liberamente si potrebbe dire: “ questo no”.
In quel caso il cliente esce fuori e dice “lei non fa quello che chiedo”. Se dici di no, o c'è il proprietario del locale che ti caccia, o non lavori più perché le colleghe fanno al posto tuo quello che tu non fai. Allora sei costretta ad accettare per non perdere lavoro e perché non si metta in giro una cattiva voce su di te, tipo: “quella non fa niente”. A volte lo fanno anche per deprezzarti in modo che così costi meno la volta successiva. Anche tra di loro le prostitute si fanno una concorrenza spietata, si dicono per esempio: “lei è malata” oppure “io faccio questo, lei non lo fa”. La solidarietà, come immaginabile, non esiste. I clienti, loro, cercano sempre merce nuova.


Quindi non sono “impresarie di se stesse” come in Italia chi è a favore della legge definisce le prostitute? 
Non capisco cosa significhi. Se si parla di una soluzione per la tratta, con i bordelli legali la tratta non è mai stata più fiorente. Sono per la maggior parte ragazzine che vengono dai paesi dell'Est: dalla Russia, dall'Ungheria, dalla Bulgaria. Non parlano tedesco, non sanno di avere dei diritti, né vogliono che le loro famiglie sappiano. Ci sono moltissime donne rom gestite dalla mafia rom. Prima c'era un solo un proprietario, ora ne hanno due: chi le obbliga e il padrone del bordello. Prima c'erano solo papponi tedeschi e il fenomeno era più controllato. Ora sono albanesi, rumeni, ungheresi che si sparano tra loro. Dialogano così.


La condizione che si vuole porre in Italia sarebbe che chi gestisce il locale faccia la stessa professione, organizzandosi magari con delle cooperative.
Da noi non ha mai funzionato, non reggono la concorrenza di gestori più potenti, con giri e ricambio continuo di ragazze sempre più giovani.

C'è maggiore sicurezza almeno?
Al contrario. Quello che succede in quelle stanze è affare tuo e del cliente. Il proprietario ti affitta solo la camera: se ti uccide un cliente ti ritrova la mattina dopo la donna delle pulizie. (Dal 2010 al 2015 sono state uccise 33 prostitute) .

Quanti giorni si lavora a settimana? 
Dipende. Non tutti i giorni.

Cosa fanno le prostitute quando smettono?
Da noi ci sono dei centri di recupero di vario genere. Ci sono quelli per il recupero dalla tossicodipendenza, dall'alcol, da tutti i tipi di dipendenze e dalla violenza, ci sono i consultori per le ragazze madri, per chi non ha una casa...Una prostituta rientra spesso in tutte queste categorie. E in più è discriminata. Solo alcune, come me, ce la fanno a ritrovare una strada.

Ancora in un'ottica di libertà di scelta: nessuno le obbliga a drogarsi o a bere...
In questi locali circola sempre moltissima droga, anche se non vuoi, per intrattenere i clienti e andare avanti con loro o bevi o ti droghi, o entrambe le cose. Oppure succede che le ragazze arrivano alla prostituzione proprio dalla droga, per pagarsela. Sono quelle che fanno di tutto e si fanno fare di tutto per pochissimi soldi. Comunque non hai molta scelta: devi reggere le prestazioni che ti chiedono e fingere di stare molto bene mentre ti fa schifo tutto. Non arriva mica Brad Pitt! E poi c'è lo schifo dell'odore da superare: quando mi prostituivo, per levarmelo di dosso, mi lavavo con la spugna dei piatti fino a farmi uscire il sangue

Non c'è tutto quel rito delle docce in questi posti, come nelle spa?
Mica sempre. E comunque rimane quell'odore disgustoso di minestrone rancido, uguale per tutti. Credo che sia l'eccitazione che li fa puzzare così.


Con la nuova legge in Italia si vorrebbe introdurre una campagna per il sesso sicuro, e per l'uso del preservativo con le prostitute...
Ah, e chi controlla chi si mette o meno il preservativo? Lo spirito santo? Le ragazze hanno tutto l'interesse a proteggersi. Sono i clienti che non vogliono. Inoltre prima c'erano delle forme di controllo medico imposte. Una volta che liberalizzi non puoi imporre più niente.

E Stilinga pensa che se davvero si vuole cancellare la prostituzione dalla faccia della terra servono 3 cose: 

  1. onesto lavoro per le donne,
  2. stipendi adeguati per vivere per le donne,
  3. campagne di consapevolezza per i clienti (come dice Inge: "ti fa schifo tutto. Non arriva mica Brad Pitt!" ) e magari pure centri di supporto psicologici, non è normale usare le prostitute come oggetti, forse qualche problemino nelle relazioni sociali i clienti lo hanno, o no?