Report La grande ricchezza

Report La grande ricchezza

e la chiamano tecnologia tedesca!

da:http://www.repubblica.it/economia/finanza/2014/05/26/news/audi_studio_lager-87278387/?ref=HREC1-17 

Audi, studio shock: la casa auto ha sfruttato i prigionieri dei Lager

La stessa azienda automobilistica ha commissionato la ricerca a due storici. Approdo sconvolgente per i vertici: riemergono sette campi di lavoro a servizio esclusivo di quella che era la Auto Union. "Responsabilità morale" per la morte di 4.500 detenuti impiegati nei propri impianti. Ingolstadt gelata, già pronti risarcimenti

MILANO - "Un enorme shock". Così i vertici di Audi hanno commentato i risultati di uno studio, commissionato dalla stessa casa automobilistica tedesca e diffuso oggi, sullo sfruttamento dei prigionieri dei campi di concentramento nazisti negli impianti del marchio Auto Union (da cui è poi derivata la stessa Audi). La ricerca ha soprattutto portato a riscrivere il ruolo di Richard Bruhn, considerato il "padre di Auto Union" ma anche uno degli artefici della trasformazione post-bellica di Audi.

Grazie ai suoi "strettissimi legami" con i vertici del terzo Reich, Bruhn - un civile ma con uno status (Wehrwirtschaftsfuehrer) simile a quello di un alto ufficiale - sarebbe riuscito a organizzare uno sfruttamento su larga scala dei prigionieri dei lager nazisti (per un quarto ebrei). Lo studio ha portato alla luce l'esistenza di sette campi di lavoro forzato gestiti dalle SS e al servizio esclusivo di Auto Union: queste strutture avrebbero impegnato 3700 prigionieri mentre altri 16.500 lavoratori sarebbero stati costretti a lavorare nelle due fabbriche di Zwickau e Chemintz, in Sassonia. In totale, secondo la ricerca guidata dagli storici Martin Kukowski e Rudolf Boch, Auto Union avrebbe la "responsabilità morale" per la morte di circa 4.500 detenuti impegnati presso i propri impianti.

La rivelazione sta provocando in Germania un'ondata di indignazione: nella patria di Audi, Ingolstadt, il sindaco Christian Lösel ha già annunciato l'intenzione di ribattezzare la 'Bruhnstrasse',
una delle principali arterie della città bavarese. Dal canto suo Audi ha subito espresso la disponibilità a erogare risarcimenti ad eventuali superstiti dei 'lager di Auto Union'.

Questa unione europea a noi non piace!

Da http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/05/19/la-ue-via-la-data-di-scadenza-da-pasta-e-caffe-ma-e-battaglia18.html

La Ue: via la data di scadenza da pasta e caffé Ma è battaglia

ROMA . Lunga vita a pasta, riso e caffè. L'Unione Europea si appresta a rivoluzionare le dispense eliminando la tradizionale dicitura "Da consumarsi preferibilmente" dalle etichette di confezione di molti prodotti. E già si annuncia un agguerrito fronte di contrari, dalla Coldiretti ai nutrizionisti. Stamattina a Bruxelles è all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri dell'agricoltura una proposta avanzata dalle delegazioni di Olanda e Svezia: via per sempre il Tmc. Alias "Termine minimo di conservazione". «Il Tmc è un'indicazione ben diversa dalla data di scadenza», dice preoccupato Rolando Manfredini, responsabile qualità e sicurezza alimentare Coldiretti, «ma pur sempre introdotta con lo scopo di tutelare i consumatori». Ad appoggiare olandesi e svedesi ci sono Austria, Germania, Danimarca e Lussemburgo. Tutti convinti, evidentemente, della necessità di contenere gli sprechi di cibo che contraddistinguono la maggior parte dei paesi europei. 

Bisogna vedere cosa diranno gli altri paesi, ma la questione rischia di trasformarsi in un braccio di ferro europeo. Di certo, rimarrà tutto uguale per gli alimenti ever green: vino, aceto, sale, zucchero, bevande alcoliche. Stesso discorso per quei cibi dalla vita breve (che hanno il termine di scadenza obbligatorio e ben chiaro sull'etichetta) come latte, yogurt, olio di oliva extra vergine, prosciutto affettato. 

Potrebbe cambiare tutto, invece, per gli "ibridi". Parliamo di pasta, riso, caffè. Ma anche di formaggi duri, biscotti, cracker e surgelati. Alimenti che, grazie alla benedizione dell'Ue, potrebbero diventare praticamente eterni. Olanda e Svezia ritengono che tutti i prodotti che hanno una lunga durata, e conservano la loro qualità per un tempo molto prolungato, potrebbero essere esentati dall'obbligo di fornire una data sull'etichetta. Il rischio è che, in tempi difficili, con questo ulteriore cambiamento la scadenza diventi un concetto sempre più vago e inane.

 «Già oggi, complice la crisi economica, appena il 36% degli italiani dichiara di attenersi rigorosamente alla data di scadenza dei prodotti riservandosi di valutare personalmente la qualità», spiega Manfredini, «solo il 54% degli italiani controlla una volta al mese il frigorifero e il 65% la dispensa». Ma non è così che si risparmia. Anzi. «Apparentemente la proposta sul tavolo della Ue mira a ridurre gli sprechi ma in realtà si va contro la salute perché tanto più ci si allontana dalla data di scadenza tanto più vengono a mancare i requisiti di qualità del prodotto, come il sapore e la fragranza». Ci troveremmo di fronte, insomma, a una sorta di "degradazione naturale" della dispensa.
 «È impossibile che il caffè o la pasta consumati dopo qualche mese abbiano lo stesso sapore», conclude Manfredini. I dati sugli sprechi, però, sembrano dare ragione a olandesi e svedesi. In Italia, ogni anno, una famiglia spende 515 euro in alimenti che non consumerà mai. Più di 4 mila tonnellate di cibo acquistate dai consumatori e buttate, ogni giorno, in discarica.



E Stilinga pensa che Olanda, Svezia, Danimarca, Lussemburgo e Germani mettano a serio rischio la salute dei cittadini europei che già mangiano male ed economico, vedi la crisi, quando invece la qualità del cibo è la base per essere in salute. 

Ma pare che i paesi del Nord Europa se ne freghino di gravare sui servizi sanitari dei vari stati, visto che credono che la scadenza da indicare sui cibi sia un semplice accessorio. 

Purtroppo questi non capiscono nulla di nutrizione e tanto meno di qualità dei cibi, sigh!
Ci auguriamo che 'sta roba cretina non passi!