Dignità, valore che dovrebbe essere rafforzato nel popolo italiano

da: http://www.treccani.it/enciclopedia/dignita/

Dignità




La condizione di nobiltà ontologica e morale in cui l’uomo è posto dalla sua natura umana, e insieme il rispetto che per tale condizione gli è dovuto e che egli deve a sé stesso. La d. piena e non graduabile di ogni essere umano (il suum di ciascuno), ossia il valore che ogni uomo possiede per il semplice fatto di essere uomo e di esistere è ciò che qualifica la persona, individuo unico e irripetibile. Il valore dell’esistenza individuale è dunque l’autentico fondamento della d. umana.
Secondo Tommaso d’Aquino e la concezione cristiana, la d. dell’uomo sta nel suo essere creato a immagine e somiglianza di Dio e nella sua capacità di orientare le proprie scelte in una continua tensione etica verso Dio. Per I. Kant, la d. dell’uomo sta nel suo essere razionale e capace di vita morale, ed è ciò che gli impone di agire sempre «in modo da trattare l’uomo, così in te come negli altri, sempre anche come fine e mai solo come mezzo».
Sotto il profilo giuridico-ordinamentale, emerge un riferimento alla d. della persona come titolarità organica di interessi intrinsecamente legati alla natura umana, ossia come riconoscimento di un diritto costitutivo e inviolabile corrispondente alla qualità di uomo in quanto tale, dal concepimento alla morte naturale. Nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 si legge che «l’unico e sufficiente titolo necessario per il riconoscimento della d. di un individuo è la sua partecipazione alla comune umanità». Il principio di uguaglianza e non discriminazione, fondato sul riconoscimento della pari d. ontologica di ciascun uomo, costituisce, infatti, il cardine della moderna civiltà giuridica e dello stato di diritto. Ogni persona, pertanto, è tutelata dal diritto in maniera diretta e immediata in virtù del valore autonomo e intrinseco della sua dignità. Per questo una società giusta può essere realizzata solo nel rispetto e nella promozione della d. di ogni persona, fine e valore in sé.
altri apporti: http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/D/dignita.shtml

Questo valore è da rinvigorire sia nei vertici dello Stato (vedi trattativa Stato-mafia, vedi Alfano ed il Kazakistan, vedi Alfano e Genny 'a carogna, vedi Berlusconi e i giudici, vedi Renzi e Obama, etc. etc.) che in tutto il popolo italiano, troppo pronto a farsi servo e paurosamente voglioso di essere suddito e schiavo del tiranno o despota o personaggio carismatico del momento.

Prevenire le malattie: il cibo come cura! Cura, cura!

Alimentazione, tumori e altre malattie:

approfondimento utile per prevenire e curare (!) molte malattie da  le Iene 

Hey Boko Haram, pick up a Quran and BRING BACK OUR GIRLS!

from: http://religion.blogs.cnn.com/2014/05/06/hey-boko-haram-pick-up-a-quran/

Hey Boko Haram, pick up a Quran and bring back our girls

Opinion by Arsalan Iftikhar, special to CNN 
(CNN) - Hey Boko Haram, have you read the Quran lately?
Most of the 1.6 billion Muslims in the world have, and we're utterly certain that it condemns kidnapping young girls and selling them into slavery - no matter what you say "Allah" tells you.chibo
According to Amnesty International, several hundred schoolgirls - both Christian and Muslim - between the ages of 16 and 18 were abducted at gunpoint on April 14 from their rooms at the Government Girls Secondary School in Chibok, Nigeria, where they had been sleeping.
The armed extremist group Boko Haram, which roughly translates to “Western Education is Sin,” claimed responsibility for these mass kidnappings and threatened to sell these young girls for as little as $12 into sex slavery or forced “marriages” to members of their group.
"I abducted your girls. I will sell them in the market, by Allah," a man claiming to be Boko Haram leader Abubakar Shekau said in a video first obtained by Agence France-Presse.
"There is a market for selling humans. Allah says I should sell. He commands me to sell. I will sell women. I sell women," he continued, according to a CNN translationfrom the local Hausa language.
As a Muslim human rights lawyer, it is obscene and absolutely un-Islamic for these lunatic human traffickers to invoke the name of God while kidnapping young girls and threatening to sell them into sexual slavery.
The leaders of Boko Haram have clearly never read the Holy Quran, which states quite clearly that “oppression is worse than murder” (2:191) and that nobody “shall force girls to commit prostitution” (24:33).
They must have also missed the numerous times that the Prophet Muhammad categorically stated during his life that women or children were never to be harmed under any situation.
“These abducted schoolgirls are my sisters,” said 2013 Nobel Peace Prize nominee Malala Yousafzai recently in a New York Times interview on the Boko Haram kidnappings.
“The international community and the government of Nigeria (must) take action and save my sisters. … It should be our duty to speak up for our brothers and sisters in Nigeria who are in a very difficult situation.”
The real heroes are young Muslim women like Malala Yousafzai and these latest Nigerian schoolgirls who continue to assert their basic human rights to education in the face of danger every day.
These amazing young women will help to empower and motivate our young Muslim girls to become their countries’ next generations of scientists, technologists, engineers and doctors.
In the meantime, the rest of the world’s Muslim population will continue to denounce extremists like Boko Haram.
And we will  proudly stand in solidarity with these missing young schoolgirls in Nigeria, and every other woman around the world who continues to fight for her basic human rights.

Gli F35 e la costituzione italiana fanno a cazzotti!

Gli F35 a che guerra servono? e poi per quale ragione l'Italia dovrebbe acquistare gli aerei più sola del mondo? per evitare che gli USA spendino soldi? visto che li dovrebbe comprare lo stato italiano!

E basta essere gli scendiletto americani! Davvero! siamo nel 2014 qualcuno se ne è accorto?

Maggiori info: 
http://video.repubblica.it/dossier/fischia-il-vento/fischia-il-vento-la-guerra-miliardaria-degli-f35/164104/162594


ARTICOLO 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.


Report del 28.04.2014 L'agenzia delle entrate ed equitalia...

Stilinga anche 'sta notte ha chiuso poco l'occhi a causa della puntata di Report su Equitalia/Agenzia delle Entrate, per cui molti italiani si sono ammazzati, ma la morale è la seguente:
-NON NE VALE LA PENA! MEGLIO FARE EMERGERE L'INIQUITA' DI EQUITALIA E FARLA CHIUDERE!

E' un sistema sbagliato, anti democratico anti costituzione e basato sul concetto desueto e stiracchiato del perseguire i piccoli che non hanno le forze per reagire agli accertamenti e lasciare andare i grandi che potrebbero contrastare gli accertamenti, assoldando schiere di avvocati e professionisti vari  e per questo sono intoccabili e anzi sono coloro che debbono essere serviti e riveriti.

La cosa più sconvolgente della puntata è il costo di Equitalia: 1 miliardo di euro!

Soldi malissimo spesi da tutti noi per affittare edifici (e giustamente i giornalisti si chiedono ma tutto il patrimonio immobiliare dello stato non basta per ospitare gli uffici di Equitalia?), per pagare le tende (almeno 140.000,00 euro in una sede! saranno tendedi seta i cui bachi venivano alimentati a caviale!), per pagare al direttore delle Marche una sedia da 8.000,00 euro! Follie!

E poi quelli di Equitalia terrorizzano gli italiani  per estorcere loro mazzette!

Insomma, allora si dichiarasse che l' Italia è fondata sulla mafia, sulla truffa e sulla forza!

Inoltre, è arrivato il tempo di fare pagare le tasse a chi ha portato i soldi nel buco al centro dell'Europa che è la Svizzera!

Se Renzi deve cambiare l'Italia, inizi a rastrellare le tasse dove ci sono i soldi riciclati!

I piccoli sono inca**ati neri e siccome capita che improvvisamente si sveglino e quando accade c'è la rivoluzione, stiano in campana il governo e pure L'agenzia delle Entrate!

Report Il socio occulto

Report Il socio occulto

I re dormienti d’Europa - micromega-online - micromega

I re dormienti d’Europa - micromega-online - micromega

Di Barbara Spinelli

Raggruppati in un'Unione che non ha niente da dire in politica estera – né sulle proprie marche di confine a Est o nel Mediterraneo, né sull'alleanza con gli Stati Uniti, né sulla democrazia che intendono rappresentare – i governi europei s'aggirano sul palcoscenico del mondo come inebetiti, lo sguardo svogliato, le idee sparpagliate e soprattutto incostanti. Si atteggiano a sovrani, ma hanno dimenticato cosa sia una corona, e cosa uno scettro.

L'ossessione è fare affari, e dei mercati continuano a ignorare le incapacità, pur avendole toccate con mano. S'aggrappano a un'Alleanza atlantica per nulla paritaria, dominata da una superpotenza che è in declino e che proprio per questo tende a riprodurre in Europa il vecchio ordine bipolare, russo-americano, lascito della guerra fredda.

Sono anni che gli Europei dormono, ignari di un mondo che attorno a loro muta. 

Non c'è evento, non c'è trattativa internazionale che li veda protagonisti, pronti a unirsi per dire quello che vogliono fare. A volte alzano la voce per difendere posizioni autonome, ma la voce presto scema, s'insabbia. Lo si vede in Ucraina: marca di confine incandescente sia per l'Unione, sia per la Russia. Lo si vede nel negoziato euro-americano che darà vita a un patto economico destinato ad affiancare quello militare: il Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (Ttip). Lo si vede nella battaglia indolente, e infruttuosa, contro i piani di sorveglianza dell'Agenzia Usa per la sicurezza nazionale (Nsa), disvelati da Edward Snowden nel 2013. Sono tre prove essenziali, e l'Unione le sta fallendo tutte.

Le sta fallendo in Ucraina, perché l'Europa non ha ancora ripensato i rapporti con la Russia. Non sa nulla di quel che si muove e bolle in quel mondo enorme e opaco. Non sa valutare le paure e gli interessi moscoviti, né i pericoli della riaccesa volontà di potenza che Putin incarna. Non capisce come mai Putin sia popolare in patria, e anche in tante regioni ex sovietiche che appartengono ormai a altri Stati e includono vaste e declassate comunità russe. Non sapendo parlare con Mosca, gli Europei lasciano che siano gli Stati Uniti, ancora una volta, a fronteggiare il caos inasprendolo. È Washington a promettere garanzie al governo ucraino, a diffidare Mosca da annessioni, ad allarmarla minacciando di spostare il perimetro Nato a est. 

L'Europa sta a guardare, persuasa che bastino i piani di austerità proposti da Fondo Monetario e Commissione europea, se Kiev entrerà nella sua orbita. Questo è infatti lo scettro, l'unico che l'Unione sappia oggi impugnare: non una politica estera, ma un ricettario economico liberista misto a formule moraleggianti sul debito, scrive lo storico russo Dmitri Trenin che dirige a Mosca il Carnegie Endowment for International Peace. Quasi che il dramma degli Stati fallimentari, nel mondo, fosse soltanto finanziario.

La risposta politica a tali fallimenti è affidata a Obama, e per forza gli sbagli commessi dagli Europei si ripetono (basti ricordare l'errore madornale di Kohl, quando disse negli anni '90 che la Slovenia "meritava l'indipendenza", essendo "etnicamente omogenea"). Depoliticizzata, l'Europa subisce il ritorno anacronistico del duopolio russo-americano. È Washington a decidere se Kiev debba essere il nuovo scudo orientale della Nato, nonostante il popolo ucraino preferisca evidentemente la neutralità. Per quasi mezzo secolo l'avamposto fu la Germania Ovest, poi sostituita dalla Polonia: ora Varsavia spera che al proprio posto s'erga un'Ucraina occidentalizzata d'imperio, frantumabile come lo fu la Jugoslavia. Mosca chiede che il paese diventi una Federazione, anziché un agglomerato babelico di risentimenti nazionalisti. Strano che non sia l'Europa, con le sue esperienze, a domandarlo.

La seconda prova è il patto commerciale con gli Usa: una trattativa colma di agguati, perché molte conquiste normative dell'Europa rischiano d'esser spazzate via. Non a caso le multinazionali negoziano in segreto, lontano da controlli democratici. Sono sotto attacco leggi sedimentate, diritti per cui l'Unione s'è battuta per decenni: tra questi il diritto alla salute, la cura dell'ambiente, le multe a imprese inquinanti. I sistemi sanitari saranno aperti al libero mercato, che sulle esigenze sociali farà prevalere il profitto. Emblematico: l'assalto delle grandi case farmaceutiche ai medicinali generici low cost.

Sono in pericolo anche tasse cui l'Europa pare tenere, sia per aumentare il magro bilancio comune sia per frenare operazioni speculative e degrado climatico: la tassa sulle transazioni finanziarie, e sulle emissioni di anidride carbonica. Una controffensiva UE contro il trattato commerciale ancora non c'è. Nell'incontro a Roma con Obama, Renzi ha auspicato l'accelerazione del negoziato senza chiedere alcunché, né per noi né per l'Europa.

Numerose mezze verità circolano sul patto. Alcuni assicurano che quando sarà pienamente in funzione, nel 2027, il reddito degli europei crescerà sensibilmente (545 euro all'anno per una famiglia di quattro persone), con un beneficio di 120 miliardi annui per l'Unione e di 95 per gli Usa. Altri calcoli sono meno ottimisti. L'istituto Prometeia, pur favorevole all'accordo, sostiene che i guadagni non supererebbero lo 0,5% di Pil in caso di liberalizzazione totale. L'istituto austriaco Öfse (Ricerca per lo sviluppo internazionale) prevede addirittura un aumento dei disoccupati nel periodo di transizione, a causa della riorganizzazione dei mercati di lavoro imposta dal Partenariato. Non meno grave: le controversie commerciali si risolverebbero non attraverso giudizi in tribunali ordinari, ma in speciali corti extraterritoriali. Saranno le multinazionali a trascinare in giudizio governi, aziende, servizi pubblici ritenuti non competitivi, e a esigere compensazioni per i mancati guadagni dovuti a diritti del lavoro troppo vincolanti, a leggi ambientali o costituzionali troppo severe.

Tutto questo in nome della "semplificazione burocratica": parola d'ordine che Renzi predilige, virtuosa e al tempo stesso insidiosa. Nel contesto del Partenariato transatlantico, semplificare vuol dire abbattere le cosiddette "barriere non tariffarie", un termine criptico che indica parametri europei faticosamente elaborati: regole sanitarie a tutela della salute, canoni di sicurezza delle automobili, procedure di approvazione dei farmaci, e molto altro ancora. 

Non per ultimo, la terza prova: il caso Snowden, l'informatico dei servizi Usa che portò alla luce un sistema di sorveglianza tentacolare, predisposto dai servizi americani con la scusa di prevenire attentati terroristici. Grazie a Snowden si è saputo che erano intercettati perfino i cellulari di leader europei (tra cui Angela Merkel), non si sa per quali ragioni di sicurezza. I governi dell'Unione hanno protestato, ma ciascuno per conto suo e sempre più flebilmente. In un messaggio al Parlamento europeo, il 7 marzo, Snowden ha ironizzato sulle sovranità presunte dei singoli Stati, spiegando come sia assurdo il compiacimento di governi che immaginano di poter fermare il Datagate senza mobilitare l'Unione intera.

La vicenda Snowden è anche questione di civiltà democratica. L'esistenza di smascheratori di misfatti - non spie ma whistleblower, denunziatori di reati commessi dalla propria organizzazione - potenzia la democrazia. È un bruttissimo segno e paradossale che i giornalisti implicati nel Datagate a fianco di Snowden abbiano ricevuto il Premio Pulitzer (uno schiaffo per Obama), e che lui stesso, il soffiatore di fischietto, abbia trovato riparo non in un'Europa che promette nella sua Carta la "libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera", ma nella Russia di Putin. 

(23 aprile 2014)