Calzature italiane in Russia, crollo degli ordini

da: http://it.fashionnetwork.com/news/Calzature-italiane-in-Russia-crollo-degli-ordini,740887.html#utm_source=newsletter&utm_medium=email

Crollo degli ordini per le calzature italiane di fascia alta e calo di affluenza dei compratori. Si è conclusa con un risultato molto inferiore alle aspettative la partecipazione delle aziende italiane delle calzature all'ultima edizione di Obuv Mir Kozi che si è conclusa a Mosca."Purtroppo - afferma la presidente di Assocalzaturifici Annarita Pilotti - abbiamo riscontrato un considerevole ridimensionamento degli ordini da parte di buyer russi soprattutto su prodotti italiani di fascia alta che oscilla tra il 30% e 50%, accompagnato per di più da un calo d'affluenza stimato attorno al 20%. Ci aspettavamo risultati ben diversi, ma evidentemente a causa del deprezzamento del rublo e di un quadro di incertezza economica persistente, occorrerà ancora del tempo per ottenere una ripresa del calzaturiero in Russia e nell'area CSI, dove peraltro la crisi economica ha ridotto di molto il potere d'acquisto dei consumatori".

"E' importante ribadire però - ha aggiunto il presidente di Assocalcaturifici - che nonostante il momento di forte difficoltà per il calzaturiero italiano in Russia, Obuv Mir Koži rimane un appuntamento imprescindibile per le nostre imprese". 

Per questo Assocalzaturifici continuerà ad investire sul mercato della CSI in progetti concreti, dando il massimo supporto alle tante imprese che da tempo vi lavorano anche attraverso il programma di agevolazioni e voucher. "È importante a tal proposito - conclude Pilotti - che il ministero dello Sviluppo Economico ci affianchi in questo sforzo significativo, finanziando in modo strategico i progetti che mettono al centro le esigenze delle nostre imprese e coordinando con una regia più incisiva le diverse iniziative promozionali territoriali, che rischiano di disperdere forze e risorse. A questo proposito mi auguro soprattutto che tutte le regioni calzaturiere, a partire da Regione Marche, diano il loro contributo a tali progetti mirati"

La tassa sul trading torna all'Eurogruppo. Gli attivisti: "Passare dalle parole ai fatti"

da: http://www.repubblica.it/economia/finanza/2016/10/07/news/tassa_sul_trading_riparte_la_campagna_europea_per_passare_dalle_parole_ai_fatti-149274592/?ref=HRLV-5

Lunedì si terrà l'Eurogruppo in Lussemburgo. Sarà l'occasione - per i dieci Paesi coinvolti nella progettazione di una tassa sulle transazioni finanziarie, tra i quali l'Italia - di tornare a discutere del tema, che in molti mesi non ha portato a nulla di concreto. Per l'Italia ci sarebbero 3-6 miliardi di gettito




MILANO - Tassare gli scambi di azioni o derivati. Un'idea accarezzata da tempo da alcuni Paesi dell'Unione europea, che per ora è rimasta lettera morta. I dieci Paesi membri - dei quali fa parte anche l'Italia - che sostengono la creazione di una tassa sulle transazioni finanziarie (Ttf) torneranno a parlarne lunedì, a margine della riunione mensile dei ministri delle Finanze dell'Eurozona fissata in Lussemburgo. Lo riporta la Reuters che cita due funzionari Ue, che hanno però specificato come non sia attesa alcuna svolta in merito al raggiungimento di un accordo. La discussione sull'introduzione della tassa è aperta da oltre cinque anni, ma le nazioni coinvolte restano divise riguardo a come applicare l'imposta.

Il gruppo dei Paesi proponenti ha ripetutamente posto delle scadenze per l'architettura della tassa, che non sono mai state rispettate. Al vertice Ecofin del dicembre scorso, hanno annunciato di avere raggiunto un accordo di massima sull'architettura della Ttf per azioni e derivati - che prevede fra l'altro la tassazione delle transazioni azionarie intraday, nessuna esenzione per imarket-maker nel caso dei derivati e una definizione stringente di market-maker nel caso azionario - nonché una base imponibile più ampia possibile (anche al costo di aliquote riviste al ribasso) per la TTF sui derivati. Non sono però stati poi fatti passi concreti, soprattutto per le paure di Slovenia e Slovacchia sui costi amministrativi legati alla raccolta e al management dell'imposta.

Dopo che è stato mancato l'obiettivo, l'incontro di questa volta è considerato importante in vista del raggiungimento di un compromesso entro la fine dell'anno. "Sarà un meeting piuttosto breve. Non mi attendo alcun esito da questo dibattito", ha dichiarato un funzionario Ue coinvolto nella trattativa. Un secondo funzionario ha spiegato che la riunione verterà sul lavoro tecnico svolto da due gruppi di esperti in giugno, ma non è pensato per raggiungere decisioni. Oltre all'Italia, i Paesi che supportano la Ttf sono Germania, Francia, Austria, Belgio, Grecia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. Perché il progetto possa realizzarsi, in base alle norme Ue, a raggiungere un'intesa dovranno essere almeno nove nazioni.

In occasione di questo incontro, torna a salire il pressing delle  associazioni impegnate perché si arrivi finalmente ad un'approvazione della tassa. In particolare, un nuovo richiamo arriva dalla campagna italiana ZeroZeroCinque, coordinata da Oxfam e attiva nel quadro delle Robin Hood Tax Campaigns europee. Sono stati chiamati a raccolta 260 economisti ed accademici da 23 Paesi, che hanno sottoscritto un appello ai ministri delle Finanze e capi di Stato e di Governo europei, tra cui il Ministro Pier Carlo Padoan e il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, "affinché, dopo oltre tre anni di negoziato, reiterati impegni pubblici e scadenze posticipate, si arrivi finalmente ad annunciare il raggiungimento di un accordo sulla Tassa europea sulle Transazioni Finanziarie (TTF)".

Mentre gli algoritmi o gli errori di trading riescono a generare grande volatilità sui mercati, secondo i promotori "l'appello pone l'accento sulla forte valenza anti-speculativa della misura, sulla sua capacità di garantire maggiore resilienza e stabilità ai mercati finanziari e di generare considerevoli entrate erariali".

Secondo le stime ufficiali della Commissione europea, ricordano da ZeroZeroCinque, "la tassa potrebbe raccogliere, tenuto conto delle reazioni dinamiche dei mercati, fino a 22 miliardi di euro su base annua. Un gettito considerevole destinabile secondo i firmatari della lettera-appello a misure di lotta alla povertà domestica, interventi su scala internazionale in ambito educativo e sanitario e a misure di contrasto ai cambiamenti climatici". "La tassa europea sulle transazioni finanziarie non può più attendere. Adottarla significa compiere un passo importante per premiare l'uso paziente rispetto a quello speculativo dei capitali finanziari. Per trasformare i mercati finanziari da ingranaggi che stritolano gli esseri umani a strumenti al servizio della persona e del bene comune", aggiunge Leonardo Becchetti, ordinario in economia politica all'Università di Roma Tor Vergata e portavoce di ZeroZeroCinque.
Tassa sulle transazioni finanziarie, per l'Italia possibili 6 miliardi di gettito.


La campagna ricorda anche che - secondo uno studio del marzo 2015 dell'Istituto di Ricerca Economica (DIW) di Berlino - una Ttf europea applicata alla più ampia gamma di strumenti finanziari (secondo l'impianto della direttiva proposta dalla Commissione Europea nel marzo 2013), con il ricorso al doppio principio di tassazione (di residenza dell'operatore e di nazionalità del titolo) e con aliquote dello 0,1% per le azioni e dello 0,01% per i derivati porterebbe nelle casse dello Stato italiano dai 3 miliardi ai 6 miliardi di euro all'anno.

E Stilinga sottoscrive calorosamente questa tassa giusto per raddrizzare, anche se di poco, il tiro della realtà europea che sottrae ai cittadini per arricchire banche e speculatori finanziari. Quindi ora preghiamo che questa tassa diventi immediatamente reale e il trading si dia finalmente non solo una calmata ma anche una ridimensionata.