Casse di risparmio tedesche contro il "Bazooka" di Draghi...ma stanno nascondendo i loro problemi

da: http://www.repubblica.it/economia/2016/03/09/news/casse_di_risparmio_tedesche_contro_il_bazooka_di_draghi-135096728/



Hanno minacciato di non depositare più soldi presso la Bce se non viene abbandonata la politica dei tassi bassi. E ora i piccoli risparmiatori potrebbero cavalcare la protestadal nostro corrispondente TONIA MASTROBUONI


09 marzo 2016



BERLINO - Le casse di risparmio tedesche, le potenti Sparkassen, hanno dichiarato guerra a Mario Draghi. E una vera e propria ondata di isterìa sulle mosse della Bce sta investendo le assicurazioni, i grandi investitori, i fondi pensione in tutta la Germania. Che rischia di contagiare, anche a causa di un'incauta campagna mediatica, persino i piccoli risparmiatori.

Alla vigilia di una attesa riunione del consiglio direttivo, si moltiplicano i segnali di una rivolta nel sistema finanziario tedesco contro la lunga stagione dei tassi bassi. Un'ondata di "angst", di angoscia collettiva che potrebbe essere aggravata dopo l'appuntamento di domani, dove la maggior parte degli analisti si aspetta un taglio ulteriore dei rendimenti sui depositi e una generosa estensione del programma di acquisti dei titoli avviato l'anno scorso.
Le Sparkassen bavaresi hanno già minacciato la scorsa settimana di non depositare più i soldi presso la Bce - secondo la maggior parte degli analisti la "sanzione" sui depositi a breve potrebbero essere portata a 0,4/0,5% - e di tenerli nei forzieri. Ieri l'associazione che le riunisce a livello federale - sono circa 430 - ha fatto trapelare un rapporto di fuoco sugli effetti dei rendimenti al lumicino.

Il documento parla di "interventi frettolosi di politica monetaria che alimentano il clima da crisi e la perdita di fiducia nell'eurozona". Una prosecuzione della politica dei tassi minimi danneggerebbe i risparmiatori e chi vuole investire in assicurazioni sulla vita e fondi pensione, sostengono gli economisti delle casse di risparmio. Che suggeriscono di smetterla di adottare mosse espansive di politica monetaria e di abbassare l'obiettivo di inflazione della Bce dall'attuale 2%. Sembra demenziale, ma è una proposta seria...

In più, i media tedeschi fanno circolare da tempo un pericolosissimo quanto improbabile scenario. Prima o poi i tassi di interesse negativi - attualmente vengono applicati solo ai soldi depositati a brevissimo termine presso la Bce - potrebbero essere scaricati persino sui clienti. In Svizzera succede già: la Banca centrale elvetica applica il -0,75% alle banche da tempo. E da quest'anno la piccola Alternative Bank Schweiz li scarica su chiunque depositi anche solo un euro nei suoi forzieri. Altri istituti lo fanno solo oltre una certa soglia, ad esempio sui depositi oltre i 100mila euro. Ma il tabù, sostiene la stampa tedesca, è rotto e può contagiare anche la Germania.

Intanto, le piccole e grandi banche tedesche si stanno già "vendicando" del tasso negativo sui grandi clienti come i fondi pensione, che hanno l'abitudine di parcheggiare milioni di euro per periodi brevi presso di loro. Da quando queste ultime sono "punite" dal rendimento negativo sui depositi dell'Eurotower, perdono margini di guadagno. Dunque hanno deciso di trasferire quella sanzione sugli investitori di peso. Ad aprire le danze è stato, all'inizio del 2015, un piccolo istituto della Turingia, la Skatbank. Ma nel frattempo persino il colosso Commerzbanz ha cominciato a scaricare all'esterno i rendimenti negativi che subisce per parcheggiare i soldi a breve presso la Bce.

L'agitazione delle Sparkassen è difficile da ignorare. Lungi dall'essere un esempio di virtù, le casse di risparmio locali vantano tuttavia un asset da mille miliardi di euro - pari al 40% del sistema creditizio tedesco - hanno cinquanta milioni di clienti in Germania e sono da sempre considerate il simbolo del piccolo risparmiatore. Ma sono anche l'emblema di un sistema bancario pericolosamente legato alla politica e da sempre messo al riparo da qualsiasi tentativo di supervisione europea. Sono dei veri e propri potentati locali i cui margini di guadagno, a causa dei tassi di interesse quasi azzerati, si stanno talmente riducendo da metterne seriamente a repentaglio la sopravvivenza.
Mesi fa le Sparkassen avevano commissionato ad un esterno un rapporto sugli effetti della stagione dei tassi quasi azzerati sul loro futuro. Guarda caso, il documento redatto dall'economista Bernd Nolte, capo di 4P Consulting, non è mai stato pubblicato. Un quotidiano lo ha intercettato: il verdetto è devastante. Parla del rischio di una "crisi tedesca delle banche locali". 
Da qui al 2018 le politiche monetarie iper accomodanti rischiano di portare sull'orlo del collasso due terzi delle casse di risparmio. 
L'associazione delle Sparkassen ha replicato che si tratta di uno scenario "non realistico" che parte da "assunzioni sbagliate". 
Ma è ovvio che i rendimenti bassissimi danneggino anzitutto gli istituti di credito concentrati sul risparmi. Del resto, nelle settimane scorse è stato lo stesso presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, a mettere in guardia dagli effetti dei tassi bassi: entro il 2019 rischiano di mangiarsi fino al 75% degli utili delle banche. E intanto, secondo quanto emerso ieri dai database delle banche centrali, il QE sta gonfiando il bilancio della Bce: al momento vale il 25% del Pil dell'Eurozona, contro il 27% della Fed sull'economia Usa. Un divario che sarà rapidamente superato con l'attesa espansione dell'acquisto di titoli.

E Stilinga è convinta che è arrivato il momento in cui i tedesci e le sparkasse facciano i compiti a casa! e siano supervisionati dall'Europa. Insomma, un po' di giustizia ai fetosi tedeschi non guasterebbe!

La terra dei fuochi e i terreni coltivati: situazione atomica!


http://www.iene.mediaset.it/puntate/2016/02/23/toffa-la-terra-dei-fuochi_10020.shtml

http://mdst.it/03v596942/

E gli agricoltori ancora coltivano e distribuiscono per l'Europa con la GDO pomodori, melanzane, zucchine, cavolfiori, peperoncini, pesche noci tossici e pieni di metalli pesanti. 

E i controllori e i politici non fanno nulla, anzi non hanno fatto nulla per 20 anni e anzi per evitare il panico (de che? e speriamo che presto gli stessi idioti politici si mangino belle minestre e macedonie ai metalli pesanti così vediamo cosa provano quando poi andranno nei reparti di oncologia, altro che panico) nella popolazione si sono messi l'acqua in bocca (all'arsenico se spera) e hanno continuato come sempre a promettere, a non realizzare e ad andare avanti. 

Italiani alziamo la testa e pretendiamo bonifiche e distruzione dei prodotti tossici e risoluzione della terra dei fuochi.


Equality! Now! Oxfam says wealth of richest 1% equal to other 99%

From: http://www.bbc.com/news/business-35339475

Oxfam says wealth of richest 1% equal to other 99%

The richest 1% now has as much wealth as the rest of the world combined, according to Oxfam.
It uses data from Credit Suisse from October for the report, which urges leaders meeting in Davos this week to take action on inequality.
Oxfam also calculated that the richest 62 people in the world had as much wealth as the poorest half of the global population.
It criticised the work of lobbyists and the amount of money kept in tax havens.
Oxfam predicted that the 1% would overtake the rest of the world this time last year.
It takes cash and assets worth $68,800 (£48,300) to get into the top 10%, and $760,000 (£533,000) to be in the 1%. That means that if you own an average house in London without a mortgage, you are probably in the 1%.
The figures carry various caveats, for example, information about the wealth of the super-rich is hard to come by, which Credit Suisse says means its estimates of the proportion of wealth held by the 10% and the 1% is "likely to err on the low side".
As a global report, the figures also necessarily include some estimates of levels of wealth in countries from which accurate statistics are not available.

'Misleading'

Some free market think tanks questioned the credibility of the figures.
The Institute of Economic Affairs' director general Mark Littlewood said the statistics were "bogus".
"The methodology of adding up assets and subtracting debts and then making a global 'net wealth' distribution implies that many of the poorest in the world are those in advanced countries with high debts. Whilst we might have sympathy for the Harvard law graduate's plight, it is unclear that worrying about her should be the focus of a development organisation," he said.
The Adam Smith Institute's head of research Ben Southwood also said the data was "misleading".
"More meaningful measures show greater equality. Those in the middle and bottom of the world income distribution have all got pay rises of around 40% between 1988-2008. Global inequality of life expectancy and height are narrowing too—showing better nutrition and better healthcare where it matters most.
"What we should care about is the welfare of the poor, not the wealth of the rich," he added.
Oxfam said that the 62 richest people having as much wealth as the poorest 50% of the population is a remarkable concentration of wealth, given that it would have taken 388 individuals to have the same wealth as the bottom 50% in 2010.
Chart comparing wealth of richest 62 people with the bottom 50%
"Instead of an economy that works for the prosperity of all, for future generations, and for the planet, we have instead created an economy for the 1%," Oxfam's report says.
The trend over the period that Credit Suisse has been carrying out this research has been that the proportion of wealth held by the top 1% fell gradually from 2000 to 2009 and has risen every year since then.
In fact, it is only in the 2015 figures that the proportion held by the top 1% overtakes the share taken by them in the first report in 2000.
Oxfam calls on governments to take action to reverse this trend.
It wants workers paid a living wage and the gap with executive rewards to be narrowed.
It calls for an end to the gender pay gap, compensation for unpaid care and the promotion of equal land and inheritance rights for women.
And it wants governments to take action on lobbying, reducing the price of medicines, taxing wealth rather than consumption and using progressive public spending to tackle inequality.