L’ANTIMAFIA DI AMATO? DIEDE 1,8MILIONI DI INDENNIZZO ALLA FIGLIA DI SALVO LIMA. DA QUANDO UN MAFIOSO AMMAZZATO E’ CONSIDERATO “VITTIMA DI MAFIA”?


da: http://bastacasta.altervista.org/p5844/

COSE DI CASA NOSTRA – IL VIMINALE DI AMATO RISARCÌ LA FIGLIA DI LIMA CON QUASI 2 MILIONI €! (IL DC COLLUSO CON LA MAFIA È UGUALE A FALCONE E BORSELLINO)

Nessuno può parlare sul piano formale di erogazione illegale ma suona come una beffa se poi si considera che Maroni rifiutò l’indennizzo alla moglie e al figlio di Lima – L’Ass. familiari vittime di via dei Georgofili: nessuno dei parenti dei morti di Firenze ha avuto simili risarcimenti: la vita di Lima vale più di quella di Dario Capolicchio?”…

Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza per “Il Fatto Quotidiano
Nell’elenco dei familiari delle vittime di mafia non è mai entrata, anche perché non ha mai chiesto di farne parte. Non ha mai percepito, quindi, quell’indennità mensile di 1.800 euro che aveva suscitato la reazione indignata del centro Pio La Torre e dell’associazione Libera.
Ma nel 2006, Susanna Lima, la figlia dell’eurodeputato Dc assassinato nel ‘92 a Palermo, ha ricevuto dallo Stato un “tesoro” assai più prezioso: la somma di un milione e 815 mila euro, incassata grazie al Fondo di rotazione che la legge 512 del ‘99 ha creato per i familiari delle vittime di mafia e terrorismo, costituiti parte civile nei processi, garantendo loro il risarcimento dei danni liquidati in sentenza.
Quasi due milioni di euro: è forse la somma più alta concessa fino a oggi a vedove, figli e parenti degli assassinati per mano mafiosa. A erogarla alla primogenita del potentissimo luogotenente di Andreotti in Sicilia (già nel ‘76 riconosciuto dalla relazione di minoranza della Commissione Antimafia come “contiguo ad ambienti mafiosi”) è il governo guidato da Romano Prodi: il Fondo di rotazione è gestito dal ministero degli Interni che nel 2006 è diretto da Giuliano Amato. Nessuno può parlare di un indennizzo illegale.
Ma l’erogazione che, sul piano formale, appare rispettosa dei requisiti richiesti dalla legge 512, suona come una beffa se si legge la sentenza della Corte d’assise di Palermo che, nel 1998, condannando gli assassini di Lima, specificava, nero su bianco, come l’eurodeputato Dc fosse stato assassinato perché non era riuscito a mantenere “l’impegno affinché l’assegnazione del ricorso per Cassazione del maxi-processo venisse affidata alla prima sezione penale”, presieduta da Corrado Carnevale, che avrebbe provveduto “secondo le aspettative di Cosa Nostra, all’assoluzione della commissione provinciale”.
Nella sentenza, insomma, i giudici consegnano il ritratto di un notabile che, pur non essendo uomo d’onore, è “vicino” ai poteri mafiosi e che viene assassinato solo quando Cosa Nostra lo ritiene responsabile di non essersi speso abbastanza per l’assoluzione degli imputati del maxi-processo.
Per questo motivo, quando il 5 maggio 2010 Giulia Maria Lo Valvo e Marcello Lima, la vedova e il figlio dell’eurodeputato Dc, bussano anch’essi a quattrini chiedendo di accedere ai benefici della legge 302 del 1990 per le vittime di mafia e terrorismo, la loro richiesta viene respinta. Dopo una rapida istruttoria, infatti, il ministro degli Interni Roberto Maroni, richiamandosi allo sbarramento previsto dalla norma che prevede come requisito fondamentale “la totale estraneità del soggetto leso ad ambienti e rapporti delinquenziali”, risponde picche.
No allo status di familiari di una vittima della mafia, dunque, ma sì al rimborso milionario: il presupposto che impone la “totale estraneità” della parte lesa agli ambienti criminali non esiste nel Fondo di rotazione, che per concedere il denaro chiede (oltre alla costituzione di parte civile, la condanna degli assassini per fatti di mafia e il pagamento delle spese processuali a loro carico) che il richiedente non abbia riportato condanne definitive e che la vittima, al momento della morte, non sia sottoposta a misura di prevenzione, procedimento penale o condanna.
Susanna Lima possiede tutti i requisiti, e suo padre – nonostante la contiguità con Cosa Nostra conclamata dalle sentenze – al momento dell’uccisione risultava incensurato. Ecco perché la figlia di Lima ha avuto quasi 2 milioni di euro dallo Stato ed ecco perché, nell’ultima udienza del processo sulla trattativa, all’avvocato che le chiedeva se avesse ottenuto il riconoscimento di familiare di vittima di mafia, la donna ha risposto di sì, per poi essere contraddetta dal marito, l’avvocato Carlo Lo Monaco, che all’Ansa ha precisato: ‘’Non è così. Mia moglie ha equivocato”.
Ossia, ha confuso i modesti emolumenti previsti per i parenti delle vittime, con la somma ingente da lei percepita grazie al Fondo di rotazione che – almeno dal punto di vista esclusivamente formale – ha posto Lima sullo stesso piano di Falcone, Borsellino e di tutti gli altri servitori dello Stato caduti per mano mafiosa.

“È TROPPO, IL DOLORE È UGUALE PER TUTTI”
Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza per “Il Fatto Quotidiano
Giovanna Maggiani Chelli è la presidente dell’Associazione familiari delle vittime di via dei Georgofili.
Signora Maggiani, la figlia di Salvo Lima ha incassato dallo Stato un milione e 800mila euro. Che ne pensa?
È una cifra esorbitante che ci lascia esterrefatti, nessuno dei familiari dei morti di Firenze ha avuto dalle sentenze civili risarcimenti di questa entità. Mi chiedo se la vita di Salvo Lima valga di più di quella di Dario Capolicchio, perché lui era uno studente universitario e il primo è stato un sottosegretario. Il dolore della figlia di Salvo Lima è uguale al dolore di tutti gli altri familiari.
Alla vedova Lima e a all’altro figlio il risarcimento venne negato perché il padre non è risultato totalmente “estraneo ad ambienti e rapporti delinquenziali”.
È una contraddizione, o tutti o nessuno della famiglia Lima avevano diritti sulla morte del congiunto. E poi per lo Stato, Lima è un mafioso o no? Perché se lo è, è grave ogni risarcimento, ma se non lo è, è grave che alcuni familiari abbiano avuto soldi e altri no. E infine lo Stato cosa fa se, ad esempio, un mafioso fa causa perché un altro mafioso gli ha ucciso il figlio? Risarcisce chi fa causa?
Al ministero degli Interni stanno studiando una proposta di variazione normativa per rafforzare la certezza di mafiosità delle vittime, prima di risarcire i familiari. Il Fondo di Rotazione della 512 va cambiato?
Il Fondo è una perla di legge. Ed è bene che non venga toccato.

Cancellieri ai Ligresti: "Contate su di me per Giulia". Alfano solidale. Ma scoppia la polemica. M5s: "Si dimetta!"

da http://www.repubblica.it/politica/2013/10/31/news/sel_grave_intervento_cancellieri_per_scarcerazione_ligresti-69925069/

ROMA - "Sono pronta a riferire in Parlamento, ove richiesta, per poter dare ogni chiarimento che si rendesse necessario". Si conclude così la lettera del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ai capigruppo di Camera e Senato sulla vicenda carceraria di Giulia Ligresti. Uno scoop di Repubblica ha rivelato che la Guardasigilli - il cui figlio lavorò in una società del costruttore - è intervenuta per favorire la scarcerazione della donna, affetta da anoressia.

Nella vicenda è comparsa anche un'intercettazione, in possesso dell'Adnkronos, datata 17 luglio scorso, a poche ore dall'arresto nei confronti di Salvatore Ligresti e dei suoi tre figli coinvolti nell'inchiesta della Procura di Torino. Il ministro si sarebbe rivolto così a Gabriella Fragni, compagna dell'Ingegnere: "Comunque guarda, qualsiasi cosa io possa fare (su Giulia Ligresti, ndr) conta su di me, non lo so cosa possa fare però guarda son veramente dispiaciuta". In un altro passaggio Fragni, commentando gli arresti, dice: "E' stata la fine del mondo". E Cancellieri risponde: "Sì, la fine del mondo, sì.

Un'intercettazione, trascritta dagli uomini della Polizia tributaria di Torino, in cui si fa riferimento anche alla conoscenza tra il ministro e Antonino Ligresti, fratello di Salvatore. Il ministro Cancellieri, sentita come persona informata sui fatti, aveva definito la conversazione "una telefonata di solidarietà sotto l'aspetto umano".

Cancellieri: "Era mio dovere". "In merito alla vicenda carceraria di Giulia Ligresti ritengo opportune alcune precisazioni", scrive il ministro Cancellieri rivolto ai capigruppo di Camera e Senato. "Tutti voi conoscete l'attenzione e l'impegno che fin dal primo giorno del mio mandato ministeriale ho riservato alle condizioni in cui versano i detenuti. Nel caso di Giulia Ligresti, non appena avuta conoscenza, per via diretta, delle condizioni psicofisiche della ragazza, era mio dovere trasferire questa notizia agli organi competenti  dell'Amministrazione Penitenziaria per invitarli a porre in essere gli interventi tesi ad impedire eventuali gesti autolesivi. Mi sono comportata, peraltro, nello stesso modo quando sono pervenute al mio Ufficio segnalazioni, da chiunque inoltrate".

"Intervenire - afferma la Cancellieri - è compito del Ministro della Giustizia. Non farlo sarebbe colpevole e si configurerebbe come una grave omissione. Non c'è stata, quindi, né poteva esserci alcuna interferenza con le decisioni degli Organi giudiziari. Nella mia comunicazione al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, non vi è stato nel modo più assoluto, alcun riferimento a possibili iniziative finalizzate alla eventuale scarcerazione della Ligresti. Naturalmente - conclude - sono pronta a riferire in Parlamento, ove richiesta, per poter dare ogni chiarimento che si rendesse necessario".

In serata il ministro Cancellieri è poi stata ricevuta dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ufficialmente, spiega una nota del Quirinale, per illustrare al capo dello Stato "le misure relative al sovraffollamento delle carceri che sta predisponendo".

La procura di Torino: "Illazioni". Oggi sulla questione è intervenuto anche la Procura di Torino con una nota a firma del procuratore capo Gian Carlo Caselli e dei pm Vittorio Nessi e Marco Gianoglio nella quale si definisce "arbitraria e del tutto destituita di fondamento ogni illazione che ricolleghi la concessione degli arresti domiciliari (a Giulia Maria Ligresti, ndr) a circostanze esterne di qualunque natura".

Nell'intercettazione pubblicata dall'Adnkronos risulta che il ministro avrebbe detto a la Fragni: "Eh lo so lo so, me l'hanno detto me l'hanno detto. Io ogni tanto sento Nino gli chiedo notizie, non la vedo", definendola "buona amica da parecchi anni". "Io sono mesi che ti voglio telefonare per dirti che ti voglio bene, la vita mi scorre in una maniera indegna". Poi il ministro parla anche del figlio Piergiorgio Peluso. "Son veramente dispiaciuta. Ma sono mesi che ti voglio...poi ci sono state le vicende di Piergiorgio quindi...guarda...", dice ancora al telefono il ministro.

I contatti del figlio con il gruppo. Dalle indagini risulta che il figlio del ministro avrebbe ancora contatti con il gruppo Ligresti. "Dal monitoraggio delle conversazioni telefoniche è emerso che lo stesso ex direttore generale di Fondiaria-Sai", Piergiorgio Peluso, figlio del ministro "continua a intrattenere rapporti con alcuni dirigenti del Gruppo, interessandosi sia alle vicende giudiziarie che di quelle societarie", scrive il nucleo di polizia tributaria della Gdf di Torino in un'annotazione del 29 agosto scorso.

La telefonata fra la Cancellieri e la Fragni si conclude così: "Io non so se quanto mai rientrerò a Milano - dice ancora il ministro - ,ma appena riesco ad arrivarci, ormai fino a tutto settembre, ti vengo subito a trovare. Però qualsiasi cosa, veramente, con tutto l'affetto di sempre... . Ti abbraccio con tantissimo affetto".

La Fragni, compagna di Salvatore Ligresti sentita come teste nell'inchiesta su Fonsai il 20 agosto scorso, ha spiegato al pm di Torino Marco Gianoglio di avere un rapporto di amicizia col ministro Cancellieri "che dura da oltre 40 anni; lei abitava nella stessa casa di Tonino Ligresti e col tempo si è instaurata un'amicizia a livello di famiglie ed anche mio personale".

EZIO MAURO SU REPUBBLICA DOMANI

Le reazioni.
 Per tutta la giornata la notizia dell'intervento del ministro Cancellieri a favore della scarcerazione di Giulia Ligresti ha suscitato reazioni da più parti.

In serata, il vicepremier e ministro dell'Interno Angelino Alfano parla di vicenda "strumentalizzata ad arte" ed esprime solidarietà ad Annamaria Cancellieri che "ha mostrato invece la sua grande sensibilità e la sua attenzione per le condizioni di salute in cui versava Giulia Ligresti". Secondo Alfano, da parte del Guardasigilli non c'è stata alcuna "azione e neanche intendimento al di fuori delle legittime competenze", ma "semmai l'intenzione di evitare l'eventuale peggioramento di una situazione difficile". Perfetta sintonia con un altro ministro Pdl, Gaetano Quagliariello: "La sensibilità della Cancellieri per il dramma carcerario è nota e non ha niente a che fare con i cognomi. Solidarietà per assurda strumentalizzazione", scrive su twitter il ministro per le Riforme. Ma per il resto, dal fronte politico, sono tante le critiche alla responsabile della Giustizia.

Sul suo blog Beppe Grillo scrive: "Come è umana la Cancellieri. Ecco cosa è successo. Smentisca o si dimetta". "Su 63.000 r rotti detenuti su chi si è posato l'occhio benevolo della ministra Cancellieri?". I membri della commissione Giustizia del M5S chiedono al ministro di smentire la notizia. "Diversamente il ministro deve assumersi le proprie responsabilità e rassegnare immediatamente le dimissioni", scrive M5s in una nota. Il deputato di Scelta civica Gianfranco Librandi chiede chiarimenti perché "vanno infatti da subito fugati dubbi sul fatto che vi siano state disparità di trattamento". "L'intervento presenta aspetti molto discutibili e inquietanti che devono essere chiariti sul piano politico e non solo su quello giudiziario - affermano in una nota i senatori di Sel Loredana De Petris e Peppe de Cristofaro - non abbiamo nulla da eccepire sulla scarcerazione di una detenuta, oltretutto in stato di carcerazione preventiva, perché malata o anoressica. Troviamo invece grave che l'intervento in questione sia stato richiesto da una telefonata privata e che abbia riguardato una classica 'detenuta eccellente'".

Una presa di posizione è arrivata anche dal Pd, con una nota del responsabile carceriSandro Favi: "In carcere si soffre e si muore d'abbandono - aggiunge - ma nessuno si chiede cosa si poteva o si può fare per prevenire almeno i drammi più evidenti. Il ministro Cancellieri attivi subito una task-force permanente al Dap, dove almeno le situazioni estreme vengano trattate con una attenzione meno burocratica e senza questa intollerabile sensazione di ineluttabilità delle tragedie quotidiane. Eviterà così la sgradevole impressione che solo per i potenti il senso di umanità trova interlocutori attenti".

Sul fronte dei "renziani", il deputato Ernesto Carbone chiede un passo indietro del ministro. "Se ciò che viene riportato oggi dagli organi di stampa trovasse conferme - afferma -, ritengo francamente che il ministro Cancellieri dovrebbe fare un passo indietro e rassegnare le dimissioni". Un altro renziano, Dario Nardella, definisce invece pretestuose le richieste di dimissioni.

Il senatore del Pd Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti umani a Palazzo Madama, giustifica Cancellieri: "Di fronte a una detenuta che rifiuta di nutrirsi è buona prassi e indice di una elevata sensibilità istituzionale e umana, il che non guasta, attivarsi per capirne le ragioni. Questo ha fatto, opportunamente, il ministro Cancellieri quando le è stata segnalata la gravità delle condizioni di salute di Giulia Ligresti". Mentre Massimo Bitonci, capogruppo della Lega Nord al Senato definisce la vicenda di una gravità inaudita" e il leader di Prc, Paolo Ferrero, definisce le telefonate "scandalose" e chiede le dimissioni del ministro.

Una raccolta di firme per le dimissioni è stata promossa dall'ex direttore di PeaceReporter Maso Notarianni, sul sito change.org.


 
E Stilinga si chiede: ma i detenuti senza santi in paradiso che hanno sofferto le pene infernali in terra decidendo di suicidarsi? e poi:  è democrazia questa? sarebbe corretto definirla oligarchia assolutista in modo che tutto diventi meno falso e in modo che le persone sappiano come è la realtà e non si sia ingannati da idee democratiche associate allo Stato Italiano, visto che qui l'uguaglianza davanti alla legge è una barzelletta e lo è pure la storia: l'illuminismo e la rivoluzione francese con la distruzione delle monarchie non è presente nelle teste dei politici, nemmeno in quella dei notabili e tanto meno nelle istituzioni! 
Che pena!

NSA: ma allora perchè paghiamo le bollette telefoniche?

Stilinga si chiede per quale ragione al mondo si paghino le bollette telefoniche se poi tutto quello che diciamo è registrato e regalato al NSA.

Ugualmente, le intercettazioni telefoniche pagate per le inchieste della magistratura non hanno più senso: se tutte le conversazioni sono registrate, basta chiederle  al NSA!

Inoltre, se quanto dico viene registrato e rimane in memoria, allora io che sono il creatore del contenuto telefonico VOGLIO ESSERE PAGATO!

Ho il diritto d'autore su quanto dico! Quindi adesso io pago per un servizio telefonico che lavora contro di me, non mi tutela nella privacy e inoltre quanto dico è usato a livello economico e politico dagli USA!

Aò PAGATE TUTTI GLI UTENTI TELEFONICI!