Il S.I.A.N. dell'Asl Roma C: un ente utile solo a chi ci lavora... per lo stipendio!

A cosa serve il S.I.A.N. ?

A nulla! solo ai dipendenti per prendersi lo stipendio e fare finta d'essere impegnati!

In seguito all'articolo del Salvagente intitolato  "Epatite A e frutti di bosco: l'allarme si estende"  di Lorenzo Misuraca ed in seguito al ricovero di una mia amica per Epatite A ,  oggi mi sono recata  con lei  presso il S.I.A.N. della asl Roma C  per fare analizzare il contenuto di una busta aperta di Frutti di Bosco prodotti da Green Ice spa e denominati "Bosco Buono", Lotto 13059, in modo da capire se anche quel lotto era contaminato ed in caso, evitare la diffusione dell'Epatite A anche a Roma.


Presso tale struttura, dopo aver insistito per quasi un'ora, veniamo a conoscenza che nè l'Arpa Lazio e tanto meno l'Istituto zooprofilattico  (contattati telefonicamente dalla dott.ssa Saba Minielli) sono in grado di svolgere le analisi.

L'incontro con la dottoressa e con il suo braccio destro è stato quanto meno kafkiano: ci hanno detto che per accogliere la denuncia serve lo scontrino fiscale d'acquisto del prodotto (comprato ad aprile 2013 presso un supermercato famoso a Roma), anche se ogni prodotto ha il codice a barre; che il prodotto doveva essere integro, quindi una persona il virus l'ha contratto consumando un prodotto chiuso! e che comunque gli avvocati dell'azienda produttrice avrebbero rigettato la denuncia adducendo le motivazioni appena riportate o addirittura che il virus dipendeva dal  surgelatore casalingo...

In sostanza il S.I.A.N. non ha accolto la  richiesta della mia amica e ci domandiamo a cosa serva tale ente, se di fatto non ascolta e non tutela la cittadinanza! E magari intanto l'epatite A si diffonde!

Frutti di bosco congelati ed epatite A

Da:  http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?titolo=Epatite+A+e+frutti+di+bosco%3A+l'allarme+si+estende+(video)&idSezione=21301

L'inchiesta del salvagente in edicola. Colpita l'Italia del Nord. I cibi a rischio.

Lorenzo Misuraca
Un aumento del 70% di casi rispetto al 2012. Prodotti ritirati dal mercato, indagini in corso e richiesta a tutti gli istituti zooprofilattici di analizzare partite e partite di alimenti sospetti. L’epatite A dopo aver mobilitato mezza Europa ora allarma anche le autorità italiane.  E la storia di quello che è diventato un allerta europeo la racconta in dettaglio il Salvagente di questa settimana (in vendita in edicola o in versione sfogliabile e in pdf sul nostro negozio on line, numero 23/2013), facendo i nomi dei primi prodotti richiamati dagli scaffali e ricostruendo una vicenda diventata da “codice rosso” lo scorso 23 maggio, quando il ministero della Salute ha emanato una circolare con cui invitava tutte le Asl a monitorare i casi di malattia segnalati e “avviare indagini sul territorio nazionale per identificare l’esistenza di possibili casi autoctoni correlati e le potenziali fonti di infezione”.

 Tutto inizia il 30 aprile, con un frullato

A dire il vero, spiega il settimanale dei consumatori, la potenziale fonte d’infezione si conosceva già da almeno quasi un mese. Per la precisione dal 30 aprile, data in cui la Danimarca aveva indicato come responsabile dell’incremento anomalo di casi di epatite A (che poi avevano interessato anche Finlandia, Norvegia e Svezia) uno “smothie” (un frullato) a base di frutti di bosco congelati. Passano i giorni e al ministero della Salute italiana si accorgono che anche qui qualcosa non va: troppe segnalazioni, soprattutto da zone della Penisola storicamente poco soggette all’epatite A (il Centro-nord). 

Dall'Est e dal Canada

Scattano le prime misure per evitare ulteriori allargamenti dell’epidemia. È la storia che in questi giorni sta agitando le autorità e il mercato alimentare italiano, anche se fuori dalla luce dei riflettori di stampa e tv. Al centro di analisi e sguardi sospetti i frutti di bosco congelati provenienti da Bulgaria, Polonia, Serbia e Canada (su questi è scattato il sistema di allerta rapido comunitario Rasff).

Ritiri nella Gdo

E i primi “colpevoli” sono apparsi subito tra i prodotti lavorati dalle aziende italiane se è vero, come risulta al Salvagente, che alcune aziende e alcune grandi catene alimentari come Coop hanno già ritirato dei prodotti a rischio dalla circolazione.

Il primo lotto sequestrato: scadevano nel 2015

La circolare del ministero della Salute indica alcuni lotti a rischio di frutti di bosco congelati, da ritirare dal commercio. In particolare, il lotto con codice L13036, con scadenza 02/2015, secondo quanto riferito a ilSalvagente.it, porta dritto a una torta guarnita con “misto di frutti di bosco”, in confezione da 200 grammi, commercializzati da un’azienda alimentare di Padova (Asiago Food) che vende al dettaglio, all’ingrosso, e si occupa di catering. Nonostante lo stop, non è da escludere che alcune di queste confezioni fossero già state vendute. E trattandosi di prodotti surgelati, potrebbero non essere ancora state consumate.

Il ritiro in Alto Adige

Stessa sorte, secondo Giovanni D’Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, è toccata alla  “Miscela di frutti di bosco surgelati Bosco Buono”, lotto 13015, confezionato dalla ditta Green Ice SpA, ritirata dall’assessorato alla Sanità della Provincia autonoma di Bolzano il 31 maggio.

La Coop sospende l'utilizzo di frutti di bosco

Nel frattempo, anche la Coop è corsa ai ripari. Spiega Maurizio Zucchi, direttore qualità dell’azienda, al Salvagente: “Abbiamo ritirato due prodotti dalla vendita: uno è la confezione misto frutti di bosco congelati della ditta Boscoreale, corrispondente al lotto L13036. L’altro prodotto, sempre frutti di bosco congelati, lo abbiamo ritirato per precauzione. Abbiamo anche sospeso temporaneamente l’utilizzo di frutti di bosco per i nostri prodotti di pasticcieria e svolto delle analisi sulla torta surgelata Coop, che hanno dato esito negativo alla presenza di virus”.

Yogurt, gelati, pasticcini

La questione però è tutt’altro che chiusa. I frutti di bosco congelati vengono usati per tanti altri prodotti in commercio: yogurt, frullati, pasticcini, gelati. Una quantità enorme di preparazioni alimentari sulle quali è scattato il controllo degli stessi produttori. Lo conferma al Salvagente l’Unilever, azienda che possiede tra gli altri i marchi Algida e Carte d’Or: “Come azienda alimentare responsabile stiamo conducendo appropriate verifiche. In questo momento, non abbiamo alcuna evidenza di criticità riguardanti i nostri prodotti”.

L'incremento dei casi da diversi mesi

Quello che preoccupa è che l’incremento dei casi è iniziato da diversi mesi, almeno da settembre, a quanto riporta la dottoressa Anna Rita Ciccaglione dell’Iss al salvagente. Un periodo lungo che aumenta i rischi di contagio.

Le analisi partite in ritardo

Le domande del Salvagente, a questo punto sono diverse e poco rassicuranti.
Perché il ministero della Salute non si è mosso prima? E perché se la circolare con cui allerta le Asl è del 23 maggio, solo dopo 8 giorni, secondo quanto appreso dal Salvagente, sono arrivate sui tavoli degli istituti zooprofilattici sperimentali di diverse zone d’Italia le disposizioni per avviare analisi su torte e frutti di bosco congelati? Ancora: perché solo quelli, escludendo gelati e altri cibi che usano ingredienti del genere? 

Senza armi

Il rischio degli effetti di una sottovalutazione del problema sono tanti. E questa volta i consumatori hanno poche armi per difendersi. Non troveranno nelle confezioni dei gelati, o dello yogurt, o delle torte surgelate l’indicazione dei lotti di frutti di bosco utilizzati. Difficile scegliere, se non affidandosi ai controlli esterni. E, una volta tanto, a una comunicazione pubblica più rapida ed efficace.

Presidenzialismo? ma per favore!!!

Ormai è chiaro che Mr B. ha materiale scottante con cui ricattare non solo il Colle ma pure il PD. 

Siccome il signor S. vuole diventare presidente della Repubblica a tutti i costi, visto che i processi sono in dirittura d'arrivo, allora si mette celermente mano alla costituzione assoldando 35 saggi (de che? pagati a parte coi soldi degli italiani? ma che il governo è impazzito?) per occuparsi di quanto più prezioso l'Italia abbia, seguendo le direttive massoniche. 

Inoltre, il chiacchiericcio attorno all'argomento dovrebbe distogliere l'attenzione dai gravissimi problemi di disoccupazione e crollo economico che (ed è scandaloso) il governo non sa assolutamente come risolvere! 

Allora si facciano da parte codesti cretinetti e soprattutto sappiano ( lor signori politicanti da baraccone) che dovranno passare sui cadaveri di 60 milioni di italiani per cambiare la costituzione a cacchio come hanno in mente di fare! 

QUA B. NON PASSA! MAI SARA' PRESIDENTE!


Consigliamo il seguente articolo di Barbara Spinelli.

"L’escamotage presidenzialista"

È strano come i politici, perfino gli innovatori, evitino di menzionare una tema che resta cruciale: la morale pubblica. 
Giacché è per immoralità che si rinviano le cose prioritarie, anteponendo l’escamotage. Mai come adesso invece, la questione posta da Berlinguer nei primi ’80 è stata così attuale. Oggi come allora, è obbligo etico il «corretto ripristino del dettato costituzionale», il divieto ai partiti di occupare lo Stato. Nulla è cambiato rispetto a quando Berlinguer diceva a Scalfari che la questione morale «è il centro del nostro problema»: quell’«occupazione » produce sprechi, debito, ingiustizia. È questione morale allontanarsene subito. È urgente, fattibile, e però intollerato dalle oligarchie. Per questo pesa il contesto delle riforme istituzionali, e inane è mimare Parigi. 
Questo è un paese dove non è stata mai fatta una legge sul conflitto di interessi. Dove un magnate tv ha governato nonostante una legge del ’57 proibisca l’elezione di titolari di concessioni pubbliche (frequenze tv). E restano le leggi ad personam, grazie a cui quest’ultimo elude processi e condanne.

Questo è il paese dove si ha l’impressione che niente sia vero, di quanto detto in politica. Che tutto sia fumo o diversivo. 
Il Pd aveva promesso di non governare con Berlusconi, e ora Berlusconi comanda. 
Aveva promesso di cambiare subito la legge elettorale, restituendo all’elettore la scelta dei suoi rappresentanti, e neppure questo fa. Quel che è accaduto giorni fa è una pagina nera, simile alla pugnalata di Prodi. La mattina del 29 maggio il deputato Pd Giachetti raccoglie adesioni contro il Porcellum per tornare automaticamente alla legge Mattarella (1 milione 210.000 italiani hanno chiesto un referendum per ottenere proprio questo, il 30-9-11). Circa 100 firmano: di Pd, Sel e 5 Stelle. Ma arriva l’altolà di Enrico Letta e Finocchiaro («È intempestivo, prepotente!») e dei Pd resta solo Giachetti. Se ne parlerà, sì, ma se vorrà Berlusconi.
Questo è un paese dove si mente al popolo, annunciando pompose abolizioni del finanziamento pubblico ai partiti, e poi ecco una proposta che obbliga i contribuenti a sovvenzionarli col 2 per mille, anche quando non lo dichiarano (le cosiddette somme “inoptate”) 
Questo è un paese dove il presidente della Repubblica esercita poteri imprevisti. 
Con che diritto, sabato, ha definito «eccezionale» il governo: «a termine»? Il Quirinale già ha pesato molto, influenzando il voto presidenziale e favorendo le grandi intese.
Formidabile è la coazione a ripetere inganni, tradimenti. La chiamano addirittura pace, responsabilità.
In realtà nessuno risponde di quel che fa o non fa. Deridono Grillo, che chiama portavoce i rappresentanti. Ma loro non sono affatto rappresentanti, essendo nominati. Nessuno è imputabile, e che altro è la non-imputabilità se non la fine d’ogni etica pubblica.
Da La Repubblica del 05/06/2013.