Riforma per la casta, non per gli italiani di Maurizio Viroli - Il Fatto Quotidiano - 20 maggio 2016



La casta politica italiana, una delle più corrotte e ignoranti del mondo occidentale, diventerà ancora più forte e arrogante, e i cittadini ancora più impotenti e asserviti, se coloro che andranno a votare al referendum di ottobre approveranno la riforma costituzionale di Renzi-Boschi-Verdini.

Per capirlo è sufficiente riflettere sul fatto che il primo e più evidente cambiamento che la riforma introduce è togliere ai cittadini una parte importante del potere sovrano che la Costituzione riconosce loro: il potere di eleggere i membri del Senato della Repubblica. Saranno i consiglieri regionali, componenti a pieno titolo di quella casta che ci raccontano di voler abbattere, che si impadroniranno di quel potere. Ci raccontano anche che questa vera e propria espropriazione di sovranità è attenuata dall’art. 2, quinto comma, del testo della riforma: “La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti, in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi”.

Il dato inequivocabile è che a scegliere i senatori non saranno più i cittadini, ma i consiglieri regionali e, di conseguenza, la casta sarà ancora più potente di prima e più protetta dalle leggi, poiché un buon numero dei suoi adepti elevato al rango di senatore, sarà tutelato grazie all’immunità parlamentare. Se poi leggiamo attentamente l’art. 2, potremo notare un florilegio di asinerie, da quella giuridica di inserire una norma che riguarda l’elezione dei futuri senatori nel contesto di un comma che riguarda la durata del mandato, a quella politica e intellettuale di inserire in Costituzione una frase vaga come “in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi”.

Se supponiamo che quella congrega nota sotto il nome di minoranza Pd, Bersani in testa, sia composta da persone sagge e leali alla Costituzione, è un mistero come abbiano potuto accettare di votare in favore della riforma. Pare che abbiano interpretato l’oscuro inciso che sopra ho riportato come una ferma difesa del principio della sovranità popolare. Dovrebbero vergognarsi.

La riforma offende non soltanto il principio solenne che la sovranità appartiene al popolo; offende anche la dignità dei cittadini ai quali dice esplicitamente: “Quegli ingenui dei Costituenti pensavano che foste così intelligenti e maturi da potervi scegliere i rappresentanti, e invece non lo siete affatto. Avete bisogno di qualcuno che scelga per voi, dunque vi togliamo, con il vostro permesso, si capisce, questo inutile fardello che voi non siete in grado di sostenere. Ringraziateci per il tempo e la seccatura che vi permettiamo di risparmiare”.

Grazie alla riforma Renzi-Boschi-Verdini, non varrà più l’aureo principio che i membri del Parlamento sono lì per rappresentare la nazione, cioè per tutelare, sostenere e promuovere gli interessi legittimi della comunità dei cittadini. 

L’art. 67 della nostra Costituzione afferma infatti che “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. 

Grazie alla riforma “ciascun membro della Camera dei deputati rappresenta la Nazione”; i membri del Senato sono soltanto “rappresentativi delle istituzioni territoriali” e il Senato collettivamente, “rappresenta le istituzioni territoriali”. Se le parole hanno un senso c’è una bella differenza fra “essere rappresentativi” e “rappresentare”, ma non pretendiamo troppo dai solerti riformatori. E passi pure l’autentico orrore giuridico e politico di avere dei senatori minori che nondevono rappresentare la nazione ma deliberano su questioni di rilevanza nazionale e addirittura sulle leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali. Il punto che voglio sottolineare è che una parte della casta è sollevata da un dovere e premiata con un potere che prima non aveva. Non c’è che dire, è una sconfitta solenne.

È sconcertante e deprimente pensare che se vincerà il sì, sarà proprio perché la maggioranza degli italiani che si recheranno alle urne si sarà fatta beffare ancora una volta e avrà creduto all’evidente menzogna che la riforma serva a indebolire la casta. Sarà l’ennesima dimostrazione di quanto sia facile ingannare i popoli, e quello italiano più di altri, e convincerli a mettersi da soli le catene.

Possibile che almeno una volta ogni tanto gli italiani non riescano a riconquistare la loro dignità di persone e di cittadini e si stanchino di essere presi in giro e trattati da minorati mentali? Possibile che non si rendano conto che il vero modo di indebolire la casta e cambiare l’Italia è votare NO?