Un “Davide” torinese contro un “Golia” tedesco scatena la mobilitazione via web in difesa della Neve Cosmetics. La società di Moncalieri, che produce trucchi bio ed è gettonatissima tra giovani ambientaliste e animaliste, ha perso ieri la causa che la vedeva contrapposta alla Nivea. il marchio storico di proprietà della multinazionale tedesca Beiersdorf. Dopo oltre tre anni di udienze il giudice del tribunale di Milano ha stabilito che «la parola “neve” non può essere utilizzata come marchio nel settore cosmetico in quanto confondibile con Nivea» spiegano gli avvocati dello studio Trevisan&Cuonzo, che tutela in Italia la multinazionale.

Una decisione che obbliga la Neve Cosmetics a ritirare dal mercato le linee di prodotti a marchio "Neve" e "Neve Make up", ma che ha generato in poche ore migliaia di commenti su Facebook e Twitter e una petizione che ha superato le 4mila firme per chiedere alla Beiersdorf di rinunciare alla causa: «Come possono i consumatori confondere i due marchi, nonostante Neve Cosmetics venga commercializzata esclusivamente sul proprio e-commerce o in bioprofumerie?» si chiedono le autrici della petizione. Le caratteristiche e i mercati delle due imprese sono infatti molti distanti come ribadisce l'amministratore della società torinese, Marco Aghem: «Non si capisce perché abbiano deciso di schiacciarci, non siamo una minaccia per i loro mercato. Chi compra Nivea va al supermercato, mentre i nostri consumatori si informano, leggono le etichette e acquistano in modo consapevole prodotti che hanno caratteristiche precise, materiali naturali e che non fanno male, non contengono petrolati e altre sostanze dannose. Non c'è possibilità di confondersi, anche perché abbiamo prezzi diversi e siamo venduti solo sul web e in erboristerie e profumerie selezionate».

Il giudice milanese ha però stabilito che ci si può confondere perché i due nomi «derivano etimologicamente dal latino niveus/nivea/niveum ossia "bianco come la neve" e proprio il richiamo alla neve di Nivea che rende illecito l'uso di "Neve" da parte dei concorrenti nel settore dei prodotti di bellezza». Quando nel 2009 decisero di aprire una società di cosmetica i torinesi scelsero il nome neve «per fare riferimento alla purezza e all'unicità di ogni fiocco di neve – aggiunge Aghem – Quando apriamo le finestre del nostro stabilimento di Trofarello vediamo le Alpi e il nome è un omaggio anche a questo, ma non c'era nessuna volontà di sfruttare Nivea».

La società ha un fatturato sotto i 5 milioni e impiega meno di 10 persone, cui vanno aggiunti i professionisti esterni che si occupano del prodotto: «Faremo ricorso perché siamo convinti di avere ragione, ma vediamo se la mobilitazione che si sta sviluppando li convincerà a desistere» racconta l'ad. Intanto però è iniziato un vero assalto ai profili della multinazionale sui social network: «Come fanno a pensare che siamo così stupide da confondere i marchi?» si chiedono le clienti che hanno aderito all'hashtag #iostoconNeve. Migliaia di condivisioni sui profili Facebook che hanno spinto Nivea a intervenire moderando e cancellando i post: «Noi non siamo minimamente intervenuti sul web, ma Nivea sta censurando le nostre clienti».
E Stilinga pensa che grazie a questa causa Neve Cosmetics aumenterà di molto le sue vendite, mentre Nivea potrebbe fallire! I tedeschi della Beiersdorf stanno evidentemente annaspando e questo ci piace! Brava Neve Cosmetics!