Barbara Spinelli: Tsipras, la divina sorpresa

da www.ilfattoquotidiano.it



Nella storia francese, quel che è accaduto domenica in Grecia ha un nome: si chiama “divine surprise”. 
Il maggio 68 fu una divina sorpresa, e prima ancora – il termine fu coniato da Charles Maurras – l’ascesa al potere di Pétain. 
La storia inaspettatamente svolta, tutte le diagnosi della vigilia si disfano. 
Fino a ieri regnava l’ortodossia, il pensiero che non contempla devianze perché ritenuto l’unico giusto, diritto. 
L’incursione della sorpresa spezza l’ortodossia, apre spazi ad argomenti completamente diversi. 
LA VITTORIA di Alexis Tsipras torce la storia allo stesso modo. 
Non è detto che l’impossibile diventi possibile, che l’Europa cambi rotta e si ricostruisca su nuove basi. Non avendo la maggioranza assoluta, Syriza dovrà patteggiare con forze non omogenee alla propria linea. 
Ma da oggi ogni discorso che si fa a Bruxelles, o a Berlino, a Roma, a Parigi, sarà esaminato alla luce di quel che chiede la maggioranza dei greci: una fondamentale metamorfosi – nel governo nazionale e in Europa – delle politiche anti-crisi, dei modi di negoziare e parlarsi tra Stati membri, delle abitudini cittadine a fidarsi o non fidarsi dell’Unione. Ricominciare a sperare nell’Europa è possibile solo in un’esperienza di lotta alla degenerazione liberista, alla fuga dalla solidarietà, alla povertà generatrice di xenofobie: è quel che promette Tsipras. 
I tanti che vorrebbero perpetuare le pratiche di ieri proveranno a fare come se nulla fosse. 
I partiti di centrodestra e centrosinistra continueranno a patteggiare fra loro – son diventati agenzie di collocamento più che partiti – ma la loro natura apparirà d’un tratto stantia; per esempio in Italia apparirà obsoleto qualunque presidente della Repubblica, se i nomi vincenti sono quelli che circolano negli ultimi giorni. 
Dopo le elezioni di Tsipras, anche qui sono attese divine sorprese che scompiglino i giochi tra partiti e oligarchie. 
Non si può naturalmente escludere che Tsipras possa deludere il proprio popolo, ma il pensiero nuovo che impersona è ormai sul palcoscenico ed è questo: non puoi, senza il consenso dei cittadini che più soffrono la crisi, decretare dall’alto – e in modo così drastico –il cambiamento in peggio della loro vita, dei loro redditi, dei servizi pubblici garantiti dallo Stato sociale. Non puoi continuare a castigare i poveri, e non far pagare i ricchi. Non esiste ancora una Costituzione europea che cominci, alla maniera di quella statunitense, con le parole “Noi, popoli d’Eu – ropa…”, ma quel che s’è fatto vivo domenica è il desiderio dei popoli di pesare, infine, su politiche abusivamente fatte in loro nome. L’establishment che guida l’Unione è in stato di stupore
Meglio sarebbe stato, per lui, che tra i vincitori ci fosse solo l’estrema destra di Alba Dorata, e che Syriza avesse fatto un’altra campagna: annunciando l’usci – ta dall’Euro, dall’Unione. 
Non è così, per sfortuna di molti: sin dal 2012, Tsipras ha detto che in quest’Europa vuol restare, che la moneta unica non sarà rinnegata, ma che l’insieme della sua architettura deve mutare, politicizzarsi, “basarsi sulla dignità e sulla giustizia sociale”. 
La maggioranza di Syriza – da Tsipras a eurodeputati come Dimitrios Papadimoulis o Manolis Glezos – ha scelto come propria bandiera il Manifesto federalista di Ventotene. DICONO che Syriza sfascerà l’Unione, non pagando i debiti e demolendo le finanze europee. Non è vero. Tsipras dice che Atene onorerà i debiti, purché una grossa porzione, dilatata dall’austerità, sia ristrutturata. 
Che gli Stati dell’Unione dovranno ridiscutere la questione del debito come avvenne nel ’53, quando furono condonati – an – che con il contributo della Grecia, dell’Italia e della Spagna – i debiti di guerra della Germania (16 miliardi di marchi). 
Che l’Europa dovrà impegnarsi in un massiccio piano di investimenti comuni, finanziato dalla Banca europea degli investimenti, dal Fondo europeo degli investimenti, dalla Bce: è la “modesta proposta” di Yanis Varoufakis, l’economista candidato di Syriza in queste elezioni. Quanto al dissesto propriamente greco, Tsipras ne ha indicate le radici anni fa: i veri mali che paralizzano la crescita ellenica sono la corruzione e l’evasione fiscale. 

È un fatto che la nostra cleptocrazia ha stretto un’alleanza con le élite europee per propagare menzogne, sulla Grecia, convenienti per gli eurocrati ed eccellenti per le banche fallimentari” (Tsipras al Kreisky Forum di Vienna, 20-9-2013). 

Questi anni di crisi hanno trasformato l’Unione in una forza conflittuale, punitiva, misantropa. Hanno svuotato le Costituzioni nazionali, la Carta europea dei diritti fondamentali, lo stesso Trattato di Lisbona. Hanno trasformato i governi debitori in scolari minorenni: ogni tanto scalciano, ma interiorizzano la propria sottomissione a disciplinatori più forti, a ideologi che pur avendo fallito perseverano nella propria arroganza. 
Quel che muove Tsipras è la convinzione che la crisi non sia di singoli Stati, ma sistemica: è crisi straordinaria dell’intera eurozona, bisognosa di misure non meno straordinarie. Tsipras rimette al centro la politica, il negoziato tra adulti dell’Unione, la perduta dialettica fra opposti schieramenti, il progresso sociale. L’accordo cui mira “deve essere vantaggioso per tutti”, e resuscitare l’idea postbellica di una diga contro ogni forma di dispotismo, di riforme strutturali imposte dall’alto, di lotte e falsi equilibri tra Stati centrali e periferici, tra Nord e Sud, tra creditori incensurati e debitori colpevoli.

Il Fatto Quotidiano, 27 gennaio 2015

Grecia: Tsipras chiude con "Bella Ciao" e la piazza balla



Alexis Tsipras, leader di Syriza, ha chiuso la campagna elettorale per le elezioni politiche di domenica in Piazza Omonia ad Atene. Al termine del comizio le migliaia di sostenitori del probabile vincitore della tornata elettorale intonano "Bella Ciao", nella versione dei Modena City Ramblers, e tutti ballano.
 
di Francesco Gilioli e Antonio Nasso da www.repubblica.it

E speriamo che Tsipras e Syriza vincano in Grecia e che ci sia una nuova era per l'europa!

Fischia il vento, Se il Sud Europa si ribella

Fischia il vento, Se il Sud Europa si ribella - puntata integrale

L'Europa e la Troika vorebbero cambiare la Grecia. Nella settimana delle elezioni più importanti per il destino dell'Unione, Fischia il vento vola ad Atene per scoprire se, invece, potranno essere la Grecia e gli altri Paesi del Sud a cambiare l'Europa

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Prof Berrino: ‘Stiamo avvelenando i nostri bambini’

Secondo l'epidemiologo stiamo causando un 'disastro epocale'
Vedi il video:  http://www.lafucina.it/2014/07/16/prof-berrino-stiamo-avvelenando-i-nostri-bambini/

Sono tutti questi prodotti: queste merendine, queste patatine… La libertà è una cosa estremamente importante, ma dobbiamo essere informati e dobbiamo avere la libertà di scegliere un’alternativa. E questa alternativa deve essere disponibile. Oggi per molte persone l’alternativa non è di fatto disponibile. Perché i bambini mangiano a scuola della merda, nelle mense mangiamo della merda, e poi la gente vede la televisione e dice: Ah, com’è buona quella merda lì!
Lo ha detto il Professor Franco Berrino durante una puntata de Le Invasioni Barbariche, il programma condotto da Daria Bignardi. L’epidemiologo dell’Istituto dei Tumori di Milano ha spiegato che il “junk food”, il cibo spazzatura, è “una delle componenti della crisi” ed è una delle cause principali dell’obesità. Il Ministero dell’Agricoltura americano aveva stabilito che nell’alimentazione dei bambini si devono escludere le farine raffinate e che i cibi nelle mense devono avere come ingredienti i cereali integrali. Infatti negli Stati Uniti stanno iniziando ad accorgersi che i malati costano caro alla collettività e non producono.
Berrino ha lanciato l’allarme: “La potenza del messaggio televisivo è clamorosa. Noi stiamo avvelenando i nostri bambini. Stiamo causando un disastro epocale, nel senso che le malattie croniche stanno aumentando“.
Le patatine – ha aggiunto il professore – sono una delle cose che fanno ingrassare di più



Le partite iva e il 2015 : un incubo!!



Laboratorio Lavoro & Previdenza-Idv lazio
14/1/2015

da: https://www.facebook.com/pages/Laboratorio-Lavoro-Previdenza-IDV-Lazio/745242662166958?fref=nf

Il 2015 è davvero l’anno zero delle Partite Iva. 
È l’anno di svolta e della nascita di una nuova era, l’inizio della totale consapevolezza, quella più amara, di essere ormai ai margini della società e di essere stati abbandonati da tutti, di essere come i barconi alla mercè delle onde agitate della politica, di aver constatato di essere effettivamente considerati quali cittadini e lavoratori di serie D!! 
Ormai i giochi sono stati fatti e sia nella Legge di stabilità e sia nel Jobs Act per le partite iva non ci sono aperture o agevolazioni ma ci sono solo “lacrime e sangue” a cominciare dal nuovo regime “forfettario/semplificato” che le penalizza fortemente, soprattutto quei giovani “eroi” che tenteranno di vivere la loro vita lavorativa pensando di poter essere al centro di un progetto individuale e per finire al mancato blocco dell’aumento contributivo previsto dalla Legge Fornero che li porterà nel 2015 ad una aliquota del 30,72, con un aumento secco di 3%, alla faccia della crisi e dell’inutilità di tali versamenti per la futura “misera” pensione!! 
Ma non c’è fine all’abbandono del loro destino, perché le partite Iva non possono per Legge di fatto ammalarsi, seriamente, la Legge presume che posseggano anticorpi speciali e pertanto non siano beneficiari di alcuna tutela, perché in Italia le partite iva che contraggono malattie “feroci” non hanno una rete di protezione, beccarsi un tumore per loro vuol dire combattere due battaglie, una con l’invasione del male e spesso questa battaglia riescono a vincerla e l’altra con lo Stato e qui purtroppo soccombono: lo Stato non ha riguardi per loro, non va oltre una misera e vergognosa indennità per un massimo di 60 giorni che oscilla a seconda dei contributi versati da 12 a 25 euro al giorno!!! 
Soldi che non servono neppure per assicurarsi una visita specialistica o delle normali cure!!
 Eppure le partite Iva versano molti soldi nelle casse dell’INPS ma i loro soldi di fatto vanno a coprire altre situazioni e questioni che non le riguardano, quelle degli esodati e dei pensionati compresi quelli d’oro e dei disoccupati ecc. .insomma con i loro soldi mantengono i ……diritti e privilegi degli altri!!! 
Ammalarsi dunque non è solo un dramma familiare e fisico ma diventa un dramma finanziario e burocratico e a volte diventa anche insopportabile e difficile confessarlo, e così le partite iva tendono ad isolarsi e a vivere in solitudine la loro battaglia con il male, perché spesso la gente ignara e cattiva ritiene che le partite iva siano soltanto degli evasori fiscali e che non meritino nemmeno rispetto e spesso gli chiedono con un tono sarcastico ….”ma come voi non avete una polizza di malattia privata?”. 
Già, tutti si aspettano che le partite iva vivano in un mondo a se, fuori dalle grinfie dell’Inps, che pensino a se stessi, un mondo diverso e davvero speciale che non c’è purtroppo viene da dire, perché tutte le partite iva sarebbero entusiaste di versare i propri contributi per la pensione non all’INPS e farsi una copertura sanitaria personale se l’INPS li lasciasse liberi ma, l’INPS non può fare a meno di mantenersi la “gallina dalle uova d’oro” e così gli chiede sempre più soldi sino ad arrivare alla misura attuale del 30,72% (previsione nel 2018 del 33,72%!) , una fetta pesantissima del reddito per non coprire di fatto nulla e per lasciarli soli!!
Nel 2015 inoltre , ciliegina finale, è previsto l’inizio della lotta alle “false partite iva” previsto dalla normativa Fornero , infatti dal 2015 gli ispettori potranno contestare la reale posizione delle partite iva nei rapporti con i loro committenti, secondo quelle presunzioni indicate nel nuovo art. 69-bis del Dlgs 276/2003 fra le quali ricordiamo: a) se il fatturato supera l’80% con un singolo committente nell’arco dei 2 anni consecutivi ; b) se la collaborazione ha avuto una durata superiore ad 8 mesi per 2 anni consecutivi; c) se la partita iva possiede una postazione fissa in azienda. La Legge prevede che bastano soltanto 2 elementi dei 3 suindicati per ritenere la partita iva in questione…..”falsa”! Questo come al solito provocherà un giro di vite : molte aziende che ritengono di essere ai limiti con le presunzioni suindicate tenderanno a difendersi nel solo modo che conoscono cioè quello di cessare i rapporti e certamente non le trasformeranno in lavoratori dipendenti! Ne faranno semplicemente a meno, lasciando questi lavoratori sulla strada senza alcuna copertura (non c’è aspi!) e rivolgendosi ad altri , insomma come al solito, si “getterà via il bambino con tutta l’acqua sporca”!!!!

Così si uccide un freelance in Italia: più tasse e contributi senza diritti

da: http://ilmanifesto.info/storia/cosi-si-uccide-un-freelance-in-italia-piu-tasse-e-contributi-senza-diritti/

Dal primo gen­naio in vigore la riforma dei minimi e l’aumento di due punti della gestione sepa­rata Inps. Le par­tite Iva annun­ciano ini­zia­tive «non con­ven­zio­nali» di pro­te­sta. La grande fuga dall’oppressione fiscale del governo 2.0 di Renzi è iniziata

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Dal primo gen­naio in Ita­lia ucci­dere un free­lance con il fisco e la pre­vi­denza non è pro­blema. 
Nem­meno nel decreto «Mil­le­pro­ro­ghe» il governo Renzi è riu­scito a evi­tare l’introduzione della riforma del regime dei minimi e l’aumento dei con­tri­buti alla gestione sepa­rata dal 27,72% al 29,72% che pena­liz­ze­ranno gra­ve­mente i lavo­ra­tori auto­nomi con la par­tita Iva. 
Un inter­vento «ad hoc» è stato pro­messo dal pre­si­dente del Con­si­glio «nei pros­simi mesi», ma la dop­pia tagliola pre­di­spo­sta dal suo governo è scat­tata subito nella legge di sta­bi­lità ed è stata rece­pita dall’agenzia delle entrate.

Que­sto seg­mento del quinto stato, a cui affe­ri­scono gli under 35 che dal 1 gen­naio apri­ranno una par­tita Iva e gli iscritti alla gestione sepa­rata dell’Inps, è stato escluso da ogni incen­tivo garan­tito al lavoro dipen­dente dall’esecutivo tar­gato Pd, ad esem­pio il bonus degli 80 euro. Senza con­tare la sua discri­mi­na­zione rispetto alle cate­go­rie del lavoro auto­nomo che con­tano di più. 
Ai com­mer­cianti e agli arti­giani è stata infatti garan­tita l’abolizione del mini­male Inps e la ridu­zione del carico fiscale fino a 40 mila euro e 25 mila euro di fat­tu­rato (per oltre 500 milioni di euro).
 A chi svolge un ruolo nelle pro­fes­sioni del lavoro della cono­scenza Renzi ha invece tri­pli­cato le tasse. 
Rispetto al vec­chio regime fiscale age­vo­lato, que­sta pla­tea che il mini­stero dell’Economia cal­cola tra 570 mila e 772 mila per­sone, la riforma pre­vede 15 mila euro di fat­tu­rato lordo fis­sato come tetto mas­simo, quindi un red­dito netto vicino alla soglia di povertà, insuf­fi­ciente per il rico­no­sci­mento di un anno intero di anzia­nità contributiva.

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I nuovi poveri sono gli auto­nomi a par­tita Iva

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L’associazione XX mag­gio ha cal­co­lato il red­dito netto medio di que­sti auto­nomi in 515 euro men­sili (con un com­penso lordo medio di 18.640 euro annui). 
Dopo le nuove tasse e con­tri­buti tar­gati Renzi que­sta cifra sarà cer­ta­mente infe­riore. 
Andrea Dili, pre­si­dente dell’associazione Alta Par­te­ci­pa­zione, sostiene che tale acca­ni­mento «spin­gerà fuori dal mer­cato oltre 300 mila pro­fes­sio­ni­sti». 

Que­sto signi­fica: disoc­cu­pa­zione, lavoro nero o infor­male, per­dita di quel poco che la crisi ha lasciato a que­sti lavo­ra­tori. 
Que­sto pro­cesso è già in atto, secondo l’Associazione nazio­nale con­su­lenti tri­bu­tari (Ancot). 
Tra il 2013 e il 2014 è stato regi­strato un calo tra le par­tite Iva nei set­tori assi­cu­ra­tivi (-12,6%), arti­stici (-11,6%) e agri­coli (-9,8%), cioè alcuni dei set­tori col­piti dalla riforma Renzi. 
Nuove posi­zioni ven­gono invece nella sanità, nei ser­vizi alle imprese o nell’istruzione. 
«Con que­sti prov­ve­di­menti – sostiene Dili – il governo è riu­scito a met­tere d’accordo per la prima volta tutte le cate­go­rie del lavoro auto­nomo, sia quelle con un ordine pro­fes­sio­nale che quelle non rego­la­men­tate». 
Nell’appello inti­to­lato «Non siamo i ban­co­mat dello Stato», Alta par­te­ci­pa­zione, Acta e Con­fas­so­cia­zioni ave­vano annun­ciato ini­zia­tive «non con­ven­zio­nali» di pro­te­sta. «Cer­che­remo di comu­ni­care non solo all’interno, tra i nostri iscritti, que­sto disa­gio ma anche a tutti i sog­getti, con­su­ma­tori, aziende, con cui entriamo in con­tatto ogni giorno – pre­an­nun­cia Dili — Sia dal punto di vista fiscale, che pre­vi­den­ziale, l’attacco è ben mirato».

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La rivolta delle par­tite Iva: “Non siamo i ban­co­mat dello Stato”

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Sul sito dell’associazione dei free­lance Acta si stu­diano i modi utili alla soprav­vi­venza. Tra le altre cose, ven­gono indi­cate le forme alter­na­tive all’iscrizione alla Gestione Sepa­rata che non garan­ti­sce nem­meno i diritti fon­da­men­tali a que­sti lavo­ra­tori. Per chi ne ha i requi­siti, è pos­si­bile aprire una posi­zione con­tri­bu­tiva presso la gestione com­mer­cianti Inps o quella degli arti­giani che offrono un sistema di tutele, come la mater­nità o la malat­tia. Acta pre­an­nun­cia un vade­me­cum per faci­li­tare il con­fronto e la scelta. Tra le ipo­tesi c’è la costi­tu­zione di società in acco­man­dita sem­plice (Sas) o società in nome col­let­tivo (Snc); oppure la pos­si­bi­lità di cedere i diritti d’autore sulla com­po­nente crea­tiva di un lavoro. La grande fuga dall’oppressione fiscale e pre­vi­den­ziale ideata dal governo 2.0 di Renzi è iniziata.

Piketty: "Tsipras non è il male meglio di populisti e xenofobi. Il vero pericolo per l'Europa è l'ipocrisia di Juncker e Merkel

da: http://www.repubblica.it/esteri/2014/12/31/news/piketty_tsipras_non_il_male_meglio_di_populisti_e_xenofobi_il_vero_pericolo_per_l_europa_l_ipocrisia_di_juncker_e_merkel-104057901/
L'economista francese: "Con un governo di sinistra dalla Grecia può partire una rivoluzione democratica: aiuterà a rivedere l'austerity che soffoca l'Unione con meno risorse per pagare i debiti pubblici e più sviluppo"

Prete del Catanzarese ai fedeli: ‘Renzi è un pifferaio magico, ha superato Berlusconi’!

Da www.ilfattoquotidiano.it 

Il premier Renzi è un pifferaio magico che pensa che tutti siano topi stupidi“. È questa la definizione che don Giorgio Rigoni, parroco di Petronà (paesino inprovincia di Catanzaro) dà del presidente del Consiglio nella lettera di auguri di Natale che ha inviato a tutti i fedeli. “Renzi – spiega – è un genio di falsità, ha superato Silvio Berlusconi nelle menzogne. Per il premier ci vorrebbe un esame psicologico”. Nella lettera di don Giorgio ai parrocchiani trova spazio anche un attacco al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “È un baluardo di istituzioni vuote. È come un nonno che continua a sgridare i nipotini sapendo che poi faranno quello che vogliono”  di Lucio Musolino

Video: http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/12/31/prete-del-catanzarese-scrive-ai-fedeli-renzi-pifferaio-magico-che-ha-superato-berlusconi/326067/