Non bastavano le proteste della Lega, del M5S e persino del sindaco Pisapia. Mentre il presidente dell'assemblea capitolina Mirko Coratti tenta di fare quadrato intorno al Salva Roma, proponendo un consiglio straordinario "aperto alla città e alle forze sociali e produttive", anche i vescovi mettono nel mirino il decreto che mette in sicurezza i conti della capitale, chiamando in correità il Campidoglio e Palazzo Chigi.

Un provvedimento che al Sir, l'agenzia di stampa della Cei, non è piaciuto per niente, al punto da dedicarci un severo editoriale che fin dal titolo  -  "Roma quasi fallita... ma qualcuno pagherà?"  -  chiede al sindaco e al premier di non limitarsi a ripianare le casse vuote, ma di indicare "i nomi e i cognomi dei responsabili di una amministrazione capitolina così fallimentare". Gravata da "15 miliardi di debiti", "già al massimo della tassazione locale ammessa e nuovi incrementi sono in arrivo con la Tasi" si legge nel testo. "Il sindaco Marino smentisce, ma i romani (e i residenti) sono già rassegnati al peggio. E in tempi come questi non è una buona notizia se, come sostiene la Caritas, il 30% della popolazione romana vive nella povertà assoluta".

Da qui le domande: "Chi ha accumulato questo debito mostruoso? Chi ha sprecato il denaro pubblico? Chi ha amministrato male? Chi ha chiuso gli occhi sugli incompetenti? Chi ha intascato più del dovuto? Chi si è arricchito indebitamente? Chi non ha indagato? Chi non ha vigilato? Ci sono precise responsabilità che dovrebbero avere nomi e cognomi. Conoscerli è essenziale, ma non per giustizialismo. Conoscere i responsabili di questa disfatta politica, sociale ed economica è l'unica garanzia, perché quanto è accaduto non si ripeta in futuro. Non è una certezza, ma almeno una speranza. Chiediamo troppo?". E per finire un post scriptum. Altrettanto severo: "Dedicato a Renzi & Marino: non buttatela in politica. Date una mano ai cittadini romani a capire chi ha sbagliato e perché".

Ma il sindaco insiste: "Non aumenteremo le tasse ai romani. Noi riteniamo che riducendo le spese e acquistando tutto il materiale con una centrale unica di acquisto risparmieremo 280 milioni di euro l'anno che prima venivano sperperati". Tuttavia il rischio che alla fine la giunta sia costretta ad agire sulla Tasi esiste, eccome. L'inquilino del Campidoglio però tira dritto, sollecitando solidarietà e sostegno. "Vi chiedo di aiutarmi, di farmi sentire le vostre critiche ma di farmi sentire che c'è una comunità grande e diffusa che la pensa nello stesso modo e che vuole lavorare nell'interesse del nostro bene più importante, la nostra terra", l'appello lanciato alla platea del movimento politico Green Italia, nato soprattutto da ex Pd, ma rivolto idealmente a tutti i romani. "Nonostante a volte io sia un testone, vi assicuro che sentire il supporto, l'aiuto, i consigli di tante persone che condividono le stesse idealità è importante",
 incalza. Ribadendo il no alla vendita di Acea e la volontà di proseguire nella pedonalizzazione dei Fori. "Continueremo nella direzione del trasporto pubblico, degli alloggi sociali, della gestione pubblica dell'acqua e dei rifiuti", dice. Non ha fretta: davanti ha ancora 4 anni.