Invia per email
Stampa


Una lottizzazione di 400 mila metri cubi, in una zona pregiata, davanti al parco di Tormarancia, tra via di Grottaperfetta e viale Aldo Ballarin. Un cantiere firmato da un gruppo di re del mattone romani, una cordata in cui si sono alternati Ciribelli, Calabresi, Rebecchini, Mezzaroma, Marronaro e il Consorzio di cooperative Aic. Da questa mattina per una parte dei 23 ettari su cui dovrebbe sorgere il nuovo quartiere per 3.500 abitanti è stato disposto il sequestro, che verrà effettuato oggi, dal presidente dell'VIII municipio Catarci e dal suo assessore all'Urbanistica, Massimo Miglio, lo "sceriffo anti abusivismo" protagonista di decine di denunce e demolizioni, dall'Appia Antica al cuore del Centro Storico.

Erano da poco iniziati i lavori di urbanizzazione, fatti dai costruttori per conto del Comune, quando Miglio e i suoi tecnici hanno scoperto con un sopralluogo e con l'esame delle carte arrivate dal dipartimento "Programmazione e attuazione urbanistica" del Campidoglio, che la lottizzazione era stata progettata e in corso di realizzazione sopra il fosso delle Tre Fontane, un corso d'acqua vincolato e tutelato, con un assoluto divieto di edificazione per un'area estesa a 150 metri dal fosso stesso. E proprio su questa, invece, con il "nulla osta" del Comune, si stanno già realizzando sbancamenti e il riempimento dell'alveo del fosso tutelato per la costruzione di strade e parcheggi.

Non solo. Sempre sugli ettari vincolati è prevista la realizzazione di palazzine e spazi commerciali. L'intervento del Municipio è stato immediato. "Con i tecnici" spiega Miglio "abbiamo individuato il terreno dove si stavano già effettuando grossi reinterri, anche con materiale inquinante di risulta, e sbancamenti per tombare, ossia riempire di terra e rifiuti, il corso d'acqua, distruggendo inoltre tutta la vegetazione circostante". Ancora. "Dall'esame delle carte" prosegue Miglio "si è verificata una serie di inesattezze, tra cui anche quella di aver dichiarato che il fosso fosse già chiuso.

Inoltre, nonostante il Municipio avesse negato l'autorizzazione a riempire di terreno di risulta una caratteristica vallata, si stava invece facendo il contrario, alterando così luoghi di particolare pregio naturalistico anche per la vicinanza con il Parco di Tormarancia". Era da novembre che il presidente e l'assessore del Municipio avevano lamentato l'irregolarità del cantiere, con lettere protocollate inviate all'assessorato all'Urbanistica del Campidoglio, alla Asl e alla Direzione provinciale del Lavoro. E sempre da novembre con altre lettere all'assessorato e al Capo di Gabinetto del sindaco era stato sollevato il caso del fosso e della zona intorno, tutelati, sottolineando i rischi idrogeologici che sarebbero venuti interrompendo il deflusso naturale dell'acqua. E adesso?

Con il sequestro e il provvedimento di sospensione dei lavori, tutta la convenzione, appartamenti per 87.500 metri quadrati e negozi per 37.500, per un totale di 125 mila metri quadrati, rischia di essere messa in discussione, perché una serie di opere di urbanizzazione e molte palazzine non potranno più essere realizzati. "Questa operazione" conclude il minisindaco Catarci "ha messo in luce tre rilevanti irregolarità: la distruzione del fosso e della vegetazione, la conseguente compromissione delle funzioni idrogeologiche del fosso e l'alterazione delle quote orografiche naturali del terreno. Tutta la convenzione va accuratamente rianalizzata con un drastico abbattimento delle cubature previste nell'area".