L'economia cinese rallenta, finalmente!!!

 La Cina Rallenta e l’Europa si Blocca

Il rallentamento dell’economia cinese crea problemi maggiori di quelli creati dalla Grecia, soprattutto alla Germania le cui esportazioni sono fortemente dipendenti dall’andamento dell’economia orientale


20/09/2012 di Angelo Marelli da

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I MERCATI FINANZIARI e gli investitori continuano a monitorare lo sviluppo della crisi Europea e soprattutto l’evolversi della situazione economica dei paesi cosiddetti PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna) che rimangono al centro dell’attenzione e dei timori degli investitori.


LA LINEA DI AUSTERITY che continua a mantenere la Germania è in netto disaccordo con quello di cui necessiterebbero questi Paesi. Ora però neppure la Merkel dorme sonni tranquilli, soprattutto a seguito del pronunciato rallentamento economico del Celeste Impero ovvero la Cina che mette in crisi il terzo più grande paese esportatore al mondo, la Germania appunto.

LA FORTE DIMINUZIONE nella domanda dei macchinari, auto e altre componentistiche specializzate di alta qualità, vanto dell’industria tedesca, potrebbe mettere seriamente in difficoltà la locomotiva tedesca.

ANGELA MERKEL ha un piano ben preciso per tentare di ottenere la vittoria al prossimo turno elettorale, cioè quello di mirare a far crescere l’economia tedesca, piuttosto che puntare su un piano politico. La crescita del Paese è in calo e secondo stime Ocse potrebbe addirittura attraversare una lieve fase di recessione.

CON IL RALLENTAMENTO in corso e la crisi, che continuano a ridurre la domanda di beni e servizi dai vicini europei, è dunque fondamentale che la Cina continui ad acquistare, e sopperisca a questa minore domanda, a rischio di causare un brutto colpo per il sistema produttivo teutonico, attualmente in moto all’84% della capacità.

INTANTO NELL’EUROZONA la situazione spagnola continua a tenere i mercati con il fiato sospeso. Infatti ora Madrid dovrà decidere se richiedere il salvataggio e far scattare l'intervento della Bce con gli acquisti di debito spagnolo, solo dopo aver analizzato tutti i dettagli del piano di aiuti. Lo ha detto la vicepremier e portavoce del governo Rajoy, Soraya Saenz de Santamaria durante il question time in Parlamento, secondo quanto riferisce Bloomberg facendo riferimento al nodo delle condizioni imposte dall'Europa a Madrid per accedere al programma Bce.

E INFINE SECONDO il portavoce ha riferito che non ci sono "differenze" tra il punto di vista del presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker e il commissario Ue agli affari economici Olli Rehn sul tipo di condizionalità da imporre alla Spagna qualora richiedesse l'attivazione dello scudo anti-spread