Il Pil cinese nell'ultimo trimestre è all'11,9% e quello italiano? è allo 0,7%

ANSA, Ultimo aggiornamento: 15/04/2010


CRISI:CINA TORNA A RUGGIRE,CORSA PIL MAGGIORE DA 3 ANNI/ANSA

PECHINO TEME BOLLE SPECULATIVE, MA RINVIA RIALZO TASSI E YUAN



(ANSA) - ROMA, 15 APR - La Cina torna a ruggire un'economia che mette a segno il ritmo di crescita piu' forte da tre anni a questa parte. Nel primo trimestre dell'anno il prodotto interno lordo ha segnato un balzo dell'11,9% su base annua, mostrando un' ulteriore accelerazione dopo la crescita del 10,7% registrata nell'ultimo trimestre del 2009. Il risultato ha battuto le stime degli economisti che puntavano su un incremento dell'11,7% e ha trainato al rialzo le borse asiatiche, mentre gli economisti hanno migliorato le stime di crescita della Cina per quest'anno. Citigroup ha ora innalzato le previsioni sul Pil cinese 2010 portandole dal 9,8% al 10,5%; JPMorgan dal 10 al 10,8% e Royal Bank of Scotland dal 10 all'11%. E la corsa dell'economia cinese ha spinto il Giappone a migliorare le proprie stime di crescita: la Bank of Japan ha rivisto al rialzo le proprie valutazioni per sette delle nove macroaree del Paese, grazie all'aumento delle esportazioni e della produzione. Nella relazione trimestrale (il cosiddetto 'Sakura report', simile al Beige Book della Federal Reserve) sui grandi distretti territoriali, l'istituto centrale nipponico ha messo in evidenza che l'economia giapponese e' in accelerazione e che i rischi di un'altra recessione si sono ridotti "in modo significativo". Ma intanto per Pechino la statistica diffusa oggi conferma i timori per il surriscaldamento dell'economia e soprattutto per il rischio di bolle speculative. E se per ora l'inflazione e' aumentata meno del previsto, fermandosi' su un +2,4% rispetto al marzo dello scorso anno (un livello inferiore al 2,6% previsto dagli economisti ed al 2,7% registrato a febbraio), i prezzi alla produzione sono cresciuti del 5,9%, evidenziando che per la Cina sara' difficile contenere l'inflazione entro il tetto del 3%. Le autorita' del governo cinese hanno gia' messo mano alle prime contromisure per contrastare la corsa di economia e prezzi - irrigidendo i requisiti di riserva delle banche per ridurre l'eccesso di liquidita' e raffreddare cosi' il massiccio ricorso al credito - ma ora gli economisti vedono piu' vicina, e inevitabile, una stretta monetaria e una rivalutazione della moneta. Australia, India e Singapore hanno gia' avviato il rialzo del costo del denaro e il mercato scommette che la Cina dovra' presto seguirne l'esempio. L'ultima volta che l'economia cinese e' cresciuta oltre l'11% - nel primo trimestre del 2006 - la banca centrale ha alzato i tassi di interesse nel giro di un mese. Ora pero' gli economisti sono divisi sulla tempistica di un eventuale manovra: Royal Bank of Canada punta su una stretta monetaria gia' nel mese di aprile, mentre per Bank of America-Merrill Lynch bisognera' aspettare il quarto trimestre dell'anno. Per il momento, Pechino resta riluttante: oggi le autorita' cinesi si sono limitate a varare misure per raffreddare il boom del mercato immobiliare e ad annunciare che sono allo studio nuove tasse, compresa una tassazione di plusvalenze derivanti dalla vendita di proprieta' immobiliari. (ANSA).

 
Notizie sul Pil Italiano:
 
"L'Italia è tornata timidamente a crescere nel primo trimestre di quest'anno e archivierà il 2010 con un'espansione del prodotto interno lordo dello 0,7%, in base alla mediana delle previsioni trimestrali raccolte da Reuters.
La crescita accelererà lievemente a 1,1% nel 2011 quando si assiterà anche a un rimbalzo degli investimenti, visti ancora negativi dagli economisti quest'anno dopo il tracollo del 2009, e a un contributo decisamente superiore dell'export netto.
Infatti, anche se le esportazioni ricominceranno a crescere a ritmo sostenuto già da quest'anno, il sorpasso più deciso sull'import avverrà solo il prossimo anno.
"La ripresa italiana mi pare ancora una volta trainata dall'export e quindi affidata alla ripresa della crescita oltre i confini nazionali", commenta Giada Giani di Citigroup (NYSE: C - notizie) . L'economista ritiene che a gonfiare l'import 2010, assottigliando il contributo del canale estero al Pil, sarà in buona misura la necessità delle imprese di ricostituire le scorte di magazzino, ridotte all'osso durante la recessione.
"Se da un lato una ripresa trainata dall'export sottende un persistente problema italiano di consumi interni, dall'altro ci porta a ben sperare alla luce dei positivi segnali che arrivano dall'estero".
DOMANDA INTERNA IN CAUTA RIPRESA
Frenata da un tasso di disoccupazione ostinatamente fermo all'8,8% quest'anno e il prossimo, la domanda interna tornerà lievemente positiva nell'anno in corso, rafforzandosi nel 2011 senza però riuscire a spingere il tasso di aumento oltre lo 0,8%. Nel 2009 la spesa delle famiglie è scesa dell'1,8%.
"I consumatori rimarranno probabilmente cauti", commenta Paolo Zanghieri di Oxford Economics, prevedendo un aumento della propensione al risparmio a fronte di una disoccupazione in crescita dal 7,8% dello scorso anno.
"Questo deriva dal fatto che manca un'adeguata copertura della disoccupazione per la maggioranza dei lavoratori del settore privato e per tutti quelli con contratti di lavoro temporaneo.".
Zanghieri ricorda poi la fine degli incentivi statali per la sostituzione dell'auto che hanno spinto i consumatori ad anticipare l'acquisto proprio in vista della loro scadenza a fine 2009.Sempre relativamente modeste, seppure in decisa accelerazione rispetto al 2009, le pressioni sul fronte dei prezzi. Gli analisti prevedono che l'inflazione si porti all'1,4% in media quest'anno dallo 0,8% del 2009, per avanzare ulteriormente all'1,6% nel 2011, numeri sempre ben lontani dal limite-obiettivo del 2% fissato dalla Bce.
SITUAZIONE CONTI PUBBLICI STAZIONARIA
Se la situazione dell'economia, tra luci e ombre, appare in graduale recupero, quella dei conti pubblici non riserva invece grossi margini di miglioramento.
Con un Pil ancora debole, anche se non più in contrazione, il disavanzo pubblico va ad appesantire il debito spingendolo, secondo gli analisti, leggermente oltre le previsioni ufficiali del governo.
"Il deficit resta sostanzialmente ai livelli dello scorso anno, un livello, va detto, basso in termini relativi rispetto ad altri paesi", commenta Giani. "Ma il debito ovviamente continua ad aumentare.
A 5,3% la mediana delle stime sul deficit/Pil 2010 è di poco superiore al 5% su cui conta l'Italia, lo stesso vale per il rapporto debito/Pil che gli economisti vedono a 117,5% a fine 2010 a fronte del 116,9% inserito dall'Italia nel Programma di Stabilità presentato a Bruxelles. Nel 2011, inoltre, il debito dovrebbe tornare a calare in rapporto al Pil nelle stime del governo, portandosi al 116,5%. La mediana delle stime Reuters proietta invece un'ulteriore salita al 119,2%."


da: http://it.finance.yahoo.com/notizie/previsioni-trimestrali-italia-pil-2010-0-7-riparte-export-reuters_ids-772a8f99b321.html?x=0

Allora la Crisi economica c'è, ma solo per l'Italia e il vecchio continente, visto che l'altra metà del mondo lavora, produce e si arricchisce!