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I dati negativi sul settore moda sono impressionanti!

Moda '08-'09: - 1.900 imprese, saldo export -30%




Roma, 2 feb. (Apcom) - La crisi economica internazionale ha inciso pesantemente anche sul settore moda italiano. Tra il 2008 e il 2009, si è verificato infatti una riduzione del fatturato del saldo commerciale e degli ordinativi dell'ordine del 30-40%, c'è stato un forte ricorso alla cassa integrazione guadagni e sono state chiuse 1.900 imprese. Questi i dati emersi dal rapporto che fa parte del progetto 'M2 - Meridiano moda', presentato oggi da Italian Textile Fashion, Unioncamere e supporto operativo di The European House-Ambrosetti.



Il settore ha evidenziato un valore aggiunto nel 2008 di 27,4 miliardi di euro pari all'11% della ricchezza prodotta da tutta l'industria manifatturiera italiana. L'export è ammontato a 41,9 miliardi di euro, l'11,5% del totale, con un attivo della bilancia commerciale di 16,5 miliardi.



Il settore occupa un milione di lavoratori, il 61% dei quali è donna. In questo settore, nel quale operano quasi 70mila aziende nel tessile, abbigliamento, concia, pelletteria e calzature, l'Italia ha una posizione di leadership a livello internazionale. Il nostro paese, secondo il rapporto, ha il 44% del valore della produzione nei paesi dell'Europa a 12, il 39% del valore aggiunto e il 37% degli occupati.



Secondo il viceministro dello Sviluppo economico, Adolfo Urso, "nell'epicentro della crisi economica internazionale l'industria dell'eleganza Made in Italy ha continuato a contribuire sensibilmente alla crescita complessiva della ricchezza italiana: la bilancia commerciale del settore ha fatto registrare infatti un attivo di 16,5 miliardi.



Il sistema-moda nel suo complesso - ha aggiunto - seppure con qualche difficoltà ha giocato un ruolo fondamentale all'interno della bilancia commerciale del paese.

Per superare appieno la congiuntura mondiale occorre però uno sforzo comune". Il viceministro ha auspicato quindi che "le imprese della moda si aggreghino ed esaltino le loro strutture dimensionali anche attraverso il modello vincente dei distretti".



Per il vicepresidente di Unioncamere, Carlo Longo, "il potenziale espresso dalle imprese del Made in Italy è ancora molto elevato malgrado il forte impatto della crisi. Tuttavia per consentire alle aziende di intercettare la ripresa sono indispensabili interventi mirati ed urgenti in due direzioni: affermare e realizzare la tracciabilità delle origini e della qualità dei prodotti; rafforzare la capacità di fare rete sul territorio tra imprese, istituzioni, sistema della ricerca pubblica, offerta di manodopera qualificata, dotazione locale di servizi reali e finanziari".



"Con il progetto 'M2 - Meridiano moda' - ha affermato il presidente di Italian Textile Fashion, Luca Mantellassi - il sistema delle Camere di commercio ha voluto creare una piattaforma indipendente, apartitica e professionale di approfondimento dove gli operatori e le associazioni del settore, le istituzioni, il sistema bancario e finanziario, i sindacati e i consumatori possano interagire al fine di identificare le scelte strategiche e le azioni concrete più opportune per il futuro del settore. Al centro del progetto - ha aggiunto - un obiettivo comune: tutelare e valorizzare la filiera moda, vero e fondamentale driver del futuro competitivo del sistema-moda italiano".